Il TC Garden di Pancho Di Matteo: un contesto sano in una cornice storica per lo sviluppo professionistico del tennista. La filosofia vincente.
STA NASCENDO AL TC GARDEN UN GRUPPO DI LAVORO PER GIOVANI TENNISTI PRO
Il Tennis Club Garden è situato all’interno del Parco degli Acquedotti dove nel 50 D.C. l’Imperatore Claudio faceva costruire una delle più grandi opere nella storia dell’umanità, l’Acquedotto Claudio che per secoli ha fornito l’acqua a Roma. A pochi metri dal circolo si accamparono i barbari Goti, nel 537 D.C., che stringendo d’assedio la città decisero proprio di tagliare la fornitura di acqua a Roma danneggiando l’Acquedotto e regalando al Parco il nome di Campo Barbarico. Confinante con il circolo si ergono, maestose, le rovine della Villa dei Sette Bassi (da Settimio Basso, prefetto sotto l’imperatore Settimio Severo), realizzata nel II secolo e destinata in parte ad esigenze di lusso con aule termali e grandi sale panoramiche. In questo contesto suggestivo il TC Garden si compone di 10 campi da tennis in terra rossa, due campi di Padel, 4 campi in erba sintetica, beach tennis, 2 campi di calcio a 5, una palestra, una piscina estiva, un ristorante ed una tenso-struttura polifunzionale dalla capienza di 1500 persone dove si svolgono cerimonie ed eventi. La storia millenaria si intreccia con la leggenda del suo fondatore e presidente: Ezio “Pancho” Di Matteo, uno che ha giocato nei luoghi sacri del tennis come Wimbledon e Roland Garros sfidando Laver, Panatta, Ashe (qui un focus sul grande tennista americano). Pancho ha scritto la storia del tennis in Italia, è stato un pioniere ed è un uomo di una grandissima sensibilità ed intelligenza. E’ ovviamente dotato di una conoscenza infinita di questo sport ed è sempre pronto a nuove sfide. Come questa che si accinge a giocare: costruire ancora una volta un gruppo di lavoro con i giovani, per portarli a competere ai più alti livelli del tennis internazionale.
Pancho Di Matteo
Cosa serve per diventare un tennista PRO? Tutto ciò che occorre si trova al Garden da Pancho: qui si respira davvero la storia dell’Antica Roma, l’energia dei gladiatori che si allenavano qui vicino entra dentro i ragazzi che si esercitano sognando un giorno di entrare in Arene come Wimbledon o Roland Garros. Poi c’è la grande tradizione di un circolo che è rimasto forse l’unico a Roma ad essere ancora frequentatissimo da tantissimi appassionati, che giocano ad ogni ora del giorno. Questo non è un dettaglio: il tennis è fatto di Gioia e Energia, come ogni attività umana, dall’arte allo sport. E Gioia ed Energia sono coinvolgenti, si moltiplicano attraverso il contesto in cui si sviluppano. Qui al Garden un agonista arriva e capisce immediatamente di essere nel posto giusto.
Gli aspetti tecnico-tattici-fisici ovviamente non sono secondari: la grande esperienza di Pancho lo porta a seguire una filosofia nuova e al contempo tradizionale. L’obiettivo che si prefigge è quello di far crescere per prima cosa la persona e non solo il giovane tennista. Il miglioramento a 360 gradi di se stesso è quello che porta un atleta a raggiungere il proprio massimale. In questo contesto si inserisce uno dei Coach di maggior livello che possiamo vantare in Italia, Alessandro Baldoni, che ha allenato decine di professionisti e che mette a disposizione del Garden la propria esperienza. Al momento segue direttamente Beatrice Lombardo e Marco Mosciatti, due talenti incredibili alla ricerca della loro maturazione.
