ITF WTT Femminile 2022, Week 3: La nuova star Polina Kudermetova, sulle orme della sorella Veronika, trionfa a Kazan. Esordio con vittoria in un match professionistico per Alessia Manca
W25 Monastir, Tunisia (25K, Hard): [5] N. Han (Kor) b. K. Sebov (Can) 6-3 6-2
Vittoria nel 25mila di Monastir per la coreana Na-Lae Han, esperta tennista che ha già vinto parecchio in passato e questo è il suo dodicesimo titolo a livello ITF, nessuno tuttavia conquistato in Europa.
Nuria Brancaccio e Lisa Pigato out al primo turno.
W25 Manacor, Spagna (25K, Hard): J. Mikulskyte (Ltu) b. [4] Y. Naito (Jpn) 6-3 6-3
La venticinquenne lituana Justina Mikulskyte vince a Manacor il quarto torneo da pro della sua carriera, il più importante finora e festeggia il best ranking al numero 303 WTA. Battuta in finale l’ottimo prospetto nipponico, Yuki Naito, una 2001 spettacolare, che è già stata Top 200 WTA e presto tornerà a brillare giocando tornei anche più importanti. Quarti di finale per Martina Di Giuseppe: la tennista dei castelli romani è un po’ calata in classifica ma ha sempre un gioco, basato su cambi di ritmo e smorzate sopraffine, che mette in difficoltà le avversarie. Secondo turno per Federica Rossi, mentre Tatiana Pieri e Anna Paradisi sono state eliminate al primo turno nel main draw.
W25 Florianopolis, Brasile (25K, Hard): E. Mandlik (Usa) b. [7] B. Gatica (Chi) 6-0 6-4
Best ranking anche per Elizabeth Mandlik, che conquista quasi 100 posizioni e si piazza al numero 396 della classifica mondiale. La figlia della campionessa Mandlikova ha demolito le sue avversarie con un gioco moderno e aggressivo, con un po di fortuna nei quarti e in semi dove le sue avversarie si sono ritirate durante i match, facendo le scelte giuste nei momenti importanti e dimostrando così di poter ambire a traguardi incredibili fino a qualche tempo fa per la ventenne americana. Proveniente da Boca Raton, Elizabeth è la figlia di Hana Mandlikova, campionessa Slam trentasei anni fa agli Us Open. Elizabeth ha una storia particolare, perché è stata concepita in maniera naturale, ma grazie all’aiuto di un maschio che è sempre rimasto nell’ombra. Il suo papà e la sua mamma sono stati solo e soltanto Hana Mandlikova, con l’ausilio delle compagne, visto che la ex tennista cecoslovacca, ora cittadina australiana, è omosessuale. La Mandlikova ha 2 figli, “Elli” appunto come chiama la sua Elizabeth e Mark, sono gemelli e lei non li ha mai forzati a giocare a tennis. Anzi, ha fatto ancora di meglio: quando loro hanno manifestato la voglia di migliorare con la racchetta in mano li ha affidati alle cure di Coach Gabriel Trifu. Elizabeth ha vinto a Florianopolis il suo quinto titolo da pro, e alla fine del match di finale ha dichiarato: “mia madre non mi ha mai messo pressione, anzi per me è una risorsa perché sa come ci si sente in certi momenti e può capirmi. Lei mi dà sempre buoni consigli.” La ragazzina ci sa fare, tira forte, non si risparmia, rischia il giusto, serve molto bene. In altre parole ha un gioco molto americano, con una personalità chiara ed una identità di gioco da chiara attaccante da fondo. Sa anche variare tuttavia. Dichiara di non aver mai sofferto per l’orientamento sessuale di sua mamma, che ormai è pubblico. In realtà Hana si sposò con un maschio, un imprenditore nel campo della ristorazione, l’australiano Jan Sedlak. Hana rimase incinta, ma come successe a Chris Evert, decise di non proseguire la gravidanza. La voglia di maternità però si manifestò anni dopo, e la vicenda assume tratti molto particolari. Così li racconta la Mandlikova stessa:”La gente può dire quello che vuole, ma i bambini, tutti i bambini, hanno il diritto di essere amati e questo è l’importante. Non rivelerò nè ora né mai il nome del padre dei miei figli, Elizabeth e Mark, due gemelli. Saremo amici tutta la vita anche se non vedrà mai i suoi figli. C’è un patto tra noi, lui sapeva che volevo diventare madre e ha deciso di aiutarmi, ma poi di ritirarsi nell’ombra.” All’inizio la Mandlikova crebbe i due ragazzi con la compagna di allora, Liz Resseguie, una personal trainer newyorkese, poi la loro storia è terminata ed ora la ex campionessa vive con Sidney Billier, curiosamente anche lei una personal trainer. Non c’erano azzurre in Brasile.
