La Premiata Coppia, Salvo Caruso, Paolo Cannova e il trionfo a Como
I Segreti di Salvo Caruso: team, fatica e la gioia di giocare
L’indomani del primo titolo vinto a Como a livello Challenger di Salvo Caruso, abbiamo raggiunto telefonicamente il 25enne siciliano e il suo Coach Paolo Cannova, mentre si stavano dirigendo verso Genova per un altro torneo. Abbiamo provato un po’ ad indagare nei segreti di questo ragazzo che l’Italia del tennis sta cominciando a conoscere da qualche mese, sebbene tra gli addetti ai lavori sia uno degli emergenti più considerato. In occasione della premiazione dopo la vittoria su Garin a Como che gli ha regalato il primo successo in un Challenger ATP, Salvo faticando a contenere l’emozione ha voluto fortemente ringraziare il suo Coach Paolo Cannova, e non sono state parole di circostanza. Cannova è l’artefice di questo grande salto di Caruso nel tennis che conta, è uno dei tecnici più intelligenti e motivanti che si conoscano. Il tecnico siciliano nel corso di questi anni ha infatti influito in maniera determinante nella crescita tecnica e umana di Salvo, costruendo intorno a lui anche un team fenomenale e coeso. Cannova è stato, ed è ancora, quello che Rianna è stato per Starace, quello che Larri Passos è stato per Guga Kuerten (e per Bellucci) o quello che oggi sono Gipo Arbino per Sonego o Santopadre per Berrettini.
Il primo concetto fondamentale del loro connubio, cioè il “team” ce lo spiega bene proprio Paolo Cannova: “Se c’è un piccolo merito che posso vantare è quello di aver sempre creduto nel concetto di team e sinergie per crescere. L’idea di prendere un circolo tutto mio, la TC Quadro Tennis Academy, per far crescere i giovani e migliorare i professionisti nasce e si sviluppa proprio per questo. Qui a Siracusa possiamo davvero creare dei progetti che facciano il bene di tutti i ragazzi della Sicilia orientale e non solo. Il grande risultato ottenuto da Salvo agli AUS Open (il primo Slam dove ha superato le qualificazioni entrando nel main draw) è figlio di un progetto a cui tengo molto, coinvolgendo i tecnici e i giocatori che girano Futures della zona o anche da più lontano. L’obiettivo è quello di far ruotare i ragazzi negli allenamenti, in modo che di volta in volta i compagni di training siano differenti. Salvo si è giovato molto di questa scelta: infatti ogni giorno poteva avere uno sparring diverso, per poter gestire palle differenti, sperimentare situazioni opposte un giorno dall’altro. Oggi può palleggiare o giocare con un giocatore che usa rotazioni esasperate, domani con chi gioca piatto, dopodomani con un mancino, poi con un attaccante, o con uno che lotta su ogni palla rimandando tutto di là. La ciliegina sulla torta di questo progetto è che tutti si sentono inclusi, senza gelosie, con un miglioramento delle proprie esperienze per tutti i protagonisti.”
IL TEAM del Coach PAOLO CANNOVA che ha vinto con Salvo Caruso il Challenger di Como
Maestro Toni Troia
Maestro Luca Di Trapani
Maestro Gianpaolo Rinchiuso
Preparatore Fisico Prof. Michele Marciano
Preparatore Fisico ATP Player e Academy Prof. Giuseppe Maiori
Cosa è cambiato in questa stagione che è la migliore della tua carriera, visto che sei vicino al best ranking (sarà 167 ATP mentre il BR è 156) ma con prestazioni con peso specifico superiore, chiediamo a Salvo?
“Il mio staff è lo stesso da anni e il modo di lavorare non è cambiato più di tanto, il lavoro quotidiano è collaudato, probabilmente ora la parola chiave è “consapevolezza”, sia dei miei punti di forza che dei limiti da superare. Sono maturato, non c’è dubbio. E questo mi conduce ad essere ancora più ordinato in campo, gestendo meglio i momenti importanti. C’è ancora tantissimo da fare comunque, per fortuna.”
Obiettivo top 100 dunque?
“Certo, bando alla scaramanzia, non mi nascondo, l’obiettivo è quello. Però non mi metto fretta. Quindi intanto voglio consolidare il livello, per spiccare il volo, speriamo il prima possibile. Ora ho solo una trentina di punti in scadenza prima della fine della stagione quindi in teoria si può anche salire”
Programmazione e preparazione invernale?
“Ora faccio Genova (è stato appena eliminato da Paolo Lorenzi al terzo set ndr), poi Stettino e Biella. Poi vediamo in base alla classifica. Per la preparazione vorremmo fare un paio di settimane in più delle canoniche 6, ma decideremo dopo gli ultimi tornei, perché se dovessimo avvicinare la top 100 ci sarebbero in vista gli Aus Open e potrebbe convenire provare a fare punti per entrare direttamente nel tabellone principale. Intanto però mi concentro sull’oggi.”
Mi racconti la vittoria di Como?
