Federico Gaio e Coach Daniele Silvestre in coro: “Tra noi feeling anche fuori dal campo, obiettivo continuità di rendimento anche a livello ATP”
Federico Gaio e il suo Coach Daniele Silvestre, intervistati da Matteo Mosciatti per Sportface.it
Successivamente ho raggiunto telefonicamente Coach Daniele Silvestre al quale ho chiesto del tennis femminile e altri temi non direttamente legati al suo rapporto professionale e umano con Federico Gaio e potete leggere le sue risposte al termine dell’intervista in video.
Dove vi trovate in questa quarantena
Gaio: “Io sono a Madrid. Quando era ancora possibile e vista la cancellazione di Indian Wells ho preso un aereo dagli Usa per la Spagna e ora mi trovo in un appartamento qui con la mia fidanzata. Mi sono messo automaticamente in quarantena appena arrivato. Mi sono organizzato comprandomi un prosciutto da affettare a mano e quindi “sfettolo” tutti i giorni (risata supersimpatica di Federico che quando sorride lo fa a 36 denti). Ho sostituito il coltello per affettare alla racchetta. E’ un allenamento anche questo. Faccio piccoli esercizi per tenermi in forma, la casa non è grandissima, quindi gli spazi sono limitati ma si prova a fare qualcosina per tenersi almeno un po’ in forma. Avendo parecchio tempo a disposizione c’è la parte mentale da migliorare per cui il coach mi ha dato i compiti su questo aspetto e ci lavoro.”
Silvestre: “E’ una situazione difficile per tutti, è una occasione di stare di più in famiglia, e poi avendo un circolo a Latina posso passare un po’ di tempo all’aria aperta dovendomi occupare delle cose che ci sono da fare lì. Cerchiamo di allenare quelle famose “armi invisibili”, gli aspetti mentali che in questo periodo di stop forzato è più facile allenare. Stiamo cercando di seguire un programma di allenamento mentale, seppure a distanza, e poi pian piano immagino che si potranno aggiungere allenamenti di tipo di più fisico quando rientrerà in Italia e si potrà riprendere gradualmente la vita normale.”
Vi aspettavate il rinvio delle Olimpiadi?
Gaio: Guarda, ad esempio qui in Spagna hanno dichiarato la quarantena con divieto di uscire di casa per almeno 30 giorni, per cui nessuno può allenarsi in qualsiasi sport. E questo sarà più o meno quello che accadrà in tutto il mondo, sarebbe stato quasi impossibile preparare le Olimpiadi per praticamente la totalità degli atleti. Non avrebbe avuto senso organizzarle in questo contesto. Molti atleti di altre discipline inoltre si preparano 4 anni solo per le Olimpiadi o hanno pochissime occasioni di mostrarsi in competizioni internazionali e sarebbero stati molto penalizzati da questa situazione. Insomma decisione giusta.”
Silvestre: “Condivido pienamente quello che dice Federico, ma aggiungo che anche il mondo del tennis sarà rivoluzionato anche nel medio periodo. Noi in Italia siamo stati i primi e forse per primi ne usciremo, ma gli altri Paesi sono più indietro e quindi ci vorrà un bel po’ di tempo per tornare alla normalità anche nel tennis.”
Giustamente l’intervistatore Matteo Mosciatti rivolge i complimenti di un ascoltatore rivolti a Gaio sulla sua educazione verso i raccattapalle (e aggiungo verso tutti, visto che conosco Federico NDR) che ringrazia ad ogni occasione. Poi la domanda sul torneo di Caltanissetta dove Gaio ha trionfato in doppio con Andrea Pellegrino
Gaio: “Caltanissetta è un circolo piccolo e fatto un po’ a terrazze, con i campi a varie altezze, e i giocatori avvertono una passione incredibile. C’è tantissimo pubblico, tanta gente, un sacco di persone allegre, un clima di festa, era un torneo veramente bello, speriamo che venga riorganizzato. Il calore del pubblico ci ha anche spinto con Andrea a vincere quel torneo in doppio.”