La Storia
A 6 anni Pancho Di Matteo faceva il raccattapalle al Circolo delle Muse, dove abitava con la sua famiglia. Con i Maestri Gaetano Longo e Franco Mogos (papà di Luca Mogos, vicino al quale ho lavorato per anni al Flaminio SC negli anni 90 NDR) Pancho è cresciuto tanto, fino a partecipare ai tornei Under 14 da protagonista col Tennis Parioli. La svolta con l’approdo a Formia, dove c’era il Centro Federale con Mario Belardinelli a fare da sergente di ferro ma anche da secondo papà dei ragazzi che lì si allenavano: regole ferree, racconta Pancho, tanto che il centro veniva chiamato “collegio”. Nella sua carriera la Coppa Davis, le sfide con Mulligan, Lever, Connors, Orantes, ma Pancho non si è mai dimenticato che quando gelava erano loro a sistemare i campi anche se erano dei fuoriclasse: qualcosa da riportare oggi. Lo facevano tutti i tennisti, compreso Pancho che giocava a Parigi o a New York. Finita la carriera Ezio “Pancho” Di Matteo ebbe la possibilità di costruire con i suoi sforzi il Circolo del Garden, nel 1976, su terreni che erano di proprietà dei Bonifaci-Gaetani che all’epoca detenevano parecchi spazi in queste zone. E nel corso degli anni, in periodi anche di grande boom economico e tennistico, al Garden si sono allenati fior fiore di giocatori e Pancho stesso ha allenato ragazzi che poi sono stati grandi professionisti come Massimo Valeri, i Meneschincheri, Simone Ercoli, Guido Possamai, Claudio Palazzo, e Alessia Risuleo che giocava con la Schiavone ai tempi. Rendere semplice la complessità del tennis è ciò che Di Matteo ha sempre propagandato e lo ha reso il grande allenatore che ha dimostrato di essere.
Alessandro Baldoni, che vanta esperienze in tutto il mondo, ha allenato negli USA, in Italia ha portato al Best ranking Giulia Remondina (qui una intervista su di lei) e Gioia Barbieri, è stato docente nella Scuola Maestri, ha allenato la serba Milana Spremo. Da giocatore ha sconfitto Canè, Stich, ha giocato al Foro Italico, insomma è stato un gran bel giocatore. La sua esperienza di vita è enorme, per varie vicissitudini personali e di rapporti familiari che lo hanno fatto maturare e lo hanno spinto verso il Coaching permettendogli (non senza fatica e sofferenza) di diventare fortemente empatico. E Baldoni è una figura storica nel mondo di Pancho, visto che è stato un suo allievo, forse uno dei suoi preferiti. “Il tennista è un cittadino del mondo. E’ indipendente, deve sviluppare le relazioni, percepire gli avvenimenti, non vive di cose artefatte.” Con queste parole di Alessandro Baldoni ci si rende conto perfettamente di come la filosofia di Pancho e di Alessandro si sposino alla grande dando vita alla realtà del Garden come sviluppo di una “palestra tennistica di alta performance”.
Da tantissimi anni il Garden organizza anche un torneo ATP Challenger, che ha visto la partecipazione di decine di top 100, e rappresenta il secondo torneo più importante di Roma dopo il Foro Italico: in questo torneo, che viene organizzato proprio una settimana prima della competizione del Foro, c’è la possibilità davvero di respirare l’atmosfera PRO ed è un appuntamento amatissimo dai tennisti stessi per la fortissima presenza di un pubblico appassionato e competente che nobilita ancora di più il lodevole lavoro di Pancho e dello staff del TC Garden.
Alessandro Zijno
Bella storia, sono entrato nel circolo nel 74 i miei figli sono cresciuti frequentandolo penso che a Roma un posto così con questa storia no
non esiste
esattamente, è un luogo dove si respira davvero la storia e il tennis. Ovunque vai mica trovi così tanti soci che giocano, agonisti di livello, un mito come Pancho, che senza troppi fronzoli ti fà sudare e alla fine ti fa risolvere i problemi, tecnici, tattici e pure emotivi. E poi se vuoi diventare PRO hai un Baldoni che unisce la tradizione alla innovazione.