ATP Challenger 2019, Week 16: Semifinale a Tunisi e ancora Best Ranking 164 ATP per Lorenzo Giustino
Anning, Cina (CH Tour 125, Terra): [14] J. Clarke (Gbr) b. [2] P. Gunneswaran (Ind) 6-4 6-3
E’ il britannico Jay Clarke a conquistare il più ricco Challenger della settimana. La vittoria in finale sull’indiano Gunneswaran (qui un focus su di lui) gli frutta ben 21600 Dollari lordi e 125 punti, che lo conducono in alto in classifica alla posizione numero 161 ATP, suo best ranking. Secondo torneo Challenger vinto in carriera per il britannico ventenne, che sa giocare su ogni superficie assai bene. Fino all’estate non ha moltissimi punti in scadenza, potrebbe salire ancora. Anche Gunneswaran festeggia il best ranking e così si consola della sconfitta in finale: ora è numero 75 ATP, e resta il miglior tennista indiano. Onestamente non credevo sarebbe arrivato così in alto, mi sta davvero stupendo in positivo. Continua a crescere il forte e giovane polacco Majchrzak (qui un suo profilo), semifinalista che guadagna 9 posizioni in classifica e si attesta al numero 121 ATP. Secondo turno per l’ottimo Matteo Viola, battuto dal futuro vincitore del torneo.
Paolo Lorenzi
Sarasota, FL, Usa (CH Tour 100, Terra Verde): [15] T. Paul (Usa) b. [2] T. Sandgren (Usa) 6-3 6-4
Doppio: P. Lorenzi (ITA)/ M. Cuevas (Uru) b. L. Bambridge/J. O’Mara 7-6 7-6
Highlander Paolino Lorenzi, che è ormai di casa in Florida, vince il torneo di doppio a Sarasota in coppia con l’uruguayano Martin Cuevas e dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, di essere davvero un esempio per i giovani. Unico azzurro in tabellone anche nel singolare, Lorenzi sta faticosamente provando a rientrare in top 100 o giù di lì per provare ad entrare nei tabelloni degli Slam e con i quarti di finale di questo torneo conquista due posizioni e si attesta al numero 108 ATP. E’ ancora indietro, e al Roland Garros non entrerà direttamente, a meno di miracolose rinunce altrui. A Sarasota è stato il redivivo Tommy Paul a trionfare, sulla terra verde che è una delle sue superfici preferite. Secondo Challenger in carriera vinto per l’americano ventunenne, battendo in finale l’altro americano Sandgren. Nel 2015 Tommy Paul vinse il Roland Garros Juniores e fece finale di categoria anche negli US Open. Poi vari infortuni lo hanno un po’ rallentato, e sono convinto che presto entrerà nella top 100. Ora Paul diventa numero 158 ATP, mentre il semifinalista Marc Giron fa il miglior risultato in carriera al numero 157 ATP.
St Louis Potosi, Messico (CH Tour 80, Terra): M. Huesler (Svi) b. [2] A. Menendez-Maceiras 7-5 7-6
Senza azzurri in tabellone, è il sorprendente svizzero Huesler a portarsi a casa il trofeo messicano. Finora lo svizzero che studia negli USA aveva vinto solo 2 titoli, entrambi Futures, uno negli Stati Uniti e l’altro proprio in Messico e quindi è al primo successo a livello Challenger. Con questo risultato Huesler diventa numero 277 ATP e ha ancora solo 22 anni. Il finalista era Menendez Maceiras, trentatre primavere sulle spalle, amante del cemento, che sta trovando una seconda giovinezza e in questo inizio di stagione sta giocando molto bene. Da ben 13 stagioni Menendez Maceiras finisce l’anno in top 300, dimostrando continuità ma anche limiti nell’emergere a livelli superiori. Il best ranking al numero 111 ATP ora è ad un solo passo, essendo con questa finale numero 124. Come avevamo previsto solo un paio di settimane fa, l’argentino Facundo Mena è tornato in gran forma e ha raggiunto la semifinale, giocando un signor tennis (confronta l’articolo della week 13 degli ITF).
Pablo Cuevas
Tunisi, Tunisia (CH Tour 80, Terra): [1/WC] P. Cuevas (Uru) b. J. Domingues (Por) 7-5 6-4
Mentre Pablo Cuevas, il superfavorito del torneo, mantiene i favori del pronostico, a giocare ancora una volta un torneo strepitoso è Lorenzo Giustino, che raggiunge le semifinali e si regala l’ennesimo best ranking stagionale al numero 164 ATP, guadagnando ben 9 posti. Senza nulla togliere ai vecchi coach, da quando Giustino si è legato professionalmente a Gianluca Carbone è davvero un altro giocatore. L’ho seguito in parecchi tornei tra il 2015 e il 2016 e sinceramente è sempre stato un professionista esemplare. Serio, scrupoloso, attento alla forma e ai particolari, in performance sembrava perdere quella convinzione nei suoi mezzi che al di fuori del rettangolo di gioco possedeva. Pur lottatore in campo, gli capitava di giocare in maniera così conservativa da mettere l’avversario nella condizione mentale di attaccare ed essere più aggressivo. In particolare ricordo un incontro contro Edoardo Eremin a Genova, credo fosse il 2015, in cui il fortissimo azzurro piemontese (che rientrerà tra poche settimane nel circuito) piano piano cominciò a prendere campo e vincendo una partita che sembrava indirizzata verso il campano di formazione spagnola. Il lavoro di Gianluca Carbone (qui una intervista al coach pugliese) è stato indirizzato proprio in quella direzione, rendere più consapevole il suo allievo di potenzialità ancora inespresse e attraverso un lavoro tecnico e mentale lo ha condotto ad un gioco più aggressivo, e soprattutto più completo. Giustino è ancora molto giovane, ha solo 27 anni, può davvero ancora crescere, anche se adesso qualche punto in scadenza lo ha. Molto bene il portoghese Domingues, finalista e il redivivo brasiliano Bellucci, ex top 30 e ora tornato a discreti livelli finalmente. Jimbo Moroni ricomincia a giocare ai livelli che aveva espresso lo scorso anno e conquista i quarti di finale, mentre Federico Gaio arriva agli ottavi e timbra ancora il biglietto del miglioramento. Secondo turno per Napolitano, Travaglia, Marcora e l’ottimo Andrea Vavassori, che per altro fa anche semifinale nel doppio. Eliminato al primo turno Bonadio, sconfitto nel derby con Moroni.
Alessandro Zijno