Filippo Baldi, il suo amore per il Foro Italico, le amicizie e la nuova vita a Palermo
Filippi Baldi ha 24 anni, da Junior ha fatto parte della squadra italiana con Quinzi, Napolitano e Donati, che faceva tremare il mondo tennistico e nel 2019 ha trovato il suo best ranking al numero 144 ATP. Oggi Filippo è numero 249 ATP, si allena nell’Academy palermitana di Cinà. Nel 2018 ha vinto il suo unico Challenger a Ismaning, sul veloce.
A Milano in occasione del Challenger dell’Aspria nel 2016 incontro il papà Leonardo, una persona intelligente, passionale e razionale allo stesso tempo che mi racconta dei sacrifici fatti per portare Filo a quel livello. Nessuna vacanza, viaggi interminabili in giro per i tornei ad orari improponibili, pasti fatti di sfuggita, insomma tutto quello che fanno tutti i genitori del mondo con un figlio agonista di alta performance di qualsiasi sport individuale. A febbraio 2019 il papà di Filippo, Leonardo, viene a mancare e lascia un vuoto incolmabile nei cuori dei suoi familiari e di chi gli ha voluto bene. Leonardo resterà per sempre nel mio cuore e nei miei ricordi da quella volta a Milano in cui ci siamo confidati i nostri pensieri sulla vita, sulla famiglia, sui figli. Per i nostri figli abbiamo fatto qualsiasi cosa, passato sopra a tutto e sotto a tutto. Mi raccontava la fatica che si fa per portare un talento come Filippo a diventare il campione che è adesso, le rinunce, la voglia di andare avanti nonostante tutto, e anche le grandi soddisfazioni che riempiono la vita. Poche vacanze, molti impegni, pochi amici ma fidati. Mi sono commosso quando l’ho sentito pochi giorni prima della sua salita in cielo per l’ultima volta, era in ospedale, un po’ inquieto per la sofferenza che il male gli aveva inflitto, ma felice per i progressi dei suoi due meravigliosi figli in questo pazzo mondo del tennis. Oggi sono sicuro che da lassù è fiero di Filippo e anche di sua figlia che sta muovendo passi da gigante nella sua carriera di giudice di linea nel tennis professionistico. E’ a lui che dedico questo mio pezzo.
Filippo Baldi intervistato da Matteo Mosciatti per Sportface.it
Dove sei e come stai passando questo periodo di quarantena
“Sono a Palermo, chiuso in casa, mi diletto un po’ nella cucina dove sto migliorando, miglior piatto finora risotto zucchine e gamberi.”
Dove eri quando tutto è cominciato?
“Son venuto a Palermo da Pau, in Francia, e poi sarei dovuto partite per Miami per l’università dell’ATP e poi in Ecuador a Quito, e successivamente in Spagna per una serie di Challenger. Potevo anche tornare a Vigevano ad un certo punto, però non volevo mettere a rischio mia madre e mia sorella. Per altro mia sorella sta anche facendo il giudice di linea nel Challenger.”
Il torneo di Estoril lo scorso anno?
“Tutto molto bello, organizzato benissimo e sono stato anche fortunato perchè sono entrato come lucky loser al posto di Fabio (Fognini ndr) che era già al secondo turno, poi ho vinto una buona partita con Kovalik, prima di perdere con Joao Domingues che giocava bene.”
Come hai preso la cancellazione del torneo di Roma, oltre a tutti gli altri?
“Eh, non l’ho ancora digerita, ci son rimasto davvero male. Mi piace Roma, mi piace stare in campo lì e il fatto di non poter giocare mi ha dato una bella mazzata.”
Secondo te quando riprenderà il circuito?
“Probabilmente agosto/settembre, anche se dicono prima. Mi sento quasi chiuso in cella. Ti alleni ok, ma per cosa? Che faccio, 5 mesi di preparazione?”
Che film consigli ai nostri lettori/ascoltatori?
“Ho guardato per l’ennesima volta “Scarface” che è un film che mi piace sempre; sto guardando “Creed 2”, i film di rocky mi hanno sempre appassionato.”
Miglio e peggior location di tornei.
“Migliore senza dubbio Roma. Peggiori, distinguo: come condizioni Liberec, ingiocabile; come posto forse Augsburg che è organizzato male.”
A che punto siete arrivati con Cinà? Su cosa stavate lavorando?
“Abbiamo fatto una buona preparazione, poi ho avuto qualche problema prima dell’Australia, e anche durante. C’eravamo dato degli obiettivi dal punto di vista dell’atteggiamento e del gioco, e ultimamente stavo riuscendo a portare i miglioramenti sul campo. Mi stavo però dando tempo, per metabolizzare certi nuovi meccanismi: non si possono pretendere risultati dopo 4 o 5 settimane che lavoriamo insieme. Sono contento di come stavo mettendo in gioco me stesso, e speriamo di giocare qualche torneo quest’anno.”
Cosa ti piace di Palermo?
