Giulia Gabba: ”La gioia più grande al torneo di Biella. Il tennis rappresenta il mio stile di vita.”
Intervista a Giulia Gabba di Alessandro Nizegorodcew per Sportface.it
Nuova puntata di ’15 minuti con…’ in cui il direttore Alessandro Nizegorodcew intervista Giulia Gabba (ex numero 183 Wta, 33 anni di Casale Monferrato). Dai primi exploit sino al grave infortunio a Wimbledon, passando per aneddoti e racconti di una carriera breve ma intensa. Tra passato, presente e futuro, Giulia ha parlato anche delle settimane come coach di Sara Errani in Messico e di Martina Di Giuseppe a New York.
Come ha iniziato Giulia Gabba a giocare a tennis?
“Io ho iniziato quando avevo 6 o 7 anni, e ho cominciato perché i miei genitori e anche mia sorella giocavano. All’inizio praticavo anche altri sport oltre al tennis, come basket, nuoto, e sci nel week end. Poi pian piano andando avanti con l’età, ho finito per scegliere solo il tennis, che ha vinto il ballottaggio con il basket.”
Come sono stati gli anni da Junior per Giulia Gabba?
“Fino ai 13/14 anni non è che fossi proprio un fenomeno. Anzi ricordo che proprio da Under14 avevo giocato contro Sara Errani al primo turno e mi aveva piallato. Poi da più grandicella ho cominciato a vincere qualche partita in più e ho cominciato a prendere fiducia.”
Giulia Gabba è stata numero 15 ITF a livello mondiale, e come ha vissuto quel periodo a cavallo tra il percorso Under e quello WTA?
“Il mio primo torneo da under18 l’ho vinto a Cipro, ed era un Grado 4. Fu molto emozionante. Da lì ho preso un po’ di fiducia e sono andata a fare il circuito in Sudamerica. Nel primo torneo e nel primo match sono partita in modo disastroso, non tiravo una palla dentro. Per fortuna si è messo a piovere, il match è stato interrotto e ho parlato un po’ col mio Maestro. E’ scattato qualcosa di positivo e da quel momento non solo ho giocato meglio, ma ho vinto il match e ben 12 partite di fila. Due tornei vinti, e di Grado1. Ho preso un po’ di classifica, grazie anche poi ai punti del doppio che valevano per il ranking. Il doppio l’ho sempre giocato abbastanza bene e alla fine ne ho presi tanti di punti. Il mio Maestro era Alberto Bovone, che mi ha guidata dall’inizio fino ai 18 anni.”
Primi anni nel circuito professionistico di Giulia Gabba.
“Ho bruciato le tappe. Ho giocato pochi 10mila dollari, forse 5, e ho ricevuto una Wild Card dalla Federazione per un 25mila dollari. Ero circa 900 del mondo, e invece in quel 25mila ho raggiunto la semifinale guadagnando tante posizioni in classifica. Son passato subito 600 WTA e così avevo il ranking per i tornei superiori, saltando la gavetta dei 10mila dollari.”
Il primo risultato di prestigio di Giulia Gabba è la finale a Biella nel 2005.
“Ricordo benissimo che partii dalle qualificazioni e fino al giorno prima di giocare la prima partita non volevo nemmeno andare perché volevo proprio smettere di giocare a tennis. Mio padre però insistette e mi disse che non avrebbe pagato la multa per la cancellazione tardiva. Per cui dovevo andare. Ma ero in un momento un po’ di crisi, ero stanca dei sacrifici e forse volevo fare la vita delle diciottenni “normali”. Alla fine invece ho vinto 7 partite di fila e la voglia di smettere se ne è andata.”
Giulia Gabba e il Foro Italico.
“La prima volta al Foro è indimenticabile, e con la Scholl ho vinto l’unico match. Ma all’epoca ero molto caterpillar, vivevo tutto in modo molto leggero, oggi sono molto più tesa per una partita di Serie A o di un Open. Anche alle prequali ero tesissima.”
Nel 2007 è l’anno migliore e anche più sfortunato di Giulia Gabba.
“Quello era l’anno in cui mi allenavo con Beraldo, ero molto libera di testa, non avevo pressioni. Questo mi portò a giocare il mio tennis migliore. L’anno prima era venuto a mancare mio padre, ed ero arrivata ad un bivio se fate la tennista professionista o mettermi a studiare. Quell’infortunio a Wimbledon nel momento migliore fece la scelta per me.”
Come andò quel Wimbledon per Giulia Gabba?
