ITF World Tennis Tour 2019, Week 25: Yuta Shimizu, il giapponese tascabile e lo scetticismo di molti. Sebastian Baez continua la crescita
M25+H Tolosa, Francia (25+H, Terra): [1] B. Bonzi (Fra) b. [3] H. Gaston (Fra) 6-4 6-4
Senza perdere nemmeno un set Benjamin Bonzi, tennista destrimane di Nimes, vince il suo ottavo titolo ITF, il più importante però per lui. Calato un po’ in classifica per una annata non spettacolare passata a provare a fare Challenger, Bonzi che ha 23 anni si è rimesso a fare qualche ITF per racimolare punti importanti che lo riportino almeno in top 200. Ora è 287 dopo la vittoria in finale contro il già celebrato Hugo Gaston, atleta che in Francia considerano un predestinato e su cui puntano davvero molto. Il diciottenne Hugo Gaston sta bruciando le tappe, e a soli 18 anni è già numero 430 del mondo, il suo best ranking, lui che è stato numero 2 al mondo da Junior e qui a Tolosa era padrone di casa. Bonzi ha vinto anche il torneo di doppia in coppia con Gregoire Jacq, che in singolare ha raggiunto le semifinali. Benissimo Giovanni Fonio, che ha vinto 2 partite facendo quarti di finale, perdendo solo da Chazal.
M25 Hengyang, Cina (25K, Hard): [3] H. Bourchier (Aus) b. [7] F. Sun (Chn) 7-6 6-1
In un torneo senza azzurri, successo in Cina per l’australiano Harry Bourchier, ora 406 ATP, molto vicino alla top 400 che rappresenta un suo obiettivo stagionale. Per il 23enne di Hobart quarto titolo di una stagione al momento spettacolare, con tante vittorie e tutte le finali vinte. Segnatevi questo nome perché al netto dei numerosi infortuni che lo hanno sempre tormentato è un tennista che farà bene anche nei Challenger, soprattutto quelli asiatici sul cemento.
M25 Martos, Spagna (25K, Hard): [Q] E. Struvay (Col) b. [1] K. King (Usa) 6-3 6-2
Sulla sua superficie preferita, il cemento outdoor, il colombiano Struvay torna a vincere un torneo a distanza di 3 anni dall’ultimo. Giocatore discontinuo ma potente, Struvay ha trovato una grandissima settimana a Martos, partendo dalle qualificazioni e arrivando fino all’atto conclusivo dove ha dominato la tds numero 1, l’americano Kevin King. Per il colombiano vittoria anche nel doppio in coppia con lo spagnolo Pla Malfeito. Come una palla può cambiare le sorti di un torneo si racconta bene con l’aneddoto sul turno decisivo di quali: opposto allo spagnolo Luque Rico, Struvay arriva 8 pari al long tie break decisivo e qui stecca la palla che diventa incontrollabile per l’avversario, guadagnandosi il match point a sua disposizione. Da lì in poi il colombiano non ha sbagliato più nulla e ora sta festeggiando il suo successo dopo un paio di anni molto complicati. Non c’erano italiani in gara, in compenso ha fatto ancora faville il 2003 spagnolo Alcaraz Garfia, 16 anni e già numero 519 del mondo che ha raggiunto le semifinali, convincendo tutti.
Maxime Cressy
M25 Tulsa, OK, Usa (25K, Hard): [1] M. Cressy (Usa) b. S. Riffice (Usa) 6-3 6-1
Sam Riffice, classe 1999, conquista un’altra finale, dopo quella vinta la settimana scorsa a Wichita, ma stavolta viene sconfitto dal connazionale statunitense Maxime Cressy, che curiosamente fino alla scorsa stagione giocava per i colori francesi. In realtà Cressy (22 anni e alto quasi 2 metri) è figlio di una famiglia altoborghese di Parigi, ma studia in California insieme a suo fratello e con questo titolo, il secondo stagionale, sale al numero 314 ATP, ormai vicinissimo alla top 300, obiettivo stagionale per lui che in realtà però non gioca tantissimi tornei e resta per lo più in nordamerica. Cressy ha vinto anche il titolo di doppio in coppia con il portoghese Bernardo Saraiva. Non c’erano italiani negli USA.