“Mi piace molto il cibo di mare, il pesce, e i dolci, cannoli o cassata tipici. Si mangia bene e si mangia tanto. Mi trovo benissimo a Palermo, anche per staccare la spina e andare al mare con i miei amici, oltre che per allenarmi.”
La questione punti congelati, come si risolverà?
“Secondo me dovrebbero congelarli fino all’anno prossimo, cioè perdere i punti di un determinato torneo solo quando si giocherà. Cioè se Parigi si gioca a settembre, i punti del Roland Garros siano tenuti fino a settembre. Ma non abbiamo indicazioni precise.”
Ti fa piacere che hai tante ragazze che tifano per te? Sei fidanzato?
“Non sono fidanzato.”
Hai routines prima di entrare in campo?
“Sì, ne ho moltissime. Mi scaldo sempre nello stesso posto, sempre stessa doccia, ritiro le racchette sempre dopo esserci docciato, ho tutta una serie di azioni che faccio in sequenza. E’ da quando avevo 10 anni che me le porto avanti.”
Cosa ti porti dietro dalla sfida con Cuevas nel circuito maggiore.
“E’ stato bello poter giocare con lui, anche se l’ho persa mi ha dato una bella spinta dopo un periodo così così. Porto dentro quello che dovrei portare già nelle prossime partite, intensità, concentrazione, tanta voglia di vincere.”
Quanto tira forte Basilashvili.
“Tira forte! Però nel bene e nel male, ci sono momenti del match in cui non tira dentro una palla. Però nel mette dentro parecchie, altrimenti non sarebbe numero 16 del mondo.”
Di cosa hai bisogno per fare quello scatto e salire in classifica come hanno fatto Mager e Caruso?
“Ho bisogno di tornare alla serenità che avevo a fine 2018, poi migliorare fisicamente, migliorare il rovescio, migliorare il servizio, migliorare sotto tutti i punti di vista. Ma principalmente direi serenità e convinzione nei miei mezzi. La voglia di lottare c’è.”
Avevi obiettivi di classifica prima dello stop?
“Non ci eravamo dati obiettivi specifici di classifica, avevamo un obiettivo di atteggiamento, di voglia interiore, e di miglioramento in generale.”
Tre parole per descrivere il tuo rapporto con il torneo di Roma.
“Amore, amore, amore. Speriamo si recuperino in una altra data entro fine anno.”
Il prototipo di giocatore che soffri di più
“Quelli che non ti lasciano giocare e ti prendono il tempo. Tipo Bobby Marcora. Fu bello con lui festeggiare la promozione in Serie A col nostro circolo. Mio padre ci aveva sempre creduto.”
Il tuo collega più simpatico.
“Ne ho diversi, Bobby Marcora, Pellegrino, Ocleppo, e tanti altri, ho un bel rapporto con tanti ragazzi. Stranieri, ho un ottimo rapporto con Tiafoe che è un pazzo squilibrato, con Ymer anche.”
Il più antipatico in campo.
“Altmaier, tutta la vita, insopportabile. Lui cerca in tutti i modi di innervosirti, ti provoca.”
Miglior compagno di stanza.
“Bobby, sono io che do problemi a lui. (e ride) Il peggiore? Io e Quinzi eravamo una bella coppia incasinata.”
Il miglior compagno di serata.
“Andrea Pellegrino”
Il miglior compagno di doppio?
“Ci troviamo bene con “Pelle” (Pellegrino NDR), in Serie A ho giocato col francese Hoang e abbiam giocato bene.”
Miglior compagno di stadio?
“Ocleppo tutta la vita, eravamo da tifosi interisti al derby di Milano insieme anche con Andrea Pellegrino, ci siamo divertiti moltissimo. Io ci credo fino alla fine, anche allo scudetto.”
La partita più emozionante per te guardandoti indietro?
“Quella con Garcia Lopez al Foro in assoluto.”
Il giocatore più forte con cui ti sei allenato.
“Nadal, ovviamente se escludiamo Massara (che in diretta si era proposto in nomination NDR) (e ride)”
Quale tennista ti ha più impressionato in campo?
“Klizan, non mi aveva fatto toccare palla, a Genova. Per fortuna a Roma non si è ripetuto.”
Tra i tanti giovani azzurri interessanti, chi ti piace particolarmente?
“Troppo facile dire Sinner che è già 70 del mondo, però dietro ce ne sono tanti che stanno salendo: c’è Zeppieri, c’è Musetti, c’è un bel movimento.”
Che mi dici di Berrettini e della sua scalata?
“Eravamo a Parigi nel 2014 insieme nello Slam Junior e ci eravamo allenati tanto insieme, e anche se non aveva ancora punti ATP, era il 2018, mi aveva dato l’impressione di essere pronto per giocare nel circuito maggiore. Vedevo che cresceva sempre di più e ovviamente mi ha stupito, però se uno mi avesse chiesto se poteva diventare tra i primi 30 del mondo, avrei risposto di sì.”
Tanti italiani tra i primi 100. Questo aiuta ad aumentare il livello di competizione tra di voi?
“Beh certo, sicuramente sì, perché ci si sprona l’un l’altro.”
Alessandro Zijno