ATP Challenger 2019, Week 19: Jimbo Moroni core de Roma. Finalista al Garden e grande lottatore
Busan, Sud Corea (CH Tour 125, Hard): [1] R. Berankis (Ltu) b. A. Harris (Aus) 7-6 6-2
Il favorito numero uno della vigilia, il lituano Ricardas Berankis, 28 anni e numero 70 del mondo, conquista il ricco Challenger di Busan. Per il lituano dodicesimo titolo Challenger, il terzo stagionale in un buon momento per lui, dotato di grandissimo tennis ma sempre poco continuo. In finale sconfitto un altro tennista in grandissima condizione, l’australiano Andrew Harris che con questo risultato conquista il best ranking al numero 223 ATP. Classe 1994, nel 2012 Harris è stato il sesto al mondo da Juniores e con Kyrgios vinse Wimbledon Boys in doppio. L’australiano di origine giapponese Akira Santillan, 21enne considerato un fenomeno da ragazzino, sta tornando a giocare alla grande dopo un 2018 negativo, e qui a Busan ha raggiunto la semifinale. Non c’erano azzurri in tabellone.
Gianluca Mager
Aix en Provence, Francia (CH Tour 125, terra): [1] P. Cuevas (Uru) b. Q. Halys (Fra) 7-5
Pablo Cuevas, uruguayano che vale i primi 20 del mondo su terra trionfa nel ricco Challenger francese, sconfiggendo in finale il padrone di casa Halys.
Miglior azzurro ancora una volta il sanremese Gianluca Mager, nel miglior momento della sua carriera al numero 140 ATP, e ha ancora solo 24 anni. Senza una carriera Juniores di rilievo, Gianluca ha avuto intorno da adolescente un momento di distacco dal tennis agonistico, per poi tornare e dimostrare di essere davvero un talento. Tanto è vero che Nargiso ci mise gli occhi sopra e i due collaborarono per un po’ di tempo, fino a quando la Federazione lo mise sotto la sua “ala”, perché Rianna davvero stravedeva per Mager (così come per Eremin e Sonego). Ora che è tornato a lavorare nella sua terra, con Civarolo, Bruzzone e Valentine Confalonieri, con preparatore atletico il bravissimo Diego Silva. In Francia è riuscito di nuovo ad arrivare nei quarti, sconfitto solo dal finalista Halys 6-4 al terzo. Ora Mager ha poco da scartare fino a fine Giugno, quando scadrà la cambiale della finale di Milano dello scorso anno. Terzo turno per Travaglia, sconfitto da Elias Ymer e secondo turno per Lorenzo Giustino.
Symkent, Kazahkstan (CH Tour 80, Terra): [4] A. Martin (Svk) b. [WC] D. Popko (Kaz) 5-7 6-4 6-4
Senza azzurri in tabellone vittoria dello slovacco Andrej Martin sul padrone di casa Dmitry Popko, dato in grandissima condizione in effetti. Secondo successo consecutivo per Martin, dopo la vittoria di Nanchang di un paio di settimane fa, che rilancia lo slovacco più in alto in classifica. Martin è stato anche top 100, ha vinto 11 Challenger e adesso è risalito al numero 166 ATP. Anche per Popko ottimo risultato e crescita in classifica di 251 posizioni in queste ultime due settimane. Presto tornerà in top 200 ATP. Il cileno Barrios Vera ha fatto quarti di finale, e bisogna dire che il 21enne sudamericano gioca davvero bene e va forte sia su terra che sul veloce. Sarà numero 287 ATP, suo best ranking.
