ITF World Tennis Tour 2019, Week 26: Primo titolo in singolare da professionista per Enrico Dalla Valle
M25+H Arlon, Belgio (25K+H, Terra): [IR] J. Vanneste (Bel) b. [1] J. Varillas (Per) 7-5 7-6
Successo più importante della carriera quello costruito con umiltà e determinazione dal belga Jeroen Vanneste sulla terra casalinga di Arlon, proprio in Belgio. Il tennista di Roselaire ha 25 anni e con questo risultato raggiunge la posizione numero 521 del ranking ATP, con il suo best ranking ancora lontano perché situato al numero 370 della classifica mondiale. Vanneste è al quarto successo a livello ITF e nel corso del torneo ha eliminato dapprima Adelchi Virgili al primo turno, poi Jacopo Berrettini al secondo turno, vincend anche il torneo di doppio in coppia con lo svedese Eriksson. Fuori all’esordio anche Lorenzo Frigerio e Andrea Guerrieri, bravo comunque a qualificarsi.
M25+H Palma Del Rio, Spagna (25K+H, Hard): [6] A. Artunedo Martinavarro (Esp) b. [3] A. Rinderknech (Fra) 6-7 6-1 6-4
Quattordicesimo titolo ITF per lo spagnolo Artunedo Martinavarro, 25 anni e numero 392 del mondo, con tanta esperienza e ottime attitudini sul cemento. Battuto in finale uno dei tennisti che più si sta mettendo in evidenza in questo 2019, il francese Rinderknech, di cui ho spesso parlato, perché lo ritengo un prossimo protagonista dei challenger. Rampollo di una famiglia molto ricca, a fine luglio Rinderknech compirà 24 anni, oggi è al best ranking 367 ATP ed è uscito tardi solo perché ha preferito dedicarsi agli studi universitari in Texas prima di provarci seriamente col tennis. E’ un giocatore molto forte, soprattutto possiede un servizio potente e preciso e in campo è assai determinato. Non c’erano italiani in Spagna.
Yuta Shimizu
M25 Yinchuan, Cina (25K, Hard): [3] Y. Shimizu (Jap) b. [1] Y. Bai (Chn) 4-6 3-3 Rit.
E rieccolo Yuta Shimizu, ne ho raccontato le gesta vittoriose proprio la settimana scorsa. L’incredibile piccoletto rilancia le sue ambizioni con questa vittoria in Cina che segue le due finali consecutive delle scorse 2 settimane. Sale ancora in classifica il tennista tascabile, alto ufficialmente 163 cm (più alto secondo me) e sarà numero 467 ATP dalla prossima settimana. Non è ancora tantissimo, ma il tennista che abbiamo ammirato al Bonfiglio nel 2017 e che ha solo 20 anni, può dire la sua in futuro nel tennis di altissimo livello. In finale il giapponese ha avuto fortuna, per il ritiro della tds numero 1 del torneo, il cinese Yan Bai. Nessun italiano era in Cina.
M25 Pardubice, Repubblica Ceca (25K, Terra): [2] M. Guinard (Fra) b. L. Klein (Svk) 6-4 5-7 7-6
Finale drammatica ad altissimo contenuto agonistico quella tra il francese Guinard e lo slovacco Klein, che è andata in scena nel 25mila di Pardubice, in Cekia: l’ha spuntata il transalpino solo 7-6 al terzo, e così si è portato a casa il quarto trionfo in carriera a livello ITF e si è guadagnato il best ranking al numero 342 ATP. Secondo turno per Pietro Rondoni mentre Alessandro Petrone è stato eliminato all’esordio.
M25 Montauban, Francia (25K, Terra): [1] T. Seyboth Wild (Bra) b. [6] H. Gaston (Fra) 6-4 6-2
Due predestinati i due finalisti del torneo di Montauban sulla terra francese: vince il brasiliano Thiago Seyboth Wild, un diciottenne già al best ranking 348 ATP con un passato da Junior (ex numero 8), proveniente dal Paranà e consideratissimo dal team brasileiro. Allenato da Arthur Rabelo, il verdeoro ha già vinto un torneo all’anno dal 2017, tutti su terra e questo è decisamente il più importante. In finale ha sconfitto un altro fenomeno, forse più talentuoso e spregiudicato come da tradizione francese: Hugo Gaston, anch’egli classe 2000 e 420 ATP adesso con questo risultato. Più basso e più reattivo del suo avversario brasiliano, Hugo Gaston è però talento tennistico puro, con margini di miglioramento impressionanti anche se il fisico non lo aiuta particolarmente. Unico azzurro in gara, Dante Gennaro, eliminato all’esordio dal futuro vincitore del torneo.