W 15 Cancun, Messico (15K, Hard): [5] H. Inoue (Usa) b. [2] M.J. Portillo Ramirez (Mex) 1-6 6-3 7-6
A Cancun trionfa l’americana Hina Inoue, 18 anni, al secondo titolo ITF in carriera da Pro dopo quello conquistato nella scorsa stagione sempre a Cancun. La tennista di chiare origini giapponesi è stata anche Top 100 come Juniores.
Secondo turno per Lara Pfeifer, mentre Gala Arangio, bravissima a superare le quali è uscita al primo turno.
W15 Kazan, Russia (15K, Indoor Hard): [1] P. Kudermetova (Rus) b. [8] A. Kovaleva (Rus) 6-0 6-4
In un torneo in cui nel main draw c’erano solo tenniste russe o bielorusse finisce col vncere la grande favorita, la fortissima Polina Kudermetova (classe 2003!), che festeggia il best ranking al numero 513 WTA, curiosamente nella stessa settimana della sorella Veronika che si assesta al numero 35 WTA dopo il terzo turno agli Aus Open. Da bambina Veronika comincia con il tennis per caso; ecco come lo ha spiegato in una intervista: “Trascorrevo l’estate nella nostra casa di campagna e una mia amica mi ha invitato a provare il tennis, perché si annoiava a giocare da sola. Non solo non avevo mai preso una racchetta in mano, ma non avevo assolutamente idea di cosa si trattasse. L’idea mi sembrava comunque più attraente che lavorare nel giardino della nonna. Avevo molta energia e, sorprendentemente, sono persino riuscita a colpire la palla. Mi è piaciuta molto la sensazione che mi dava il gioco”. In quel momento ha sette anni, ma probabilmente avrebbe comunque incontrato il tennis di lì a poco, perché anche il padre lo pratica, e con grande passione. Lo stesso Eduard racconta per esempio di infiniti match disputati con i compagni di Club durante i periodi di pre-season svolti in Finlandia; partite giocate sino all’una o le due di notte, approfittando del fatto che in estate oltre il circolo polare artico il sole non tramonta mai.
Ora oltre a Veronika gioca a tennis anche la figlia minore Polina: anzi, a detta del padre, Polina potrebbe rivelarsi la Serena Williams di famiglia, cioè la sorella più giovane ma più dotata.
Nei suoi anni da junior Veronika va incontro alle tipiche difficoltà che affrontano le giovani russe nello sviluppare l’attività a livello internazionale. È noto infatti che le tante giocatrici di valore emerse nei primi anni Duemila erano anche il frutto di una precisa politica sportiva voluta da Boris Eltsin in persona. In quel periodo esisteva un sistema di reclutamento e formazione tecnica con a disposizione notevoli mezzi finanziari, che andavano in aiuto ai club e alle giocatrici. C’erano quindi condizioni favorevoli per sostenere la cruciale fase di formazione, quella che richiede alle adolescenti viaggi e spostamenti, anche molto impegnativi, senza alcun ritorno economico immediato.
Dopo la fine dell’era Eltsin (morto nel 2007) le cose cambiano; vengono chiusi i rubinetti statali e le giocatrici devono procedere con pochissimi aiuti economici. Il padre di Kudermetova aveva provato in parte a ovviare al problema: quando si era trasferito a giocare a Mosca, aveva chiesto fra i benefit del contratto che la figlia potesse far parte di un circolo di tennis di qualità, in modo che fosse seguita al meglio, da allenatori competenti. Ma per i viaggi all’estero le difficoltà economiche persistevano. Pochi aiuti dalla federazione, Veronika deve rinunciare ai viaggi più lunghi e selezionare i tornei a cui partecipare. Allora il padre, che dopo il ritiro dall’hockey ha cominciato a seguirla da vicino, cerca soluzioni alternative. Nel 2012 trova un appoggio dalla federazione austriaca: l’ipotesi è quella di cambiare bandiera e giocare per l’Austria. Per questo Veronika si trasferisce per un paio di mesi a Vienna; ma lo fa malvolentieri: non le piace l’idea di cambiare nazionalità. E al dunque si oppone: il padre racconta che a un certo punto gli dice esplicitamente che o giocherà da russa o smetterà con il tennis. Risultato: ritorno a Mosca.