Domanda per Silvestre, proposta da un altro tennista molto forte Jimbo Moroni, sul torneo di Bangkok vinto da Federico
Silvestre: “Sembrerebbe che il segreto in quei posti sia alimentazione (e integrazione aggiunge Federico mentre sorseggia quello che sembra un ottimo vino rosso), in quei giorni Federico si è alimentato molto bene. Erano condizioni difficili, mi hanno detto tutti, io non ero a Bangkok. Io vedevo tanti ritiri, ma sentivo Federico che mi confermava che si sentiva bene fisicamente. A noi queste situazioni un po’ estreme ci piacciono e lì Federico ha tirato fuori il meglio di sé.”
Sollecitato da Marcello Marchesini, organizzatore con la sua MEF di tantissime manifestazioni e di diiversi Challenger, tra cui anche quello nuovo di Parma, Matteo Mosciatti chiede a Gaio le sue impressioni sulla partita contro Robredo in finale a Parma.
Gaio: “Abbiamo giocato una grandissima finale con Robredo, peccato perché ho avuto tante chance, primo set 5 ho avuto 5 set point, nel terzo set potevo scappare con due break sopra però il livello espresso è stato altissimo, faceva caldissimo ma è stata una settimana bellissima.”
Silvestre: “Io invece ricordo quello che è successo subito dopo. Partenza alle 4 di mattina senza dormire per andare in macchina a Milano e prendere l’aereo per Londra dove il giorno dopo cominciavano le quali di Wimbledon.”
Cosa manca a Gaio per entrare nei primi 100 del mondo, visto che adesso sei numero 130
Gaio: “Mi manca un po’ la continuità di rendimento. E ci stiamo lavorando in modo da non avere settimane in cui gioco alla grande, poi magari momenti meno positivi. Ad esempio in questa stagione sono partito subito bene, ed è qualcosa che non succedeva spesso gli altri anni, quando mi capitava anche di arrivare al mio compleanno il 5 marzo senza vittorie. Quest’anno ho vinto pure un Challenger per cui spero di riuscire a ripartire, quando sarà possibile, con la stessa energia. Essendo io per abito mentale un ragazzo che ama la perfezione, cioè che funzioni tutto come dico io, a volte questo nel tennis non è possibile e allora tendevo a vedere ciò che non andava a svantaggio di ciò che invece funzionava. Ora sto provando a vivere diversamente questi aspetti, è un tema complesso, ha a che fare con la propria personalità: per spiegarmi meglio a volte si può vincere una partita anche giocando da 6+ e non per forza da 10 come dice sempre il mio coach Daniele Silvestre.”
Silvestre: “Il nostro rapporto va avanti orma da alcuni anni, in pratica dal 2016, e già l’anno scorso aveva fatto passi in avanti importanti sul piano della continuità e si vedevano dei primi risultati in tal senso. Già nel 2019 Federico ci aveva abituato ad una serie di settimane positive, non intervallate da primi turni di sconfitte, come capitò nel 2016. Lo scorso anno infatti ha fatto quarti, semifinali, finali, vittorie, con pochi momenti di stop, o comunque non lunghi. E anche in questa stagione il trend positivo continuava. Ora dobbiamo trovare questa continuità anche ad un livello di performance superiore, e mi riferisco al livello ATP dove ha già dimostrato di saperci stare.”
Joao Dominguez è la tua bestia nera?
Gaio: “No dai, in realtà la mia bestia nera sono io stesso. Ho avuto match point in una occasione, e non stavo bene fisicamente. In fondo il fatto di lottare in tutte queste partite ha dimostrato a me stesso che stiamo lavorando bene e una cosa che ho detto a Daniele uscendo dal campo è che anni prima queste partite le avrei perse prima e non le avrei lottate così. Nella seconda partita con Dominguez invece non ho giocato benissimo, potevo fare un po’ meglio, è tutta esperienza.”
Divertente il racconto che fece Gaio in occasione del torneo di Parma quando spiegò la sua valigia per girare i tornei.
Gaio: “Sono una persona alla quale piace vestirsi, quindi ho la giacchetta per la festa dei giocatori (in genere il martedì ndr), o l’aperitivo, le scarpe adatte. In fondo noi giocatori portiamo tutto il giorno la tuta, siamo sempre in abiti tecnici o adatti allo sport, per cui vestirmi bene fuori dal campo mi aiuta a gustarmi anche altri momenti. Anche il beauty ha molte cose dentro, anche per la barba curata che vedete.”
