Il libro “Tennis-La nuova scienza della preparazione fisica con il rivoluzionario “Metodo Coordinabolico” di Salvatore Buzzelli e Marco Mazzilli, l’Unico Metodo Omnicomprensivo per la preparazione atletica del Tennis.

Salvatore Buzzelli è il capostipite di una generazione di preparatori atletici che oggi usano la metodologia che nel corso degli anni il professore, abruzzese e bolognese d’adozione, ha dapprima creato e poi sviluppato. Da 45 anni il Prof. Buzzelli mette a frutto la sua competenza di ex decatleta di livello internazionale e di allenatore di grandissimi campioni e si devono a lui moltissime innovazioni nelle pratiche di allenamento atletico nel tennis. Prima dei suoi studi e della applicazione sul campo dei suoi metodi, il mondo del tennis aveva solo una vaga idea di cosa significasse “preparazione scientifica”. I tecnici e i Maestri, pur bravi ma poco competenti in materia di fisiologia, navigavano a vista e proponevano i soliti salti con la corda o i giri di campo corricchiando. Il metodo ideato dal Prof. Buzzelli è unico al mondo ed è una eccellenza che fa onore al nostro Paese, riconosciuta universalmente. Quello spiegato nel libro è realmente l’unico metodo codificato specifico per il tennis che comunque si può adattare a tutti gli sport di situazione (scherma, pugilato, calcio, ecc). Non a caso Salvatore Buzzelli, oltre al mondo del tennis in cui è docente e divulgatore scientifico per conto di molti Enti di Promozione Sportiva e anche docente della galassia GPTCA, collabora anche col mondo della scherma, del calcio, del taekwondo, del pugilato, della pallavolo. In più collabora con allenatori della Federazione Italiana Karate. Il Prof. Buzzelli è stato il preparatore di tantissimi atleti di livello internazionale, a partire da Davide Scala, numero 117 del mondo, dall’ascolano Massimiliano Narducci, ex numero 77 ATP e numero 1 Italia, di Omar Camporese, ex numero 18 del mondo e numero 1 in Italia, di Tathiana Garbin ex numero 22 e numero 1 d’Italia che oggi guida la squadra femminile in Fed Cup. Tra le sue allieve Anastasia Grymalska (BR 213WTA), che basta andare a vedere qualche sua partita per comprendere quanto il lavoro fisico fatto con il Prof Buzzelli, l’abbia costruita a dovere e ancora oggi se ne vedono i frutti, così come per la sua allieva storica Stefania Rubini (293 WTA).

