ITF WTT Femminile 2019, Week 14: Camilla Scala, dove vuoi arrivare? E la “boscaiola” Snigur continua a spaccare
W80 Palm Harbor, FL, Usa (80K, Terra): [5] B. Krejcikova (Cze) b. [1] N. Gibbs (Usa) 6-0 6-1
La ventitreenne di Brno, Barbora Krejcikova, attualmente numero 2 al mondo nel doppio ma ex numero 1 poco tempo fa, dove fa coppia in genere con la Siniakova, conquista il più importante torneo ITF della settimana, svoltosi in Florida e dotato di 80mila dollari di montepremi. Krejcikova si concentra ovviamente nel doppio, ma anche in singolare sa dire la sua e mette in fila tutte le avversarie in questa occasione conquistando l’undicesimo titolo a livello ITF in singolare, da numero 156 WTA. Unica azzurra in tabellone, la Jasmine Paolini, è stata eliminata al primo turno dalla francese Paquet. Da tenere d’occhio l’ungherese ventenne Udvardy, che ha raggiunto le semifinali e nel 2016 è stata numero 15 del mondo a livello Juniores, fece quarti al Bonfiglio e per lungo tempo si è allenata in Spagna, tanto è vero che la sua superficie preferita è la terra.
Vitalia Diatchenko e lo splendido outfit Hydrogen
W25 Bolton, Gran Bretagna (25K, Indoor Hard): [1] V. Diatchenko (Rus) b. [Q] J. Burrage (Gbr) 6-2 6-2
Altre nove posizioni conquistate e numero 86 del ranking WTA per la russa Vitalia Diatchenko, tennista vestita Hydrogen, testimonial davvero perfetta per il luxury sport brand del vulcanico Alberto Bresci. Bella, simpatica, cattiva agonisticamente Vitalia sembra aver imbroccato una stagione perfetta con già tre titoli in questa prima parte dell’anno. Battuta in finale la britannica Burrage, anche lei carinissima e non più una sorpresa anche se veniva dalle quali. Ora è 334 WTA (ne abbiamo parlato qui ad inizio stagione), ma è in chiara salita la forte inglesina: dotata di un servizio bomba e di buoni spostamenti, sull’erba potrebbe diventare devastante, e ha solo 19 anni. Jodie Anna Burrage, segnatevi questo nome, a Wimbledon potrebbe stupire. Per altro a detta di chi la conosce bene, sembra essere una ragazza molto in gamba anche fuori dal campo, sta studiando in Florida per crearsi una alternativa alla carriera sportiva ed è già matura. In coppia con la connazionale Barnett, Jodie ha anche vinto il titolo in doppio. Cristiana Ferrando è stata stoppata al secondo turno dalla belga Minnen, e appare in ripresa.
Alessandra Pezzulla
W25 Santa Margherita Di Pula, Italia (25K, terra): [5] K. Juvan (Slo) b. [7] A. Cadantu (Rou) 6-1 3-0 rit.
Doppio: K. Hobgarski (Ger)/V. Strakhova (Ukr) b. [3] G. Marchetti/ C. Rosatello (ITA) 6-2 6-7 13-11
Le soddisfazioni italiane arrivano qui a Pula dal torneo di doppio dove la coppia Marchetti/Rosatello si arrende solo in finale dopo una sfida epica terminata in favore della coppia tedesco-ucraina solo la long tie break finale 13 a 11! Nel singolare il successo è andato a Kaja Juvan, la predestinata slovena di diciotto anni, di cui si parla bene da quando è nata praticamente e che è numero 160 WTA, attualmente suo best ranking. Io onestamente pensavo emergesse ancora prima ai più alti livelli, invece in WTA ancora fatica un pochino ad essere costante, almeno. Settimo sigillo ITF per la slovena ex numero 5 del mondo da Junior. Tra le azzurre Jessica Pieri e Deborah Chiesa sono arrivate al secondo turno, mentre Bilardo, Cocciaretto, Bronzetti, Marchetti e Giovine si sono fermate all’esordio. Direi che il panorama azzurro non è così negativo come qualcuno vuole raccontarlo. Certo non siamo ai tempi di Errani top, Schiavone immensa, Pennetta e Vinci super, siamo sicuro in sofferenza, però le ragazze stanno crescendo, chi più chi meno. Io ad esempio confido molto in Cocciaretto sicuramente, ma anche nelle sorelle Pieri con cui papà Ivano ha fatto un lavoro egregio. Bronzetti lavora bene e tanto, Bilardo sembrava più avanti qualche anno fa ma è ancora giovanissima. Intanto questa settimana voglio parlare di una ragazza come Alessandra Pezzulla, sarda vicecampionessa regionale, che qui a Pula ha fatto le quali perdendo onorevolmente dalla romena Dascalu e che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere a Pomezia dove lavoro. Alessandra ha 32 anni, ed una carica pazzesca, che fa pensare che sarà sicuramente un coach di grande livello. Nel frattempo si allena intensamente per raggiungere l’obiettivo di diventare 2.4 nella classifica italiana e lo fa con lo spirito di chi davvero ama competere e provare a superare i propri limiti. Gli spazi per una carriera da professionista sono ovviamente limitati per motivi anche anagrafici, ma queste esperienze aiutano il movimento oltre lei stessa e le giovani Irene Garbo e Alessia Manca con le quali gioca per il Decimomannu in Serie C con risultati egregi.
