Flavio Cobolli:”Mi sento pronto a competere nei Challenger. Obiettivo continuità di rendimento all’interno delle partite e ancora più gioco propositivo.”
Intervista a Flavio Cobolli di Luca Fiorino
Il programma di allenamenti in questi giorni di clausura
“Mi alleno mattina e pomeriggio seguendo il programma che mi ha fornito il mio preparatore atletico, e riesco anche ad andare a correre perché vivo in un comprensorio grande. Mi diletto a cucinare e passo tanto tempo col mio fratellino, al quale manco per molte settimane all’anno. Poi guardo tante partite di tennis, soprattutto dei miei due idoli e punti di riferimento, Fognini e Djokovic.”
La descrizione del suo gioco
“Mi piace prendere l’iniziativa, e talvolta perdo il controllo per tentare di “strafare”. Sto lavorando per mettere ordine nel mio gioco, con scelte più utili.”
Primo ricordo nel tennis
“Seguivo in giro per l’Italia mio padre che essendo un tennista professionista faceva i tornei e alla fine delle partite giocavo con lui 10 minuti.”
Il rapporto padre-figlio e differenze sul piano caratteriale e del gioco
“Mio papà è anche il mio Maestro in questo momento, lo scorso anno siamo partiti insieme come Maestro-Allievo e non solo più papà/figlio, e ci siamo dovuti abituare a questa nuova interpretazione del nostro rapporto. Come carattere siamo molto simili, abbiamo le stesse passione, e gli stessi comportamenti in campo. Anche lui aveva un gioco estroso, un po’ pazzo, ed era anche molto grintoso.”
Il progetto della Rome Tennis Academy
“Sono cresciuto al Parioli e ci tengo a ringraziarli per tutto quello che hanno fatto per me e infatti gioco ancora la Serie A lì. Lo scorso anno ho sentito che poteva essere il momento giusto per cambiare e sono andato alla Rome Tennis Academy, dove ci sono tanti ragazzi fantastici, posso allenarmi con altri tennisti molto forti e sto migliorando moltissimo.”
La figura di Matteo Berrettini
“Matteo è sempre stato molto disponibile, sta facendo un grande percorso e si merita questi successi. Mi sono allenato qualche volta con lui, ha una palla pesantissima, difficile da tenere. Mi ha sempre dato dei consigli e lo ringrazio.”
Trascorsi a livello juniores e le emozioni del RG
“Quarti in singolare e finale in doppio al Roland Garros mi hanno regalato molta fiducia. Parigi è sempre stato il torneo dei sogni, il mio preferito: nei quarti potevo fare qualcosa di più, ma ho giocato il doppio turno ed ero molto stanco. Ma c’era tutta la mia famiglia lì a Parigi, ed è stata una grande emozione. Prima dei quarti col giapponese Mochizuki, in mattinata avevo battuto il ceco Forejtek, uno che sicuramente sarà un top player, è pazzesco, ha un diritto favoloso e una palla pesante.”
Giocatori più forti della sua età: Nardi con aneddoto e Damm
“I giocatori più talentuosi del circuito Junior sono sicuramente Luca Nardi, che ho battuto ma col il quale è difficile giocare anche per via della nostra grande amicizia: però mi deve un toast, perché avevamo scommesso un toast che lo sconfitto avrebbe dovuto pagare. Voglio un gran bene a Luca. Poi Martin Damm, un 2003 alto 195 centimetri, tira delle bombe pazzesche sia di servizio sia di diritto.”
La partita con Jianu a Wimbledon
“Al secondo turno ho affrontato questo ragazzo romeno, Jianu, anche lui molto forte, ho perso la gara anche per un po’ di sfortuna e qualche errore. Al tie break mi si sono rotte le corde, ho dovuto cambiare racchetta e per altro era una racchetta nuova, con la quale ho fatto subito doppio fallo. Dopo questa situazione mi sono perso, la mente andava a questo episodio e non sono riuscito ad uscire da questo impasse emotivo: nel secondo set l’intensità agonistica è calata un po’.”