“Mi stavo allenando prima del primo match con la Cibulkova. Mi fece una smorzata maledetta: partendo per andare a prendere la palla sentii una fitta dolorosa alla schiena. Avevo già fastidio al nervo sciatico da mesi quindi probabilmente c’era già qualcosa che non andava. Il giorno dopo avevo ancora un dolore cane, e andai dalla fisioterapista di Wimbledon che mi diede degli antinfiammatori. Riuscii così a giocare e anche a vincere la prima partita con la Dubuis ma il giorno successivo non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto. Ernia del disco. La fisioterapista tra l’altro lì a Wimbledon mi disse testualmente di scordarmi di giocare ancora a tennis per il resto della vita. In realtà dopo nemmeno un anno ero in campo, però ormai avevo fatto un’altra scelta.”
Riprendi nel 2008 comunque e ti riavvicini alle prime 200 del mondo, ti eri un po’ ripresa.
“E’ vero che ho fatto due tornei in Sudamerica, proprio all’inizio della ripresa, per trovare entusiasmo, ma poi ho girato sempre meno. Andai ad Acapulco, posto bellissimo, poi Colombia e Cile, insieme a Sara Errani perché il mio maestro non poteva seguirmi. Andai lì quindi con Sara e il suo allenatore Pablo Lozano. Feci poi semi al Tiro a Volo a Roma, che è un bel torneo, battendo Lucic, Camerin e la Bovina prima di perdere con la Meusburger che era una che non sbagliava mai. Anche se stavo giocando abbastanza bene, ormai avevo cominciato l’Università, non avevo voglia di viaggiare troppo, e volevo finire Scienze Motorie nei tempi giusti.”
Giulia Gabba ha smesso nel 2012.
“Sì per colpa della Balducci che mi ha sconfitto per tre volte consecutive al terzo set negli ultimi 3 tornei internazionali della mia carriera. Comunque ci penso spesso a come sarebbe potuta andare diversamente la mia carriera anche se poi alla fine non ho rimpianti. E’ andata come doveva andare.”
Quale è stata la gioia più grande sul campo da tennis per Giulia Gabba?
“Sicuramente il torneo di Biella. E ti dico di più, non solo giocai un gran tennis arrivando in finale ma quella finale l’avrei anche potuta vincere se non avesse piovuto. Abbiamo giocato indoor, senza pubblico, altrimenti forse avrei potuto portare a casa il titolo. In quel circolo lì ho conosciuto tante persone con cui sono tuttora in contatto e quindi è uno dei ricordi più belli comunque. Qualche settimana prima di Biella ero in Russia per due tornei: dopo una brutta sconfitta con Kleybanova con il mio allenatore parlammo 3 ore e alla fine io avevo davvero deciso di prendermi una vacanza dai tornei. Così chiamo la mia amica Elisa Salis e le dico: ”Vengo a Cagliari a farmi una settimana a casa tua. Ho fatto così una settimana di benedetta vacanza, dove il tennis era l’ultimo dei pensieri per me. Da lì sono andata 3 giorni a Genova da Alice Canepa e mi sono allenata con lei. Questo cambiare aria mi fece molto bene. ”
Cosa stai facendo oggi Giulia Gabba?
“Prima del Coronavirus mi stavo allenando per giocare la Serie B. In genere sto giocando qualche Open quando riesco.”
Giulia Gabba Coach di Sara Errani e Martina Di Giuseppe.
“Con Sara dai 18 anni in poi c’è sempre stato un rapporto bellissimo e ogni tanto continuavamo a sentirci. Quest’anno l’ho contattata per sondare la sua disponibilità per giocare nella competizione a squadre e nel parlare lei mi propone di accompagnarla in Messico. Il tempo di organizzarmi e le risposti di sì. Più o meno simile la stessa cosa è successa con Martina Di Giuseppe che ho accompagnato agli US Open. A New York con Marty molto bene anche se il risultato non è stato meraviglioso. Però non è stata fortunata nel sorteggio. Con Marty c’è un tipo di rapporto per cui sono senza dubbio più seria di quando accompagno Sara con la quale passiamo molto tempo a ridere. Comunque anche come Coach c’è tanto da soffrire, l’emozione è tanta. Con Sara ad Acapulco ero carichissima così come anche lei. Sara veniva da un momento difficile, e il mio obiettivo come Coach era farle ritrovare serenità. Attraverso questa serenità avrebbe ritrovato il suo tennis, e così è stato.”
Il Coach è quello che Giulia Gabba vuole fare?
“Non ho ancora le idee chiare, ma spero che ricapiti qualche altra occasione del genere.”
Che cosa ha rappresentato per Giulia Gabba il tennis e che cosa rappresenta oggi.
“Il tennis è stato sempre uno stile di vita per me. Tutta la mia esistenza era improntata su questo sport e oggi cerco di trasmettere questa mia passione ai miei allievi facendo la Maestra.”
Alessandro Zijno