ITF WTT Femminile 2019, Week 24: Che meraviglia Susan Bandecchi. Francesca Jones insegna come superare le avversità di una rara malattia. Sara Errani emoziona ancora
W100 Manchester, Gran Bretagna (100K, Erba): [1] M. Linette (Pol) b. [3] Z. Diyas (Kaz) 7-6 2-6 6-3
Il più importante torneo della settimana, il 100mila dollari prestigioso di Manchester finisce nelle mani di Magda Linette, una tennista poco reclamizzata ma che ha sempre lavorato con grande disciplina e serietà, fin dai tempi in cui, con poca classifica, andava a cercarsi i punti in trasferte asiatiche costose e lontane. La Linette è polacca, ha 27 anni e attualmente è numero 73 del mondo. Con Manchester porta a 11 il numero di tornei ITF vinti, e ha anche trionfato una volta nel 125 WTA di Ningbo. La finalista Zarina Diyas, come avevo pronosticato tempo fa, è riuscita a rientrare il top 100 e ci resterà per un bel po’ se la salute fisica l’assiste. Un nome nuovo da segnalare è quello della canadese Katherine Sebov, una tennista con un fisico meraviglioso, snella e con gambe lunghe anche se non è altissima (173 cm). In reaòtà avendo giocato soprattutto in America e in Asia è poco conosciuta dalle nostre parti ma su erba può decisamente fare bene ed è già 239 WTA. Nessuna azzurra in tabellone a Manchester.
Katherine Sebov
W60+H Roma Antico Tiro a Volo, Italia (60K+H, Terra): S. Errani (ITA) b. B. Haas (Aut) 6-1 6-4
Doppio:[WC]E. Cocciaretto (ITA)/N.Dascalu (Rou) b.C. Meligeni (Bra) /E. Bogdan (Rou) 7-5 4-6 10-7
Bottino pieno per le azzurre al torneo dell’Antico Tiro A Volo di Roma, un 60mila dollari su terra rossa, molto apprezzato dalle tenniste perché offre anche l’ospitalità. In singolare successo strepitoso, meritato, e commovente di Sara Errani, ex numero 5 del mondo, travolta suo malgrado dalle accuse di doping che le sono costate anche una squalifica molto controversa. L’azzurra ha lottato su ogni palla, in ogni partita, fino a vincere in finale sull’austriaca Barbara Haas. Sara risale così in classifica, ora è numero 257 WTA e la sua storia non è conclusa, ha troppa grinta e coraggio per mollare. In una recente intervista ha dichiarato di aver molto sofferto per bugie, cattiverie, nefandezze dette sul suo conto, lei che tutto si può dire meno che non sia una professionista esemplare sotto tutti i punti di vista. Molto bene Jessica Pieri, meravigliosa nel primo turno dove ha sconfitto addirittura la Voegele, tds numero 1, e poi fortissima anche nel secondo turno, vincitrice su Lara Salden, una belga che sta facendo faville ultimamente. Nei quarti la Pieri è uscita per mano della russa Flink. Secondo turno per Grymalska e Di Giuseppe, mentre sono state eliminate subito Lucrezia Stefanini, Dalila Spiteri, Cristiana Ferrando, Tatiana Pieri e Elisabetta Cocciaretto, che si è consolata con il successo nel doppio in coppia con la Dascalu.
W60 Barcellona, Spagna (60K, Terra): [1] A. Kiick (Usa) b. C. Buyukakcay (Tur) 7-6 3-6 6-1
La tennista della Florida allenata dall’ex PRO Katy Rinaldi, la graziosa Allie Kiick è nel miglior momento della sua carriera: conquista il 60mila dollari di Barcellona, proprio quando sta per compiere (il 30 giugno prossimo) 24 anni e raggiunge la posizione numero 126 del ranking WTA, sua miglior prestazione di sempre in ottica classifica. Sesto successo a livello ITF per la statunitense che in finale ha battuto lottando la turca Buyukakcay. Non c’erano italiane in Spagna.
