Alessandro Bega, nel circuito maggiore come un bambino al parco giochi
Intervista ad Alessandro Bega di Luca Fiorino
Alessandro Bega ha 29 anni, attualmente è numero 353 ATP, ha un best ranking al numero 259 ed ha vinto ben 16 torni a livello Futures in carriera. E’ un allievo storico di Laura Golarsa che lo ha preso da ragazzino e lo ha portato a grandi livelli. Possiede buoni fondamentali, un gioco da fondo molto solido con colpi piatti e una predilezione per il cemento. E’ praticamente una garanzia a livello ITF, mentre a livello Challenger sta provando a crescere. Ho spesso scritto che è sottovalutato dalla critica, lui però tira diritto per la sua strada con lo spirito vincente che lo contraddistingue.
Giorni di quarantena a Milano per Alessandro Bega.
“Sono a Milano e sto passando questi giorni come tutti. Mi alleno quanto posso, e sto cercando di imparare a cucinare. Sono i miei esordi in cucina, figurati che in due anni è la prima volta che accendo il forno. Un po’ di partite alla play, ma non sono tra i più forti perché non gioco tantissimo.”
Stop forzato dopo l’avvio di stagione straordinario di Alessandro Bega.
“Avevo iniziato l’anno molto bene e di conseguenza ero anche molto carico per il resto dell’anno. Mi ero messo in una classifica grazie alla quale potevo giocare i Challenger in continuità, e quindi sono stato un po’ penalizzato da questa situazione.”
Riflessioni sull’aiuto economico ATP e ITF ai giocatori secondo Alessandro Bega.
“Se dovesse arrivare l’aiuto ben venga per tutti, forse io avrei fatto diversamente rispetto a dare 10mila a tutti. Anche perchè il 600 del mondo non guadagna mai quella cifra lì. Avrei modulato meglio magari dando aiuti a scalare, anche perché comunque il 700 del mondo per dire è un signor professionista e come tale va aiutato, però magari il 250 ATP avrebbe guadagnato di più quindi in proporzione poteva aspirare ad un maggiore aiuto.”
16 titoli Futures in totale per Alessandro Bega (uno solo su terra in Turchia nel 2017): a quale sei più legato?
“Forse a Milano3 perché io sono milanese, e quindi quello più vicino a casa, con tanti amici a vedermi. Il titolo in Kuwait è stato il primo, e quindi anche quello lo tengo nel cuore.”
Tre quarti di finale a livello Challenger per Alessandro Bega: dove hai avuto più chance?
“A Bangalore è stata lottata la partita con Nguyen e a Shangai ho perso con Kavcic al terzo ed ero 2-1 con break sopra.”
La scelta di Alessandro Bega di giocare a Cancun e di andare in fretta e furia a Rennes.
“La settimana prima ho fatto il Challenger ad Ann Arbor e l’idea era di fare la settimana successiva un 25mila dollari in California. Poi in realtà in questo 25mila non sarei entrato in main draw, ma solo in quali e allora insieme al mio allenatore Aldi abbiamo deciso di andare a Cancun anche se era un 15mila dollari. Una volta che mi trovavo in America andare a Cancun non era così impegnativo, da Detroit c’era anche un volo diretto a 100 Dollari. Ho vinto il torneo senza perdere nemmeno un set, quindi possiamo dire che è andata bene.”
La vittoria di Alessandro Bega in lotta con Pellegrino in Francia.
“A Rennes sono arrivato lunedi sera, stanchissimo dopo la notte di domenica in aereo dove ho dormito pochissimo e dopo il viaggio da Parigi dove avevo fatto scalo. Con “Pelle” avevo iniziato male, o meglio lui aveva iniziato molto bene, e io ho carburato piano piano: quando la mia adrenalina è salita allora il match è andato in lotta e sono uscito fuori vincendo la partita, avendo anche match point contro. Ho pagato la stanchezza il giorno dopo con Ilkel.”
Il sodalizio di Alessandro Bega con Aldi e i motivi della separazione con Golarsa.
“Con Aldi abbiamo cominciato questo inverno con la preparazione, lo avevo visto in giro, lo avevo conosciuto e mi era piaciuto. Con Laura Golarsa ci siamo lasciati in grande amicizia, la sento ogni tanto e lei è stata e sempre sarà parte integrante del mio tennis. Avevo solo bisogno di cambiare, a 29 anni volevo provare a trovare altri stimoli, un altro modo di mettermi in gioco. Ho lavorato fin da bambino con Laura, fin da quando ho iniziato e oggi con Aldi mi trovo molto bene lo stesso.”
