Fabrizio Ornago:” Il 2020 doveva essere l’anno della svolta.”
Intervista a Fabrizio Ornago, numero 413 ATP (best ranking 355 nel novembre 2018) di Luca Fiorino
Fabrizio Ornago a casa della nonna.
“Sono a casa di mia nonna ormai da 5 settimane, ero appena tornato dal Sudafrica e quando è scattato il lock down sono rimasto qui. Studio, mi alleno fisicamente. Poi nel pomeriggio da una settimana seguo dei pazienti del San Raffaele come fisioterapista.”
La laurea in fisioterapia di Fabrizio Ornago e il doppio percorso col tennis.
“La mia convinzione di fare il giocatore di tennis inizia l’ultimo anno di Università quando privo di ogni pressione ho pensato di provarci sul serio. La Laurea era la mia priorità ma sentivo di poter essere anche un tennista professionista e di avere qualche chance. Io in 3 anni sono arrivato al best ranking, poi sono stato penalizzato dal cambio di regolamento che c’è stato nel 2019. Però il mio best ranking non l’ho quasi mai usato e questo mi lascia un po’ di rammarico. Ad inizio 2019 i miei programmi erano di giocare principalmente Challenger, però sono riuscito a giocarne solo una decina. Alla fine delle superiori non ero molto convinto di poter fare il giocatore e ho preferito concentrarmi sugli studi. Non me ne pento, però se avessi scelto il tennis forse avrei avuto qualche aiuto federale.”
Primo ricordo con la racchetta di Fabrizio Ornago.
“Mia nonna è stata la prima a mettermi la racchetta in mano, poi anche mia mamma mi ha stimolato facendomi prendere lezioni col Maestro. Qui nel condominio dove abita mia nonna c’è un campo da tennis che ora ovviamente è chiuso per la pandemia. Io ho cominciato a giocare su questo campo. Tutto questo qui a Gorgonzola. Nei primi tornei prendevo delle belle batoste da bambini che giocavano da più tempo di me.”
Le prequalificazioni agli IBI di Fabrizio Ornago.
“Ho sempre preferito mettere da parte le prequalificazioni perchè ho sempre ritenuto che portassero via troppo tempo, alla fine si perdono anche 3 settimane. Io penso di dover recuperare l’esperienza persa in passato durante gli studi. Però mentre stavo all’Università ho provato e per due volte sono anche riuscito ad andare a Roma: la prima volta ho perso con Burzi e la seconda volta con Naso che poi andò anche avanti nel torneo.”
Lo spirito avventuriero di Fabrizio Ornago tra esperienze nel mondo e aneddoti.
“A parte l’Asia sono andato dappertutto (in realtà è andato in Sri Lanka dove ha fatto 3 settimane con anche due semi su terra NDR). L’Asia non l’ho provata per una questione di superfici, perché lì si gioca prevalentemente sul cemento e io sono più un giocatore da terra. In Sudamerica, in Bolivia sono andato anche perché una signora boliviana amica di famiglia mi parlava della sua nazione da quando ero piccolo e infatti mi ha trovato lì in Bolivia persone che mi hanno ospitato e mi ha anche dato le chiavi di casa sua. Poi sono stato un paio di volte negli USA, dove la qualità dei Futures è più alta rispetto all’Europa. Sono un viaggiatore. Non ho paura a viaggiare. In Uganda se ne possono raccontare molte di cose strane: paletti della rete che non toccano per terra perché la rete la toglievano ogni notte. Prima di una semifinale mi sono allenato senza rete e senza righe perché le righe venivano rifatte la mattina. Palline da cricket che entravano in campo durante le partite, un amico che si sente male e gli viene diagnosticato il colera: in questo ultimo caso siamo scappati dalla camera. Questi tornei in Africa forse sono un po’ più semplici ma poi alla fine vincere è difficile dappertutto.“
I cinque titoli Futures in carriera per Fabrizio Ornago, tutti sulla terra.