W25 Minsk, Bielorussia (25K, Terra): [SE] F. Jones (Gbr) b. [2] J. Cristian (Rou) 7-6 4-6 6-1
Che periodo d’oro per l’inglesina di Leeds, Francesca Jones, che entra in tabellone a Minsk grazie alla vittoria della scorsa settimana sempre in Bielorussia, e da grandissima campionessa trionfa di nuovo, battendo in finale tra l’altro una agguerritissima Jacqueline Adina Cristian, romena che mi piace assai. Per entrambe le finaliste forte crescita in classifica: Jones al numero 302 WTA (best ranking), Cristian al 210 WTA. La storia di Francesca Jones è quella di una ragazzina emarginata e presa in giro dalle compagne perché attaccata da una malattia rara, che le ha dato 4 dita nelle mani e 7 dita nei piedi. Ha il pollice più 3 dita eppure con la racchetta ci sa fare e questo dimostra tutta la sua determinazione. Racconterò presto la sua storia perchè davvero incredibile. Fuori al primo turno Angelica Moratelli.
W25 Hengyang, Cina (Hard): [6] X. Wang (Chn) b. [Q] Z. Sun (Chn) 6-4 6-3
Secondo torneo vinto di fila, e lo avevo predetto, per una ragazza del 2001 Xinyu Wang, cinese di famiglia benestante, che vedremo presto in WTA o comunque in tornei superiori in Europa. Del resto non è un caso se è stata numero 2 al mondo da Juniores nella scorsa stagione. Da seguire la sua crescita assolutamente. Ora è numero 271, best ranking. Nessuna italiana in Cina.
W25 Prerov, Repubblica Ceca (25K, Terra): [1] A. Kalinina (Rus) b. [5] E. Kostova (Bul) 6-1 4-6 6-1
In un torneo dove nessuna italiana era nel main draw, va a vincere sulla terra ceca la russa Kalinina, al decimo successo ITF, il primo stagionale. Allenata dalla mamma Halyna, la tennista nata in Ucraina ma di nazionalità russa, ha tenuto fede al pronostico che la vedeva favorita numero uno del torneo.
W25 Akko, Israele (25K, Hard): [5] S. Bandecchi (Sui) b. [1] J. Glushko (Isr) 6-4 6-2
Senza perdere nemmeno un set la svizzera (ma anche meravigliosamente italica) Susan Bandecchi trionfa al torneo di Akko, sul cemento israeliano, vincendo e convincendo dal primo turno fino alla finale contro la favorita e fortissima padrona di casa Julia Glushko. Susan Bandecchi, che è una creatura di Laura Golarsa, tecnica sottovalutata ma che porta quasi sempre i suoi atleti alla massima prestazione (vedi Alessandro Bega), è una ragazza meravigliosa: un viso affascinante, un corpicino niente male che piace molto anche agli appassionati di sesso maschile, e se ci parli ti si apre un mondo, perché è una ragazza mai banale, con tante idee e la voglia di approfondire le questioni. Non è casuale che la sua crescita in classifica (oggi è best ranking al numero 315 WTA) sia venuta contemporaneamente al suo sbocciare come donna, consapevole e matura nonostante sia ancora giovanissima, dovendo compiere 21 anni a luglio. E’ il secondo titolo della sua carriera, dopo quello di Sion nel 2017 e Susan (qui la sua recente intervista su alessandrozijno.it) ha già vinto su due superfici diverse. Laura Golarsa me ne parlò a Mestre qualche anno fa, e le altre ragazze del circuito mi ha sempre detto di invidiare il gioco da fondo di questa svizzera simpatica e serena, con un amore vero per questo sport. Ho contattato direttamente Susan che era molto felice e ha detto: ”Fino a fine aprile non era stato un buon periodo, poi quel buon risultato in Spagna vincendo partite anche difficili e piano piano ho ripreso fiducia. Ra ho deciso di concentrarmi sul cemento, che sento come superficie preferita. Il grosso del lavoro, oltre ovviamente a non trascurare nulla sul piano tecnico e atletico, lo sto facendo sul piano mentale. Se sto bene di testa anche il mio tennis ne viene influenzato positivamente. Curiamo anche i dettagli, ogni piccolo aspetto, del resto anche Roger ha lavorato sul suo rovescio dopo i trenta anni. Ora questo titolo, anche inaspettato per certi versi, mi rende molto felice, perché so quanto ho lavorato duramente in questi mesi, e quando è complicato il nostro sport.”
