Sogni e aspirazioni di Camilla Abbate, promessa del tennis azzurro
Camilla Abbate nasce a Bologna il 10 dicembre 1997, in una famiglia della media borghesia che non aveva particolare passione per il tennis. Ma Camilla era una bimba vivace e già competitiva, aveva voglia di giocare e a 7 anni, un po’ per caso, si trovò con una racchetta in mano e da lì in poi fu amore a prima vista col tennis, poi continuato come sport agonistico, fino al livello professionistico ormai raggiunto.
Raccontaci come hai cominciato Camilla.
Ho cominciato a circa 7 anni, per puro caso, i miei non sono particolarmente appassionati di tennis, ma mi sono ritrovata con una racchetta in mano e mi sono divertita. Mi piaceva giocare, tutto qui. Poi a 10 anni, visto che ero bravina, ero coordinata e mi muovevo bene mi hanno proposto di provare con l’agonismo, ai Giardini Margherita a Bologna e la cosa mi è piaciuta fin da subito, perché ero e sono molto competitiva. Le sfide mi eccitano.
E il tuo percorso da Junior come è stato?
Fino a 14/15 anni ero tra le prime 10 in Italia, poi sono un po’ calata, ma ho continuato ad allenarmi seriamente, con i miei Maestri, Massimiliano Trevisan e Antonella Serra Zanetti che considero coloro che mi hanno fatto diventare una tennista.
Come ti definiresti sul piano tennistico?
Sono piuttosto solida da fondo, tatticamente ho le idee chiare in genere, i miei colpi migliori sono il rovescio bimane sul veloce, perché ho un ottimo timing e quindi mi appoggio anche bene alla palla della mia avversaria, mentre su terra forse mi va meglio il diritto.
Camilla ha un fisico che sembra nato per il tennis, è slanciata ma con delle gambe potenti che le offrono spinta con una muscolatura “lunga”, è ben strutturata anche negli arti superiori e questo le regala anche un equilibrio naturale.
A livello atletico sembra che tu abbia ottime qualità…
Sì, direi di sì, ho una buona resistenza e anche esplosività, però devo migliorare la rapidità, ma con la maturità quest’anno ho lavorato un filo di meno. Conto di recuperare adesso che forse avrò più tempo.
Sul piano mentale come va in campo? Riesci a fare del tuo meglio?
Direi di sì, ciò che mi manca è un po’ di aggressività, sto cercando di lavorare sulla sicurezza nei miei mezzi, non limitarmi solo a difendermi ma contrattaccare con più decisione, senza “paura”. Ma forse è più un discorso tattico che mentale.
Ora dove ti alleni e con chi?
La mia base è sempre a Bologna, il mio coach è Giuseppe Postorino, il quale mi ha sistemato qualcosina a livello tecnico e sta incidendo tantissimo sulla mia sicurezza in campo. È grazie a lui se sto trovando maggiore fiducia nel giocare il mio tennis, più continuità e più spinta della palla. Sono cresciuta tantissimo con lui proprio per la tranquillità che mi ha saputo regalare, mi trovo benissimo con Postorino, anche sul piano umano. Mi alleno anche con Agnese Zucchini (ex top 400 WTA, giocatrice assai grintosa che molto può far migliorare Camilla anche sul piano della crescita tecnica ed emotiva, ndr). Ora sto facendo una settimana intensiva a San Marino presso l’accademia di Galimberti.
Obiettivi tennistici?
L’obiettivo è finire 2.3 in Italia l’anno, non sono lontana, si può fare. Più in là vorrei essere almeno una 2.1, ma vedremo, non mi pongo nessun limite. Ora a livello internazionale farò i tornei di Bagnatica e Duino (futures da 10mila dollari, che danno punti WTA), e vedremo come me la caverò.
Nel circoscritto ambiente tennistico in cui ci si conosce un po’ tutti, Camilla è molto considerata e stimata, e più di qualcuno ci ha confidato che il potenziale di questa ragazza, con un fisico del genere, e una buona tecnica già metabolizzata, è assolutamente infinito, e i margini di miglioramento sono molto alti.
Quale è stata la partita più bella della tua carriera finora, quella che ricordi con maggior piacere e quale quella più difficile da digerire?
In assoluto la mia più bella partita è stata quella con Jelena Simic, che è 440 WTA, in un open in cui ho giocato il mio miglior tennis. Ho vinto 7-6 7-5 una partita in lotta e per questo mi ha dato ancora più di soddisfazione, contro una giocatrice fortissima e che fa attività internazionale, una professionista affermata. È successo a marzo scorso a Fabbrico in provincia di Reggio Emilia. La partita più brutta direi quando a 16 anni ho perso al primo turno ai campionati italiani, ero sotto un treno, non vincevo un match, ho addirittura pensato di smettere, mi sono fermata per 2 settimane, però poi ho ripreso subito (e ride).
Chi come noi ha visto giocare la Jelena Simic, una bosniaca di 24 anni che da 5/6 anni gira i tornei di tutto il mondo compresa la Bundesliga ed è dotata di un tennis con tutti i fondamentali di buon livello e una preparazione atletica incredibile, si rende conto che batterla in una partita tirata significa poter ambire a certi traguardi e questo risultato fa ben sperare per il futuro tennistico della nostra Camilla.
Chi è Camilla fuori dal campo?
Ho tanti interessi e sono una ragazza semplice, come ce ne sono tante. Mi piace studiare, approfondire le cose, non sono una superficiale ecco. Sono uscita dalla maturità con un ottimo voto, ho fatto vari test all’università, ora vediamo. Mi piace l’idea di lavorare nell’ambito della nutrizione ma non è l’unica possibilità.
