Gian Marco “Jimbo” Moroni, il bufalo:” Grande feeling con Oscar Burrieza.”
Vidi per la prima volta Gian Marco Moroni a Barletta nel primo turno di quali nel 2016, giocò una partita onesta contro il romeno Dragos Dima e perse in tre set. Ma tra i due mi piacque molto di più Gian Marco, del quale apprezzai tantissimo proprio la grinta e la carica. Era già un bel bufalino. Lo rividi poi qualche mese dopo a Frascati e in quella occasione giocò meno bene, perse con Gianluca Di Nicola sempre al primo turno. Al Due Ponti, nel Challenger 2016, finalmente lo vidi giocare molto bene contro Dino Marcan, che tuttavia era più un doppista e agevolmente il Bufalo riuscì ad incornarlo. E lo vidi giocare altrettanto bene contro Mikael Ymer, che si vedeva già che sarebbe diventato un fenomeno con un timing sulla palla pazzesca e 2 gambe che volano. A quei tempi Jimbo faticava troppo per fare il punto. Sprecava molte energie su ogni palla, anche se probabilmente la lotta è il suo punto forte. In realtà la palla gli viaggia abbastanza, probabilmente staranno lavorando con Oscar Burrieza proprio per imporre maggiormente il suo gioco, essere più aggressivo fin dai primi scambi e provare soluzioni più rapide per chiudere il punto. Anche perchè il servizio era pesante e anche veloce, utilizzava bene le rotazioni. Ora sembra proprio cresciuto su tutti i fondamentali. (Alessandro Zijno).
Intervista a Jimbo Moroni, 22 anni, 236 ATP (BR 212) di Luca Fiorino
La quarantena a Roma di Jimbo Moroni
“Sono a casa con i miei genitori, mia sorella, mia nipote. Di solito non passiamo molto tempo insieme quindi questa è una opportunità per godersi la famiglia.”
Tutorial sugli allenamenti e giornata tipo di Jimbo Moroni
“Mi sono divertito a fare questo tutorial con gli allenamenti e posso dirti che qualcuno mi ha anche copiato gli esercizi quindi a qualcosa è servito. La mia routine non è cambiata troppo: faccio un po’ di yoga al mattino, poi faccio atletica, leggo e pranzo. La seduta atletica più dura la faccio il pomeriggio, oggi ad esempio ho lavorato sulla forza, ieri cardio. Se si può considerare lavoro fisico ho anche zappato l’orto.”
Passioni e hobby.
“Ho tante passioni come la fotografia, approfondire l’alimentazione. Sto leggendo dei libri che parlano di nutrizione e di biologia.”
Quiz: prime partite Future e Challenger di Jimbo Moroni.
“Prima partita a livello Future, vinto con Emanuele Molina a Cesena nel 2013. A livello Challenger persi con Simone Vagnozzi a Perugia nel 2015.”
Pronuncia del nome “Trongcharoenchaikul” e l’episodio assurdo di Bangkok.
“La pronuncia del ragazzo thailandese è impossibile, sembrava una canzone quando l’arbitro lo nominava. A Bangkok sì, condizioni impossibili: 35 gradi e 90% di umidità. Non riuscivo nemmeno a correre, perché le solette delle scarpe su bagnavano a causa del sudore. Poi nel terzo set mi hanno preso i crampi su tutto il corpo, una esperienza terribile, un vero incubo. Pensa che avevo i crampi anche sulle dita delle mani che mi si chiudevano da sole. Lì bisogna avere la fortuna di giocare dopo pranzo, perché cala un po’ la temperatura e anche l’umidità. Giocare prima di mezzogiorno è uno sport estremo a Bangkok. Infatti ci sono stati tanti ritiri. La settimana precedente avevo fatto semifinale, battendo tanti giocatori forti come Arnaboldi e Durasovic, giocando veramente bene. Durasovic e Tseng stavano giocando bene nel periodo e le condizioni veloci della superficie non erano semplici. Però mi sono adattato bene e son stato bravo ad accettare le difficoltà. Con Karatsev in semifinale non sono entrato così bene in partita.”
Le due finali Challenger a Mestre e Roma.
“L’ultima a Roma con Laaksonen, ma non ho molti rimpianti perché ho giocato bene. Ho avuto un po’ la sfortuna che il match è stato interrotto per pioggia mentre stavo giocando un buon tennis e mi pare che avessi una palla break nel secondo set. Lui poi ha alzato il livello nel tie break e poi nel terzo ha giocato veramente bene.”
