ITF WTT Femminile 2019, Week 20: Rebecca Marino trionfo in Giappone, la Depressione come Risorsa; Elizabeth Mandlik conquista Barletta
W100 Trnava, Slovacchia (100K, Terra): [2] B. Pera (Usa) b. A. Blinkova (Rus) 7-5 7-5
Nella splendida e professionalissima cornice del TC Empire di Trnava si impone l’americana Bernarda Pera, il cui nome tradisce chiare origini italiche anche se nata e cresciuta in Croazia. La ventiquattrenne di nazionalità statunitense e attualmente numero 83 del mondo ha sconfitto in finale la russa Anna Blinkova e ha così conquistato il nono torneo ITF della sua carriera, in costante ascesa. Unica azzurra in Slovacchia era Martina Caregaro, eliminata nelle quali e in un momento molto critico. Si tratta di ritrovare quella convinzione, quelle motivazioni, quella forte aggressività dentro e fuori dal campo che apprezzati ormai molti anni fa a Pomezia quando venne, giovanissima, per un 10mila dollari mostrandosi determinata e con ottimo atteggiamento.
W60+H La Bisbal D’Emporda, Spagna(60K+H, Terra): X. Wang (Chn) b. [Q] D. Galfi (Hun) 4-6 6-3 6-2
Xiyu Wang, cinese di 18 anni, già numero 140 WTA (suo BR) si impone in Spagna, sconfiggendo in finale la bella ungherese Dalma Galfi, la cui onda sembra arrestarsi. La cinese appare davvero molto forte e le sue avversarie sono spaventate dalle tenacia di questa ragazzina d’oriente. Si allena molto su terra battuta, grazie al suo coach di lingua e mentalità spagnola Eduardo Nicolas, fatto venire a Pechino apposta. Per la Galfi, che comunque ha fatto un grande torneo venendo dalle quali, sembrerebbe un momento di piccola involuzione tecnica, lei che da Junior ha fatto vedere cose eccelse. Nessuna italiana in Spagna.
W60 Saint-Gaudens, Francia (60K, Terra): A. Kalinskaya (Rus) b. [2] A. Bogdan (Rou) 6-3 6-4
Doppio: M. Di Giuseppe /G. Gatto Monticone (ITA) b. A. Kalinskaya/S. Lansere (Rus) 6-1 6-1
Cominciamo dalla splendida vittoria nel doppio di due nostre ragazze ormai mature sul piano umano e sportivo che stanno entrambe nel momento migliore della loro carriera. Stiamo parlando di Martina Di Giuseppe, proveniente dai Castelli Romani nei pressi della Capitale e Giulia Gatto Monticone, piemontese DOC, allenata dal livornese Tommaso Iozzo. Gatto in questa stagione è finalmente entrata nelle top 200, fatto best ranking 162 WTA e soprattutto ha acquisito grazie anche a Tommaso Iozzo, grande coach e suo compagno di vita, una consapevolezza diversa dal passato. Ora è una tennista che sa di poter scendere in campo e vincere con tutte, proprio tutte. Anche per “Digiu” stesso percorso, lenta salita fino al numero 166 WTA, con il suo gioco fatto di tante variazioni, una palla corta da tornei Slam e finalmente una ritrovata condizione atletica, dopo anni di problemi fisici. Gatto in singolare qui in Francia ha raggiunto i quarti, mentre Di Giuseppe è stata eliminata al primo turno. Anche Lucia Bronzetti fuori all’esordio, nel torneo vinto dalla russa Anna Kalinskaya, 20enne, al settimo successo ITF della sua carriera, lei che è stata numero 3 al mondo da Junior.