Verena Meliss eliminata da Daria Snigur, la boscaiola ucraina, una vera furia in campo, mentre Claudia Coppola si spinge fino al secondo turno dopo essersi qualificata e sono proprio felice per questa ragazza che si danna l’anima, lotta, suda, gira i quattro continenti, ci crede sempre fino in fondo e ha superato momenti difficili, ad esempio quando fu ingiustamente sanzionata dall’ITF per una accusa ridicola (mai sostenuta da prove per altro) di aver tentato di corrompere una avversaria. Fui io in persona a raccontare per primo quella storia quando scrivevo su Ubitennis, una storia dai risvolti drammatici che avrebbe potuto fermare una carriera. Ma Claudia è sempre lì, a dispetto dei santi e di tutti quelli che a volte hanno ironizzato sulla sua fiducia.
Victoria Duval
W25 Sumter, SC, Usa (25K, Hard): [2] H. Baptiste (Usa) b. [8] V. Duval (Usa) 6-2 7-5
Diciassette anni, afroamericana, non amatissima in Patria anche per qualche atteggiamento non proprio corretto, Hailey Baptiste si propone come una possibile campionessa con la vittoria sul cemento di Sumter, un 25mila dollari con una griglia di partecipazione piuttosto importante. In finale sconfitta Victoria Duval, un’altra ragazza con una storia alle spalle impressionante, per la quale ormai nessun problema rappresenta un ostacolo, tante ne ha passate. A 7 anni la famiglia subisce una rapina in casa, Victoria ha un’arma puntata contro, questa paura le resterà per sempre, ancora oggi non riesce a vedere una pistola senza che questo le provochi allarme. Succedeva ad Haiti dove Victoria è cresciuta, da mamma Nadine e papà Jean-Maurice che sono medici e a quei tempi possedevano e gestivano una clinica per clienti facoltosi, in una isola poverissima. Ciò non li rendeva certo ben visti alla popolazione che moriva di fame, e dopo questo episodio Nadine e i figli (Victoria ha due fratelli) decidono di volare in direzione Florida, per un posto più tranquillo. Il papà rimane a gestire la clinica, ma il 12 gennaio 2010 come molti di voi ricorderanno Haiti viene sconvolta da un terremoto devastante: Jean-Maurice resta sotto le macerie della sua casa per 11 interminabili ore. Viene salvato nelle ricerche, ma perde l’uso di un braccio anche se riesce a farsi trasportare negli Usa per curarsi (ha anche altre gravi ferite) e non riuscirà più a esercitare la professione medica. I Duval sono disperati, hanno sì abbastanza soldi per cavarsela, ma Victoria intanto è una piccola promessa, si allena da Bollettieri che fa qualche sconto ma anche lui deve far quadrare i bilanci (e lo farà molto male, ma questa è un’altra storia). E hanno anche altri due figli. Racconta la mamma Nadine che era Victoria a far tornare il sorriso a tutti, una mentalità positiva, un problem solving naturale. E poi anche un briciolo di buona sorte: un imprenditore Harry Kitchen, il papà di Ashley Kitchen (una ex tennista pro) che oggi ha 25 anni, gli presta 25mila dollari, nulla a pretendere, e dice alla famiglia che Victoria ripagherà da sola con i suoi risultati quel prestito. C’è così la possibilità di fare un anno di tornei, di allenarsi ancora e Victoria piano piano emerge, fino a diventare la numero 87 del mondo. Al top della carriera un altro scoglio inatteso: un linfoma di Hodgkin. Siamo nel 2014, da poco la britannica Elena Baltacha era morta proprio per un cancro, e Alisa Kleybanova che era stata colpita da una forma simile non è mai riuscita a tornare davvero. Lei invece ce l’ha fatta. E’ davvero un treno questa ragazza cui va la mia massima stima ed è un esempio per me. Ha ovviamente fatto fatica a riprendersi, ma ora Victoria Duval sembra tornata in ottima forma e riparte dalla posizione numero 500 del mondo. Forza Vic. Nessuna italiana negli USA.