Braga, Portogallo (CH Tour 80, Terra): [13] J. Domingues (Por) b. [2] F. Bagnis (Arg) 6-7 6-2 6-3
E’ il padrone di casa Joao Domingues a vincere il torneo di Braga, andando così a conquistare il secondo Challenger in carriera e diventando il numero 163 ATP, suo miglior risultato in carriera. Me lo ricordo a Mestre, nel 2017, quando vince il suo primo titolo Challenger, ed è un tennista molto solido quando sta bene, anche se non ha colpi incredibilmente potenti. Lo “scivolatore” Facundo Bagnis, argentino di lunga esperienza, sconfitto in finale, è apparso di nuovo in buona condizione. Ex numero 55 ATP qualche anno fa, ora è uscito dalla top 100 e per Facundo Bagnis (qui un suo profilo) si tratta di provare a risalire, visto che ha 29 anni, e quindi è ancora molto giovane. Tennista che fa della consistenza il suo punto di forza, Bagnis è davvero a suo agio sulla terra battuta, sua superficie feticcio. Nessun azzurro in tabellone. Geoffrey Blancaneaux, francese di 20 anni e sceso fuori dalla top 500 ATP a causa di vari infortuni, ha raggiunto i quarti e si è messo molto in evidenza. A mio parere salirà parecchio a breve. Il suo papà Michel Blancanueax lo ha formato davvero bene anche tecnicamente: il genitore è un ex campione francese di canottaggio che ha due figli: il più grande sembrava davvero un fenomeno ed era tra i migliori al mondo come under 14. Si chiama Maximilien ma adesso non è più sul circuito come giocatore, ma dà una mano al fratello Geoffrey. Geoffrey è un tennista che gioca ogni punto come fosse l’ultimo, lottando su ogni palla e dotato di un tempo sulla palla incredibile. Nessun italiano in Portogallo.
Roma Garden Open, Italia (CH 80, Terra): [4] H. Laaksonen (Sui) b. [17] G. Moroni 6-7 7-6 6-2
Il re di Roma tra i Challenger è lo svizzero Henri Laaksonen (qui un suo profilo), che ha trovato una settimana perfetta, in cui gli ha funzionato tutto, cosa che non gli succede spesso pur essendo un talento notevole. Lo incontrai nel 2016, alloggiavamo nello stesso B&B a Costabissara, in occasione del Challenger di Vicenza e lo svizzero aveva appena incontrato Edoardo Eremin, perdendo. Mi riconobbe e nervoso per la sconfitta mi apostrofò con parole poco simpatiche, ma lo capisco e lo perdono, un po’ perché a tutti capita a caldo di perdere le staffe, un po’ perché forse io stesso avevo esultato troppo per i punti di Edoardo. Poi l’ho rivisto giocare un sacco di volte, anche dal vivo, e devo dire che il suo rovescio mi piace moltissimo. Nato in Finlandia da madre finlandese e papà svizzero-italiano (Sandro Della Piana, ex numero 325 ATP) ha scelto il cognome materno, ma ha mantenuto un ottimo rapporto col papà, anche se non ama parlarne moltissimo. Con questo successo romano Laaksonen risale in classifica al numero 104 ATP, lui che ha un best ranking di 93 ATP. Questa vittoria è la numero 5 in assoluto a livello Challenger (seconda stagionale, su due superfici differenti, cemento e terra). E’ stato numero 20 da Juniores, quindi ha ancora un ottimo potenziale anche se ha già 27 anni. In finale lo svizzero ha battuto il miglior azzurro della settimana, che ampiamente merita la copertina: Jimbo Moroni, “core de Roma”. Moroni si è spinto fino alla finale, giocando un tennis di sostanza, lotta col coltello tra i denti, palla pesante e pedalare. Aveva un bye per un rimpasto del tabellone a seguito di un ritiro, e poi al secondo turno ha superato l’americano Blanch, che l’hanno scorso in Italia fece molto bene. Impresa al terzo turno dove si è sbarazzato dell’ungherese Valkusz, sebbene aiutato dal ritiro del magiaro e poi nei quarti Moroni ha beneficiato di un altro ritiro a metà partita, per l’infortunio di Horanksy. Il romano demolisce spesso gli avversari sia sul piano fisico che psicologico, esultando ad ogni punto e lottando come un leone, anche se purtroppo un po’ troppo fuori dalla riga di fondo. Il suo gioco è molto dispendioso anche per lui stesso ovviamente e quindi le gare in lotta contro avversari ben preparati a volte