M15 Sao Jose Do Rio Preto, Brasile (15K, Terra): [1] J.P. Ficovich (Arg) b. [7] R. Matos (Bra) 6-4 6-2
In un torneo senza italiani, va a vincere l’argentino Juan Pablo Ficovich, il favorito della vigilia, al settimo titolo ITF della sua carriera. Battuto in finale l’ottimo Rafael Matos, brasiliano classe 96, mancino, che sta trovando una stagione positiva, anche se ancora privo di punti ATP, giocando solo 15mila dollari. Le cose cambieranno però ad agosto quando verranno stilate le classifiche con i nuovi criteri che prenderanno in esame anche i 15mila dollari.
M15 Balatonalmadi, Ungheria (15K, terra): [5] C. O’Connell (Aus) b. [Q] G. Madarasz (Hun) 6-3 6-1
Ma che stagione sta facendo l’australiano O’Connell? Che tennis meraviglioso sta giocando? Ok, è per lo più nel circuito ITF che sta performando, ma Christopher O’Connell, 25enne di Sidney, ha uno score stagionale di 47 vittorie e 11 sconfitte, e siamo solo a metà anno. Non si contano più le finale giocate e siamo a 3 titoli in stagione. Fermato negli anni passati da vari infortuni, l’australiano sta recuperando e tornando ai massimi livelli, quelli che lo portarono intorno alla posizione 200 ATP, mentre ora è fuori dalla top 500. Ma solo per il momento, vedrete. In finale l’australiano ha sconfitto un tennista molto promettente, che proveniva dalle quali: il padrone di casa Gergely Madarasz, che nel 2014 aveva smesso di giocare a soli 20 anni. Si è dedicato agli studi, e lo scorso anno è rientrato, con risultati all’inizio non eccezionali, ma ora sembra aver trovato la quadra. Classe 1994, mancino, l’ungherese può recuperare le speranze perdute di fare il professionista. Nessun italiano in Ungheria.
M15 Netanya, Israele (15K, Hard): [4] Y. Oliel (Isr) b. [5] G. Klier Junior (Bra) 3-6 6-4 6-3
Il padrone di casa Yshai Oliel, un giovanissimo, classe 2000, mancino israeliano vince il suo secondo titolo stagionale e il terzo in carriera a Netanya. Battuto in finale un brasiliano che diventerà davvero molto forte, Klier Junior, anche lui nato nel 2000, e anche lui presto top 200 ITF. Entrambi non hanno classifica ATP, ma si tratta solo di aspettare. Quarti di finale per Erik Crepaldi, che in stagione sta facendo davvero bene: gioca molti tornei e spesso arriva in fondi, bravissimo! Molto molto felice deve essere Andrea Picchione, ex allievo di Enrico Iannuzzi e attualmente di stanza a San Marino nell’Accademia di Galimberti. Picchione supera le qualificazioni a Netanya e poi si arrende solo 7-6 al terzo set all’americano Schachter. Anche Rieder si qualifica, poi viene eliminato all’esordio.
M15 Gimcheon, Sud Corea (15K, Hard): [7] S. Hong (Kor) b. [1] Y. Shimizu (Jap) 6-1 5-7 6-2
Senza azzurri in tabellone, successo per il padrone di casa Seong Chan Hong, già al terzo titolo in stagione e in rampa di lancio. Tennista di quasi 22 anni, quindi ancora molto giovane, nel 2016 si era messo molto in evidenza e sembrava poter ambire a giocare i Challenger, poi è uscito un po’ di scena. Fallisce invece la corsa al suo secondo titolo in stagione il ventenne giapponese Yuta Shimizu, che la settimana passata aveva vinto proprio qui a Gimcheon. Ricordiamoci sempre che il mancino nipponico è stato numero 5 al mondo da Junior, e presto entrerà in tabelloni più prestigiosi, pur essendo davvero piccolino. E’ numero 467 ATP al momento, e credo sia il tennista più basso (ufficialmente 163 cm, ma ora è cresciuto, a 170 cm probabilmente ci arriva) tra i primi 500 del mondo. Nonostante ciò badate bene che il servizio non è malaccio e come è ovvio capire si muove sul campo come una scheggia. In più è mancino e trova spesso angoli interessanti. Insomma tennista da seguire.
