Thomas Fabbiano: “Le vittorie negli Slam con Tsitsipas e Thiem i miei due capolavori.”
Intervista a Thomas Fabbiano, 30 anni attualmente numero 147 del mondo, best ranking 70 ATP (nel settembre 2017) di Luca Fiorino.
Gli allenamenti a casa e le motivazioni di Thomas Fabbiano.
“Sono a Sanremo e non è facile trovare le motivazioni senza spere quando si ricomincerà. Crediamo che a fine agosto si possa riprendere, e certo 4 mesi di preparazione sono lunghi. Per cui si cerca di mantenere un minimo di forma, perché avremo tempo per fare una pre season fuori stagione ma come si deve. Io sto prendendo questo periodo come un momento di rilassamento straordinario che in genere a noi tennisti non capita mai.”
Un periodo per ritrovarsi e migliorarsi: la passione per gli scacchi.
“Mi piace giocare a scacchi, è un modo alternativo per tenere impegnata la mente e comunque è un gioco attinente anche al tennis perché più ancora del nostro sport è fondamentale la strategia, che nel tennis è comunque importantissima. Gioco col mio mental coach, che mi supporta da qualche anno, e poi commentiamo le partite ma anche molte altre cose della mia esistenza, sia come tennista che come uomo. E questo mi è molto d’aiuto.”
L’aiuto economico a sostengo dei giocatori di seconda fascia.
“L’idea lanciata da Djokovic per l’aiuto ai tennisti di seconda fascia dimostra il suo cuore e la sua lungimiranza. L’ATP e l’ITF stimolati anche dal campione serbo dovrebbero fare qualcosa di concreto per aiutare tanti tennisti che rischiano davvero di smettere l’attività internazionale a causa del problema economico che è scaturito dalla pandemia.”
Il primo ricordo col tennis di Thomas Fabbiano.
“Grazie a delle foto che ho a casa poso ripercorrere un po’ il mio percorso. La prima è di me a 3 o 4 anni con la racchetta in mano su un campo da tennis in Mateco in un paese vicino casa mia. Poi un’altra foto in cui credo di avere 8 o 9 anni in cui ho in mano una coppa, credo una delle prime vittorie nei tornei da piccolino. Poi dopo i 10 anni ricordo i raduni nazionali: in particolare ne ricordo uno a Trento in cui mi accompagnò papà partendo in macchina da Taranto la sera per arrivare in Trentino la mattina, in un viaggio lunghissimo. A 12 anni poi ho vinto la Lambertenghi, il titolo italiano.”
Il percorso juniores di Thomas Fabbiano (n°6 del mondo) e le pressioni che ne derivano.
“Ricordo benissimo quegli anni e forse sono i più belli della mia carriera come sensazioni. C’era un bel gruppo di ragazzi italiani, veramente un bellissimo periodo della mia vita. Ho avuto una ottima carriera da Junior con una vittoria in Francia in un Grado1, e nei due anni Under18 mi sono costruito come giocatore, avendo anche l’opportunità di giocare gli Slam di categoria. C’era pressione ma non troppo, anche perché Trevisan era numero 1 del mondo Juniores e questo mi ha anche evitato di avere troppo i riflettori addosso.”
La programmazione oculata di Thomas Fabbiano e le critiche piovute in passato sul tour in Asia.
“I complimenti per la programmazione mi lusingano. Nel corso degli anni ho anche fatto qualche errore, ma la mia fortuna è stata di avere sempre la valigia pronta e non temere i viaggi. Ho scelto in varie occasioni di andare in Asia, in India, in posti a volte meno battuti dai tennisti europei per diverse ragioni. La spiegazione è duplice: da una parte a volte mi sono accorto che lì racimolavo parecchi punti anche se non sono sicuro che il livello sia più basso. Vincere è difficile ovunque. La seconda è che lì la maggior parte dei tornei sono sul cemento che comunque è una superficie su cui mi trovo a mio agio.”
Il titolo Challenger a Ningbo nel 2018.
“Era un 125mila dollari, quindi un torneo con un montepremi alto, e ho battuto giocatori di livello ATP anche se in effetti a volte in Europa ci sono Challenger con un campo di gara anche più elevato. Per dire in una semifinale di Genova puoi trovare anche gente ancora più forte.”
Un piccolo bilancio del 2020 di Thomas Fabbiano con qualche aggiustamento in corsa.
“La stagione è partita condizionata da una preparazione un po’ particolare: ero in parola con Sartori per la pre season con lui, poi purtroppo per motivi familiari non ha potuto seguirmi e mi sono dovuto adattare. Però tutta la preparazione con lui è saltata alla fine. La preparazione fisica invece l’ho continuata con Diego Silva, mentre tennisticamente mi ha dato una mano Cipolla. Quindi il cambio in corsa è stato complesso, solo 20 giorni di preparazione, e di conseguenza non ideale. Con Max avevo immaginato una preparazione diversa e questo mi ha destabilizzato un po’ e i primi due mesi ho girato da solo. Non è stato facile, perché negli ultimi due o tre anni mi ero abituato a girare con coach o preparatore fisico, o anche entrambi insieme quando potevo permettermelo. I risultati hanno riflettuto queste difficoltà di questi primi due mesi dell’anno, e non vuole essere una scusante ma una spiegazione.”
Gli allenamenti di Thomas Fabbiano a Dubai con Roger Federer.
“Con Roger mi sono allenato un paio di anni fa e anche a Zurigo, subito dopo la sua finale a Wimbledon. Sono momenti eccezionali quando si entra in campo con questi campioni. Ogni tocco è una meraviglia e quindi l’allenamento è molto costruttivo come qualità. Federer è il primo a mettere una attenzione incredibile e diventa un fattore aggiunto. Ho bellissimi ricordi.”