sono complicati da portare a casa proprio per questo atteggiamento un po’ remissivo tatticamente. Semifinale da incorniciare contro Pavlasek, sconfitto in due set nettissimi, ance se il ceco era effettivamente molto stanco. Con questo risultato Moroni diventa numero 216 ATP, guadagnando 33 posizioni nel ranking mondiale e avvicinando il suo best ranking, che è fissato al numero 212 ATP. Moroni ha 21 anni, si è trasferito per allenarsi in Spagna e per il momento è soddisfatto del suo rendimento. L’indomito Paolo Lorenzi continua a sognare l’ingresso nei 100, il ritorno per dire il vero, per entrare nei tabelloni degli Slam, a questo punto quello di Wimbledon. Ora è 104 ATP, non è lontano e può farcela. Napolitano e Caruso si sono fermati nei quarti. Stefano Napolitano continua il suo percorso di crescita come ci dice il suo papà Cosimo (anche Coach di Georgia Brescia): “Stefano si allena con Johan Ortegren, si trova molto bene con il tecnico svedese, c’è feeling tecnico e umano. Sta lavorando bene, siamo contenti e ormai da 3 anni stabilmente siamo intorno alla posizione 200 del mondo (ora 181 ATP ndr). Il livello per salire ancora c’è, siamo fiduciosi.” Anche Caruso è più o meno nella stessa situazione, anche se ha avuto ultimamente maggiori risultati che lo hanno portato al suo best ranking al numero 148 ATP, posizione che mantiene anche questa settimana. Il suo coach Paolo Cannova:”Salvo ha acquisito consapevolezza, e lui è come San Tommaso. Crede quando tocca con mano. Ed ecco che aver giocato a livello ATP, aver battuto un fenomeno sulla terra come Pablo Cuevas, lo ha reso più sicuro ancora di sé.” Ora per Caruso ci sono un paio di cambiali importanti, la semi di Vicenza e i quarti a Prostejov ottenuti nel 2018 e questi quarti di finale sono fondamentali per trovare continuità anche di risultati. Riccardo Bonadio raggiunge un terzo turno importante e pieno di significato, avendo sconfitto anche Marterer (ritirato al terzo set) dopo il bell’esordio contro Passaro nel derby. Buon terzo turno anche per Marcora che aveva un bye e poi ha sconfitto Hernan Casanova. Federico Gaio da un paio di mesi è tornato a lavorare con Coach Daniele Silvestre, con il quale trionfò a San Benedetto del Tronto e a Biella qualche anno fa. Ci dice Silvestre:”Conosco bene Federico, credo di sapere di cosa abbia bisogno e sono convinto che possa crescere sia come rendimento sia sul piano atletico. Per lui è importante avere le sensazioni giuste e pian piano le stiamo trovando.” Qui a Roma ha raggiunto il terzo turno, sconfitto solo da Paolo Lorenzi. Terzo turno anche per Matteo Viola, al Garden accompagnato dalla moglie e dalla meravigliosa Anna, la sua primogenita. Alessandro Bega e Iannaccone bravi a vincere all’esordio anche se si sono fermati al secondo turno. Splendido Nicolò Turchetti della Rome Tennis Academy, che si è qualificato battendo l’argentino Agamenone e poi ha lottato contro il bosniaco Brkic, che è testa matta ma a tennis gioca divinamente. A bordo campo a seguirlo c’era coach Vincenzo Santopadre, allenatore di Matteo Berrettini, che sta provando a rendere Turchetti più aggressivo, provando a dominare di più lo scambio. Fuori al primo turno Maggioli con Kivattsev, Ocleppo con Valkusz, e Ornago con Boluda-Purkiss. Nelle quali molto bene Flavio Cobolli, anche se sconfitto dallo svizzero Margaroli, perché pur arrivato stanchissimo da impegni agonistici vittoriosi poche ore prima del suo match, ha giocato un tennis aggressivo e solido alo stesso tempo che il pubblico del Garden ha applaudito. Suo papà Stefano Cobolli, che lavora con lui alla Rome Tennis Academy era soddisfatto e fiducioso per il futuro. Ora il giovanissimo Flavio farà gli Slam di categoria Juniores, poi proverà anche qualche ITF dei “grandi”. Organizzazione fantastica quella del torneo al Garden, con il vulcanico direttore Nicolas Stellabotte che davvero ha fatto un lavoro egregio, con tennisti e appassionati uniti nel complimentarsi per la riuscita dell’evento.
Alessandro Zijno