ATP Challenger 2020, Week 47: Brandon Nakashima, il futuro USA. Miglior azzurro della settimana Federico Gaio, quarti ad Ortisei
Guayaquil, Ecuador (CH Tour 80, Terra): F. Cerundolo (Arg) b. [3] A. Martin (Svk) 6-4 3-6 6-2
Senza azzurri in tabellone, successo per Francisco Cerundolo, giovane fenomeno argentino di soli 22 anni che guadagna 36 posizioni e si issa alla posizione numero 162 del ranking mondiale avendo conquistato in Ecuador il suo secondo titolo Challenger dopo Spalato sempre nel 2020. Ottima prestazione per l’olandese Jesper De Jong, poco conosciuto ancora ma che si sta facendo valere su differenti superfici dimostrando di avere il livello dei Challenger, semifinalista e da oggi numero 285 ATP.
Orlando, FL, Usa (CH Tour 80, Hard): B. Nakashima (Usa) b. [4] P. Gunneswaran (Ind) 6-3 6-4
Senza perdere nemmeno un set Brandon Nakashima è arrivato in finale e poi ha sconfitto nettamente anche l’indiano Gunneswaran. Nakashima ha solo 19 anni, è considerato il futuro del tennis americano, ed è al suo best ranking al numero 166 ATP. Primo titolo Challenger per l’americano di origini asiatiche. Brandon Nakashima, nato il 3 agosto 2001. Il suo nickname è B-Nak. È nato 13 giorni prima di Jannik Sinner. Ed è secondo solo all’altoatesino nel ranking dei 19enni. Il cognome è giapponese, ma il nonno con il quale ha cominciato a giocare a tennis all’età di poco più di tre anni era quello materno, vietnamita. Alto 1.85×78 kg, i tratti fisici sono orientali, ma lui è nato a San Diego e anche il padre Wesley è nato in California, mentre la madre è nata in Vietnam ma a cinque anni si è trasferita in California. I genitori sono entrambi farmacisti. Ha giocato per il college dell’University of Virginia ed è stato dichiarato freshman (matricola) dell’anno nel 2019 della Atlantic Coast Conference, per poi passare professionista. Dal torneo di Delray Beach di quest’anno è allenato da Pat Cash e lì subito ha raggiunto i quarti battendo quattro Top 100. Il colpo migliore è il rovescio, l’idolo è Roger Federer. In una recente intervista per Ubitennis ha dichiarato:
“Indosso sempre la mascherina in pubblico, cerco di stare attento quando esco”. È grato della possibilità che ha avuto di allenarsi su campi privati, così da poter continuare a lavorare e giocare match con avversari di livello. Il rapporto speciale con il nonno materno: “È originario del Vietnam, ed è stato lui a portarmi in campo a tre anni e mezzo. Abbiamo iniziando sui campi pubblici, e da allora ho iniziato ad allenarmi tutti i giorni”. Come sta andando con il suo nuovo coach, Pat Cash, e come è cambiato il loro legame durante la pandemia? “Ci siamo visti per la prima volta dopo il mio match d’esordio a Delray Beach. Da lì abbiamo iniziato con qualche sessione d’allenamento qui in California, e soprattutto nell’ultimo periodo è diventato sempre più presente. Siamo entrambi contenti di star creando un legame sempre più stretto”. Cash ha detto di aver subito notato la straordinaria manualità del ragazzo – pensa anche lui che sia la sua qualità migliore? “Ho sempre avuto una buona mano, e infatti da piccolo ero bravo in tanti sport diversi. Da quando lavoro con Pat ho continuato a migliorare sotto questo aspetto, perciò sì, credo che la manualità sia probabilmente la mia qualità migliore”. Il loro primo incontro: “Avevamo un paio di amici comuni al tempo del mio ingresso fra i pro, e io stavo cercando un buon allenatore. Pat mi è stato consigliato da più parti, così ci siamo sentiti al telefono per conoscerci meglio. A Delray Beach era un periodo di prova, ma dopo un paio di settimane abbiamo deciso di proseguire a tempo pieno sul tour”. Chi sono i suoi idoli d’infanzia? “Mi è sempre piaciuto veder giocare Federer, ma penso che il mio gioco sia più simile a quello di Djokovic”. Com’è stato allenarsi con Nadal? “Un paio d’anni fa stavo giocando Wimbledon juniores, e ho conosciuto Rafa mentre si scaldava per uno dei suoi match. È stata una grande esperienza; lui era ovviamente focalizzato sull’incontro, ma è stato veramente carino e rispettoso nei miei confronti. Prima di allora non avevo mai giocato con nessuno che avesse colpi tanto arrotati sia sul dritto che sul rovescio!” Chi sono i migliori talenti del tennis europeo? “Nel 2018 ho giocato le ITF Junior Finals in Cina, quindi ho affrontato I sette migliori altri junior. Ho giocato contro gente come Musetti e Tseng Chun-Hsin, e penso