“Venivo da New York dove le sensazioni erano state negative, non avevo giocato bene, mentre qui a Como sono riuscito ad ambientarmi bene, arrivando anche con un po’ di anticipo. Fin dalla prima partita in doppio con Baldi mi sono sentito in palla, poi è stato un crescendo di emozioni e di buone gare. Primo turno con il portoghese Elias bene, fino alla finale con Garin in cui ho dato il meglio di me.”
Un 150 ATP guadagna in modo sufficiente?
“Non ti nascondo che si potrebbe vivere anche meglio, però se fino a poco tempo fa mi doveva aiutare la mia famiglia, adesso ce la faccio tranquillamente da solo. Ho un Coach, un team collaudato, e anche se mi piacerebbe avere magari un fisioterapista tutto mio ogni settimana alla fine mi accontento di come sto ora. Certo il budget non è elevatissimo, per cui niente hotel a 5 stelle o altri lussi altrimenti i soldi finiscono in fretta.”
La collaborazione col fisioterapista Niccolò Liberati continua? Coach Cannova risponde.
“Sì, perché ci siamo trovati bene, è un ragazzo giovane, preparato e di cuore che bene si sposa con la nostra filosofia di persone che vogliono mettersi in gioco con professionalità ed entusiasmo. E’ un ragazzo in gamba ed ora conosce ancora meglio Salvo e le sue caratteristiche. Si è ben integrato nel team.”
Chiedo a Salvo, come si gestiscono i rapporti di amicizia con gli altri ragazzi?
“Io storicamente ho sempre fatto fatica a giocare le partite contro gli amici, perché spesso si va a cena insieme, si gira il circuito condividendo tante emozioni, successi e amarezze, però alla fine devi evitare di cadere nel tranello dell’amicizia. Ho preso qualche mazzata in tal senso, perché la gestione dell’agonismo non è semplice quando dall’altra parte della rete c’è un amico. Ora va meglio.”
Fammi due nomi di giocatori che ti hanno colpito particolarmente:
“Yannick Sinner è un tipo tosto. Ha 17 anni ed è un piccolo Seppi, già molto concentrato, con focus sul tennis, lascia poco trasparire le emozioni ed è completo anche tecnicamente.” Interviene il Coach: “Sì, piace molto anche a me, è di sicuro avvenire, perché sa quello che vuole, e quando metterà peso sulla palla lavorando sulla forza e sulla muscolatura farà più vincenti e ne vedremo delle belle. Spinge un po’ di più col diritto, ma si difende bene anche dall’altra parte. Appena metterà massa e i colpi diventeranno preponderanti farà bene, intanto sta facendo queste esperienze a 17 anni e ciò è un grande valore aggiunto. Ieri ho visto giocare Davidovich Fokina che ha battuto Giannessi e lo spagnolo mi è piaciuto molto. Poi Auger-Aliassime è un predestinato. Poi guarda Ulisses Blanch a Perugia ha fatto il fenomeno e sembra avere le caratteristiche del campione a vederlo giocare quella settimana, poi però è un po’ sparito dai radar. In questo sport conta la continuità.”
Salvo qual è il torneo che ti è rimasto nel cuore?
“E’ veramente difficile non dirti Como! A Como ci siamo trovati benissimo, c’è altro oltre la vittoria del titolo. Il circolo è in una antica villa, Villa Olmo, a due passi dal lago di Como, una cornice meravigliosa. Tanto verde, persone meravigliose che mettono a proprio agio i giocatori. Un po’ come capita anche a Biella dove il papà di Stefano Napolitano dirige il torneo, anche qui a Como le esigenze dei tennisti sono tenute in conto e i ragazzi sono messi in primo piano potendo così esprimere il massimo anche sotto il profilo del gioco.”
Vedendovi girare il circuito come team, date sempre l’idea di grande serenità, è davvero così?
Risponde Paolo Cannova: “Posso dirti che la gestione di un torneo è davvero importante. Bisogna saper trovare il mix giusto tra tensione e rilassatezza. Forse è davvero quello che fa la differenza tra vincere un torneo e uscire al primo turno. Nei tabelloni son tutti forti, praticamente quasi tutti hanno la chance di vincere il torneo, quindi chi meglio ci si approccia ha maggiori possibilità e si prende un vantaggio rispetto agli altri. Per fare questo tuttavia devi curare il dettaglio ed io sono piuttosto severo su questo. Gestire il mangiare, il ritmo del sonno, gli allenamenti corretti il giorno prima o quello della gara, qui la bravura del team è saper muovere la manopola dell’intensità che poi si traduce in performance. C’è il giocatore che ha bisogno di maggiori stimoli, chi ha bisogno di trovare equilibrio e via discorrendo. Con Salvo c’è da dire che siamo collaudati. Nella nostra coppia quasi mai c’è tensione in realtà, e rimango dell’idea che qualsiasi tipo di tensione si può sciogliere comunicando e io di base sono un comunicatore instancabile. Si può anche avere uno scontro, purchè si resti nei limiti del rispetto dei ruoli e delle persone.”