W15 Kaltenkirchen, Germania (15K, Terra): [2] Y. Naito (Jpn) b. [1] C. Tauson (Den) 4-6 6-4 6-0
La giapponese Yuki Naito, 18 anni e secondo torneo vinto a Kalterkirchen in carriera, 433 del mondo, si propone come una futura top player: è in forma pazzesca l’ex numero 10 del mondo da Juniores, e infatti ha uno score di 27 vittorie e sole 9 sconfitte. Battuta in finale un altro fenomeno, la 2002 Clara Tauson. Parliamo di 2 ragazze che faranno grandi cose in futuro. Secondo turno per Federica Prati.
W15 Gimcheon, Sud Corea (15K, Hard): [Q] E. Lee (Kor) b. M. Matsuda (Jpn) 6-3 6-3
La qualificata Eunhye Lee, coreana classe 2000, conquista il torneo di Gimcheon, il primo nella sua carruera da professionista. Partita dalle qualificazioni la giovanissima coreana trova una settimana perfetta, battendo in finale la giapponese Matsuda, in un torneo senza azzurre.
W15 Cancun, Messico (15K, Hard): [2] P. Tig (Rou) b. [Q] M. Kriwoj (Arg) 6-2 4-6 6-3
Patricia Maria Tig è alla quarta finale nella sua tournee a Cancun, e si porta a casa il torneo, il secondo consecutivo in queste 2 settimane. L’ex top 100 WTA romena è in grandissima ripresa, ha ripreso a competere da aprile giocando solo in Messico, ed ora giocando molto bene. Nessuna italiana era a Cancun.
W15 Amarante, Portogallo (15K, Hard): [Q] G. Drummy (Irl) b. J. Mikulskyte (Ltu) 7-6 6-3
La mancina Georgia Drummy, al secondo torneo della sua carriera, lei che è del 2000 ed ha solo 19 anni, vince il torneo portoghese di Amarante: tennista che si allena all’Accademia di Chris Evert, la Drummy ha sconfitto in finale la lituana Mikulskyte. Non c’erano italiane in Portogallo.
W15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): [Q] M. Rouvroy (Fra) b. [8] M. Perez-Garcia (Col) 6-4 6-3
Era la settimana delle qualificate, perché anche a Tabarka una ragazza partita dalle qualificazioni trionfa: si tratta della francese Margoux Rouvroy, una 2001 che al suo primo torneo della stagione va a vincere clamorosamente il titolo dopo aver battuto in semifinale anche la fortissima russa Marfutina, ex allieva di Piero Melaranci a Latina, il coach storico del nostro Zeppieri. Monica Cappelletti e Giorgia Pinto raggiungono il secondo turno, mentre Irene Lavino, Silvia Saccani e Francesca Bullani sono eliminate all’esordio nel main draw.
W15 Wesley Chapel, FL, Usa (15K, Terra): [Q] M.L. Carle (Arg) b. [Q] V. Emma (Usa) 6-3 6-1
L’argentina Maria Lourdes Carle, anche lei partita dalle qualificazioni, vince il 15mila dollari in Florida, battendo un’altra qualificata, l’americana Emma. Per la Carle, come per la Rouvroy, primo torneo dell’anno e subito un titolo portato a casa, il primo della sua giovane carriera, visto che è una 2000. Senza dubbio parte con tanto entusiasmo nel circuito Pro, lei che è stata numero 9 al mondo da Juniores.
Alessandro Zijno