Lorenzo Musetti, numeri da fenomeno e la crescita di un campioncino
Lorenzo Musetti è numero 284 ATP (suo best ranking) a soli 18 anni. Ha vinto a soli 16 anni gli Aus Open 2019 Juniores, ha fatto finale nel 2018 agli US open, ed è stato numero 1 del mondo di categoria nel giugno 2019. Si tratta di quello che potremmo definire un predestinato per mille ragioni: capacità coordinative enormi fin da bambino, una compostezza e una maturità precoce, una facilità di gioco che lo accomuna a molto campioni del passato. Insomma uno che con la racchetta ci sa fare e appare ben indirizzato dal suo coach storico Simone Tartarini ora affiancato anche dal progetto Federale supervisionato da Umberto Rianna che è il responsabile degli Over 18. Come vedremo ha già scalato la classifica PRO, è vicino a partecipare ad uno Slam e ha vinto 2 tornei Futures consecutivi sulla terra rossa di Antalya. Rovescio ad una mano, tocchi fatati, sta senza dubbio lavorando per mettere pesantezza di palla. Tendenzialmente è un tennista che sa variare il gioco, nel senso che ha le doti tecniche. Sa farlo. Tuttavia “quando” farlo è ancora qualcosa che può migliorare tantissimo, e potrebbe essere il suo punto di svolta. (Alessandro Zijno).
Lorenzo Musetti intervistato da Luca Fiorino
La giornata tipo di queste settimane tra cucina e allenamenti in casa
“Tutto questo ha sconvolto il mondo, non è facile allenarsi, ma per fortuna la Federazione ci ha messo a disposizione tutti gli strumenti per poterci allenare mentalmente, attraverso un gruppo instagram privato. Mi alleno bene anche fisicamente grazie a Roberto Petrignani che ci fa i programmi atletici e ci segue, a me come anche a Giulio Zeppieri. E infatti con Giulio ci mettiamo in videochiamata a lavorare insieme. Finchè si poteva mi sono potuto allenare giocando a tennis con Giannessi al circolo di Tartarini. Sto coltivando la passione per la cucina e soprattutto mi sto godendo i miei genitori, la mia famiglia: così ci stiamo dilettando con opera da buongustai, pizza e tiramisù. I lavori atletici sono a corpo libero, e quindi ho tutto quello che serve, elastici, corda.”
La sospensione prolungata
“Sarà un anno di transizione, iniziato male con gli incendi in Australia e chi si adatterà meglio riuscirà a partire bene e quindi poi andare avanti quando tutto tornerà come prima.”
La settimana particolare in Sudafrica durante il coronavirus
“Noi italiani eravamo visti un po’ come avessimo la peste, non eravamo trattati benissimo, ma la tv parlava solo dell’Italia e del boom-coronavirus scoppiato. Io non mi sono adattato bene alle condizioni, ai campi, venivo da Dubai che è uno dei tornei più belli del mondo dove avevo espresso un tennis eccellente e non sono stato capace di abituarmi subito al Sudafrica. E così il torneo è andato male. Ma queste sono esperienze importanti.”
Un anno fa la prima vittoria Challenger per un 2002: in un anno cos’è cambiato?
“L’anno scorso ero partito così così, poi quella vittoria con Maamoun è stata una piccola svolta: è stato bello perché ho potuto condividere a gioia di questa prima vittoria di un 2002 in un Challenger con Giannessi, Donati e Sonego e c’erano anche Gianluca e Filippo Baldi a tifarmi, insomma fu emozionante. In questo anno sono cambiato tanto, ho fatto tante esperienze, tutte nuove. Ho vinto le mie prime partite importanti, come con Gastao Elias. A Francavilla avevo superato un turno complicato lottando con Di Nicola, in un match che si stava complicando. Poi un’altra serie di conferme, per me molto importanti, per la mia consapevolezza. Ho vinto ad un certo punto 12 partite di fila, fino al torneo di Ortisei dove ho addirittura sconfitto Gianluca Mager e anche Zapata Miralles. E poi il match con Copil, con un andamento pazzesco: Copil è stato sempre un giocatore sottovalutato, ed è stato molto bello giocarci, ha un servizio incredibile e un rovescio spettacolare. Copre benissimo la rete. Ero sotto al terzo, lui forse pensava di aver già vinto e sono riuscito a strappare il break che ha cambiato la partita.”
