Denis Kudla, l’erba è sempre più verde
Denis Kudla, statunitense, 26 anni, 66 ATP
Sviluppo Potenziale: 95% (servizio più potente e diritto da migliorare per ambire a restare a questi livelli)
Denis Kudla è un tennista che ormai da almeno 5 anni bazzica con continuità la top 100 con un best ranking al numero 53 ATP. Qualcosa può anche ritoccare, ma il giocatore è definito ormai, almeno come caratteristiche tecniche e come identità di gioco. Se trovasse una stagione in cui gli funziona tutto, potrebbe fare bene su erba che considero la sua superficie preferita e difendersi con dignità sul cemento dove è nato tennisticamente, dubito però che ciò accada in questa stagione, e sono propenso a pensare che lo vedremo più spesso nei Challenger che nei tornei maggiori.
La Scheda
Denis Kudla è alto 180 centimetri per 80 chili di peso, ed è un tennista destrimane con rovescio a due mani. E’ proprio il rovescio il suo punto forte, riuscendo ad essere un fattore sia diagonale che lungolinea, con diverse rotazioni. Non ruba l’occhio per la tecnica, non ha un servizio bomba come molti americani, sa fare un po’ di tutto e soprattutto è uno che ci crede e che vive la vita giorno per giorno. Un ottimo equilibrio e doti innate di coordinazione fanno di lui un giocatore prettamente erbivoro, più ancora che adatto al cemento. Anche su terra sono convinto che potrebbe dire la sua, pur non essendoci certamente nato. Chi lo ha affrontato ha sempre detto che è un tennista difficile con cui scambiare, sa variare, qualcosa regala ma spesso sa trovare soluzioni, fa scelte giuste, insomma uno ostico. Il suo coach è Dustin Taylor, e sta provando a renderlo ancora più performante sul piano atletico (grazie al fitness trainer Dylan Smith), lavorando anche molto sugli appoggi e sul diritto che prova a far diventare un fattore. Taylor è un sergente di ferro col cuore tenero, è uno che sa farsi amare dai suoi allievi. Per Kudla si tratta di provare a fare quel passo in più per tentare di battere con più frequenza i top player, cosa che gli è riuscita qualche volta (soprattutto sull’erba) ma non così spesso.
Le Dichiarazioni
“Sono arrivato negli Stati Uniti che avevo un anno di età, quindi mi sento americano a tutti gli effetti, anche se le origini della mia famiglia sono ucraine. Di fatto ho preso subito la racchetta in mano ma solo a 7 anni si è capito che avevo del talento. Poi sono andato nel Junior Tennis Champions Center in College Park, MD, USA, dove con il Coach Salazar sono diventato un giocatore. Il mio momento di maggior splendore è stato nel 2015 con il torneo di Wimbledon dove sono arrivato alla seconda settimana, poi non mi è più capitato niente di simile. Lo scorso anno sono tornato a vincere un torneo Challenger finalmente e vorrei trionfare di nuovo ma il livello ATP è altissimo e non è facile. I miei obiettivi in stagione sono due: innanzitutto stare bene fisicamente, poi sfruttare qualche buon tabellone e vincere qualche partita importante. E magari a Wimbledon scrivere un altro pezzo della mia storia.”
La Storia
Denis Kudla è nato a Kiev da genitori ucraini il 17 agosto 1992, suo papà è un architetto con la passione del tennis e lo ha instradato su questo sport. Pur non essendo mai considerato fino in fondo dalla USTA, la più alta istituzione tennistica americana, è diventato numero 3 al mondo da Juniores. Anche l’ingresso tra i PRO è stato felice, tanto che nel 2012 a soli 20 anni era già in top 200, una rarità per gli statunitensi più propensi a formarsi il piano B nelle loro università. Pian piano però Kudla ha cominciato a vincere così tanto che nessuno ha potuto più chiudere gli occhi, visto che ai due Futures già vinti tra il 2008 e il 2009, ha aggiunto ben 6 Challenger. Nel 2015 la grandissima prestazione a Wimbledon sta al momento impreziosendo, quasi da sola, la sua carriera: in quella occasione sbaragliò Pablo Cuevas, Alexander Zverev, Kei Nishikori e Santiago Giraldo, prima di arrendersi in 4 set a Marin Cilic. In queste settimane gli scadono due cambiali pazzesche, il successo a Drummondville che gli valgono 80 punti e i 60 punti della finale a Le Gosier più qualcos’altro ad aprile. Non sarà un periodo facile, ha appena perso dal giapponese Nishioka (qui un suo profilo) a Indian Wells e dovrà difendere il titolo proprio in Canada nel Challenger Tour 80 di Drummondville. Certo su erba è un avversario da prendere con le molle, lo stesso Tsitsipas ci ha perso lo scorso anno ad Halle, tuttavia è sempre più difficile per lui soprender ei suoi avversari che ora cominciano a conoscerlo molto bene. Ciò che mi piace è la sua simpatia e disponibilità, il vivere giorno per giorno, il “qui ed ora” che non è solo un modo di dire sbandierato ma una sua filosofia di vita.
Alessandro Zijno