Alexander Weis
M15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): [JR] S. Baez (Arg) b. [Q] A. Weis (ITA) 6-2 6-4
L’ex numero uno al mondo tra gli Juniores, l’argentino Sebastian Baez vince il secondo titolo della sua giovane carriera, essendo lui diciottenne, superando purtroppo in finale l’altoatesino Alexander Weis, alla primissima finale in cui ha probabilmente sofferto la forte pressione. Nel torneo infatti l’azzurro, che proveniva dalle quali, era andato fortissimo, vincendo partite in rimonta, mettendo in mostra un ottimo tennis. Ha anche battuto Simone Roncalli al secondo turno e fatto semifinale nel doppio insieme all’argentino Arreche, da Weis battuto nei quarti in singolare. Secondo turno per Battaglino, mentre sono stati eliminati all’esordio nel main draw Turchetti e Tomasetto.
M15 Orlando, FL, Usa (15K, Terra): [6] D. Hidalgo (Ecu) b. [2] R. Rodriguez (Ven) 6-1 6-4
Senza perdere nemmeno un set l’ecuadoregno Diego Hidalgo festeggia il suo primo titolo della carriera in singolare, proprio in Florida dove ha studiato, risiede e si allena. Il 26enne mancino ha sconfitto in finale un altro sudamericano, il venezuelano Ricardo Rodriguez. Nessun italiano in Florida.
M15 Harare, Zimbabwe (15K, Hard): [1] T. Garanganga (Zim) b. [Q] M. Beran (Can) 6-3 6-4
E qui c’è una storia particolare, perché Takanyi Garanganga, che ha vinto il titolo è nero, ha la pelle scura dei nativi africani. Il pubblico era tutto per lui, tds numero 1, mentre per Benjamin Lock, anche lui dello Zimbabwe ma bianco, che era tds numero 2 il tifo era senza dubbio meno caldo. Sembrava proporsi l’ennesima sfida tra i due nel torneo di Harare, invece si è inserito, battendo proprio Lock, il canadese Martin Beran, 23enne canadese senza grosso pedigree, che però ha poi perso in finale. Non dimentichiamoci che da quando Mugabe ha preso il potere, cioè ormai da quaranta anni, l’etnia Shona del nord del paese di cui fa parte proprio Garanganga, ha ripagato con gli interessi i propri nemici (bianchi ed altre etnie nere) delle violenze e delle umiliazioni subite in passato e lo sport è diventato come spesso succede motivo di vanto per l’etnia Shona. I bianchi cacciati dal paese in misura enorme negli ultimi anni, con confische delle terre e privati dei poteri politici e culturali hanno visto nel rugby ma soprattutto nel tennis gli sport in cui riconoscersi come identità culturale con i fratelli Black (Cara, Wayne e Byron) come idoli. Benjamin Lock, sebbene giocatore fuori dalla top 500, è il successore bianco, forse l’ultimo baluardo mentre Garanganga rappresenta l’orgoglio Shona, che per anni non hanno potuto accedere nemmeno alla Prince Edward School che rappresentava il meglio dell’istruzione dell’ex colonia britannica e da cui provengono sia i fratelli Black, sia per un breve periodo il portiere Grobbelaar, forse l’atleta più famoso dello Zimbabwe (che ancora si chiamava Rhodesia) e la nuotatrice olimpionica Kirsty Coventry medagliata ad Atene 2004 e Pechino 2008. Né Garanganga né Lock resteranno nella storia del tennis ma stanno scrivendo pagine importanti per il loro tormentato Paese.
Alessandro Zijno