che avranno tutti un grande avvenire. Hugo Gaston è un altro giocatore di grande talento, e si muove bene”. Per quanto riguarda gli USA, la sua scelta ricade su Sebastian Korda, con cui gioca spesso nel Challenger Tour. Brandon ci parla della transizione dai junior ai professionisti: “Per me è stato fondamentale andare all’università [a Virginia, ndr] per una stagione a 17 anni, ha aiutato tantissimo il mio gioco e mi ha fatto maturare come persona. Consiglierei a un sacco di giocatori di provare l’esperienza universitaria, perché è un modo per verificare se si è pronti o meno a passare pro. In autunno ho deciso di provare a giocare dei Challenger e ho ottenuto dei buoni risultati; ho capito che il mio gioco era pronto per il tour professionistico e che ero abbastanza maturo da provarci, e così ho deciso di fare il salto”. Un breve riassunto dei suoi migliori risultati negli Slam juniors: “Il primo anno [2018, ndr] ho fatto i quarti a Parigi e New York, mentre la scorsa stagione sono arrivato in semifinale a Flushing Meadows”. Come si sta sviluppando il suo gioco con Pat Cash? “Durante gli allenamenti qui in California abbiamo deciso di lavorare tanto sul gioco in avanzamento e su quello a rete, così da poter variare maggiormente gli schemi. Ovviamente Pat era uno dei migliori giocatori di serve-and-volley, quindi sto solo cercando di imparare da lui e dalla sua competenza”. Come la pensa sul tennis a porte chiuse: “Sarà interessante, siamo tutti abituati ad avere persone che ci guardano mentre giochiamo, quindi credo che per molti sarà un po’ strano all’inizio. Per quanto mi riguarda non sarà una questione importante, mi sto concentrando sul mio gioco e credo di poter fare bene con o senza di loro”. La vita fuori dal campo: “Cerco di rilassarmi e divertirmi. Mi piace giocare ad altri sport, quindi nei giorni liberi gioco a golf con gli amici o sto a casa a guardare la TV, cerco di distrarmi dal tennis. Non mi piace andare in discoteca, non è mai stata la mia idea di uscita – preferisco le serate tranquille con gli amici”. Quanto ne sa di storia del tennis? “Non molto, in realtà. Mi piace però guardare partite del passato, incontri di decenni fa, per notare le differenze con il gioco attuale. Il loro stile era completamente diverso, tutto serve-and-volley, si cercava di prendere rapidamente la rete. È interessante vedere quanto il gioco sia cambiato, quanto i giocatori siano cambiati”. Le prospettive di Brandon per il 2022/2023: “L’obiettivo è di migliorare a livello di risultati e di classifica. Forse per allora sarò riuscito a raggiungere la Top 10”. Dopo i Big Three, chi diventerà il nuovo N.1? “Fra i Top 10 attuali, credo che Medvedev e Tsitsipas abbiano le chance migliori di vincere degli Slam. Fra noi giovani, invece, i NextGen, trovo che Shapovalov abbia un buon gioco, e anche Auger-Aliassime ha buone possibilità di fare bene”. I consigli più frequenti di Pat Cash: “Devo migliorare il footwork, soprattutto nell’ottica dei match al meglio dei cinque, e devo lavorare sulla condizione atletica. Il dritto e il senso del campo devono salire di livello. Pat mi dice spesso anche di variare il gioco e di offrire palle diverse all’avversario, cose che credo potranno aiutarmi a vincere tante partite e a non essere troppo prevedibile. Imparare ad avanzare verso la rete mi aiuterà anche a variare di più da fondocampo”. Non c’erano azzurri a Orlando.
Ortisei, Italia (CH Tour 80, Indoor Hard): [2] I. Ivashka (Blr) b. [5] A. Hoang (Fra) 6-4 3-6 7-6
Anche Ivashka era arrivato in finale senza perdere nemmeno un set e il ventiseienne bielorusso ha portato a casa il suo secondo titolo Challenger della stagione (il quarto in carriera) riavvicinando la top 100. Oggi è 109 ATP, distante circa 20 lunghezze dal suo best ranking piazzato nel febbraio 2019 (80 ATP). Dotato di un servizio bomba che sul veloce di Ortisei certamente lo aiuta, Ivashka ha il tipico gioco del bombardiere, con schema servizio diritto e pochi scambi da vedere. Eppure è un che anche su terra sa giocare bene, e si adatta, perché non si muove male, nonostante sia alto più di 190 cm. Quarti di finale per un Federico Gaio sempre più convinto e presente, eliminato dal russo Karatsev che nel periodo sta giocando molto bene. Secondo turno per Bobby Marcora mentre Prinoth, Musetti, Pellegrino, Zeppieri, Nardi e Viola sono stati eliminati all’esordio nel main draw.
Alessandro Zijno