ATP Challenger 2023, Week 27: Finale amara per Zeppieri vittima di un infortunio in Germania. L’argentino Diaz Acosta trionfa a Milano
Bloomfield Hills, MI, Usa (CH Tour 75, Hard): [7] S. Johnson (Usa) b. M. Kukushkin (Kaz) 6-4 6-7 7-6
Milano, Italia (CH Tour 75, Terra): [1] F. Diaz Acosta (Arg) b. M. Gigante (ITA) 6-3 6-3
Vincendo il terzo titolo stagionale, Facundo Diaz Acosta celebra l’ingresso tra i top-100 ATP. “Il sogno di tutti quelli che iniziano a giocare: poter vivere con questo sport”. L’argentino è stato premiato da Francesca Schiavone, di casa all’ASPRIA Harbour Club e accolta da un’ovazione. Onore delle armi per Matteo Gigante, affaticato dalle battaglie dei giorni scorsi.
Milano resterà nel cuore di Facundo Diaz Acosta. Vincendo l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (73.000€, terra battuta), il 22enne argentino ha raccolto i punti necessari per raggiungere l’obiettivo sognato da chiunque inizi a giocare a tennis: entrare tra i top-100, il Sacro Graal del nostro sport. Battendo Matteo Gigante con un doppio 6-3, si è garantito la certezza di attestarsi intorno al numero 96 ATP. Testa di serie numero 1 all’ASPRIA Harbour Club, l’argentino ha confermato i pronostici e ha intascato il terzo titolo stagionale dopo Savannah e Oeiras. Nell’afa milanese (la temperatura non è mai scesa sotto i 30 gradi), nessuno dei due ha espresso il suo miglior tennis: Diaz Acosta per la tensione, Gigante per la stanchezza accumulata negli ultimi due giorni. Il match si è deciso nel cuore del primo set: sul 3-3, Diaz Acosta ha giocato un brutto game di servizio, commettendo tre doppi falli e concedendo ben quattro palle break a Gigante, incapace di sfruttarle (l’argentino è stato bravissimo sulla seconda, annullandola con un efficace serve and volley). Sul 4-3, l’azzurro si è trovato 40-15 ma si è fatto brekkare con qualche errore di troppo. E ancora: chiamato a servire sul 5-3, Diaz Acosta ha commesso due doppi falli nei primi due punti e ha dovuto rimontare da 15-40, riuscendoci grazie a una maggiore solidità nello scambio. In sintesi, dal 3-3 al 6-3 Gigante ha avuto la palla game in tutti i giochi, ma l’ha sempre spuntata l’argentino. A quel punto è emersa la fatica e il secondo set ha offerto meno spunti: troppo spesso il romano si è liberato dello scambio con la palla corta, ma più per necessità che per effettiva convinzione: il break arrivava già al terzo game (2-1 e servizio). L’ultima chance per l’azzurro arrivava nel gioco successivo, quando si procurava una chance del 2-2, ma Diaz Acosta la cancellava con una gran prima di servizio. Pochi minuti dopo, il bonaerense poteva festeggiare con il suo coach (Juan Manuel Tiscornia, uno dei tecnici della sua accademia) e poi si lasciava andare a un urlo liberatorio.
DIAZ ACOSTA: “HO TANTO DA MIGLIORARE”
“Faceva molto caldo, poi era una finale ed eravamo entrambi nervosi – racconta Diaz Acosta – quest’anno ne avevo giocate alcune, quindi ero più abituato di lui. Tuttavia sapevo di giocarmi i top-100 ATP e il tabellone principale dello Us Open, dunque ero molto teso. Allora ho provato a concentrarmi sulla tattica, sul come giocare e non pensare a fattori esterni”. In effetti, nel primo set, nel suo tennis si sono creati dei varchi che nei turni precedenti non si erano visti, a partire dal gran numero di doppi falli. Gigante, tuttavia, non ne ha saputo approfittare. È stata una finale tra mancini, dunque chiediamo a Diaz Acosta se ha dovuto pensare a qualche accorgimento tattico. “In realtà dipende dai singoli giocatori – racconta – per esempio Matteo possiede un ottimo rovescio, dunque dovevo evitare che lo tirasse con i piedi dentro il campo, cercando di tenerlo lontano dalla riga. A quel punto, provavo a essere io a dominare lo scambio. Credo che sia stata la chiave”. Come detto, con questo successo entrerà tra i top-100 ATP e si garantirà la sua prima ammissione diretta nel tabellone principale di uno Slam, al prossimo Us Open. “Un traguardo davvero importante: chiunque inizia a giocare a tennis vorrebbe diventare top-100 per vivere di questo sport, che è incredibilmente difficile – dice con una punta d’orgoglio – adesso è il mio compito sarà mantenere questo livello e occuparmi delle cose da migliorare, che sono moltissime”. Con la sua nuova classifica, potrebbe anche pensare di cambiare programmazione e inserire più tornei ATP nella sua attività… “Domani farò una riunione con i miei allenatori e vedremo il da farsi. Di sicuro la prossima settimana resto in Europa, poi si vedrà”. Lo vedremo in campo a San Benedetto del Tronto, proprio come Gigante. E curiosamente entrambi esordiranno contro un belga: Kimmer Coppejans per l’argentino, Michael Geerts per il romano, che ha mancato per un soffio il titolo nel giorno del 73esimo compleanno del suo illustre concittadino, Adriano Panatta.