Rebecca Marino
W60 Kurume, Giappone (60K, Carpet): [4] R. Marino (Can) b. [Q] Y. Naito (Jap) 6-4 7-6
Due storie diverse per due finaliste entrambe cariche e convinte. La vincitrice del torneo giapponese di Kurume sul carpet velocissimo, Rebecca Marino, ha una storia di depressione alle spalle, bellamente superata anche se sappiamo che il rischio di ricadute esiste sempre. La canadese ha 28 anni, è stata numero 38 WTA nel 2011 e da quando ha deciso di tornare a giocare dopo 5 anni di stop ha riconquistato una buona classifica ed ora punta al ritorno in top 100. Era la fine del 2017 quando è rientrata nel circuito dopo che nel 2013 era caduta nel vortice della depressione e non ne voleva sapere nemmeno di alzarsi dal letto. La causa ufficiale, atti di cyberbullismo perpetuati nei suoi confronti. In realtà una sorta di fastidio verso tutto e tutti, verso il mondo tennistico, e soprattutto una insofferenza nei confronti di se stessa. L’incapacità di amarsi per come si vedeva e si sentiva, la difficoltà di approcciarsi ad emozioni sempre varie e sconosciute che in particolar modo il tennis conduce a provare. Questi i veri problemi. Smessi i panni della tennista, in 5 anni Rebecca ha studiato, si è dedicata al canottaggio e ha acquisito competenze nuove, non tecniche ovviamente, non tattiche, ma esistenziali: le cosiddette soft skills che le consentono di vivere meglio fuori dal campo e i risultati si portano anche all’interno del rettangolo di gioco, che in fondo è una grande arena. Il successo di Kurume lo testimonia. In finale sconfitta la giovanissima giapponese Yuki Naito, di cui ho spesso parlato, anche per le sue belle prestazioni ad Antalya. Avevo parlato di una predestinata (qui l’articolo nella settimana 6 degli ITF) riferendomi a Naito e lo confermo: mi piace molto, si muove bene, ha un colpo d’occhio notevole, impatta davanti e con un tempo fantastico, sembra nata per giocare a tennis. E’ una 2001 la giapponese e ora è al best ranking, 470 WTA. Nessuna azzurra era in Giappone.
W25 Wuhan, Cina (25K, Hard): [5] Y. Yuan (Chn) b. [6] A. Omae (Jap) 6-3 7-6
Un’altra cinese, Yue Yuan, trionfa, stavolta in casa e si mette in bacheca il trofeo di Wuhan, un 25mila dollari con un buon lotto di partecipanti. La Yuan ora raggiunge la posizione 285 del ranking mondiale a soli 20 anni, ora che ha centrato il primo titolo della sua carriera. Meno appariscente di altre ragazze cinesi è comunque una tennista che vince le partite che deve vincere. Nessuna italiana in Cina.
W25 Changwon, Sud Corea (25K, Hard): C. Simmonds (Rsa) b. [1] Y. Lee (Tpe) 6-3 7-5
Anche in Corea senza presenze italiche, il torneo di Changwon è andato a Chanel Simmonds, tennista sudafricana, 26enne che da molti anni galleggia intorno alla posizione 300 de ranking. Con questi 50 punti ottenuti risale di 161 posti e arriva al numero 411 WTA. La sudafricana ha vinto anche il torneo di doppio.
W25 Obidos, Portogallo (25K, Carpet): [3] D. Khazaniuk (Isr) b. [4] N. Parrizas-Diaz (Esp) 6-1 2-6 6-1
Doppio:[3] S. Shapatava(Geo)/E. Webley-Smith (Gbr) b. [4] M. Colmegna (ITA)/N. Parrizas-Diaz (Esp) 6-4 6-1
L’israeliana Deniz Khazaniuk, 24 anni e numero 237 delle classifiche WTA, vince a Obidos il suo ventunesimo torneo ITF: ragazza particolare Deniz, capace in una settimana di fare faville e poi sparire per lunghi mesi anche se ora sembra aver trovato buone sensazioni anche fuori da Israele dove vinceva praticamente tutto. Gaia Sanesi fa secondo turno, mentre Martina Colmegna fa finale nel doppio, dimostrando di puntare su questa specialità.
W25 Singapore, Singapore (25K, Hard): [2]A. Tere-Apisah (Png) b. [1] V. Savinykh (Rus) 6-3 6-2
La tennista di Papua Nuova Guinea Abigail Tere-Apisah di 26 anni vince il torneo di Singapore e avvicina il suo best ranking piazzandosi al numero 297 WTA: primo torneo in assoluto in carriera per questa simpatica ragazza. Scalpo eccellente in finale contro la russa Valeria Savinikh che sinceramente credevo facesse una carriera molto più brillante, anche se è ancora in tempo visti i mezzi tecnici e atletici. Nessuna azzurra si è spinta fino a Singapore.