Manuel Righi e Davide Scala col Prof. Salvatore Buzzelli
Io che seguo il tennis internazionale da vicino posso assicurare che in tutti i suoi atleti e i suoi allievi studenti si nota la stessa passione e un modus agendi basato su scienza e lavoro sul campo che vanno a braccetto. E molti di coloro che hanno lavorato agli ordini di Buzzelli, poi riportano la sua metodologia nel proprio ambiente di lavoro creando un circolo virtuoso che porta profitti sul piano di risultati e soddisfazioni di crescita sportiva e individuale.
Queste le parole del Prof. Buzzelli sul suo percorso iniziale: “A partire dal 1981 suggerii che anche per i tennisti era giunto il momento di applicare anche le metodologie di allenamento più raffinate dell’atletica leggera trasportandone i concetti fondamentali nella pratica quotidiana. Le parole “programmare”, “periodizzare”, “finalizzare”, “tappe speciali” facevano da sottofondo a tutti i nostri discorsi tecnici. Lavorando con il Maestro Alessandro Zoccoletto, cosa più unica che rara a quei tempi, capitava di intervenire durante le fasi dell’addestramento tecnico in campo per esempio con l’utilizzo di cinture zavorrate di vario peso, per allenare in maniera specifica la forza resistente, e con l’uso di corde elastiche per far acquisire la sensazione di spinta avanti durante l’esecuzione dei colpi. Fuori dal campo, la palla zavorrata e la relativa metodica della policoncorrenza esplosiva erano diventate il mio cavallo di battaglia, e non ultimo insegnavo ai miei allievi anche a lanciare il giavellotto, come elemento tecnico propedeutico al servizio del tennis. Richiedevo impegno e serietà nell’affrontare il lavoro, cercavo sempre di spiegare il perché di questo o quell’altro mezzo di allenamento, coinvolgevo culturalmente i miei allievi stimolandone l’apprendimento teorico relativo ai sistemi di preparazione. Come per tutti i portatori di novità, mi attirai critiche e pregiudizi. Soprattutto quando teorizzai l’allenamento alla velocità e alla forza esplosiva piuttosto che alle massicce dosi di lavoro aerobico come metodica di preparazione fondamentale per un tennista che volesse emergere. Sostenevo con veemenza verbale le mie tesi e le documentavo con statistiche e studi che mettevano in relazione i gesti motori in rapporto alle frequenze cardiache che i tennisti facevano registrare durante le partite. Mi sentivo un po’ Don Chisciotte, in quell’ambiente che vedeva il saltellare con la funicella come la panacea a tutte le risorse organiche individuali! Probabilmente alla base delle curiosità che animavano ogni mia voglia di ricercare qualcosa di nuovo che potesse essere utile alla causa, c’era la frustrazione dell’atleta, che avendo visto sfumare il suo personale progetto agonistico, si butta di tutto peso riversando tutte le sue energie in un campo diverso da quello che avrebbe desiderato vederlo protagonista. Il mio vissuto sportivo mi portava a credere ciecamente nell’allenamento individualizzato e multilaterale, e quando nel 1984 finalmente fu possibile utilizzare un computer, realizzai un mio vecchio sogno che consisteva nell’elaborazione di piani di allenamento personalizzato frutto dall’analisi dei risultati ottenuti nell’esecuzione di una batteria di test che sondavano le qualità motorie a 360 gradi. Il software proposto per quei tempi era una novità assoluta, e il metodo operativo si rivelò rivoluzionario, tant’è che riviste specializzate del settore, tra tutte il mensile “MATCH BALL”, ne pubblicarono alcuni articoli a riguardo e molti maestri di tennis mi invitarono nei propri circoli per avere una collaborazione esterna. Tra i tanti ragazzi che sono cresciuti sportivamente affidandosi a questo mio metodo, mi piace ricordare quello che per certi versi è stata la “prima cavia”, Davide Scala, a cui ho dedicato molto della mia vita professionale e che ha ampiamente ripagato il mio operato approdando prima alla Nazionale e in seguito al n° 117 della classifica mondiale ATP. Addirittura 25 anni prima che la FIT la proponesse nei corsi di formazione, con il mio amico Dr. Vittorio Roncagli (oggi tra i massimi esponenti dello sport vision al mondo) sperimentai il “Visual Training”, proponendolo ai miei allievi come ulteriore metodica di allenamento per lo sviluppo delle qualità ideosensomotorie. In questo ambito nel libro ho dedicato 5 pagine per esprimere come realmente dovrebbe essere fatto il visual training, dove lo stesso Roncagli evidenzia le macroscopiche lacune del metodo come attualmente viene proposto nei corsi di formazione. Personalmente, sapendo che il mio Sensobuzz l’ho concepito proprio a seguito della mia esperienza con Roncagli, quando ho saputo di quella scelta federale, l’ho percepita come un salto indietro di 25 anni. Altro che novità.


Ma Oggi cosa ha spinto Salvatore Buzzelli a scrivere questo meraviglioso libro?
“C’era bisogno di una pubblicazione scientifica ma anche di indicazioni pratiche come questa a disposizione di tutti. I mezzi di allenamento, nel corso del tempo, sono andati cambiando, ad esempio oggi uso meno pesi. Unicamente sul servizio dove il percorso di training è impostato su coordinazione più potenza. Per il resto il tennista ha già tanto stress con i cambi di direzione, per cui la forza degli arti inferiori va allenata “con tranquillità” e con il metodo innovativo che propongo in questo libro. Direi che c’è un concetto base: tutti oggi si riempiono la bocca con la parola Prevenzione, ma in realtà già preparare l’atleta alla “Prestazione” contiene in sé tutti i criteri di “prevenzione”, ed è prevenzione agli infortuni essa stessa. Il concetto di allenamenti brevi ma intensi sono per me pane quotidiano da molti anni, e sono andato in controtendenza così come sulla personalizzazione del training. Oggi tutti personalizzano ma bisogna saperlo fare. Rispetto all’esigenza specifica del mondo del tennis, siamo assai indietro ancora come preparazione atletica e questo libro risponde a questa esigenza.”

Tathiana Garbin e la vittoria del torneo di Cuneo

Il libro è stato scritto a 4 mani con Marco Mazzilli, laureato in scienze motorie all’Università di Foggia, collaboratore a vario titolo del Prof Buzzelli e anche suo allievo al Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche dell’Attività Sportiva all’Università di Bologna, dove si è laureato con Lode. E’ anche Preparatore Fisico e Istruttore FIT.

Ho conosciuto Marco nel 2015 e mi ha colpito la sua determinazione oltre che la sua curiosità. Sì e lui è stato molto importante, perché parte del libro si deve al grande lavoro di ricerca e sintesi svolta da Marco Mazzilli, che mi ha coadiuvato nella stesura organica degli argomenti e che ne ha coordinato la videoteca degli esercizi consigliati.