Interviene Alessandro Cortegiani, un collega di Gaio, un tennista professionista romano molto forte, che chiede di riassumere a Federico i suoi consigli per una preparazione atletica in casa ai tempi del coronavirus.
Gaio:” Beh, dipende dagli spazi, se hai un giardino è più facile, se sei in un appartamento come me puoi attrezzarti con un tappetino e fare qualche esercizio a corpo libero senza muoverti più di tanto: un po’ di addominali, qualche cosa per la forza con gli elastici. Sono ridotte al limite le attività che permettono di fare cardio, al limite puoi farle sul posto, o con qualche macchinario tipo tapis roulant. Mangiare bene è importante.”
Salvo Caruso sottolineava in una intervista precedente (che trovate qui) l’importanza del rapporto fuori dal campo tra Coach e Atleta, la vostra esperienza?
Silvestre:” L’aspetto del feeling al di fuori dal campo è ovviamente importantissimo e determinante. Noi dormiamo insieme, condividiamo il tempo anche fuori dal campo quando giriamo insieme e ance quando ci alleniamo, parliamo molto e ci confrontiamo. C ‘è stato un periodo in cui non abbiamo collaborato, ma è stata una parentesi dovuta al fatto che prima lavoravamo sotto l’egida di un progetto federale che poi è terminato. Poi abbiamo deciso di riprendere il percorso interrotto con un discorso privato. C’è stima e affetto reciproci che sono alla base di un buon lavoro. Si vince insieme, si perde insieme.”
Che impressione ti ha fatto il francese Corentin Moutet quando ci hai giocato contro.
Gaio: “E’ un grandissimo talento, ha facilità di colpire, ha una sensibilità incredibile con la pallina, ha un carattere particolare, va saputo prendere perché ti fa giocare male sia come discorso tecnico sia come atteggiamento in campo. Un po’ alla McEnroe, rischia di farti perdere la concentrazione. E’ anche un buon lottatore. Un prospetto interessante, gli manca un po’ di potenza e sul servizio deve trovare soluzioni, forse è il suo punto debole ma ci può lavorare e migliorare anche questo fondamentale. Un Santoro versione moderna, con tante smorzate, e una ottima mano.”
Domanda per Coach Daniele Silvestre. Il difetto più grande di Federico Gaio e poi al contrario.
Silvestre: “La gestione dei tempi e sapendo fare tante cose deve mettere un po’ di ordine.”
Gaio: “Lui sui tempi è difficile da seguire, considerate che apre il suo ufficio alle 5,30 (e ride). Mangia troppa pasta, la sera si spara dei bei piattoni. Spaghetti alla carbonara giganteschi. La madre di Daniele per altro cucina benissimo, e questo non l’aiuta di certo.”
Silvestre risponde: “L’ambiente non mi aiuta”. E grandi risate per tutti.
Il posto più brutto dove vi siete trovati a disputare un torneo di tennis.
Gaio: “Non me ne voglia nessuno, ma senza dubbio Karshi, Uzbekistan. Innanzitutto per un motivo logistico, a quel tempo il mio allenatore era Gabrio Castrichella e arrivammo lì senza valigie: le mie arrivarono 5 giorni dopo, quelle di Gabrio non sono mai arrivate, gliele hanno fatte trovare direttamente al torneo successivo. Quindi la trasferta già partiva malissimo. Prendiamo un taxi che dall’aeroporto principale ci deve portare alla sede del torneo e il taxista fa: “se vedete fumo non preoccupatevi, stanno bombardando i terroristi di Bin Laden…” poi dopo un po’ si ferma e ci fa ”….se volete qui ci sono i pastori che fanno delle cose sconce con le pecore, se siete curiosi ci fermiamo….”. Poi anche arrivati al torneo le condizioni erano difficili, l’organizzazione lasciava a desiderare, anche se i campi erano ok.”