Tennis e sentimenti: è possibile avere relazioni con ragazzi fuori dell’ambiente tennistico?
Mah, sì, è possibile ovviamente, però almeno io ho bisogno di qualcuno vicino che mi capisca, che comprenda il tipo di vita che si fa, gli allenamenti, i tornei in giro, e quindi forse uno sportivo tutto questo lo capisce meglio. Ma una persona intelligente, anche se non è dell’ambiente, lo capisce lo stesso.
Le amicizie tra colleghe esistono?
Nel mio caso sì, senza dubbio. Ho varie amiche tra ragazze che giocano a tennis con me. Ovvio che sul campo esista competizione, ma fuori davvero no, ci si dimentica di tutto, si ride e si scherza e ci si confida come vere amiche.
Tu sei una ragazza avvenente, sei considerata una delle più carine del circuito italiano. Questo ti ha mai creato invidie? E cosa pensi dell’aspetto estetico?
L’invidia sinceramente non l’ho mai avvertita, insomma non ci sono mai state manifestazioni evidenti in tal senso. L’aspetto esteriore comunque conta tanto, sarebbe da ipocriti non sostenerlo, ma sai ti dico una cosa: più ancora che la bellezza del tuo corpo, conta cosa riesci a comunicare col tuo corpo. Conta come ti muovi, come sorridi, la postura, gli atteggiamenti nelle varie situazioni in cui ti trovi, gli sguardi… Tanto è vero che ci sono ragazzi e ragazze con meno bellezza classica ma con più successo.
Chapeau! Questa risposta ci ha colpito molto, perché detta da una ragazza di 18 anni, e soprattutto espressa in modo così chiaro, ci dà la sensazione di parlare con una persona in grado effettivamente di approfondire i temi, che abbia dentro di sé qualcosa in più, un’anima e la voglia di andare al nocciolo della questione. È una ragazza che sa giocare con le situazioni, che sa capire al volo chi ha di fronte, e sa far valere il tono della voce, così come lo sguardo furbetto, a seconda del momento e dell’interlocutore. E queste doti sono piuttosto rare alla sua età.
Quanto costa l’attività tennistica al tuo livello?
Più o meno 7-8 mila euro l’anno, tra allenamenti e tutto il resto, qualcosa recupero dalla serie A, ma non è facile tirare avanti. Per questo forse limito la mia attività internazionale, anche perché non voglio gravare troppo sui miei genitori, in fondo sono loro che foraggiano le mie aspirazioni. I miei genitori sono fantastici perché mi hanno sempre incoraggiato, hanno fatto tanti sacrifici per regalarmi questo sogno, pur senza mai interferire e farmelo pesare. Voglio proprio approfittare di questo spazio per ringraziarli tantissimo: grazie mamma e papà.
È incoraggiante sentire una figlia che pubblicamente ringrazia i propri genitori, che non dà per scontato nulla, che si rende conto dei sacrifici che spesso i genitori dei ragazzi che fanno sport hanno dovuto affrontare, e questo è un altro punto a favore di Camilla.
Cosa ti affascina del tennis professionistico, e cosa invece ti spaventa?
Mi affascina l’ambiente, la competizione: guadagnarsi la propria vita attraverso lo sport dà tanta soddisfazione, energia vitale, pensa che anche prendere i piccoli prize money che ho vinto io, che non sono milioni di dollari, ti regala un piacere intimo ma forte, intenso. Mi spaventa invece l’aspetto più materiale, cioè le spese che bisogna sostenere all’inizio, è un investimento, e servono parecchi soldini, non è facile, e poi un po’ anche doversi “staccare” da tutto. Il tennis diventa la tua vita e non dico che lo metti al primo posto perché i rapporti affettivi sono sempre fondamentali però un po’ ti devi isolare, devi pensare a te stessa e al tennis in relazione a te stessa.
Ti piacerebbe fare la giornalista in futuro?
Perché no. Ho già fatto un’intervista ad una mia collega, Lucia Bronzetti, e conto di farne altre. Scrivere mi diverte, ho una buona preparazione, di tennis qualcosa ne capisco (ride, ndr), potrei anche fare resoconti di tornei ad esempio.
Esiste il doping nel tennis secondo te?
A vedere alcune straniere direi di sì, mentre sulle italiane ci metto la mano sul fuoco che non assumano nulla, io perlomeno mai ne ho avuto sentore.
Chi è il tennista preferito, e chi la tennista che ti affascina di più?
Il mio preferito è Novak Djokovic, mi piace davvero tanto come si muove, adoro il suo bagaglio tecnico e mi piace anche come personaggio fuori dal campo. Come giocatrice direi che una campionessa che non ha eguali è Serena Williams, perché nessuna ha vinto come lei ultimamente eppure è sempre lì a livelli incredibili.
E tra gli azzurri?
Il tennista maschile che più mi piace degli azzurri è Fognini senza dubbio. Sono stata a vedere la Davis e mi ha impressionato la facilità con cui gioca.
Salutiamo Camilla, la ringraziamo per il tempo che ci ha concesso, per la chiacchierata piacevolissima e non nascondiamo di nutrire parecchia fiducia nel futuro di questa ragazza, sia per quanto riguarda il tennis sia per gli altri aspetti della vita. In particolare abbiamo percepito una grande serenità, una simpatia tipica degli emiliani, e al contempo una determinazione ferrea in tutto ciò che prova a fare. Vamos, Camilla.
Nota: Camilla, ora nel 2018, è appena tornata dagli USA dove ha giocato per una Università Americana, e presto ci racconterà la sua esperienza.
Alessandro Zijno