ATP Challenger 2022, Week 23: Riccardo Bonadio on the moon, finale a Bratislava e ingresso certo nelle quali Slam
Perugia, Italia (CH Tour 125, Terra): [2] J. Munar (Esp) b. [3] T. Etcheverry (Arg) 6-3 4-6 6-1
Doppio: [4] S. Doumbia/F. Reboul (Fra) b. M. Bortolotti(ITA) /S. Martos Gornes (Esp) 6-2 6-4
Notingham, Gran Bretagna (CH Tour 125, Erba): [1-WC] D. Evans (Gbr) b. [3-SE] J. Thompson (Usa) 6-4 6-4
Orlando, FL, Usa (CH Tour 100, Hard): [PR] Y. Wu (Chn) b. [4] J. Kubler (Aus) 6-7 6-4 3-1 Rit.
Lione, Francia (CH Tour 100, Terra): [7] C. Moutet b. P. Cachin (Arg) 6-4 6-4
Bratislava, Slovacchia (CH Tour 90, Terra): A. Shevchenko (Rus) b. R. Bonadio (ITA) 6-3 7-5
Domenica scorsa Riccardo ha giocato la sua seconda finale Challenger a Bratislava, perdendo contro Shevchenko (salito da 237 a 176 Atp) dopo aver vinto tre incontri su quattro al terzo set, e ha spostato l’asticella ancora più su: numero 200 tondo tondo, diciassettesimo italiano della classifica, ma addirittura ottavo nella Race del 2022 dietro a Sinner, Berrettini, Musetti, Sonego, Fognini, Nardi e Cobolli. Bonadio, che tra un mese compirà 29 anni, sta vivendo il momento più bello della carriera: poche settimane fa ha debuttato negli Slam con le qualificazioni del Roland Garros e tra pochi giorni andrà a Londra per le qualificazioni di Wimbledon. Anche la partecipazione agli Us Open è sicura.
La giungla del tennis coinvolge chi non riesce a entrare stabilmente nelle qualificazioni degli Slam, quindi dal numero 240-250 in giù. Ed è un mondo fatto di sacrifici, di attenzione alle spese, di programmazione attenta. In due anni e mezzo Bonadio ha rosicchiato oltre 200 posizioni e ci è riuscito con un eccezionale lavoro di squadra.
LA SVOLTA A PAVIA— La svolta è stata la decisione di trasferirsi a Pavia. Riccardo, nato a San Vito al Tagliamento, nel 2019 si era allenato ad Alicante con Manuel Jorquera, ma a inizio 2020 si è spostato alla Motonautica Pavia da Mattia Livraghi, ex 500 Atp e in passato coach di Simone Vagnozzi, poi a sua volta guida di Marco Cecchinato nella prepotente scalata del 2018 e adesso allenatore di Jannik Sinner. Com’è piccolo il mondo, anche quello del tennis a volte. Livraghi ha ampliato il bagaglio tecnico di Bonadio e gli è anche entrato nella testa, togliendoli le paure che l’avevano un po’ condizionato in passato. A Pavia Riccardo è seguito dal preparatore atletico Alessio Firullo, che da qualche mese lavora anche con Fabio Fognini, e nello staff c’è pure Uros Vico (ex 160 Atp) che si alterna nell’angolo di Bonadio sul circuito con altri collaboratori tecnici che stanno crescendo alla Motonautica. Livraghi, infatti, ha creato uno staff allargato e affidabile (nel quale è entrata per un po’ di tempo anche una psicologa), così lui può allenare al mattino i professionisti dedicandosi al pomeriggio agli oltre 100 ragazzi della Sat: ai tornei Livraghi segue Bonadio solo ogni tanto, ma i risultati danno ragione a questa gestione. È tutto studiato e programmato, nulla è lasciato al caso: un lavoro certosino che, passo dopo passo, ha portato ottimi frutti. “È stato un percorso lungo e difficile – racconta Livraghi -: abbiamo fatto un grosso lavoro aspettando che prima o poi arrivassero le giuste risposte dal campo. Con Riccardo abbiamo affrontato ogni aspetto del gioco: tecnico, tattico e motivazionale. È stato complicato fargli passare il messaggio che le cose proposte fossero possibili e non impossibili sia a livello tecnico che personale”.
PIÙ AGGRESSIVO— Coach Mattia ha insegnato a Bonadio a essere più aggressivo nella risposta, a giocare più spesso il lungolinea sia di dritto sia di rovescio (che è il colpo preferito, a una mano) e ha cambiato LA sua attitudine nella gestione del servizio (quando scegliere il kick, ad esempio, o quando provare l’ace): “L’ingresso nelle qualificazioni di Parigi – spiega Livraghi – ha rappresentato per Riccardo un momento di realizzazione personale, che gli consentirà di vivere in modo più sereno il tennis garantendogli quindi più spensieratezza e un po’ di aggressività in più”. Da qui alla fine del 2022 Bonadio ha solo 99 punti da difendere e quindi può concentrarsi sul suo gioco e sui prossimi obiettivi: il consolidamento della posizione in classifica (fare stabilmente le qualificazioni dello Slam dà una grande mano dal punto di vista economico), la convinzione che si possa vincere qualche match anche sul veloce outdoor e non solo sull’amata terra battuta, lo sbarco in Australia per lo Slam che aprirà il 2023. Ma in realtà il vero obiettivo è uno solo: arrivare più in alto possibile. Quanto in alto, nessuno lo sa. E in fondo adesso conta fino a un certo punto
Alessandro Zijno