“Io preferisco giocare sulla terra però se hai visto la programmazione di quest’anno ho provato ad inserire anche tornei sul cemento. Ho giocato 4 Challenegr di fila sul cemento e non sono stato molto fortunato con i sorteggi: ho pescato Vanni che sul veloce si trova magnificamente, poi Leshem e Altamirano che praticamente giocano solo sul cemento. Solo Safranek è uno che come me forse predilige la terra, per il resto non era per niente facile.”
Dove sente di dover progredire Fabrizio Ornago? Il lavoro con Mauro Capocchi.
“Penso di dover migliorare in risposta. Mi accorgo che nelle partite in cui rispondo meglio, poi funziona meglio anche il servizio. Questo inverno con Mauro Capocchi ho lavorato molto sulla fluidità. Nelle prime settimane dell’anno sono riuscito ad esprimere un ottimo tennis, soprattutto con Barranco Cosano in Turchia. In allenamento i miglioramenti li sento e quindi li sto riportando anche in performance, anche se ancora non in tutte le occasioni. Non vedevo l’ora di poter giocare i Challenger su terra, e il periodo primaverile con i Challenger italiani sarebbe stato il momento decisivo o comunque importante per me. Stavo salendo di livello e questo grazie comunque all’opportunità di giocare i Challenger, anche se i risultati non sono stati buoni. Nei Futures i primi turni possono essere anche molto modesti, il che non ti aiuta nel crescere di livello. Ad esempio al Cairo ho giocato la prima partita sotto livello, la seconda non l’ho giocata perché il mio avversario è stato male la sera precedente: quindi in pratica sono arrivato a giocare i quarti che era quasi una settimana che non giocavo ad un certo livello. Non mi sentivo pronto e infatti ho perso col russo Shevchenko in due set.”
Le differenze coi Futures e il tipo di gioco da fronteggiare secondo Fabrizio Ornago.
“Il tennis tra Futures e Challenger è piuttosto differente: c’è il discorso del time, perché nei Futures non essendoci raccattapalle il giocatore deve prendersi le palline da solo e quindi gli arbitri sono più permissivi sulle perdite di tempo. Una decina di punti a partita nel mio caso magari li perdo anche per questo motivo, perché l’avversario recupera le energie. Il giocatore da Futures è un filo diverso da quello dei Challenger: regala di più, esce più spesso dal match, fa scelte tattiche non sempre oculate, cose che non trovi ai livelli più alti dove nessuno ti regala assolutamente nulla e tuti giocano alla morte. A volte anche le motivazioni nei primi turni sono inferiori nei Futures: vinci una partita e prendi 1 solo punticino, ne vinci due e ne prendi 2. Non bisognerebbe pensarci ma sono effettivamente pochi.”
L’emozione del primo torneo vinto in Bosnia da Fabrizio Ornago guidato da coach Recchia.
“In Bosnia sono arrivato in finale che ero distrutto dopo quarti e semi durissime. Nei quarti avevo giocato con Ejupovic, una lotta tremenda ripetuta poi in semi con altre due ore e mezza di partita con Jotovski. Per fortuna Serdarusic era più stanco di me perché si è ritirato nel primo set consentendomi di vincere il torneo: non ricordo se aveva problema al polso o al gomito. Vincere così il torneo mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca però lo ricorderò sempre con grande gioia perché è stato l’unico che ho vinto col mio Maestro presente, che all’epoca era Davide Recchia mentre adesso mi alleno con Mauro Capocchi da settembre scorso. Ora c’è anche Andrea Saliu che dà una mano a Coach Capocchi. La sera stessa dopo la finale vinta sono anche finito all’ospedale per un virus intestinale.”
La promessa mantenuta da Fabrizio Ornago alla sua ragazza nonostante il cambio di racchetta.
“Lo scorso anno in Bulgaria ho vinto un altro torneo per ritiro in finale, ma in semi contro Tepavac ho giocato una delle mie migliori partite in carriera. Ricordi meno belli in Uganda perché ci sono state troppe situazioni spiacevoli anche se ho vinto il torneo. Nel torneo del Cairo dello scorso anno dissi alla mia ragazza che avrei vinto il torneo e così fu anche se avevo cambiato racchetta.”
