ITF World Tennis Tour 2019, Week 16: Lorenzo Frigerio finalista a Cancun. Safiullin e Popko presto negli Slam
M25+H Abuja, Nigeria (25K+H, Hard): [4] T. Jomby (fra) b. D. Kalenichenko (Ukr) 6-1 7-6
Il francese di 28 anni Tom Jomby rientra in top 400 con il successo nel più importante torneo ITF della settimana giocato ad Abuja in Nigeria che offriva anche la tanto agognata ospitalità agli atleti. Battuto in finale l’ucraino Kalenichenko, che piano piano sta crescendo come ci si aspettava da ragazzino. Non c’erano azzurri in tabellone e si sono messi comunque in mostra il francese Added che prende anche 1 punto ATP avendo raggiunto le semfinali, poi il brasiliano Soares Klier, il francese Angele e il britannico Jack Draper, giovanissimo ma già un fenomeno.
M25 Santa Margherita di Pula, Italia (25K, Terra): [IR] C. Lindell (Swe) b. [JE] H. Gaston (Fra) 6-2 6-0
Scontro generazionale nella finale andata in scena nell’appuntamento settimanale primaverile di Pula, tra Cristian Lindell (svedese ma di stanza in Brasile), tennista di 28 anni, e Hugo Gaston, francese in tabellone grazie al ranking Juniores essendo classe 2000 ed ex numero 2 al mondo tra i boys. Ha trionfato l’esperienza di Lindell, all’undicesimo titolo a livello ITF. 3 punti ATP per lui e 1 punticino anche per il giovanissimo tennista di Tolosa. Molti gli azzurri al Forte Village, e i migliori sono stati Liam Caruana, Giovanni Fonio e la WC Samuele Ramazzotti che sono arrivati ai quarti. Se per Caruana si tratta di un piccolo “brodino”, e per Fonio di una conferma, invece per Ramazzotti possiamo parlare di rinascita ormai accertata e di un ritorno al tennis che conta, dopo un lungo periodo complicato. Per il giovanotto di Jesi, classe 1999, Samuele Ramazzotti finalmente soddisfazioni e fiducia. Se ne è sempre parlato bene, sono convinto che ci darà soddisfazioni, Umberto Rianna ci ha sempre creduto e questo per me è una garanzia. Dalla Valle, Giacomini e Bosio hanno fatto secondo turno mentre Federico Arnaboldi, Balzerani, Forti e Weis sono stati eliminati al primo colpo.
M25 Shymkent, Kazakhstan (25K, Terra): [1] R. Safiullin (Rus) b. V. Manafov (Ukr) 7-5 6-3
Che Roman Safiullin sia un predestinato lo dicono tutti. Arriverà senza ombra di dubbio almeno in top 100 il giovane russo, si tratta solo di sapere quando. Tira forte, ha talento, sa giocare su ogni superficie, è solo tremendamente ancora immaturo, almeno in campo dove traspare tantissima inesperienza quando si affaccia su palcoscenici maggiori. In ITF invece è un treno, e qui a Shymkent, vince il terzo 25mila dollari di questa stagione. Ora diventa numero 290 ATP e tornerà numero 2 ITF, il che gli garantisce matematicamente di entrare nei tabelloni dei Challenger. Per il 25enne ucraino Manafov la soddisfazione del punto ATP unita alla delusione per la sconfitta. Bene Ornago che è tornato a giocare convinto e ha fatto quarti di finale e da segnalare il ritorno a buoni livelli di Alexandre Metreveli, il georgiano che fece 3 anni fa un incidente incredibile in Georgia, con immagini che lasciavano pensare ad un inseguimento della polizia rappresentando scenari quantomeno inquietanti. La vicenda non è stata mai chiarita del tutto, e ora Metreveli è tornato alle gare e sta provando a risalire la china.
M15 Antalya, Turchia (15K, Terra): [3] C. Heyman (Bel) b. [6] C. O’Connell (Aus) 4-6 6-3 7-6
Quattordicesimo titolo in carriera e secondo stagionale per il belga Heyman, che ha iniziato l’anno assai convinto e con uno score finora di 20 vittorie a fronte di sole 7 sconfitte. Vittoria al cardiopalma in finale contro l’australiano O’Connell, battuto solo al tie break del terzo set. Per il forte tennista di Sidney appuntamento stregato con la vittoria in questa stagione: pensate che sono già 4 le finali perse dall’inizio dell’anno. E’ stato fermo nel 2018 per infortunio O’Connell, ora che è rientrato presto tornerà intorno alla posizione numero 200 del ranking ATP secondo me, perché il livello c’è. L’unico azzurro in tabellone era Nicolò Turchetti, sconfitto al primo turno dal turco Ilhan, ex top 100. Ancora in evidenza il semifinalista Tomas Machac, ceco giovanissimo di cui sentiremo presto parlare a livello Challenger.