L’ambiente Slam
“Gli Slam sono fantastici, ti danno l’idea chiara di cosa fanno i supercampioni. Li vedi prima dei match, negli spogliatoti, ti rendi conto di come si scaldano, ne rubi lo stile di lavoro. Sono sempre uniti al loro team, condividono le scelte, si allenano, giocano o si riposano col ritmo corretto. C’è tanto da imparare anche solo a stare lì con quel livello. Si possono apprendere tante cose da questi grandi giocatori.”
Il salto nei tornei Futures e la finale di Santa Margherita di Pula
“A livello Futures non puoi permetterti cali di concentrazione. A Pula è stato il primo torneo in cui sono riuscito ad essere concentrato tutta la partita e tutti i match. Infatti sono arrivato in finale esprimendo un buon tennis per tutta la durata del torneo. Ho raggiunto la finale con Fatic e questo proprio perché ho mantenuto un livello medio di gioco positivo per tutto il tempo. La settimana precedente avevo già giocato a Pula e avevo detto a mio padre che stavo percependo dentro di me un piglio diverso, più concentrazione e di conseguenza più continuità di rendimento all’interno dello stesso match: avevo perso 7-5 al terzo con il brasiliano Leite ma avevo avuto buone sensazioni dentro di me.”
L’esperienza nel Challenger di Bergamo contro Zeppieri
“Tra delusione per la sconfitta e contentezza per la prestazione prevale senza dubbio la felicità per aver giocato un gran match: ho avuto 3 match point, ho avuto la dimostrazione di poter giocare ad un buon livello, e infatti ho avuto i complimenti anche di mio padre. Ho giocato alla pari con un grande giocatore come Giulio. Faccio un grande in bocca al lupo a Zeppieri che è un mio grande amico.”
Ti senti pronto per il circuito Challenger?
“Ho tanti aspetti da migliorare nel mio gioco e come dicevo nella continuità di rendimento all’interno dello stesso match. Servizio e gioco a rete sono i punti su cui ci stiamo concentrando. Comunque la risposta è sì, mi sento pronto a competere nei Challenger, arriveranno altre occasioni, spero molto presto.”
Cresciuto nelle giovani di calcio della Roma e l’aneddoto di Bruno Conti
“Io sono arrivato alla Roma a 10 anni, ero ala destra, arrivavo dal Tor Di Quinto. Poi ho anche giocato da terzino, quando serviva. Ho scelto poi il tennis, anche se Bruno Conti mi voleva tenere a tutti i costi. In realtà io già giocavo anche a tennis, quindi il cambio poi ha significato solo l’allenarmi di più con la racchetta.”
L’undici perfetto della Roma
“Modulo 4-3-3 Alisson in porta, terzino destro Cafu, sinistro Chivu, centrali Samuel e Mexes; a centrocampo il mio idolo Daniele De Rossi con Perrotta e Totti trequartista. Poi Delvecchio, Batistuta e Salah. Mi piacevano molto anche Taddei e Vucinic. In panchina anche Aldair, Kolarov, Emerson, Pizarro e Luca Toni. E anche capitan Florenzi che è andato al Valencia e vedrai che tornerà.”
Più facile sfondare nel tennis o nel calcio?
“Guarda io ero già in una squadra professionistica, quindi per me forse sarebbe stato più facile sfondare nel calcio.”
Qual è stato episodio più assurdo vissuto o il luogo più brutto visitato
“Per ora sono sempre andato in posti tranquilli e sereni e non ho vissuti episodi particolari.”
Lo schema che provi di più allenamento
“Prima del coronavirus stavo servendo mezz’ora sia la mattina che il pomeriggio e poi facevo una sessione di tecnica con back e palle corte, e poi provavo il diritto ad entrare, insieme anche alla volee. Vorrei rendere sicuro il gioco a rete e quindi è importante sia il concetto di transizione sia proprio poi meccanizzare il gesto tecnico del colpo.”
Ricordi dell’ITF U18 di Palermo e la sfida con Caldes
“Quarti di finale con lo spagnolo Caldes, che poi arrivò in finale. Palermo è una città splendida dove ho giocato due tornei. Nella prima occasione ebbi un problema fisico, mentre nella seconda mi colpì la febbre, quindi non andò molto bene. posso dire arancini buonissimi e male splendido. La partita con Caldes me la ricordo, avevo perso il primo, poi ero sotto 5-1 nel secondo, ho annullato 10 match point e poi ho perso al terzo.”
Alessandro Zijno