L’emozione del match ATP di Alessandro Bega a Washington nel 2017 vs Jaziri.
“Ero andato a giocare prima un Challenger, poi volevo provare l’esperienza dei tornei maggiori e così mi sono iscritto a 3 tornei ATP negli USA. Ho fatto Newport, Atlanta e Washington. Nell’ultimo torneo, il 500 di Washington sono riuscito finalmente a qualificarmi e ho trovato il tunisino Jaziri, col quale ho lottato tre set e quini sono anche contento. Del resto io gioco a tennis per divertirmi ai massimi livelli, per cui è un ricordo molto bello. Anche quando ho perso in quali a Newport e Atlanta restare tutta la settimana lì, a contatto con i tennisti più forti del mondo mi ha fatto sentire come un bambino al parco giochi. Allenarsi con loro, vivere quelle emozioni, è ciò per cui davvero si gioca a tennis.”
Primo obiettivo per Alessandro Bega centrare le quali Slam.
“Direi di sì, che l’obiettivo è centrare le quali Slam: ci sono andato molto vicino quando ero best ranking che sono finito fuori di 1 a Wimbledon. Oggi che i Futures danno ancora meno punti bisogna giocare Challenger. L’anno scorso mi sono ritrovato nella terra di mezzo quando ci sono stati i cambiamenti delle classifiche, ora ero rientrato alla grande, peccato questo stop.”
Il periodo di Alessandro Bega con Sinicropi, Molina, Della Tommasina.
“Eravamo giovani, da Under. Ho cominciato con Molina e Sinicropi, Della Tpmmasina è arrivato dopo. E’ stato un bel periodo, eravamo un gruppo in grande sintonia e questo era molto importante. Ci faceva piacere ancora di più allenarci e andare in giro per tornei.”
Gli screzi di Alessandro Bega con Setkic nel Challenger di Andria.
“Con Setkic ogni volta ci sono state delle discussioni. Quella volta se non ricordo male non c’eranp stati problemi durante il match, ma lui alla fine senza motivo è venuto ad urlarmi in faccia e farmi i pugnetti. Io lo guardavo con l’aria perplessa. Gli ho dato la mano e sono andato a sedermi, e lui continuava. Io fuori dal campo non lo conosco, per cui non mi permetto di giudicare e quel che succede dentro al campo per me finisce lì.”
Un futuro da allenatore per Alessandro Bega?
“Non ho ancora seriamente pensato a cosa fare “da grande” ma non escludo che mi piacerebbe fare il coach. Il tennis è il mio mondo, è ciò a cui mi sono dedicato da sempre per cui vorrei restarne all’interno. Ad oggi non mi vedo come Maestro da circolo, ma più come Coach itinerante magari, visto che mi piace viaggiare, qualcosa di dinamico.”
Cosa manca dei viaggi ad Alessandro Bega.
“Mi piace molto viaggiare anche se può essere stancante. Ho la fortuna di poterlo fare grazie al tennis, e a me in genere diverte cercare di conoscere non solo il circolo della città dove vado a giocare ma poter visitare i luoghi di interesse.”
Le avventure di Alessandro Bega in Burundi, Ruanda e Kuwait per racimolare punti.
“In Burundi siamo andati perché c’era la possibilità di fare 3 tornei, due in Burundi e uno in Ruanda, e di prendere punti da spendere poi per il ranking ATP ed entrare più agevolmente in tornei più vicini. Siamo andati in gruppo e siamo stati molto bene. Andando in questi posti particolari ti rendi conto di tante cose, ti colpisce la gente che magari ha meno, però sorride sempre. Conosci realtà nuove, e comunque anche lì in Burundi o Ruanda ci sono i ricchi e infatti il torneo è organizzato in location molto belle, con Hotel dotati di comfort, piscina, ristorante.”
I vestiti regalati da Gerald Melzer in Burundi.
“In Burundi ho perso in finale con Gerald Melzer che andava ogni anno e faceva una cosa molto bella: si portava due valigie in più con abbigliamento, attrezzature, un sacco di cose da regalare ai ragazzi e bambini che lì hanno difficoltà.”
Un sogno nel cassetto di Alessandro Bega.
“Il sogno è entrare in top 100, il traguardo è quali Slam, un passo per volta.”
Alessandro Zijno