SORPRESA SCHIAVONE
A proposito di campioni Slam, durante la premiazione c’è stata una gradita sorpresa: accolta da un filmato con gli attimi più emozionanti del suo successo al Roland Garros, ha partecipato Francesca Schiavone. Nostra Signora del Grande Slam è a capo dello “Schiavone Team Lab”, interessante progetto tecnico che fa base proprio presso l’ASPRIA Harbour Club: nel suo intervento si è complimentata con il circolo, “Che è una fonte inesauribile di iniziative ed eventi. Bravissimi”. Ed è stata lei, insieme al presidente BCS Giuseppe Fumagalli, a premiare un Diaz Acosta felicissimo di poter scattare alcune foto insieme a una leggenda del tennis. Va dunque in archivio la 17esima edizione di un torneo che ha passato a pieni voti l’esame del cambio di data: giocare nella prima settimana di Wimbledon ha permesso di irrobustire il campo di partecipazione, con tanti giocatori di livello assoluto e una partecipazione-record dei tennisti italiani. È mancata la ciliegina sulla torta di un successo azzurro, ma si sono viste bellissime cose, soprattutto da Matteo Gigante (il cui livello è ben superiore alla 211esima posizione che acquisirà con i punti della finale) e Flavio Cobolli, unico a togliere un set a Diaz Acosta. Senza dimenticare quel Luca Nardi che nei quarti è arrivato a matchpoint contro Gigante. Una grande settimana di tennis in un grande club, vanto della città di Milano… e non solo.
Karlsruhe, Germania (CH Tour 75, Terra): [8] A. Tabilo (Chi) b. [4] G. Zeppieri (ITA) 2-6 1-0 Rit.
Finale amarissima al Challenger di Karlsruhe, in Germania, per Giulio Zeppieri (n.125 nel ranking ATP). Un infortunio ha infatti fermato l’ascesa dell’azzurro, costretto a ritirarsi durante la finale contro il cileno Alejdandro Tabilo, numero 145 ATP.
Il torneo di Karlsruhe, montepremi di 73.000 euro e giocato sulla terra battuta, stava proseguendo nel migliore dei modi per Zeppieri: il laziale infatti stava conducendo il match, forte del 6-2 con quale aveva vinto il primo set.
Tuttavia, il destino ha riservato a Zeppieri un colpo di scena inaspettato e dolorosissimo. Durante il primo game del secondo set, l’atleta italiano ha subito un infortunio alla caviglia a seguito di una storta in campo. Rincorrendo una palla a sinistra, il piede si è bloccato nella terra, con una brutta storta alla caviglia. Nonostante il tentativo di resistere, il dolore ha avuto la meglio, costringendo Zeppieri al ritiro.
Ora, la speranza di tutti è che l’infortunio non sia di natura grave e che non coinvolga i legamenti, un danno che potrebbe comportare una lunga pausa di recupero e riabilitazione. In queste ore, Zeppieri sta subendo una serie di esami diagnostici per valutare l’entità dell’infortunio.
Per Giulio Zeppieri, Karlsruhe rappresentava la quarta finale challenger della sua carriera. Le precedenti tre finali hanno visto l’atleta emergere vincitore a Barletta nel 2021, battendo Cobolli, e a Cherbourg nel 2023, dove ha superato Droguet. L’unico precedente amaro risale al torneo di Rovereto del 2023, quando ha perso contro Stricker.
Ora, la speranza di tutti i suoi tifosi e sostenitori è che possa recuperare presto per tornare in campo più forte di prima.
Santa Fe, Argentina (CH Tour 50, Terra): [1] M. Navone (Arg) b. [Q] A.D. Vallejo (Par) 6-2 6-4
Troyes, Francia (H Tour 50, Terra): [Q] M. Guinard (Fra) b. [Q] C. Hemery (Fra) 6-4 6-3
Alessandro Zijno