Forse anche per questi ostacoli arriva la decisione di chiudere a soli 16 anni con il tennis junior e dedicarsi completamente ai tornei ITF, passando professionista. Ma gli inizi non si riveleranno semplici. Per Polina, sulle orme della sorella, sarà tutto più semplice, con meno ostacoli, visto che ora i problemi economici appaiono secondari. La ragazzina è fortissima, più della sorella Veronika alla stessa età, ha più opportunità ma… saprà avere la stessa capacità di resistere alle difficoltà che inevitabilmente incontrerà sulla sua strada? E quando comincerà a perdere, arrivata a livelli più alti, sarà in grado di rimandare la gratificazione senza risentirne sul piano psicologico?
W15 Antalya, Turchia (15K, Terra): B. Palicova (Cze) b. [4] I. Yoruk (Tur) 6-3 7-6
Barbora Palicova viene dalla Rep. Ceca ed è l’ultimo prodotto della magnifica scuola dell’ex Cecoslovaccia. Numero 21 come Juniores, oggi già Top800 WTA, la giovane campionessa ceca vince ad Antalya il suo primo titolo da Pro dopo aver fatto finale la scorsa settimana. Palicova è anche una delle giocatrici ceche fortissime in quel gruppo di età pari o inferiore a 17 anni, e si unisce alla 17enne Linda Noskova, alla 16enne Linda Fruhvirtova e alla 15enne Sara Bejlek nell’aver vinto un titolo ITF di singolare femminile. Attenzione anche alla bulgara Mihaela Tsoneva che ha fatto quarti di finale partendo dalle quali. Unica azzurra nel main draw è stata Linda Salvi che è uscita al primo turno. Peccato per Anastasia Piangerelli che ha perso nel terzo ed ultimo turno di quali dalla Spasova per 15-13 al super tie break. Secondo turno di quali per Rachele Elisa Zingale e anche per una super ragazzina terribile, Alessia Manca che proviene dalla Sardegna e che era all’esordio assoluto in un torneo PRO: per Alessia Manca vittoria nella prima partita contro la ceca Nicol Benesova in due set giocati molto bene. Ho conosciuto Alessia Manca qualche anno fa, quando era ancora poco più che una ragazzina- oggi ha 18 anni- e venne al circolo dove alleno a Pomezia, al Roman Sport City, in compagnia di altre tenniste professioniste, Alessandra Pezzulla e Irene Garbo (ora Irene è in America). Ognuna di loro mi colpì per qualcosa di positivo, e di Alessia Manca ricordo una grinta davvero incredibile. Le accompagnai ad un torneo di seconda categoria, andarono tutte molto bene e Alessietta si tolse diverse soddisfazioni. Forse quei giorni scattò in lei anche qualcosa di speciale. Presto vorrei parlarne in un articolo dedicato, così come di Irene Garbo che si è trasferita a giocare e studiare negli Usa.
W15 Cairo,Egitto(15K, Terra): [3] A. Zolotareva (Rus) b. [5] S. Sakellaridi (Gre) 1-6 6-3 6-2
Con quel servizio nessuno credeva che la Sakellaridi sarebbe arrivata così in alto, invece continua ad inanellare successi anche se in questo torneo si è dovuta inchinare alla fortissima russa Anastasia Zolotareva, 20 anni e già 7 titoli, tutti conquistati al Cairo, dove soggiorna per varie settimane l’anno e gioca moltissimi tornei. Best ranking per Zolotareva al numero 465 WTA e anche per la Sakellaridi che si piazza al numero 527 del mondo. Secondo turno per Sofia Rocchetti mentre Vittoria Modesti e Giuliana Bestetti sono state eliminate all’esordio nel main draw.
Alessandro Zijno