Daria Snigur
W25 Kashiva, Giappone (25K, Hard): [IR] D. Snigur (Ukr) b. [4] R. Marino (Can) 6-4 6-2
Si fermerà Daria Snigur prima o poi o continuerà a vincere sempre? Ho cercato un po’ di approfondire la conoscenza di questa ragazza e quello che ho potuto appurare è che si tratta davvero di un fenomeno. Intanto la cronaca ci dice che viene da 25 vittorie consecutive e non perde un match da ottobre 2018 (dalla connazionale Kostenko) dopo aver vinto in questa stagione già due tornei (e ad Antalya in Turchia una finale non si è giocata, altrimenti probabilmente avrebbe un titolo in più). Ora la teen ucraina, allenata all’Accademia di Kiev da Larisa Savchenko affronterà un altro torneo in Asia, poi probabilmente cercherà di salire di livello, magari addirittura in WTA. Ha appena compiuto 17 anni, e come detto in altre occasioni, sinceramente a me non sembra avere un fisico adatto a diventare la numero 1 del mondo, ma mi sono sbagliato già molte volte. A me sembra più attrezzata Lopatetska ad esempio o Dema tra le ucraine, o anche la stessa Kostenko. Io l’ho soprannominata “la boscaiola”, so che a lei non piace molto questo soprannome, e mi sono ripromesso di spiegare cosa intendo: vuole essere un complimento, senza tuttavia dimenticare la realtà, o almeno la mia opinione. Rispetto alle altre ragazze della sua nazione o della sua età Daria è senza dubbio più corpulenta. La natura l’ha dotata di un timing sulla palla pazzesco, impressionante. A tennis gioca divinamente e ha la grinta giusta. Tuttavia i suoi allenatori sanno bene, tanto che ci stanno lavorando quotidianamente, che gli spostamenti non sono il suo forte, sia per una massa notevole, sia per una mancanza di esplosività rispetto alle competitor. Se con questi limiti vince tutte le partite, io mi tolgo il cappello e chi mi conosce sa bene che potrebbe diventare il mio mito, più ancora di Lopetetska “pitonessa” su cui in questo momento sono accese le luci dei riflettori. Anche la “Modgudr Gigantessa Guerriera” Clara Tauson, anche lei incredibile, appare atleticamente di un altro livello, con una massa magra “originale” superiore. E’ ovvio che Gigantessa Guerriera o Pitonessa siano soprannomi forse più simpatici di “Boscaiola” però conoscendo Daria Snigur e anche vedendo il suo lato umano e caratteriale genuino, meno costruito, meno artificiale della altre due ragazze citate prima, l’appellativo mi appare centrato. Daria tifo per te. La Snigur in finale ha demolito la canadese Rebecca Marino che sta piano piano tornando competitiva dopo aver interrotto la carriera anche per motivi di pressione psicologica.