Silvestre: “Ho avuto la fortuna di girare con lui Challenger e ATP, per cui sono stato più fortunato. Però cito Marbourg, che forse era quello peggiore tra quelli girati insieme, sia come circolo che come location dell’albergo e c’erano grosse difficoltà negli spostamenti per cui avevamo anche preso una macchina in affitto. Se parliamo di viaggi, abbiamo dovuto fare una volta da San Luis Potosi in Messico a St Brieuc in Francia dove era già uscito il tabellone e pur con questo lungo viaggio ha fatto quarti e semifinali. Comunque quando hai questi problemi va sempre bene perché significa che sei andato avanti nei tornei.”
Che idea vi siete fatti del movimento giovanile del tennis italiano?
Gaio: “Beh, i risultati ci dicono che molti ragazzi stanno crescendo bene, credo che il livello del movimento italiano sia altissimo. Con Giulio Zeppieri ci ho giocato contro in torneo a Parma e ci siamo allenati diverse volte insieme, visto che lui è di Latina come il mio coach. Lui con Sinner e Musetti sono ragazzi che giocano davvero bene e hanno un potenziale molto alto. Giulio Zeppieri in partita riesce a dare il meglio di sé, lo definirei un “partitaro”, e credo che abbia bisogno di qualche esperienza in più anche all’estero nei tornei, per respirare una atmosfera internazionale e confrontarsi con altri giocatori e altre realtà. “
Silvestre:” beh, sicuramente io sono di parte perché uno dei più forti è Giulio Zeppieri che è di Latina come me ed è allenato da Piero Melaranci che è stato anche il mio allenatore. I giovani italiani che si stanno mettendo in evidenza sono tutti molto validi e con caratteristiche differenti: qualcuno può apparire più talentuoso, qualcuno compete meglio come appunto Giulio. Lo scorso anno hanno fatto tutti piuttosto bene, ora arriva il momento delle conferme, con la difficoltà di aspettative più insistenti, un po’ di pressione aggiuntiva quindi sarà un filo più difficile e dovranno affrontare anche questo tipo di ostacoli. Comunque il movimento è in supersalute.”
Come cambia il modo di vedere il tennis da giocatore a Coach
Silvestre: “Io già mentre giocavo, soprattutto verso la fine della carriera, mi sentivo un po’ Coach. Del resto mentre ancora facevo tornei già mi dilettavo nell’insegnamento, quindi il mio futuro era già abbastanza delineato. Le esperienze che ho fatto, dal 2013/14 con Camila Giorgi in poi, mi hanno maturato: all’inizio ero più coinvolto emotivamente, adesso riesco ad essere un po’ più distaccato e lucido. Il segreto sta nel conoscere il meglio possibile il proprio giocatore o allievo perché devi provare a metterti nei suoi panni e a capire quali sono le sue reazioni e le sue emozioni.”
Daniele cosa speri per la fine della stagione in ottica crescita per Federico Gaio, ammesso che si possa riprendere presto?
Silvestre:”Non è facile rispondere a questa domanda. Prima Federico accennava al fatto che l’inizio delle sue stagioni non era spesso positivo, mentre quest’anno è partito bene sia come prestazione che come risultati. Dipenderà da molti fattori, primo su tutti proprio il momento preciso in cui si riprenderà. Se come dicono si riprenderà il 7 giugno, queste dieci settimane andranno usate per sistemare quegli aspetti mentali di cui abbiamo parlato. Quindi non ci poniamo né limiti di ranking, né di prestazione, vedremo al rientro quali saranno le condizioni: certo come si sa entrare nei primi 100 al mondo ovviamente è qualcosa che può essere considerato un traguardo (se non altro per un discorso economico per l’ingresso nei main draw degli slam che da solo vale circa 40mila euro a Slam NDR).”
Gaio: ”Ha espresso un po’ tutti i concetti Daniele, bisognerà capire molti aspetti a cominciare dai punti, come e per quanto tempo verranno congelati. Vedremo anche i calendari, si sa che il Roland Garros si giocherà dal 20 di settembre, ci sono voci sullo spostamento degli US Open, e Wimbledon? Insomma le variabili sono tante, quasi infinite, dipenderà da come evolverà la situazione in tutto il mondo. Andrea Gaudenzi è il nostro Presidente e ci sta mettendo il massimo impegno, pur essendosi insediato da poco in un momento davvero difficile.”