M15 Curitiba, Brasile (15K, Terra): [2] J. Ficovich (Arg) b. [5] J. Sorgi (Bra) 6-3 7-6
Senza azzurri in tabellone, torneo di Curitiba vinto dal secondo favorito del seeding, l’argentino Juan Pablo Ficovich, al secondo torneo vinto di fila senza perdere un set dopo quello di Sao Jose Do Rio Preto della scorsa settimana. 22 anni, qualche esperienza Challenger, Ficovich in finale ha battuto il brasiliano Sorgi, tds numero 5 e tennista che fino a qualche tempo fa prediligeva il doppio mentre adesso sta salendo anche in singolare.
M15 Kamen, Germania (15K, Terra): [2] P. Heller (Ger) b. [1] J. Barranco Cosano (Esp) 7-5 3-6 6-3
Heller e Barranco Cosano, due tennisti che dominano i 15mila dollari, si sono ritrovati di fronte in finale in casa del tedesco, a Kamen: e infatti ha trionfato, dopo una lunga battaglia Peter Heller, ex numero 1 della classifica ITF. Per Heller undicesimo titolo in totale, ma solo primo stagionale. Alessandro Ceppellini era l’unico azzurro in tabellone ed è stato eliminato al primo turno.
M15 Anseong, Sud Corea (15K, Terra Indoor): H. Inoue (Jap) b. [2] C. Kim (Kor) 6-4 6-0
Haru Inue, giapponese di 22 anni, vince ij una volta sola il suo primo torneo sia in singolare che in doppio, prendendosi così una duplice soddisfazione. Settimana perfetta per il nipponico che in finale ha sconfitto la tds numero 2, il coreano Kim, sulla terra al chiuso di Anseong, proprio in Sud Corea, dove non c’erano italiani.
M15 Cancun, Messico (15K, Hard): [3] A. Geller (Arg) b. [4] N. Chappell (Usa) 6-3 7-6
Senza perdere nemmeno un set Axel Geller, ragazzone argentino alto e potente, ex numero 1 da Junior nel 2017, appena ventenne, vince il suo secondo torneo da professionista in Messico. Studente alla Stanford University, alterna studi e tennis ed è una grandissima promessa che secondo me verrà mantenuta. Geller ha un servizio piatto molto potente, buoni fondamentali, spinge sia di diritto che di rovescio e ciò che deve migliorare è il movimento dei piedi, e la velocità negli spostamenti. In finale ha sconfitto lo statunitense Chappell, classe 1992, ex numero 26 del mondo da Juniores nel lontano 2010 e mai dentro i primi 500 del mondo. Anche lui studente all’università. Nessun azzurro a Cancun.
M15 Alkmaar, Olanda (15K, Terra): [1] E. Dalla Valle (ITA) b. [6] N. Lootsma (Ned) 7-6 6-4
Doppio: [3] Y. Laurent (Fra)/ N. Lootsma (Ned) b. A. Bolla (Ita)/R. Bertola (Sui) 6-7 6-3 10-8
Al secondo tentativo (seconda finale) Enrico Dalla Valle, ventunenne romagnolo, vince il primo titolo della sua carriera a livello professionistico, battendo in finale il forte olandese Lootsma. Numero 445 del mondo, seguito dalla FIT a Tirrenia fino a poco tempo fa, Dalla Valle ha compiuto ad Alkmaar il Olanda un percorso eccezionale, vincendo tutti gli incontri in due set. Era partito forte già dal primo turno con la vittoria su Admiraal, un olandese ancora acerbo, poi al secondo turno ha demolito il brasiliano Reis Da Silva, che è un buon tennista, molto giovane e con un fisico ottimo. Quarti di finale che nascondevano molte insidie, come quelle insite in un derby: avversario Andrea Bolla (finalista in doppio), che sta seguendo un percorso interessante negli USA. Superato l’altro azzurro ai quarti, Enrico ha vinto la semifinale contro De Jong e poi finalmente ha alzato al cielo il trofeo contro Lootsma, che si consola con la vittoria nel torneo di doppio in coppia col francese Laurent. I quarti di finale per Bolla vanno salutati con grande entusiasmo e soprattutto certificano i progressi del ragazzo, che a 20 anni continua ad inseguire il suo sogno di tennista professionista, ma intanto si sta anche preparando il terreno per un piano B, attraverso gli studi.