Il coautore Marco Mazzilli con il Prof. Salvatore Buzzelli

“Tennis-La nuova scienza della preparazione fisica con il rivoluzionario metodo coordinabolico”, il tuo libro è per tutti?
“E’ un manuale in tutto e per tutto, con basi scientifiche. E’ un metodo che in Italia ancora nessuno aveva codificato, è scritto in modo semplice così che tutti possano comprenderlo, ci sono esercitazioni da proporre in campo con i propri allievi, esempi, spiegazioni su come funziona il nostro corpo prima, durante e dopo la performance. Lo leggi e il giorno dopo sei in grado di mettere in pratica gli insegnamenti che ci sono dentro e adattarli ai tuoi atleti.”
Del Metodo coordinabolico e dell’APP Sensobuzz si dice che vengano usate da tantissimi staff, è così? Anche il grande preparatore atletico Marco Panichi con Djokovic e la Kerber ha fatto uso dei tuoi sistemi.
Esatto, nel libro viene spiegato anche il funzionamento del Sensobuzz, che soprattutto per gli sport di situazione come il tennis è determinante. Va a misurare (e con esercizi specifici a migliorare) la resistenza legata anche al consumo energetico dell’attenzione. Di questo strumento ultimamente ho fatto una APP, più accessibile a tutti, molto più smart, in cui ci sono tantissimi segnali visivi ed acustici che costringono l’atleta durante l’allenamento a focalizzare l’attenzione e quindi energia a questi segnali, per interpretarli e poi dare la risposta motoria. Così valutiamo e miglioriamo il Costo Energetico dell’Attenzione. Chi legge il libro poi maneggerà questo strumento con facilità.”

Tathiana Garbin con il Prof. Buzzelli
Chi sono i tennisti con cui hai lavorato e che ricordi con maggior piacere?
“Ho lavorato con Camporese, Narducci, con Tathiana Garbin, tutti portati al massimo livello come preparazione atletica. Due grandi preparatori come Stefano Baraldo e Davide Cassinello hanno creduto nel mio metodo e lo hanno fatto loro allenandoci i loro atleti (Starace, Kleybanova, Bolelli, Zarina Diyas e tanti altri di alto livello (Baraldo); Donati, Galovic e ultimamente Travaglia (Cassinello). E come dimenticare Davide Scala, numero 117 del mondo e oggi è un allenatore di ottimo livello, al quale sono riconoscente perché mi ha permesso per primo, e poi insieme agli altri, di essere credibile e affermarmi in questo universo tennistico. Due ragazzi poi che ho nel cuore sono Burzi e Righi. Enrico Burzi è stato un professionista del tennis ATP, numero 256 del mondo, e oggi è uno dei giocatori di Padel più forti del mondo. Manuel Righi era un ragazzo che veniva un po’ snobbato dall’ambiente e aveva delle qualità clamorose e che io stesso avevo segnalato. Su Manuel senza dubbio si poteva e si doveva investire di più e qualcuno è stata miope.”
Apriamo un dibattito sulla cultura di preparazione atletica in Italia: a livello Federale secondo te come stiamo lavorando?

“La FIT si dà molto da fare, ma ha un problema serio: in linea generale sembra che si preoccupi di più nel controllare se tutti pagano le quote associative rispetto a selezionare persone di esperienza e credibili con cui costruire ranghi nel suo organigramma. Questo è uno sport complesso, ha le sue peculiarità e anche se sei laureato e hai una buona conoscenza delle metodologie dell’allenamento, tutto questo può non bastare a fare di te un preparatore atletico di livello. Serve esperienza accumulata sul campo, servono anni di applicazioni di teorie che io, nel mio piccolo, ho impresso sulla carta con questo metodo che illustro nel libro e che avrebbe fatto comodo anche a livello Federale.”
Riporto le parole di Stefano Baraldo che a sua volta ha fatto la sua presentazione a questo libro: “Posso solo affermare che personalmente sia il più utile testo disponibile sul Tennis. Il contenuto é preciso e sviluppato in classico stile scientifico. Si percepisce chiaramente che ogni pagina sia stata curata per fornire al lettore delle solide fondamenta scientifiche destinate all’utilizzo pratico. Quando termini la lettura ti senti preparato ad allenare chiunque, dal bambino al professionista. Tra le tante certezze anche la scoperta che effettivamente l’uomo e la donna hanno le stesse potenzialità mentali. Questo é un libro potentissimo!!! 100% un “must have”! “All’uomo irrazionale interessa solamente avere ragione. All’uomo razionale interessa imparare.” Karl Popper
Alessandro Zijno