M15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): M. Hamou (Fra) b. [1] J. Barranco Cosano (Esp) 7-5 6-4
Lo spagnolo Barranco Cosano alterna ITF e Challenger per fare punti ATP e allo stesso tempo giocare abbastanza partite e vincerne per costruirsi la classifica ITF necessaria per entrare nei tavelloni maggiori. In realtà finchè si è top 10 ITF come lui si è sicuri di giocare in qualche torneo superiore. Certo non deve essere facile andarsi sempre a cercare i tornei adatti, ma lui lo sta facendo molto bene. In questa occasione tuttavia è stato sorpreso in finale dal francese Hamou, calato molto nel 2018 ma ex numero 8 al mondo da Juniores nel 2013. Bene Alessandro Coppini che ha fatto quarti di finale, mentre Jacopo Berrettini non è andato oltre il secondo turno sconfitto dal vincitore del torneo.
M15 Il Cairo, Egitto (15K, Terra): [1] K. Maamoun (Egy) b. [2] P. Toledo Bague (Esp) 6-4 6-1
Karim-Mohamed Maamoun, 28 anni e numero 454 ATP, conquista l’ennesimo titolo in Patria: siamo a 14 trofei in singolare da professionista, tutti vinti in Egitto. E in questa stagione siamo già a 4, dopo i 3 conquistati a Sharm. Ora ritorna in top 15 ITF, punti che gli occorrono per conquistarsi la classifica necessaria per entrare nei tabelloni Challenger come ha fatto da Mouratoglou perdendo da Musetti e come ha fatto a Barletta dove lo abbiamo visto giungere al secondo turno. Non è un fenomeno questo egiziano, ma tira forte e si muove bene. Il finalista era il 24enne Toledo Bague, anche per lui (come per O’Connell) finali stregate quest’anno. Sono ben 5 le partite perse all’atto decisivo per lo spagnolo nel 2019! Sarà top 50 ITF dalla prossima settimana ma è ancora poco per lui che ha buona mano, ottime gambe anche se è un po’ leggerino come palla. Bravo l’azzurro Manfred Fellin a qualificarsi e fare secondo turno, mentre Brzezinski è entrato come Lucky Loser ed è uscito per mano del forte ceco Korpiva.
M15 Cancun, Messico (15K, Hard): [2] H. Grenier (Fra) b. [6] L. Frigerio (ITA) 2-6 7-6 6-2
Ad un passo dal successo Lorenzo Frigerio che manca un match point e perde il secondo set dopo essere stato avanti 3-0 e 5-3. Moltissime le occasioni di brekkare fallite dall’azzurro in varie occasioni, peccato per il tennista lombardo. Ottimo torneo comunque e sconfitta che ci può stare contro uno specialista del veloce come il francese Grenier, un tennista in ascesa. L’altro azzurro in tabellone era il mitico Adelchi Virgili, purtroppo sconfitto al primo turno dal guatemalteco Gonzalez. Adelchi Virgili continua ad affascinare tutti noi amanti di tennis, è un giocatore molto divertente che lascia intravedere prospettive infinite, però certo gli infortuni lo hanno devastato e si avvicina a trenta anni. Secondo me potrebbe ancora migliorare il suo best ranking che è al numero 390 ATP, anche se adesso è senza ranking, tuttavia deve davvero cercare di curare una benedetta prevenzione e fare una stagione intera al massimo della condizione. Lo scorso anno ci ha provato, vediamo quest’anno.