W15 Heraklion, Grecia (15K, Terra): [5] V. Lukacs (Hun) b. D. Astakhova (Rus) 7-5 6-2
Chi è Darya Astakhova? E’ una 2002 russa che ha saltato quasi a piè pari l’attività Junior per buttarsi tra le grandi e provare l’avventura da Pro. Sembra che i risultati le diano ragione visto che ad Heraklion è riuscita a raggiungere la seconda finale della sua carriera e avvicinare la posizione numero 200 del ranking ITF, quello secondario per intenderci. In finale è stata sconfitta dalla più esperta ungherese Vanda Lukacs, 26 anni e al suo quinto torneo ITF conquistato, curiosamente il primo fuori dall’Italia visto che finora aveva trionfato solo a Santa Margherita di Pula, il suo torneo feticcio. Francesca Bullani si è qualificata ma è uscita poi nel primo turno del main draw.
Hana Mandlikova e sua figlia Elizabeth Mandlik
W15 Barletta, Italia (15K, Terra): [6] E. Mandlik (Usa) b. [2] O. Simion (Rou) 6-0 6-2
Doppio: F. Arcidiacono/J. Bertoldo (ITA) b. B. Lombardo/A. Raggi (ITA) 6-2 6-0
Prima edizione del 15mila di Barletta al Circolo Hugo Simmen, lo stesso che ospita il Challenger maschile che finisce con la vittoria di Elizabeth Mandlik, americana, che si è imposta in meno di un’ora di gioco in finale sulla romena Oana Georgeta Simion. Proveniente da Boca Raton, Elizabeth è la figlia di Hana Mandlikova, campionessa Slam trentaquattro anni fa agli Us Open. Elizabeth ha una storia particolare, perché è stata concepita in maniera naturale, ma grazie all’aiuto di un maschio che è sempre rimasto nell’ombra. Il suo papà e la sua mamma sono stati solo e soltanto Hana Mandlikova, con l’ausilio delle compagne, visto che la ex tennista cecoslovacca, ora cittadina australiana, è omosessuale. La Mandlikova ha 2 figli, “Elli” appunto come chiama la sua Elizabeth e Mark, sono gemelli e lei non li ha mai forzati a giocare a tennis. Anzi, ha fatto ancora di meglio: quando loro hanno manifestato la voglia di migliorare con la racchetta in mano li ha affidati alle cure di Coach Gabriel Trifu. Elizabeth ha vinto a Barletta il suo secondo titolo da pro, senza perdere un set e alla fine del match di finale ha dichiarato: “mia madre non mi ha mai messo pressione, anzi per me è una risorsa perché sa come ci si sente in certi momenti e può capirmi. Lei mi dà sempre buoni consigli.” La ragazzina ci sa fare, tira forte, non si risparmia, rischia il giusto, serve molto bene. In altre parole ha un gioco molto americano, con una personalità chiara ed una identità di gioco da chiara attaccante da fondo. Sa anche variare tuttavia. Dichiara di non aver mai sofferto per l’orientamento sessuale di sua mamma, che ormai è pubblico. In realtà Hana si sposò con un maschio, un imprenditore nel campo della ristorazione, l’australiano Jan Sedlak. Hana rimase incinta, ma come successe a Chris Evert, decise di non proseguire la gravidanza. La voglia di maternità però si manifestò anni dopo, e la vicenda assume tratti molto particolari. Così li racconta la Mandlikova stessa:”La gente può dire quello che vuole, ma i bambini, tutti i bambini, hanno il diritto di essere amati e questo è l’importante. Non rivelerò nè ora né mai il nome del padre dei miei figli, Elizabeth e Mark, due gemelli. Saremo amici tutta la vita anche se non vedrà mai i suoi figli. C’è un patto tra noi, lui sapeva che volevo diventare madre e ha deciso di aiutarmi, ma poi di ritirarsi nell’ombra.” All’inizio la Mandlikova crebbe i due ragazzi con la compagna di allora, Liz Resseguie, una personal trainer newyorkese, poi la loro storia è terminata ed ora la ex campionessa vive con Sidney Billier, curiosamente anche lei una personal trainer.
Capitolo azzurre: la qualificata Federica Arcidiacono si spinge fino alle semifinali, e così rientrerà in top 1000 ITF, e si consola con la splendida vittoria nel doppio in coppia con Jessica Bertoldo, che ha raggiunto il secondo turno. Quarti di finale per la Bilardo, la Lombardo e la Raggi. Secondo turno per Viviani, Pinto e Piangerelli, mentre sono state sconfitte all’esordio nel main draw la Prati, la Simone, Tcherkes Zade, Biagianti, Masini, Scara, Gai, Cagnazzo, Vallone e Enola Chiesa.