Erik Crepaldi
M15 Setubal, Portogallo (15K, Hard): [3] N. Borges (Por) b. [4] F. Gil (Por) 6-3 6-4
Doppio: H. Craig (Usa)/S. Ivanov (Bul) b. [3] E. Crepaldi (ITA)/ R. Strombachs (Ger) 6-4 4-6 10-6
E’ Nuno Borges, 22 anni, 649 ATP, portoghese, a vincere in casa il torneo di Setubal, il suo quinto in carrera da professionista. Tennista completo, che fa pochi tornei perché sta dando precedenza alla laurea negli Usa, è tuttavia un giocatore molto forte, che potrebbe dire la sua in futuro anche a livelli maggiori. In finale ha sconfitto uno dei tennisti portoghesi più forti, il trentaquattrenne Frederico Fred Gil, molto vicino alla top 100 nei suoi anni migliori, a cavallo del 2010. Gil è stato colpito da una forte depressione negli anni passati, e gli è stata diagnosticata una sindrome molto simile al bipolarismo. Ciò non gli ha impedito, attraverso un lavoro specifico di tornare a grandi livelli e giocarsi le sue carte. Erik Crepaldi, che sta giocando tantissimo nel periodo, ha fatto quarti di finale in singolare e finale in doppio, mentre Edoardo Graziani si è qualificato e ha raggiunto il secondo turno nel main draw.
M15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): [5] M. Pena Lopez (Arg) b. P. Martin Tiffon (Esp) 6-1 2-6 6-2
L’argentino Manuel Pena Lopez trionfa in Tunisia, portando finalmente a casa il primo titolo della sua carriera da professionista. Il 21enne sudamericano, attualmente 591 ATP, ha sconfitto in finale l’ottimo spagnolo Martin Tiffon, e con il peruviano Alexander Merino ha anche vinto il torneo di doppio. Tra gli azzurri Alexander Weis continua a fare molto bene e ha fatto quarti di finale, mentre Nik Turchetti e Lorenzo Bocchi sono usciti all’esordio.
M15 Rochester, NY, Usa (15K, Terra): [4] D. Hidalgo (Ecu) b. [5] S. Kirchheimer (Usa) 7-6 7-6
Con due tie break l’ecuadoregno Diego Hidalgo vince il secondo torneo consecutivo negli Usa, dove vive e si allena (Florida) generalmente. Dopo il successo della settimana passata a Orlando il sudamericano 26enne si ripete a Rochester, entrando così ampiamente in top 100 ITF, lui che finora aveva avuto una carriera meno brillante di quello che si attendeva. Visto che fino a due settimane fa non aveva mai vinto in singolare, chissà che non sia scattata la molla giusta? Unico azzurro in tabellone era Marco Brugnerotto, eliminato al primo turno dalla tds numero 2, il venezuelano Ricardo Rodriguez.
M15 Harare, Zimbabwe (15K, Hard): [2] B. Lock (Zim) b. [1] T. Garanganga (Zim) 6-4 6-0
Stavolta ad Harare vince Benjamin Lock, l’africano bianco, contro il rappresentante dello stesso Paese, lo Zimbabwe, Garanganga che è nero. Mi rendo conto che stiamo nel 2019, ma queste differenze, più di cultura e di peso sociopolitico, che di colore della pelle, pesano ancora nello Zimbabwe. Come ho scritto la settimana passata, ci sono ancora in quel Paese le scorie di una guerra civile che ha fatto tante vittime, troppe. E i bianchi non hanno perdonato al Potere Dittatoriale di aver loro confiscato tante terre e tolto tanti privilegi. Dal canto loro i neri vedono solo in parte soddisfatte le loro rivendicazioni in uno stato che potrebbe essere ricchissimo. In questo scenario va inquadrata l’eterna sfida tra Garanganga e i fratelli Lock. Stavolta il round è andato ai bianchi, che hanno trionfato anche in doppio. Non c’erano italiani ad Harare e si è messo in luce un 2001, sudafricano: Charl Morgan ha fatto semifinale e per un 2001 è un risultato interessante.
Alessandro Zijno