Massimo Todeschi, il preparatore atletico di Melania Delai:” Con Melly da 2 anni, è una ragazza straordinaria, completa e con un ottimo bagaglio motorio. Team straordinario dove il confronto esalta le performance di Melania.”
Preparatore fisico presso AC Chievo Verona settore giovanile per 5 stagioni agonistiche, e in società dilettantistiche di eccellenza e promozione
Preparatore fisico di tennis presso i circoli Tennis Scaligero Verona per 5 anni, Sporting Club Arbizzano 1 anno, Circolo Tennis Comunali Vicenza 4 anni, da luglio 2017 New Tennis la Rotonda
Preparatore fisico per conto della FIT per 4 anni presso il Centro Tecnico di Vicenza
Collaboratore della CPE, Claudio Pistolesi Enterprise
Giocatori seguiti: Angelica Moratelli,Riccardo Bellotti,Francesco Borgo,Nicola Ghedin,Dayana Yastremska, Luca Giacomini, Francesco Ferrari e numerosi altri atleti
La tua storia, come ti presenti per chi non ti conosce già?
Mi chiamo Massimo Todeschi, sono originario di Bressanone, in Alto Adige, ma da oltre 10 anni vivo e lavoro in Veneto. Svolgo il ruolo di preparatore fisico nel mondo del tennis da 13 anni circa ed ho avuto esperienze anche nel calcio (5 anni nel settore giovanile del Chievo Verona e altrettanti anni con prime squadre di livello dilettantistico).”
Da quanto tempo lavori con Melly e il suo team? Come vi siete conosciuti? Obiettivi a lungo termine?
“Lavoro con Melania da 2 anni e ci eravamo già conosciuti in passato presso il centro tecnico federale di Vicenza quando era convocata presso il CPA; all’epoca lavoravo per la Federazione. Essendo Melania giovane bisogna seguire quelle che sono le naturali tappe di sviluppo e quindi la costruzione dell’atleta è una fase certosina dove si cerca di limitare il più possibile gli errori. Inoltre penso che oggi come oggi se le carriere si sono allungate è merito di una preparazione fisica mirata ed individualizzata che punta a cucire un abito su misura per ogni giocatore.”
Come è cambiata la preparazione atletica negli ultimi anni? Si attinge sempre dall’atletica leggera?
“Penso che la preparazione fisica abbia fatto passi da gigante negli ultimi anni. La base di partenza rimane a mio avviso il lavoro atletico inteso come provenienza dall’atletica leggera ma le metodologie sono state implementate e bisogna seguire fedelmente il modello prestativo di ogni sport. È anche vero che non bisogna seguire le mode. Mi spiego meglio. Ora come ora qualsiasi esercizio o allenamento è “funzionale”; ma funzionale a che cosa e come? Si trovano e si vedono migliaia di esercizi e spunti ma il lavoro con un atleta deve essere sì globale e multilaterale ma ad alto livello si fanno poche cose e fatte bene, e soprattutto serve un metodo di lavoro. Lo studio e l’aggiornamento costante e continuo non deve mancare e personalmente cerco di gestire al meglio il monitoraggio del carico di lavoro e la programmazione dei vari cicli di lavoro.”
E’ vero che il basket ti ispira?
“Guardo con occhio particolare il basket e le metodologie di allenamento perchè ci sono alcune cose che si avvicinano al tennis. I passi (cross-step e shuffle step) sono molto simili, in entrambi gli sport vi è una forte connessione tra parte bassa e parte alta del corpo e sono entrambi sport con gesti che partono dai piedi e finiscono overhead (nel tennis il servizio in primis). Inoltre rimango affascinato dall’agilità che hanno i giocatori di basket: qualsiasi giocatore molto alto messo a confronto con tennisti molto alti – possiamo citare Isner, Anderson, Opelka – è più mobile e dinamico. Questo dovrebbe far riflettere. I cosiddetti lunghi del basket sono comunque giocatori completi anche se partecipano meno all’azione…Nel tennis, con l’importanza che assume il servizio nel gioco moderno, i giocatori alti esaltano al massimo quello e il terzo colpo! Lavorano meno sul miglioramento degli spostamenti laterali per esempio.”
Il lavoro “a secco” è antiquato come proposta o fai qualcosa del genere con Melly?
“Il classico lavoro “a secco” inteso come proposte generali di lavoro sulle capacità condizionali è utilizzato quando si ha più tempo, mi viene in mente la classica off-season dove si cerca di incrementare i parametri fondamentali. Durante la stagione si lavora di più con proposte speciali e specifiche e che riprendono gestualità, movimenti e spostamenti legati al campo da gioco.”
Piccolo esempio di programmazione preseason e piccolo esempio di programmazione durante la performance.