Sogno nel cassetto e obiettivi posti a inizio stagione di Jimbo Moroni.
“I sogni preferisco tenermeli per me. L’obiettivo di quest’anno era entrare in top 200 e poi magari più in là entrare nei top 100.”
Il rapporto con Oscar Burrieza.
“ Con Oscar Burrieza ho trovato subito una grande sinergia, abbiamo un bel feeling. Abbiamo anche dei tratti di personalità che combaciano. Ero in un momento particolare e lui mi ha dato tranquillità, quella serenità che mi serviva per affrontare i match. E infatti i risultati si sono visti subito. Sento di essere migliorato molto.”
La pressione interna e il pretendere molto da se stessi.
“In realtà non mi sono mai sentito troppo sotto i riflettori, ho avuto buoni risultati ma non eccezionali. Fino a 15 anni ho vinto molto, poi niente di pazzesco. Poi la pressione me la sono messa addosso da solo. Poi c’è un altro aspetto: l’unico obiettivo che avevo era colpire bene la palla e giocare. E invece non ragionavo su cosa mi faceva vincere o perdere le partite. Ad un certo punto poi guardavo troppo i risultati, i miei e quelli degli altri. Vedevo uno della mia età che magari era già 500 del mondo mentre io ero 1200 e vivevo le emozioni susseguenti ai paragoni. Poi ho capito che i paragoni non servono a niente, perché ognuno ha la sua crescita, il suo percorso.”
Idolo tennistico di Jimbo Moroni e sportivo in assoluto.
“Nadal come tennista ed era Kobe Bryant come sportivo in assoluto. Più che i risultati mi affascina il loro impegno, la massima professionalità. Anche se non fossero stati dei supercampioni avrebbero messo esattamente lo stesso impegno in quel che hanno fatto. La mentalità è quella, se Nadal era 200 del mondo lo vedevi fare le stesse cose.”
Roma, il torneo dei sogni per Jimbo Moroni?
“Come per ogni romano è Roma il mio torneo preferito; al Roland Garros ho giocato da Junior, vorrei entrare nel main draw degli US Open.”
Le bestie nere di Jimbo Moroni
“Con Vilella Martinez mi sono infortunato due volte su due alla schiena.”
Studi il tabellone?
“No, non lo studio. Guardo solo gli orari, con chi gioco.”
Analisi pre-match con Oscar Burrieza del prossimo avversario e il quadernone degli appunti.
“A me piace e trovo costruttivo vedere i miei avversari. Mi piace anche vedere i match quando sono ai tornei, quindi osservare da vicino e dal vivo i miei possibili avversari mi diverte e mi aiuta a scegliere le tattiche. Lo stesso fa Burrieza e poi ci confrontiamo. A livello tattico il mio allenatore è uno dei più preparati che conosco: riesce spesso a trovare delle soluzioni per il mio gioco applicate a quello degli avversari. Prima dei match ci mettiamo a tavolino, ed entrambi parliamo delle impressioni e delle possibili tattiche. Io prendo il mio quadernino e mi appunto le mie opinioni e quelle del mio coach. Il mio quaderno è un’arma preziosa perché dentro c’è un data base di tanti tennisti che ho affrontato o che ho potuto studiare.”
Cambieresti in questi ultimi due anni qualcosa delle tue scelte?
“Cambierei quelle volte in cui ho giocato senza l’atteggiamento giusto. La volta famosa a Biella mi ha insegnato molto in tal senso. Ora di me stesso non tollero più che possa lamentarmi o scendere in campo senza quella voglia pazza di far di tutto per vincere ogni singolo punto. E anche vorrei evitare di guardare troppo ai risultati. Potrei anche rimanere col best ranking attuale (212 ATP ad agosto 2018) e precipitare in classifica ma comunque vorrei poter dire a me stesso di aver fatto sempre il massimo in ogni situazione.”
Da dove nasce il soprannome Bufalo per Jimbo Moroni.
“Bufalo nasce grazie a Burrieza nel nostro primo torneo insieme a Punta Del Este in Uruguay: eravamo col fisioterapista e un altro ragazzo spagnolo che si allenava con noi, Javier Marti ai quali la mia energia aveva destato ammirazione. E così Burrieza disse: “questo è un bufalo.” Poi ho giocato il match, e dop che ho vinto ho fatto le corna come i bufali.”
Alessandro Zijno