La splendida vittoria di Thomas Fabbiano a Wimbledon con Tsitsipas al quinto set.
“Emozioni incredibili. In un anno in cui ho avuto poca continuità, quello è stato un highlight della stagione. Venivo da un periodo comunque positivo, con diverse partite messe nelle gambe sull’erba che è una superficie su cui mi piace giocare. Stavo giocando bene da Eastburne: queste mie sensazioni positive e una prestazione leggermente sotto tono di Tsitsipas hanno permesso questa mia grande vittoria.”
L’erba, la superficie prediletta: Karlovic a Londra e la semi ATP ad Eastbourne.
“Gli ultimi due anni a Wimbledon, prima la vittoria a Nottingham, la semi a Eastburne, sull’erba ho ottenuto discreti risultati ufficialmente e quel mesetto sul verde mi ha dato parecchi punti ed è stato positivo. Bella impresa anche con Karlovic dove ero avanti 2 set a 1 e ho perso il tie break del quarto set, reagendo bene comunque al quinto. Lo stesso è successo con Tsitsipas perché mi sono riuscito a godere il momento: i pensieri li ho messi nel borsone e ho colto l’attimo. A Eastburne sono partito vincendo la prima partita contro De Schepper 7-6 al terzo giocando male. Capita che i tornei in cui esprimi il tuo miglior tennis comincino con una partita in cui giochi male, con un crescendo di prestazioni positive fino ai tuoi massimi livelli. Secondo turno di quali contro Londero, leggermente meglio, poi con Djere che comunque non si esprime bene sull’erba, e ho trovato continuità. Il capolavoro in quel torneo l’ho fatto con Simon, che è uno che certo non si batte da solo, contro il quale ho giocato tatticamente in maniera perfetta: preparata e messa in pratica in modo ottimale.”
I quarti a Gstaad e l’occasione mancata contro Stebe.
“Fu condizionata anche un po’ dalla pioggia e lì è altura, è abbastanza difficile giocare. Avevo vinto una bella partita con Sonego al secondo turno. Poi siamo stati fermi uno o due giorni per pioggia, e hanno organizzato un doppio turno. In effetti Stebe era un avversario anche alla portata, ma anche se ho perso ricordo quella settimana come piacevole, e comunque anche col tedesco non ho giocato male.”
Il successo di Thomas Fabbiano con Thiem agli Us Open.
“Ho vinto in quattro set e l’esultanza fu grandiosa, ero molto caricato. Ho giocato molto bene e sapevo che la sua condizione psicofisica non era ottimale. L’aver già giocato bene negli Slam mi aveva dato sicurezza.”
Cosa manca a Thomas Fabbiano per essere stabilmente nei primi 100 al mondo.
“Direi che pur avendo vinto tante partite importanti, con avversari molto forti come abbiamo visto, non sento ancora quella fiducia in tutti i momenti della mia stagione. Credo che questa sia la parola chiave: fiducia. Diciamo che io per indole vivo di emozioni, e questo per sua natura mi porta ad avere momenti di esaltazione alternati a momenti con sensazioni meno piacevoli in cui mi sento più giù. Nei momenti “no” capita di essere meno lucidi. Questo lungo periodo di quarantena forse è stato positivo proprio per guardarsi dentro e riflettere su sè stessi.”
Fra i ricordi più emozionante della carriera c’è il titolo a Recanati per Thomas Fabbiano.
“Oltre alle emozioni negli Slam aggiungerei il titolo a Recanati, il mio primo Challenger vinto nel 2013. L’anno 2013 fu quello delle prime volte, la prima semi a San Benedetto, la prima vittoria contro un Top 100 a Todi (Albert Ramos), e mi ero qualificato agli US Open. Quei mesi estivi del 2013 li tengo ancora nel cuore perché mi hanno fatto capire tante cose tra cui anche che potevo dire la mia ad alti livelli.”
Il cambiamento in positivo del rapporto con Matteo Trevisan nel tempo.
“Noi ci siamo conosciuti quando avevamo 10 o 11 anni. I primi anni ci divideva un odio sportivo furioso. C’era un antagonismo fortissimo e di conseguenza un rapporto conflittuale. Negli ultimi anni invece ci siamo riavvicinati, e sono molto felice del cambiamento del nostro rapporto. Eravamo ragazzi e c’era tanta competizione. A livello PRO il parziale è 3-1 per lui, tutte partite combattute.”
Oggetto portafortuna o rito scaramantico di Thomas Fabbiano.
“Non ho particolari riti scaramantici, se posso uso la stessa doccia durante i tornei, ma se è occupata non mi faccio problemi a cambiare.”
Cambieresti qualcosa se potessi tornare indietro?
“Forse a 18 anni andrei al College in America. Avevo già comunque una classifica intorno alla posizione 300 del ranking mondiale. Ma facendo il College avrei cominciato l’attività professionale tennistica magari a 22 anni con una laurea in tasca. I risultati buoni al Foro nel 2007 mi fecero optare per cominciare subito la carriera PRO.”
Anedotto su Opelka: “Sono scarso, sono negato!”.
“A livello tennistico è stata una delle più brutte partite. Quel giorno Opelka è stato disastroso da fondo. Tanto scarso in quella giornata che si offendeva da solo. Sbagliava delle cose che onestamente non ho mai visto a certi livelli. Però certo serviva benissimo e comunque è rimasto a galla anche per quel motivo.”
Il sogno nel cassetto di Thomas Fabbiano a fine carriera.
“Mi piacerebbe che venissi ricordato per aver fatto qualcosa di buono nel tennis, come figura professionale, per il mio percorso serio e lineare.”
Alessandro Zijno