Avendolo visto all’opera devo dire che Paolo Cannova è uno dei Coach che meglio sa interpretare i momenti e gestire gli scompensi emotivi dei propri allievi. In questo è davvero un formatore eccezionale. Mi è capitato di incontrarlo nei tornei con Salvo magari dopo 4 eliminazioni al primo turno e trovarlo sorridente ed affabile col suo cappello ormai diventato mitico, trasmettendomi la passione e il piacere di stare in quel determinato contesto. Condividi un po’ di tempo con lui e ti dimentichi la famiglia lontana, le inevitabili delusioni di una attività professionale sempre precaria per definizione (esattamente come quella di tutti colori che girano il circuito, dai tennisti ai coach, passando per i direttori dei tornei e i giudici arbitri). I grandi Coach fanno la differenza proprio su questo fronte, delle emozioni. Quando passi del tempo accanto a gente come Paolo Cannova così come Umberto Rianna o Gipo Arbino e segui il match vicino a loro ti accorgi di come con un battito di ciglia possano orientare positivamente il loro giocatore in ogni momento della trasferta determinando molto nei ragazzi.
Salvo, tre consigli da dare ad un ragazzo che si affaccia adesso ai Futures.
“Oggi più che mai con le nuove regole del Transition Tour che rendono complicatissimo prendere punti ATP il primo consiglio è NON DEMORDERE MAI. I primi tempi sono duri se non sei il fenomeno di turno. Il secondo è quello di cercare un TEAM in cui credere ciecamente e sentirsi ricambiati nella considerazione, anche umana non solo tecnica. Il terzo è LAVORARE: faticare e impegnarsi è una condizione necessaria assolutamente anche se può non essere sufficiente per sfondare. Tuttavia senza impegno niente risultati.”
A proposito di Transition Tour, siete favorevoli o contrari?
Paolo risponde: “Io sono contrario al cambio: finirà per limitare la crescita del movimento. E per crescita non intendo solo il fatto che meno tennisti si affacceranno al mondo PRO perché scoraggiati dalle nuove regole. Vedi, il movimento del tennis avrebbe bisogno di una base più ampia e i 2000 professionisti aiutano proprio in tal senso. I bimbi o i ragazzi si avvicinano al tennis col sogno di diventare professionisti e avere come vicino di allenamento al circolo un ragazzo che magari non diventerà top 100 o forse nemmeno top 300 ma si allena come un top player e fa una vita da professionista li aiuta a crescere. Insomma un 800 del mondo è già un esempio per i ragazzi agonisti di qualsiasi livello ed un volano per il movimento. Poi c’è un altro fattore, e include gli aspetti sociali del tennis e dello sport in genere. Vedi, un buon avvocato, un insegnante in gamba, o un medico che salva vite umane non possono che essere grati di un loro passato di tennista agonista di alta performance. In altre parole competere a così alti livelli, anche se non si raggiungono risultati aiuta l’uomo inserito nel tessuto produttivo o sociale a diventare più performanti e resistenti alle pressioni anche in altri contesti. Questo è studiato scientificamente: lo sport è determinante in tal senso. Ora ti faccio un esempio: Pietro Licciardi, persona che stimo molto, ha deciso di smettere, era 800 del mondo. Le esperienze vissute nel circuito e fatte per competere nel tennis (allenamenti duri, resistenza fisica e alla frustrazione, capacità di riconoscere e poi gestire le emozioni) gli torneranno molto utili nella sua prossima professione, qualsiasi cosa decida di fare e sarà un uomo migliore. E il rischio con queste nuove regole è che i Licciardi non esisteranno più, semplicemente perché finiranno per demordere. Quindi alla fine ci saranno solo 750 professionisti ma anche un numero inferiore di persone con delle importanti competenze. In altre parole si abbasserà il livello.”
Non sappiamo dove potrà arrivare Salvo Caruso, ciò che è sicuro è che il mondo tennistico trae un beneficio enorme da persone come Salvo e il suo team.
Ecco la TC Quadro Tennis Academy, dove si allena Salvo Caruso quando non è in giro per i tornei. E’ una meravigliosa struttura alle porte di Siracusa, velocemente accessibile da tutte le città della Sicilia orientale e a soli 25 minuti dall’aeroporto di Catania, di nuova costruzione con campi da tennis in diverse superfici e tutti illuminati. Fiore all’occhiello la club House che ospita oltre al corpo spogliatoi, una palestra da 250 metri quadri attrezzata Technogym, un centro benessere e due sale fitness. Adiacente ai campi si trova un altro corpo spogliatoi con sala relax e sala tv. Il centro di allenamento della TCQ si presta in maniera perfetta per tutti quei giocatori che vogliano affacciarsi al tennis di alto livello, grazie alla doppia superficie di gioco e dei programmi di allenamento svolti da personale qualificato e certificato FIT, da un Coach Internazionale: programmi che sono stati già utilizzati con successo da quei tennisti che già si allenano presso la struttura. Location davvero perfetta per quei giocatori che intendono utilizzare il centro come Academy.
Alessandro Zijno