Alla ricerca di stabilità e continuità
“Ora ci vuole più stabilità nel rendimento, meno alti e bassi, e quando ci sono i periodi “bassi” dovrebbero essere un po’ meno intensi e un po’ meno lunghi.”
Chiuso il discorso Copil, i due soprannomi affibbiati a Lorenzo
“E’ venuto anche Pietro Ansaldo con me in Sudafrica, a farmi un po’ da sparring e assistant coach e lui mi ha chiamato “incantatore di serpenti”. O illusionista, anche mi piace.”
Argomento pressione: come la pensi?
“Chiaro che troppa pressione da parte dei media non fa benissimo, però un professionista deve affrontare la pressione agonistica data dall’avversario ma anche quella data dai social, dal pubblico e da situazioni esterne. Io ho avuto la fortuna di essermi distinto già da più piccolo, diciamo che già da Junior lo sentivo e dopo gli Aus Open è aumentata. Poi è uscito Sinner che si è preso una bella fetta di questa visibilità e la conseguente pressione. Diciamo che crescere insieme con Jannik e anche con Giulio Zeppieri, aiuta.”
L’accesa competizione fra i Next Gen
“Mah c’è rivalità ma solo per cercare di fare risultati, cercare di scalare la classifica. Quindi più che una rivalità è uno stimolo.”
Un parere su Thiago Seyboth Wild
“Pensavo già da tempo che potesse esplodere, perché ha una forza esplosiva incredibile, una palla molto pesante. Già quando era Juniores serviva veramente bene. Doveva solo mettere a posto un po’ la parte mentale, era molto incostante. Alternava partite formidabili ad altre non positive, ricordo che quando ci ho giocato in finale agli US Open lui aveva già battuto Bellucci e Jarry nei Challenger, quindi era un ragazzo già con prospettive grandiose.”
Le difficoltà nel salto da circuito juniores a pro
“Il passaggio da Juniores a Pro non è stato facile, perché tra i giovani tanti “regalano”, mentre tra i pro la competizione è sempre all’ultimo sangue. Tennisticamente stiamo lì, non c’è una differenza notevolissima tra i migliori Junior e un certo livello PRO, non è un fattore di tennis e basta. Ma nei Futures e nei Challenger c’è un livello di agonismo esasperato, c’è esperienza, fisicità, non ti regala niente nessuno. Adattarsi non è facile.”
I tre giovani che più lo hanno impressionato
“Ovviamente Jannik, per quello che ha fatto l’anno scorso, gli faccio i complimenti. Giulio Zeppieri oltre ad essere un caro amico, sono sicuro che farà il salto di qualità. E poi ho giocato contro Popyrin a Dubai e lui ha servizio e diritto che sono armi decisive. E infatti è già top 100. Un altro è Ruusuvuori, che ha fatto tanti risultati a livello Challenger e sarà dentro i 100 stabilmente.”
Capitolo studio-tennis
“Con Luca Nardi a Tirrenia frequentiamo la stessa scuola, solo che lui è in terza e io in quarta. Mia madre mi bastona se non studio come si deve, ed è in genere abbastanza dura. Sicuramente io ho scelto il tennis come attività primaria, visti i risultati sta andando bene, ma sempre con un occhio anche allo studio. Improponibile ad un certo punto seguire la scuola pubblica, il Liceo Linguistico, più per un discorso logistico e di assenze, che di profitto perché avevo comunque una buona media. Poi all’Istituto Parini di Cecina, dove si appoggia la Federazione, ho la possibilità di conciliare meglio studi e attività professionistica sportiva.
Se avessi la possibilità con chi ti alleneresti e dove per un mese?
“Una location affascinante è Montecarlo: ci sono stato una volta a fare da sparring al torneo ed è un posto incredibile. Il Country Club vista mare è una meraviglia. Poi con il mio Idolo Roger Federer, ho avuto la possibilità di scaldarlo in Australia ed è stato un sogno che si è avverato. E’ stato grazie a Ljubicic, che ho potuto conoscerlo, perché ci accomuna questa amicizia con Roger. Io ero rimasto dopo le quali, firmando come lucky loser, anche se avevo davanti tanta gente. E questo mi ha dato la possibilità di allenarmi con tanti forti, come Medvedev, Djokovic, ed è stata una esperienza importantissima. Con Roger pochissime parole, gli ho fatto gli in bocca al lupo per il match successivo con Johnson che poi è andato bene.”