W15 Cancun, Messico (15K, Hard): [1] M. Zacarias (Mex) b. [Q] P. Tig (Rou) 6-3 6-3
Non sfugge un altro torneo a Cancun alla favorita numero uno, Marcela Zacarias che trionfa anche in doppio. Quattro tornei di fila a Cancun, quattro trionfi, sia in singolare che in doppio. Un bottino di circa 10mila dollari lordi e 400 punti ITF che la trascinano in top 30, sempre nella classifica secondaria. Nessuna italiana era in Messico.
W15 Warberg, Svezia (15K, Terra): [1] M. Yudanov (Swe) b. [2] E. Makarova (Rus) 6-3 7-5
No, non è l’Ekaterina Makarova più famosa, è una omonima, che comunque si sta mettendo in mostra, tanto da diventare top 10 ITF. Russa anche lei, ma classe 1996, la Makarova è stata sconfitta in finale dalla svedese Yudanov, tds numero 1 e al secondo titolo della sua carriera ormai alla soglia dei 30 anni. Anche in Svezia nessuna presenza azzurra.
W15 Tacarigua, Trinidad e Tobago (15K, Indoor Hard): [1] A. Gillan (Gbr) b. [3] L. Stevens (Ned) 6-3 6-2
Qualificazioni non giocate, e addirittura 2 bye nel tabellone principale danno l’idea del campo di partecipazione di questo 15mila dollari a Trinidad e Tobago. Sarebbe stata una buona occasione per qualche azzurra in cerca di punti ITF, onestamente, stavolta è proprio il caso di dirlo. Vince la britannica Gillan, al primo titolo della sua carriera.
W15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): J. Estable (Arg) b. [2] B. Gatica (Chi) 6-2 3-6 7-6
Doppio: [3] A. Fita Boluda (Esp)/G. Horackova (Cze) b. V. Hofer/I. Lavino (ITA) 6-2 6-3
L’argentina Estable conquista il quarto titolo ITF della sua carriera, tutti ottenuti su terra battuta a distanza di 3 anni dall’ultimo. La tennista di Buenos Aires, classe 1997, ha sconfitto in finale la cilena Barbara Gatica, In doppio finale per la coppia Hofer/Lavino. In singolare le azzurre tutte fuori al primo turno, Perdono all’esordio Claudia Franze, Andrea Farulla Di Palma, Carola Cavelli, Syria La Cerra, Verena Hofer e Giulia Ceschi.
Eleonora Molinaro
W15 Antalya, Turchia (15K, terra): [1] E. Molinaro (Lux) b. [Q] I. Ibbou (Alg) 6-2 6-4
Come la settimana passata (qui l’articolo) la bella classe 2000 Eleonora Molinaro trionfa ad Antalya e conferma la crescita esponenziale che sta per portarla a dominare anche in categorie superiori, almeno nei 25mila dollari. In finale la lussemburghese di origini italiane ha sconfitto l’algerina Ines Ibbou, famosa per aver vinto nel 2013, cioè a 14 anni, il primo torneo giocato in assoluto da professionista. Poi in realtà la sua carriera non è mai decollata e ora a 20 anni sembra di nuovo pronta per ripartire come la sua classe farebbe pensare. Nessuna italiana ad Antalya, e sarebbe curioso conoscere il motivo reale di questo abbandono del litorale turco da parte delle azzurre. Il costo? L’organizzazione? Non mi sembrano peggiori della Tunisia ad esempio.
Belinda Woolcock
W15 Naples, FL, Usa (15K, Terra): [2] K. Stewart (Usa) b. [1] B. Woolcock (Aus) 6-4 6-3
Più volte ho parlato (qui nella Week 4) della avvenente e fortissima Belinda Woolcock, che in questa stagione ha vinto il 60mila di Burnie, nella sua Australia. Dopo un 2018 disastroso per infortuni, la paura di dover smettere, una laurea in tasca, Belinda ora sta trovando la continuità giusta tanto che è al best ranking al numero 352 WTA, anche se questa finale non le porta punti. Vittoria, in un torneo senza italiane, per l’americana Stewart, all’undicesimo titolo della carriera ITF e in netta ripresa dopo una annata così e così. La Woolcock si riscatta in doppio, vincendo il torneo in coppia con l’americana Schmidt.
Alessandro Zijno