ATP Challenger 2020, Week 2: Andrea Pellegrino in trionfo nel doppio a Noumea dove Matteo Viola è splendido semifinalista in singolare
Canberra (Bendigo1), Australia (CH Tour 125, Hard Plexicushion): [4] P. Kohlschreiber (Ger) b. E. Ruusuvuori (Fin) 7-6 4-6 6-3
Philipp Kohlschreiber non ha bisogno di presentazioni: è stato numero 16 del mondo e ha vinto ben 8 titoli maggiori. Ripartito dai Challenger da qualche mese, il 36enne tedesco ma residente in Austria, sta ritrovando il suo tennis sfavillante fatto di accelerazioni improvvise anche col suo rovescio ad una mano forse più bello che efficace alla fine. A Bendigo, dove si è giocato a causa delle note condizioni difficili a causa degli incendi che stanno devastando l’Australia, Kohlschreiber è andato a vincere il trofeo, e con questo risultato scala 5 posizioni nel ranking andando a piazzarsi al numero 74 della classifica ATP. Il tedesco ha sofferto ma sconfitto in finale l’astro nascente finlandese Emil Ruusuvuori che al secondo turno aveva eliminato il nostro Sinner, apparso in condizioni buone ma non ancora del tutto pronto. Del resto il Coach Piatti l’aveva detto, l’altoatesino sta lavorando per il futuro, ha fatto una preparazione dura anche sul piano atletico e quindi era un po’ imballato. E Ruusuvuori è uno dei campioni del futuro. Sinner perde una posizione nel ranking, e sarà 79 ATP, mentre Ruusuvuori conquista il best ranking al numero 104 del mondo, una posizione impensabile solo un anno e mezzo fa quando ancora giocava nei Futures. Andreas Seppi sorpreso al secondo turno (aveva un bye l’azzurro) dal cinese Zhe Li, e anche Lorenzo Giustino è uscito all’esordio per mano del tedesco Oscar Otte.
Noumea, Nuova Caledonia (CH Tour 90, Hard Plexicushion): J.J. Wolf (Usa) b. [4] Y. Sugita 6-2 6-2
Doppio: A. Pellegrino (ITA)/M. Vilella Martinez (Esp) b. [4] A. Vavassori (ITA)/L. Margaroli (Sui) 7-6 3-6 12-10
21 anni e numero 185 del mondo da oggi (suo best ranking), Jeffrey John Wolf da Cincinnati, Ohio, vince il terzo titolo Challenger della carriera battendo in finale il giapponese Sugita e dominando praticamente il torneo. Ce ne aveva parlato già Gianluca Mager lo scorso anno quando lo trovò sulla sua strada nei Challenger americani e ce lo aveva descritto come un osso duro, potente e dal tipico gioco statunitense basato su servizio e diritto. Splendido torneo di un Matteo Viola indomito, sempre carico soprattutto da quando è diventato papà ormai più di 2 anni fa. Diventare padre è sempre una esperienza nuova e complicata, questo per tutti, e mette sempre a rischio un equilibrio. Per chi fa il mestiere duro e allo stesso tempo meraviglioso del tennista può essere anche più difficile perché la lontananza da quello che diventa un fulcro ancora più determinante della propria esistenza, finisce col condizionare scelte e gestione della quotidianità. Una moglie più stanca, viaggi da regolare in base anche alle condizioni nuove col “piccolo”, pensieri nuovi, mettono spesso a dura prova le carriere degli atleti, ma sono anche nuove opportunità di crescita personale. Credo che Matteo da uomo intelligente e sensibile quale è abbia trovato questa seconda via. E a Noumea è andato a fare una semifinale splendida che lo mantiene intorno alla posizione 200 del ranking (sarà 231 dalla prossima settimana), solo perché aveva da difendere la finale dello scorso anno di Da Nang. Al primo turno Viola ha sconfitto l’argentino di origini italiane Collarini, poi ha avuto la meglio su Kolar, fino all’impresa della settimana contro il tedesco Hanfmann, ex top 100. Dopo la vittoria nei quarti contro il buon Bobby Marcora, per Viola la corsa è finita in semifinale contro J.J. Wolf l’americano che tira a tutto braccio ed è molto aggressivo tatticamente. Roberto Marcora festeggia comunque il suo best ranking al numero 171 ATP: finalmente libero da infortuni il trentenne azzurro sta trovando il suo miglior tennis. Marcora al secondo turno aveva eliminato un altro italiano che sta provando a salire e che presto farà vedere di che pasta è fatto, cioè Federico Gaio, dotato di un servizio bomba e di potenza eccezionale nei colpi. Agli ottavi si è fermato Thomas Fabbiano eliminato dallo sloveno Kavcic, che quando ha voglia è un cliente molto difficile. Grosse soddisfazioni noi italiani le abbiamo trovate nel doppio, dove Andrea Pellegrino è andato a vincere il torneo in coppia con lo spagnolo Vilella Martinez battendo in finale per altro la coppia Vavassori/Margaroli. Per Pellegrino una iniezione di fiducia dopo un periodo con luci ed ombre. E ora sotto con Bangkok.
Ann Arbor, MI, Usa (CH Tour 80, Hard Deco-Turf II): U. Blanch (Usa) b. [4] R. Cid Subervi (Dom) 3-6 6-4 6-2
L’americano 21enne Ulises Blanch, che si era messo in evidenza anche in qualche torneo italiano va a vincere il torneo di Ann Arbor in Minnesota rientrando cos’ prepotentemente in top 400 ATP e conquistando il suo secondo Challenger della carriera dopo quello di Perugia nel 2018, ottenuto su terra rossa che non rappresenta la sua superficie preferita, anche se si difende bene su qualsiasi terreno. Per il finalista, il dominicano Cid Subervi, consolazione con il best ranking che sarà 217 ATP. Alessandro Bega e Julian Ocleppo fuori al primo turno.
Alessandro Zijno