Obiettivo prefissato a inizio anno
“Con Simone Tartarini ci eravamo posti l’obiettivo a breve termine di entrare nelle quali del Roland Garros. Ci stavo quasi riuscendo, perché ero arrivato 280 ATP: mancavano 50 o 60 punti, più o meno, per arrivare 240 o 230 per entrare nei quali. Poi è scoppiata questa bufera e ora l’obiettivo è solo allenarsi e mantenersi.”
Tennista più sciupafemmine del circuito Challenger
“Andrea Pellegrino è un bel ragazzo, e quindi può farcela ad essere lo Sciupafemmine top. Lui ha anche tutto per poter svoltare nel tennis che conta, sta lavorando molto bene con Francesco Aldi e trovare il suo equilibrio. Gli manca solo questo.”
Aneddoto Buffon
“Non ho mai incontrato di persona il portierone, mi ha fatto gli auguri tramite instagram. Tramite lui a Juventus mi ha invitato allo stadio. Ovviamente mi piacerebbe conoscerlo di persona sia come orgoglio carrarino sia come orgoglio nazionale, visto che è un grande campione. Anche Bernardeschi è di Carrara ma anche lui non l’ho mai conosciuto.”
Il suo sogno nel cassetto
“Il mio sogno nel cassetto è diventare numero 1 al mondo. Fin da piccolo.”
La partita vista in tv che ti ha fatto innamorare del tennis
“Non mi ricordo una partita in particolare, sono cresciuto nella rivalità tra Roger e Nadal. Le loro molto sfide le ho viste. Il mio esordio nel tennis è grazie a mio padre, più per lui ecco.”
Il colpo vincente che ti dà più soddisfazione
“Il colpo potrebbe essere il rovescio lungolinea.”
Immagina la tua finale perfetta: contro chi e dove?
“Contro Federer a Wimbledon.”
Il gioco del tennista perfetto colpo per colpo
“Diritto di Federer, Rovescio ad una mano Wawrinka, a 2 mani Nole, volee Edberg, smorzata Roger e anche velocità di piedi sempre lui, servizio Isner ma Roger varia di più, la garra Rafa.”
Cosa rispondi a chi ti dice che tiri piano
“Beh, sarà vero ( e ride NDR). Io so come gioco, come posso giocare, sono consapevole del fatto che certe volte non sono stato sufficientemente performante e ci sto lavorando. Però tirare piano no dai. Magari devo aumentare di peso, migliorare fisicamente. Ora ho avanzato il raggio d’azione, cercando di stare meno dietro. Ho anche migliorato i colpi di partenza, servizio e risposta. Credo di cavarmela bene dalla parte del rovescio, forse di diritto devo trovare gli appoggi giusti. Invece sono un po’ ballerino con i piedi, nel senso che non trovo gli appoggi corretti tutti i colpi dalla parte del diritto. Poi proverò a non strappare troppo ed essere un po’ più composto.”
Il rapporto con Jannik Sinner
“Avevamo giocato una volta al Bonfiglio da Under12 e mi aveva stracciato, era anche più grande e a quella età un anno è tanto. Ci siamo rivisti al Bonfiglio da Juniores. E’ un rapporto di stima reciproca. Poi ci siamo trovati a Roma a sfidarci ed è stata una partita bellissima anche se ho perso. Lì ci siamo conosciuti un po’ meglio e non posso dire che siamo amici come con Giulio ma c’è molta stima.”
Hai una bestia nera?
“Sinceramente no. L’anno scorso ho giocato tante volte con Pellegrino, a Pula dove mi ha preso a pallate, a Roma dove ho giocato un buon match e poi avevo perso un match assurdo a Vicenza, nonostante fossi un set e un break sopra dopo 3 ore di match.”
Il ruolo di coach Simone Tartarini
“Con Simone c’è un rapporto speciale. La mia famiglia sono i miei genitori e si è aggiunto Simone. Io ho iniziato a 9 anni con mia madre che mi faceva da autista e mi portava da lui. Ho affrontato tutti i miei passi con lui accanto e lo considero come un secondo padre. Non tutti riescono a trovare un coach con cui legare in questo modo, con tanta confidenza anche se a volte siamo cane e gatto.”
Studio per la patente di guida
“Ora è tutto fermo, ma appena si riprende la vita normale conto di prendere la patente di guida.”
Alessandro Zijno