M15 Guayaquil, Ecuador (15K, Terra): A.C. March (Ecu) b. M. Fuele (Hun) 6-4 6-4
Due ragazzi sconosciuti anche ai più esperti sono arrivati in finale al primo appuntamento in Ecuador di questo anno, pieno ovviamente di padroni di casa e sudamericani in generale. Ha trionfato il classe 2000 Antonio Cayetano March, che a vedere i risultati già lo scorso anno aveva fatto abbastanza bene tanto da essere circa 800 ITF tra i grandi. Il finalista è stato l’ungherese Matyas Fuele, di due anni più grande, che ha perso anche la finale del doppio. Fuele è un tennista che ha fatto tutta la trafila delle giovanili, gira il circuito da un secolo, ma è stato solo 342 ITF da piccolo. Ciò che posso dire è che tecnicamente e tatticamente era alla pari dei nostri Riccardo Roberto o Gregorio Lulli, che ancora non sono riusciti ad emergere tra i PRO, ma dalla sua ha una potenza di fuoco economica non da poco e la voglia di girare incessantemente il mondo. Può anche essere la strada giusta. Intanto si godrà l’ingresso in top 1000 a livello ITF WTT. Non c’erano italiani in Ecuador.
M15 Madrid, Spagna (15K, Terra): [3] C. Denolly (Fra) b. J. Nikles (Svi) 6-3 6-2
Senza perdere un set il francese Corentin Denolly, ventunenne mancino, conquista il sesto titolo da Pro nella carriera, il secondo quest’anno e si lancia in classifica ITF intorno alla quarantesima posizione del ranking, potendo così sognare da qui a poco qualche esperienza Challenger. Sta crescendo molto il francesino, che è nell’orbita del progetto federale francese da tempo. In finale sconfitto lo svizzero Nikles, anche lui in forte crescita, e alla seconda finale consecutiva persa in Spagna. Nikles si consla con la vittoria nel doppio in coppia proprio con Denolly che così festeggia due volte. L’unico azzurro in tabellone era Dante Gennaro, sconfitto al primo turno dalla tds1 Ivan Gakhov, onestamente cliente difficile e già in orbita Challenger.
Dmitry Popko
M15 Orange Park, FL, Usa (15K, Terra): D. Popko (Kaz) b. [4] A. Velotti (Arg) 6-0 5-7 6-3
Il russo naturalizzato kazako Dmitry Popko vince addirittura il sesto titolo in questo inizio di stagione sfavillante per lui che ha un bottino nel 2019 di 39 vittorie e 6 sconfitte, non siamo a metà anno e ha già giocato 45 incontri ufficiali solo in singolare! 22 anni, il ragazzo di San Pietroburgo, ora residente ad Astana riempito abbastanza di denaro, e con la voglia anche di percorrere e concludere la strada universitaria da qui a breve. Popko l’ho visto varie volte nel 2016 e mi è sempre piaciuto molto, è alto e potente, ha un servizio ottimo, per me fa strada, e infatti era diventato top 200 prima di un po’ di problemi fisici. Tornerà presto a disputare i Challenger e le quali Slam. Battuto in finale l’argentino Agustin Velotti che si consola con il successo nel doppio in coppia col connazionale Galarza. In evidenza nel torneo della Florida il brasiliano Mateus Alves, un 2001 che è stato capace di battere Bastian Malla ed è stato numero 29 da Juniores (ora è 71 ed è entrato nel main draw grazie a questo ranking). Se ne parla bene in Brasile.
Proprio dal Brasile arriva la notizia della definitiva sospensione di Joao Souza: in realtà è stata la TIU a comunicarlo, definendo inaccettabile un altro ricorso degli avvocati di Feijao, come è soprannominato il tennista verde-oro. Chi lo accusa è Richard McLaren, ufficiale canadese che si vanta di aver condannato tutti i suoi accusati. Sentirlo vantarsi di distruggere carriere di ragazzi che hanno solo il sogno di emergere nello sport, non è qualcosa che dovrebbe fare un essere umano, anche ammesso che siano colpevoli e giustamente sanzionati. E’ il modo che dà fastidio. Fa ad esempio sorridere amaramente questa stessa decisione: l’8 aprile il ricorso di Souza era stato accettato, ora sarebbero emerse nuove evidenze. Quali? Possibile che solo pochi giorni fa evidenze non c’erano, ora sono emerse miracolosamente tanto da indurre l’integerrimo McLaren a prendere questa decisione irrevocabile? O come si sussurra nelle stanze della TIU, a McLaren non si può reagire che la prende sul personale? Daniele Bracciali ad esempio ha dichiarato di aver avuto la sensazione, quando si è recato a Londra per difendersi dalle sue accuse, che fosse tutto già deciso. E non dimentichiamoci che fu proprio McLaren a istruire le accuse contro la Russia nello scandalo legato al doping di Stato. Insomma un personaggio ambito da tutte le Procure del mondo, forse meno da chi cerca davvero giustizia e pulizia come noi. Un bidone della spazzatura al posto del cuore.
Alessandro Zijno