ATP Challenger 2019, Week 27: Roberto Marcora finalista a Recanati e il best ranking è vicino
Recanati, Italia (CH Tour 80, Hard): [10] E. Gerasimov (Blr) b. R. Marcora (ITA) 6-2 7-5
Doppio: [4] R. Ramanathan (Ind)/G. Oliveira (Por) b. [2] A. Vavassori (ITA)/D. Vega Hernandez (Esp) 6-2 6-4
Settimana meravigliosa per Bobby Marcora che ha trovato il suo miglior tennis nel Challenger di Recanati, il Guzzini Challenger organizzato nella città di Giacomo Leopardi e che è l’unico in Italia sul Cemento Outdoor. Finale per il tennista lombardo che a 29 anni così è a un passo dal suo best ranking: sarà 185 ATP, pur con un filo di delusione per la sconfitta in finale con il bielorusso Gerasimov, tennista alto e forte che ha vinto il suo sesto Challenger in carriera, mentre per Roberto il primo titolo ATP è rimandato. La finale è stata comunque combattuta, primo set in cui il bielorusso, alto e potente ma che si muove benissimo in campo, era ingiocabile, poi nel secondo partita pari fino al 5-5. Poi scatto di Gerasimov per il 7-5 finale in suo favore. C’è da dire che nel corso del torneo Marcora aveva già fatto diversi miracoli, annullando match point in ben 3 partite diverse. Se gli infortuni lo lasciano stare per un po’ il best ranking per Marcora potrebbe arrivare già quest’anno. Oltre a Marcora c’erano molti altri azzurri in tabellone a Recanati: partirei da Raul Brancaccio, considerato più adatto alla terra rossa, ma in realtà positivo anche sul cemento, come dimostra la vittoria nel secondo turno contro uno specialista, lo spagnolo Menedez Maceiras, che per altro a Recanati aveva sempre fatto bene. Poi Brancaccio è stato fermato da Rodionov, un austriaco che gioca un tennis molto bello a vedersi, e ora pare anche redditizio. Alessandro Bega ha compiuto due capolavori in due derby: contro Dalla Valle, forse stanco o appagato dalla vittoria in ITF nella settimana precedente e soprattutto contro Giustino al secondo turno, sconfitto in due set. Poi il milanese è stato stoppato dal bombardiere tedesco Moraing. Matteo Viola ha sconfitto Maggioli e Ivashka prima di arrendersi a Ramanthan, mentre anche Vavassori ha fatto terzo turno ma può recriminare nell’incontro perso con Gerasimov, quando sembrava poter portare a casa il match in ripresa. Baldi, Ramazzotti e Napolitano sono usciti al secondo turno, mentre sono stati eliminati all’esordio Fonio, Vanni, Bortolotti e Musetti. Sfiora il successo in doppio Andrea Vavassori, in coppia con lo spagnolo Vega Hernandez, un altro specialista, battuti solo dalla inedita coppia indianaportoghese Ramanthan-Oliveira.
Yannik Hanfmann
Ludwigshafen, Germania (CH Tour 80, Terra): Y Hanfmann (Ger) b. [12] F. Horansky (Svk) 6-3 6-1
Yannik Hanfmann ha 26 anni, è un ragazzo tedesco molto intelligente, che ha abbinato studi e carriera tennistica e ora che si è laureato in relazioni Internazionali all’University of South California, può spiccare davvero il volo. In realtà da agosto 2018 a marzo 2019 Hanfmann non ha giocato per vari motivi, non ultimo un problema legato ai postumi di un infortunio. E’ quindi sceso molto in classifica, lui che è stato anche numero 99 del mondo. Ora è fuori dalla top 200 ma non può che migliorare, soprattutto dopo questo importante successo in Germania che in realtà gli vale 80 punti ATP, ma ne aveva molti in scadenza la stessa settimana (ben 125 dello scorso anno). Al primo turno il tedesco di Karlsruhe ha sconfitto il portoghese Dominguez, testa di serie numero 11, poi ha vinto il derby con Haerteis, prima di superare un Mager apparso scarico in questa partita. Poi una grande impresa contro lo svedese di origini etiopi Elias Ymer, prima di sconfiggere in semifinale il nostro Stefano Travaglia, dopo una battaglia durata più di due ore e recuperando dopo un primo set ceduto all’azzurro. In finale demolito anche lo slovacco Horansky, che stava giocando molto bene e che con questo risultato diventerà numero 172, molto vicino alla posizione 161, suo miglior risultato in carriera a 26 anni. Alto ben 193 centimetri e dotato di un servizio davvero esplosivo, Hanfmann possiede anche un rovescio che sente come più sicuro rispetto al diritto. La sua superficie preferita al momento è la terra, dove ha ottenuto i migliori risultati ma ha un gioco molto adatto anche al cemento, mentre sull’erba, pur col servizio bomba che si ritrova, soffre gli spostamenti e i rimbalzi bassi e incontrollabili della pallina sul tappeto verde naturale. Non ha avuto una carriera Juniores di altissimo livello e per questo la federazione tedesca lo ha spesso snobbato.
Ottimo il torneo di Stefano Travaglia, che ha raggiunto le semifinali, rischiando anche di andare a vincere contro Hanfmann, perdendosi un po’ nel finale complice un po’ di nervosismo. Ora è comunque 101 ATP, pronto a rientrare nella fatidica top 100, guadagnata solo poche settimane fa. Terzo turno per Gianluca Mager, ora 133 ATP, che sta facendo una stagione magnifica e anche qui a Ludwigshafen, usufruendo di un bye al primo turno e poi battendo l’argentino Cachin, prima di perdere anche lui dal tedesco vincitore del torneo. Jimbo Moroni è tornato a vincere un match, eliminando al primo turno il brasiliano Clezar, mentre Quinzi e Bonadio sono stati fermati subito rispettivamente da Kuhn e il finalista Horansky.
Alessandro Zijno