W25 Obidos, Portogallo (25K, Carpet): [5] M. Zanevska (Bel) b. [7] M. Bolkvadze (Geo) 7-5 6-2
Nata ad Odessa (un’altra ucraina!) ma naturalizzata belga, Maryna Zanevska riparte alla conquista del suo sogno, la top 100 WTA, sfuggitale di mano per un soffio qualche anno fa. Conquista il decimo titolo della sua carriera e si rilancia in classifica avvicinando la top 200 intanto, dopo un 2018 costellato di troppi infortuni e prestazioni negative. Vittoria sul carpet outdoor di Obidos, in finale sulla georgiana Bolkvadze. Al primo turno la venticinquenne Zanevska ha purtroppo per noi battuto Angelica Moratelli, senza dubbio sfortunata nel sorteggio.
W25 Jackson, MS, Usa (25K, Terra): [1] K. Kawa (Pol) b. [2] A. Li (Usa) 6-3 6-2
La polacca di 26 anni Katarzyna Kawa vince singolare e doppio (in coppia con la connazionale Piter) e conquista il suo best ranking al numero 231 WTA, una bella soddisfazione per questa simpatica ragazza che sogna di disputare uno Slam. Sulla terra americana ottima semifinale per Gaia Sanesi, che finalmente trova una settimana positiva dopo un periodo a metà tra luci ed ombre. Ancora lontana dai suoi massimi standard, Gaia ha tuttavia trovato tre vittorie importanti, prima di cedere alla vincitrice del torneo. 24 posizioni conquistate con questa semifinale che fanno attestare la Sanesi al numero 370 WTA. Verena Meliss fuori al primo turno.
W15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): [4] C. Scala (ITA) b. S. Lee (Usa) 6-2 6-1
Wow Camilla Scala continua a stupire e fa suo il 15mila dollari di Tabarka, sulla sua amata terra che le sta dando tante soddisfazioni. Dotata di un gioco intelligente, un mix di potenza e scaltrezza, Camilla al primo turno ha superato l’olandese Dijkman, per poi sbarazzarsi della ceca Horackova. Ai quarti Camilla, dotata della tds numero 4, ha trovato la bulgara Ani Vangelova, superata nettamente in due set. La semi contro la francese Alice Rame presentava delle criticità, perché la transalpina gioca molto bene ed è in crescita, ma Camilla l’ha affrontata con lo spirito giusto e ha demolito in due set anche questa avversaria, così come in finale non ha dato scampo alla 25enne americana di origini asiatiche Sarah Lee. Per la faentina allenata da Matteo Galli ed Edoardo Pacifico a Cividino si tratta del quarto titolo della carriera a livello ITF e l’avvicinamento alla top 100 ITF come ranking. L’obiettivo di giocare in uno Slam è fattibile, forza Camilla, sfortunata in passato ora sei più forte.
W15 Sharm El Sheikh, Egitto (15K, Hard): [2] I. Soylu (Tur) b. [WC] M. Kempen (Bel) 7-6 6-4
Secondo titolo consecutivo ottenuto a Sharm da Ipek Soylu, la forte tennista turca proveniente da Adana, che preferisce i campi veloci e per questo alla fine non gioca quasi mai ad Antalya, che non sarebbe così distante dalla sua base di lavoro. Ex numero 13 del mondo da Junior e molto considerata in patria, è stata anche 151 WTA prima di un 2018 disastroso in cui ha perso più di 300 posizioni in classifica dovendo ricominciare dai 15mila dollari che comunque per lei sono abbordabili quando è in condizione come si vede da questi due successi consecutivi. Nessuna azzurra era presente in Egitto.
W15 Antalya, Turchia (15K, Terra): [WC] N. Radisic (Slo) b. [2] Y. Naito (Jap) 6-3 4-6 7-6
Wild Card diciannovenne e terribile, la slovena Nika Radisic conquista il primo trofeo professionistico in singolare, battendo in finale l’ottima giapponese Naito, ormai consacrata a questo livello dai risultati in serie delle ultime settimane. Ex numero 18 del mondo da Junio lo scorso anno, la Radisic ha vinto una finale combattutissima risolta solo al tie break del terzo set dopo una battaglia di tre ore. Quarta finale dall’inizio dell’anno per la giapponesina diciottenne Naito, con tuttavia una sola vittoria del titolo. Top 100 ITF però consolidata e grandi prospettive per la nipponica. Brave a qualificarsi Gloria Ceschi e Federica Arcidiacono, poi però eliminate al primo turno nel main draw.
Alessandro Zijno