“La programmazione pre-season, va costruita a seconda degli obiettivi legati sia al breve che al medio-lungo termine, soprattutto in un’atleta junior o comunque in fase di formazione. Fondamentale è sapere quante settimane di allenamento si hanno a disposizione per modulare i carichi. Solitamente i primi 100 del mondo hanno circa 4 settimane, con Melania quest’anno ne abbiamo avute 8. Il grosso del lavoro è basato soprattutto sulle capacità condizionali quali forza, velocità/rapidità e resistenza, ma essendo il volume di lavoro elevato si ha il tempo per lavorare a 360° su tanti aspetti legati alla preparazione fisica (mobilità articolare, prevenzione selettiva di alcuni comparti anatomici stressati in campo e il lavoro di scarico e ripristino come l’allungamento, i massaggi e le sedute con l’osteopata). Durante la stagione invece, a seconda del calendario di competizione, si cerca di lavorare il più possibile per mantenere il livello fisico ad un livello più alto possibile. Io credo nel lavoro costante e continuo ed anche durante un torneo ci sono routine di lavoro individuali utili per continuare a migliorare in qualcosa. Ci sono poi alcuni momenti durante la stagione dove inserire e svolgere piccoli richiami atletici.”
Tre consigli per i dilettanti, 3 principi base che chi fa l’amatore
“Tre consigli per i dilettanti possono essere quello di non pensare solo allo sviluppo ed all’incremento di capacità condizionali ma porre attenzione anche a lavori preventivi, di allungamento e di compenso. In seconda battuta curare sempre al meglio le fasi di riscaldamento/attivazione e di cool down soprattutto dopo una seduta di tennis. Terzo direi di affidarsi continuamente a professionisti (maestri) per un check-up sulla tecnica e per un confronto sui materiali con cui si gioca (racchette, corde) poiché vi sono piccoli fastidi che possono essere determinati da errori tecnici e materiali non adatti.”
Melly. Caratteristiche atletiche di base? E su cosa ti piacerebbe influire maggiormente?
“Melania è un’atleta completa dal punto di vista prestativo e con un ottimo bagaglio motorio quindi facilita il mio lavoro. Io cerco di far emergere al massimo le sue qualità e di mantenere un buono stato di forma durante la stagione affinchè possa essere sempre in uno stato di confidence psico-fisico e penso che il mio influire sulle sue performance sia appunto il cercare di renderla prestante sia in allenamento, dove si costruisce e si lavora poi per il match, sia nei match stessi.”
Dal punto di vista atletico che differenze trovi tra Melly, Yastremska (che Massimo Todeschi ha allenato direttamente) o Rybakina e Swiatek ad esempio che sono due giovanissime che si stanno mettendo in mostra?
“Secondo il mio punto di vista, così come ci sono differenze tecnico-tattiche tra i giocatori (con le classificazioni di attaccante, contrattaccante, ecc), così si possono trovare dal punto di vista strettamente fisico. Per fisicità e misure antropometriche Melly è una giocatrice universale, completa, che copre il campo molto bene. Yastremska, che cerca di comandare il gioco e chiudere in pochi colpi, fa della potenza la sua arma migliore. Rybakina che è alta 185 cm circa, è un bel mix tra potenza e spostamenti, e quando migliorerà entrambi, essendo ancora giovane, sarà almeno da prime 5. Swiatek ha ottima manualità, e anche nelle difficoltà riesce a “salvarsi” ma penso che possa migliorare negli spostamenti e nella esplosività podalica. Ovviamente queste sono considerazioni superficiali per far capire e dire la mia, ma hanno tutte preparatori molto bravi che stanno lavorando bene.”
Quale atleta ti ha colpito maggiormente in ottica atletica?
“Vi sono molti atleti completi dal punto di vista fisico ma a me piace vedere e pensare ad un atleta come un insieme di qualità fisico-motorie, percettive, mentali. Questo perché vi sono grandissimi atleti, vedi Monfils per citarne uno che ha capacità incredibili ma la costanza, la consapevolezza e l’integrazione neuro-motoria di Nadal, Djokovic o Federer in pochi ce l’hanno.”
L’importanza del lavoro in team e con chi ti interfacci coltre che con Alessandro Bertoldero che è il suo Coach?
“Il lavoro in team è fondamentale perché ognuno nel suo settore esalta il livello di Melania e oltre a coach Bertoldero ho la fortuna di confrontarmi con lo stringer Luca Moreschetti, l’optometrista ed esperto di visual training Andrea Cagno, l’osteopata Juan Carlos Simone (ex osteopata di Coppa Davis e Fed Cup azzurre), con il biologo-nutrizionista Diego Fortuna (che ha partecipato a due Olimpiadi) oltre alla manager Monica Grassi.”
Capitolo alimentazione, come viene seguita Melly?
“Melania è seguita da un anno circa da Diego Fortuna appunto, un biologo nutrizionista, ed insieme riescono a gestire un piano alimentare adatto a lei. Diego è bravissimo ma soprattutto conosce il mondo dello sport, cosa fondamentale!!”
So che è in uscita il tuo libro, in attesa di leggerlo, ci puoi anticipare qualcosa a riguardo?
“Il libro inizialmente inquadra i principi cardine dell’allenamento (principi di supercompensazione, cicli di lavoro ecc ecc). Poi grande spazio allo studio del modello prestativo ed a spostamenti specifici e stance utilizzate. Chiudo con qualche spunto metodologico e parlo di aspetti dell’allenamento meno considerati.”
Alessandro Zijno