Alessia Manca, un Sogno chiamato Tennis
Da alcuni anni l’Italia sta vivendo un momento d’oro in campo tennistico. Gli ottimi risultati che stanno ottenendo i nostri giovani atleti, Berrettini, Sinner e Musetti su tutti, stanno accendendo i riflettori sul movimento tennistico italiano, dopo anni di appannamento, e stanno riportando l’Italia in alto nel ranking ATP con ben due atleti fra i primi dieci del mondo. A livello femminile fatichiamo un filo di più, ma dobbiamo assolutamente considerare che le nostre ragazze maturano decisamente più tardi rispetto alle coetanee di altri continenti o Paesi. Se le tenniste dell’est europa o asiatiche già a 16 anni sono tenniste complete, sia per maturazione tecnica che per sviluppo fisico e mentalità agonistica e temperamento, le azzurre arrivano allo sviluppo definitivo come donne e professioniste come minimo intorno ai 24/25 anni. Naturalmente possono esserci delle eccezioni, questo è chiaro. Così come molte ragazze italiane stanno seguendo un percorso di tennis e studi negli USA, sulle orme delle sportive tedesche e nordeuropee in genere che lo fanno già da diversi anni. Questo allunga un po’ il tempo di ingresso nel tennis che conta a livello PRO, a rende più maturi.
Lo stesso sogno di ogni tennista agonista, cioè di poter arrivare, un giorno, sui gradini piu’ alti della classifica mondiale, lo sta coltivando anche una giovane tennista sarda, Alessia Manca, del CT Decimomannu, che a luglio scorso ha conquistato il titolo nei campionati italiani di terza categoria e finalmente ha esordito pochi giorni fa a livello professionistico con la tournee di Antalya, in Turchia dove ha anche vinto 2 partite.
Conobbi Alessia circa 3 anni fa a Pomezia, dove insegno. Venne al “mio” circolo, Il Roman Sport City, insieme a Irene Garbo e Alessandra Pezzulla, per partecipare ad un torneo dalle nostre parti. Ci allenammo e la accompagnai ai match: mi colpì moltissimo, perché pur con poca esperienza, aveva già una grande volontà, entusiasmo e un amore per il tennis e la competizione che mi fece immaginare un futuro radioso per lei. Certo, la strada da percorrere è assai lunga, e già da quei tempi, quando aveva solo 15 anni tuttavia i suoi colpi uscivano bene dalla racchetta, il timing era quello di un’ottima tennista e come detto la grinta non mancava. Fece bene al torneo, e restammo in contatto anche grazie al papà Andrea che ne è il Mentore e ora si gode lo sbocciare di un fiorellino interessante.
Proviamo a conoscerla meglio. Alessia dicci qualcosa di te.
“Ho iniziato a giocare quando avevo 7 anni, in Sardegna. Quando ero piccola giocavo 1 o 2 volte a settimana, solo per divertirmi. Poi mio padre ha costruito un campo in casa (con una terra inventata da lui che resta un segreto) e ho cominciato a giocare praticamente tutti i giorni, capendo che questa poteva essere la mia strada. Ho cambiato vari circoli poi nel corso della mia fanciullezza e adolescenza fino a quando in un torneo ho conosciuto il mio attuale allenatore, Manuel Mazzella che mi ha consigliato di seguirlo nell’Accademia di Gonzalo Vitale in Svizzera. Avevo provato in altre Academy ma ora mi trovo benissimo qui e ora lavoro 5/6 ore al giorno, tutti i giorni.”
Come si svolge la tua giornata tipo in Accademia?
“La giornata è molto piena. Mi alleno ogni giorno in campo, dove alterno tennis e atletica. Corriamo in montagna, e lavoriamo molto sul fisico, in particolare con allunghi e scatti, la “pasadas” come le chiama Gonzalo che ci sta insegnando anche un po’ di spagnolo.”
Su cosa state lavorando?
“Ovviamente su tutto, mi sto costruendo, Manuel Mazzella insiste molto sul piano anche tattico: in particolare mi dice di crearmi spazio per il diritto a sventaglio che è un colpo che sento” Ogni giorno cerco di finire la giornata sapendo che ho messo, come mi dicono Manuele Gonzalo, “another brik in the wall”, un altro mattoncino nella costruzione del muro.”
Mi racconti dell’esperienza in Turchia, la tua prima a livello professionista?
“Qui in Turchia sono venuta principalmente per fare esperienza, senza obiettivi particolari se non quelli di respirare questa atmosfera internazionale. Ho fatto match con tennista di nazionalità differenti, quindi stili di gioco diversi, e qui è tutto nuovo per me, a partire dalla lingua, dal fuso orario, persone sconosciute, un circolo con tantissimi campi.”
Che rapporto hai con la tua famiglia?
“Un rapporto bellissimo, meraviglioso. Mi sostengono da lontano, ora che sono in Svizzera, e non potrò mai ringraziarli abbastanza per l’opportunità che mi stanno regalando.”
Ora che ti sei affacciata al tennis Pro hai avuto la sensazione di essere pronta per questo livello?
“Antalya è stata una esperienza bellissima. Mi piacerebbe continuare. Sono consapevole che la strada è ancora molto lunga e so che devo fare ancora attività nazionale prima di poter competere stabilmente a livello ancora più alo. Piano pian spero di potermi affermare in questo ambiente.”
La tua programmazione?
“Farò Open in Italia e in Svizzera, campionati a squadre, e spero di rivivere già in questa stagione altre esperienze come questa in Turchia. So che l’attività costa tanto e i miei genitori fanno sacrifici. Io mi concentro sul campo e non penso al resto. Li ringrazio tantissimo, e mi auguro un giorno di potergli regalare soddisfazioni e ripagarli in tutti i sensi.”
Alessia fuori dal campo.
“Mi pace ridere, scherzare, chiacchierare e condividere esperienze con le mie compagne di allenamento, alle quali sono molto legata. Con alcune di loro ci vivo anche insieme, mi piace molto leggere, in particolare romanzi gialli.”
Interviene Manuel Mazzella, l’allenatore di Alessia Manca.
“Alessia è una ragazza che si impegna tantissimo, va sempre al 100%, a volte dobbiamo fermarla noi. E’ sempre disponibile al lavoro. Deve lavorare a livello fisico, deve fare tanta esperienza, perché ne ha poca, è stata ferma praticamente un anno per infortuni. Farà tornei a livello nazionale e internazionale. Lavoriamo con una filosofia un po’ sudamericana, sull’endurance, sulla resistenza, regolarità, impegno e disciplina.”
Dove sta e come è strutturata l’Accademia?
“L’Accademia è in Svizzera, tra Lugano e Balerna, con due campi in erba sintetica e due in terra.”
Alessandro Zijno