Oscar Otte e il segreto del servizio a lancio basso
Oscar Otte, tedesco, 25 anni, 168 ATP
Sviluppo Potenziale: 80%, fisico da tennista moderno, tecnica personale ma efficace
Oscar Otte è un tennista uscito relativamente tardi, messosi in evidenza nel 2015 vincendo il campionato individuale tedesco, dove c’è sempre un campo di partecipazione tosto, e poi esploso nel 2017 con un best ranking al numero 129 ATP. Io credo che con mezzi tecnici limitati ma un fisico molto adatto al tennis possa anche conquistare la top 100, magari mantenerla per un periodo, non credo siamo di fronte ad un top player, né ad uno che possa fare sfracelli negli Slam, però qualche buon risultato può portarlo a casa. Nel breve è destinato a salire un po’ in classifica se sta bene perché ha pochi punti in scadenza, almeno fino alla trasferta di marzo nei Challenger asiatici, dove tradizionalmente si comporta bene.
La Scheda
Oscar Otte è un tennista che fa del servizio e poi del diritto le proprie armi migliori, anche se sa scambiare con cognizione ed anche il rovescio è solido. Ha un modo di servire molto personale, con un movimento veloce e un lancio di palla relativamente basso che gli fanno colpire la palla apparentemente ancora in ascesa. Probabilmente non mette la massima forza possibile e come biomeccanica non sembra la perfezione (a sentire alcuni esperti) però è funzionale e ha anche buone statistiche a proposito. Gli ho visto più volte mettere un 70% di prime palle che non è una statistica da buttare, anzi è ottima. E’ un tipo di servizio che ricorda quello di Dolgopolov. Per altro Oscar Otte come Dolgo, colpisce esattamente nel momento in cui la palla è quasi “ferma” in aria, prima che inizi la discesa (millisecondo più, millisecondo meno). È uno dei pochi a farlo, a volte sembra quasi che la prenda ancora in ascesa, anche se guardando lo slow motion non è così. La palla davvero in fase ascendente la colpiva Roscoe Tanner, per esempio, o il nostro Diego Nargiso. Anche Andy Roddick andava a impattare praticamente nell’istante di “surplace” della palla in aria prima della discesa. Il grande vantaggio di questo tipo di servizio “a lancio basso” è che la rapidità del mulinello, necessaria per la banale ragione che la racchetta ha meno tempo (non spazio!) per accelerare, dà anche meno tempo a chi risponde per leggere la postura e intuire la conseguente direzione. In più il vento finisce per influire molto meno. Non ci sono apprezzabili differenze nella produzione di velocità e rotazioni, quelle dipendono dalla famosa “velocità di braccio”. Lo svantaggio è che per sviluppare un mulinello tanto veloce e anticipato, coordinandolo con la spinta delle gambe, della schiena e della spalla, ci vuole veramente un braccio al fulmicotone, e un grandissimo senso del timing. La minima imprecisione si traduce immediatamente in errori anche grossolani. Sia nel diritto che nel rovescio non ha un’apertura molto ampia e il finale è strozzato dalla parte sinistra (del rovescio a due mani, visto che è destrimane) e piuttosto basso dalla parte destra. E’ molto alto, 196 centimetri, ma si muove leggero sul campo e con due passi copre tutta la baseline. A volte è meno performante negli spostamenti avanti e indietro. Insomma un tennista che a vederlo sembra avere difetti e limiti ma nel 2017 ha vinto una marea di partite e tuttora è difficile da battere. A rete deve migliorare la transizione, mentre nella scelta di quando venire a rete mi sembra sempre in palla. In risposta tende a stare piuttosto indietro, quindi fatica a rispondere quando il servizio avversario è ad uscire e ha bisogno di migliorare anche quei colpi lungolinea che possono cambiare l’equilibrio dello scambio.
Le Dichiarazioni
“Il mio migliore amico nel circuito è Andres Mies, è una vita che ci conosciamo e siamo entrambi di Colonia. Anche con Coppejans ho legato molto. Mi piace viaggiare e mi sono sempre trovato bene anche in Asia. Ovvio che ti devi saper organizzare, quasi nessuno parla inglese, a volte devi comunicare a gesti, però è una esperienza importante. La mia superficie preferita in teoria è la terra, però credo che sull’erba con le mie caratteristiche mi posso divertire parecchio. Certo è un tipo di gioco, quello su erba, che va preparato qualche settimana, comunque mi piace molto giocarci sopra e il mio sogno è conquistare Wimbledon. Attualmente mi alleno sotto la direzione di Peter Moraing, alla sua Academy vicino Duisburg non lontanissimo da Colonia dove risiedo. Spero di essere convocato per la Davis, so di essere indietro come classifica ma non demordo. Tifo Bayern Monaco, però se gioca contro Il Colonia spero in un pareggio. Sono appena stato eliminato agli Australian Open in quali nel derby contro Moelleker, peccato perché fino al 5 pari del terzo set ho giocato bene, e Rudolf è davvero molto forte. Peccato perché era il turno decisivo. I miei tornei preferiti? Come città amo Stoccolma, però forse la migliore organizzazione nei Challenger l’ho vista a Lisbona, oltre che nei Challenger tedeschi.”
La Storia
Oscar Otte è nato a Colonia il 16 luglio 1993, ha una sorella Luisa che non gioca a tennis a livello Pro anche se si è divertita anche lei con la racchetta. A 6 anni ha cominciato a giocare nella sua città grazie al papà, Rolf, che è un dentista appassionato di sport. Finora 8 tornei Futures vinti in singolare e un Challenger a Lisbona nel 2017. La svolta è arrivata proprio nel 2017 con risultati importanti in serie che lo hanno condotto prima al best ranking, ad ottobre 2017 e poi al Roland Garros nel 2018, primo ed unico Slam giocato finora in carriera nel main draw. Fino a 16 anni praticamente giocava 3 o 4 volte a settimana, come un agonista qualsiasi e si faceva i tornei in Germania, equivalenti a quelli nostri FIT Open. Ha provato a fare qualche ITF Junior intorno ai 18 anni ma non ha avuto risultati incredibili, sebbene anche allora vincesse parecchie partite con avversari apparentemente più attrezzati tecnicamente. Nel 2011, quando ha battuto il coetaneo Thiem (e due giorni prima aveva battuto Borna Coric, anche se il croato aveva solo 15 anni), ha deciso di provare a girare il circuito Pro. I primi anni sono stati difficili, poi c’è stata una prima svolta nel 2013 quando, vincendo il 15mila$ su terra di Dortmund, Oscar Otte è entrato in top 700. Poi qualche problema fisico ha fermato il tedesco, fino alla svolta del 2017 di cui abbiamo parlato sopra. Nella stagione appena conclusa nessun trofeo portato a casa ma un buon torneo a Zhuhai in Cina dove ha fatto semifinale, 2 quarti di finale consecutivi a Aix En Provence e a Heilbron e il primo turno al Roland Garros sconfitto dal nostro Matteo Berrettini. I maggiori punti li ha fatti nella seconda parte del 2018 con 65 punti nella finale di Ilkley su erba e i 32 punti fatti a Stoccolma con i sedicesimi nel torneo 250 ATP.
Alessandro Zijno