Eliminate tutte le app di livescore.
“Ho eliminato tutte le app di livescore perché soprattutto durante i tornei sono una fonte di stress pazzesca. Mi interessa seguire i risultati, sapere cosa succede ma almeno durante i tornei mi serve stare più tranquillo. Non sono funzionali per me.”
L’aiuto economico per i giocatori durante il coronavirus secondo Fabrizio Ornago.
“Ci sono due livelli di aiuto. Il primo livello è questo che deriva dall’attualità del Coronavirus e dei tornei fermi completamente che quindi non consentono alcun guadagno. Un secondo livello è un aiuto a lungo termine che ATP e ITF devono pensare per i tennisti che non entrano negli Slam.”
La cifra stanziata per ogni tennista di seconda fascia.
“La cifra stanziata per ogni giocatore dovrebbe essere intorno a 10mila dollari.”
Tante spese e poche possibilità per poter vivere di solo tennis secondo Fabrizio Ornago.
“Paghiamo comunque molte tasse, 250 dollari solo per essere nella player zone, poi c’è l’IPIN 65 dollari, 40 dollari l’iscrizione ad ogni torneo, a fine anno si arriva a spendere mille euro solo per giocare. Dai prize money che vinci poi devi togliere le tasse, da pagare sia nel Paese dove si svolge il torneo sia nel Paese di origine del tennista. Più ovviamente allenamenti, viaggi, pasti, attrezzatura e quindi le spese sono immense. Una idea potrebbe essere quella di creare dei codici sconto con le compagnie aeree da parte di ATP e ITF in modo di avere voli un po’ meno cari. Mentre i voli di andata puoi programmarli, e magari risparmiare un po’, per quelli di ritorno è impossibile visto che non sai quando uscirai dal torneo. Così capita che per un volo dalla Turchia spendi 250 euro quando all’andata ne hai spesi 70.”
Un focus sui punti assegnati nei vari tornei internazionali secondo Fabrizio Ornago.
“Nei Futures può succedere di tutto, può capitare che al primo turno devi giocare contro un avversario molto forte, magai fai una fatica del diavolo per vincere e ti porti a casa solo 1 punticino. Mentre magari in altri tornei arrivi in semifinale giocando contro avversari modesti. Anche nei Challenger poi se peschi una Wild Card locale magari vai bene. La riforma che hanno fatto è stato un contentino. Rimanere nel limbo tra entro/non entro nel Challenger è un problema anche in termini di programmazione: compri i voli all’ultimo, non riesci ad organizzarti come si deve, insomma sono tutte fonti di stress che bisogna imparare a gestire. Spesso ti capita di arrivare all’ultimo quando invece arrivare prima ti aiuta ad ambientarti, allenarti sui campi, provare le palle.”
Previsioni sul rientro nel circuito e i tornei MEF Events.
“Secondo me rientrare quest’anno è complicatissimo perché devono prima riaprire i confini tra i vari Stati. Speriamo di poter giocare almeno la serie A. Il MEF Events è una buona idea però io non credo che vorrò viaggiare e spendere soldi per un Open. La MEF è una organizzazione eccezionale, per cui sarà sicuramente ben fatto.”
Il sogno nel cassetto di Fabrizio Ornago.
“In ambito tennistico sicuramente riuscire a giocare i tornei del Grande Slam. In ambito lavorativo mi piacerebbe aprire con altri amici e colleghi uno studio con diverse figure della riabilitazione, come può essere l’osteopata, il fisioterapista, un preparatore atletico. Creare in altre parole un centro di riabilitazione sportiva, indirizzato verso gli atleti ma non solo. Una cosa fatta bene con palestra, piscina riabilitatoria, un campetto per il rientro all’attività, uno studio per il medico.”
Alessandro Zijno