Consigli per i nostri lettori/ascoltatori su come affrontare questa emergenza e quarantena in tema di film, musica, intrattenimento in generale
Gaio: “A me piace leggere, anche in inglese per migliorarlo, e soprattutto libri che riguardano il mental training che è qualcosa che mi affascina. Anche in spagnolo sto migliorando leggendo qualcosa. Qualche film di quelli che mi sono piaciuti me lo riguardo, tutto qui. Ah già mi aggiorno anche su qualche sito sulla moda.”
Silvestre: “Ultimamente sto facendo un buon allenamento di playstation con mio figlio e poi sono un fervente lettore, soprattutto in temi legati allo sport. Diciamo che Federico se esce un nuovo modello di racchetta potrebbe anche non saperlo ma se esce un modello innovativo di scarpe beh, è il primo a venirne a conoscenza.”
Come anticipato aggiungo alcune considerazioni fatte da Coach Daniele Silvestre in una chiacchierata telefonica gradevole e interessante su vari temi legati alla sua veste di collaboratore a Formia per quanto riguarda il tennis femminile italiano in formazione, in un programma la cui responsabilità è di Vittorio Magnelli e nel quale lavora con grandissima qualità anche Tathiana Garbin. Ecco le parole del tecnico pontino: “Nel mio circolo, il Nascosa a Latina, negli anni passati c’era il Centro Tecnico Federale e da qui sono uscite moltissime campionesse da Raffaella Reggi in poi. Poi ad un certo punto lo sviluppo delle ragazze fu spostato a Tirrenia. C’è stato un ricambio generazionale non facile, ma ora mi sembra molto azzeccata questa scelta di dare una veste nuova alla crescita delle giovani azzurre trasferendo l’allenamento a Formia, dove Tathiana Garbin si è installata alla grande e ha esperienza, capacità, e tantissimo entusiasmo che stanno portando le ragazze ad ottimi livelli. Il fatto che ci fosse Vittorio Magnelli a capo del progetto, lui che è stato il mio allenatore ai tempi del Parioli, mi ha convinto a collaborare e devo dire che è una esperienza molto affascinante. Io per diverso tempo ho lavorato con Camila Giorgi, e quella esperienza mi viene in aiuto, fu un momento importante della ma carriera perché la Federazione investì su di me per un progetto importantissimo come Camila Giorgi e io avevo solo 31 anni. A quei tempi non potevo avere certezze, c’era il rischio che fosse una esperienza più grande di me, invece andò benissimo con Camila presa numero 120 del mondo e portata in rampa di lancio fino al numero 30. Ha qualità incredibili Camila, può crescere ancora oggi anche se è passato qualche anno. Ora con occhi più esperti guardo alle ragazze convocate a Tirrenia in modo permanente e ti dico che ci sono prospetti molto interessanti. Oltre a Cocciaretto e Rossi, che sono più grandi e ovviamente più avanti, ci sono Matilde Paoletti, la Ricci e la Serafini che crescono, così come Federica Urgesi, o Valente, Pedone, Martinelli e Paradisi. I risultati di Matilde Paoletti (che ha un gran timing sul rovescio e ha grande voglia NDR) stanno dando fiducia a tutte, e le ragazze stanno apprendendo velocemente, il che mi rende molto ottimista sul tennis femminile azzurro del futuro. La “Coccia” è già proiettata nel tennis che conta, è una grande agonista ed è anche migliorata tecnicamente. Federica Rossi sta migliorando spostamenti e l’aspetto mentale, per cui anche con lei c’è stato un ottimo lavoro del team. Alla domanda sui prospetti stranieri interessanti visti girando con Gaio ti posso dire che lo spagnolo Alcaraz ci ha fatto una impressione incredibili: in un match contro il suo connazionale Albert Ramos, uno che ha una esperienza monumentale, è stato lì per tre ore a lottare senza mai abbassare la guardia. Grande intensità e anche tatticamente si difende bene. Poi Ruud e Garin sono cresciuti tantissimo.”
Un grazie a Daniele Silvestre sia per la gentile intervista, sia per le opportunità che mi ha concesso di osservare lui e Federico Gaio in diversi tornei negli anni precedenti: ricordo i tornei di Biella e San Benedetto del Tronto con due meravigliose cavalcate verso la vittoria e tanti dettagli “rubati” con gli occhi.
Alessandro Zijno