ATP Challenger 2019, Week 20: Giustino e Travaglia, semifinalisti a Heilbronn e Lisbona, da oggi a caccia del main draw di Parigi
Heilbronn, Germania (CH Tour 100, Terra): [1-WC] F. Krajinovic (Srb) b. A. De Greef (Bel) 6-3 6-1
La testa di serie numero 1 del torneo, il serbo Filip Krajinovic, tiene fede al pronostico e vince il suo decimo torneo Challenger ad Heilbronn dove aveva già trionfato nel 2017. Dopo una stagione passata negativa soprattutto per quanto riguarda la condizione atletica, quest’anno è cominciato meglio per il tennista di Sombor con il terzo turno agli Aus Open, i quarti a Montpellier, sedicesimi ad Indian Wells e due finali perse (a Sophia Antipolis e a Budapest dal nostro Berrettini) prima di questo importante successo. Ora per Krajinovic salita in classifica al numero 60 ATP. In finale sconfitto il belga De Greef che ogni tanto azzecca la settimana giusta, anche se è ancora molto discontinuo e questo sembra ancora il suo limite. Migliore degli azzurri Stefano Travaglia, che fa semifinale dove è stato sconfitto da Krajinovic arrivando però ad un passo dal successo, un set avanti e un tie break da giocare nel secondo. Perso questo, l’inerzia del match è andata nella direzione del serbo che ha chiuso 6-1 al terzo. Ora l’ascolano è al numero 120 ATP, in salita di 4 posizioni. L’impresa Travaglia l’ha fatta nei quarti quando ha sconfitto Kovalik 7-6 al terzo, quindi poi probabilmente era anche un po’ stanco, sia sul piano fisico che mentale. Fuori al primo turno Matteo Viola e Stefano Napolitano.
Stefano Travaglia
Gwangju, Sud Corea (CH Tour 80, Hard): [5] J. Jung (Tpe) b. [12] D. Sela (Isr) 6-4 6-2
In un torneo senza italiani, questo sudcoreano di Gwangju, Jason Jung sfrutta bene l’occasione di un tabellone orfano della tds 1 Berankis, ritiratosi. Andatevi a leggere cosa scrivevo a settembre (qui l’articolo su Jung): non c’è alcun dubbio che stia sfruttando l’occasione dei Challenger asiatici per provare a conquistare la top 100 il tennista di Taiwan. Utilizzato dal governo di Taipei come strumento di propaganda, Jason Jung si è intanto anche laureato in scienze politiche negli Usa, e ora come numero 121 ATP può davvero volare. Si è rivisto Dudi Sela in una finale Challenger, e con questo risultato risale una trentina di posizioni in classifica, ancora però molto indietro rispetto al suo reale valore. Sela è fuori dalla top 200, mentre è un tennista che per esperienza e valori tecnici, vale senza dubbio ancora i primi 100 al mondo, ammesso che il corpo stia bene. Del resto l’israeliano è ultratrentenne essendo classe 85 ed ex numero 29 del mondo. Seconda finale stagionale per Sela, dopo quella persa con Laaksonen a Bangkok. Ancora in ripresa Akira Santillan, semifinalista.
Samarkand, Uzbekistan (CH Tour 80, Terra): J. Menezes (Bra) b. [1] C. Moutet (Fra) 7-6 7-6
Con due tie break il brasiliano Joao Menezes, 22 anni in crescita esponenziale, batte Corentin Moutet in finale e conquista il torneo di Samarkand, guadagnando così 80 punti e arrivando diretto in top 300 ATP. Primo Challenger conquistato in carriera per il tennista di Uberaba, allenato da Patricio Arnold. Ora è best ranking 286 ATP, e poco da scartare da qui a fine anno. Per Moutet occasione sprecata, tuttavia il vero obiettivo del tennista francese (qui un focus su di lui) sono i tornei ATP. Il ventenne transalpino, considerato un predestinato, è sempre più vicino alla top 100 e presto vedrete giocherà i tornei più importanti e potrebbe essere in futuro uno dei beniamini del pubblico insieme al nostro Sinner, che è ancora più giovane. L’indiano Sumit Nagal, di stanza in Spagna per allenarsi, e che mi è sempre piaciuto molto, raggiunge le semifinali e mette un altro tassello alla classifica. Unico azzurro in tabellone era Fabrizio Ornago, entrato come Alternate che è stato eliminato al primo turno dal finlandese Ruusuvuori.
Gianluca Carbone, Coach di Lorenzo Giustino
Lisbona, Portogallo (CH Tour 80, Terra): [2-WC] R. Carballes Baena (Esp) b. [10] F. Bagnis (Arg) 2-6 7-6 6-1
Entrato grazie ad una Wild Card, ma con tds numero il tennista di Tenerife Roberto Carballes Baena vince il torneo di Lisbona, risale in classifica al numero 74 ATP, a due sole lunghezze dal suo best ranking, ormai a portata di mano. Lo spagnolo è un giocatore solido, terraiolo come ne sono rimasti pochi, capace di lottare su ogni palla e anche dotato di discreta mano. Macina chilometri ad ogni match e quando trova la settimana giusta come in questa occasione diventa uno scoglio insuperabile per molti. Ottavo Challenger vinto per lui, sconfiggendo in finale l’ostico argentino Facundo Bagnis, che in semifinale si è avvantaggiato del ritiro di Lorenzo Giustino che non ha voluto rischiare in vista delle importanti qualificazioni al Roland Garros che cominciano oggi. Per Giustino, sempre seguito da Coach Gianluca Carbone (qui un ritratto del coach) ancora un ritocco del best ranking (157 ATP) e davvero una consapevolezza diversa, nuova. Del resto il titolo del libro di Gianluca Carbone è proprio “il gioco della consapevolezza”. Un lavoro certosino su tecnica e sensazioni sta portando il campano cresciuto tennisticamente in Spagna a livelli eccelsi. Arnaboldi e Marcora raggiungono il terzo turno, mentre Gianmarco Moroni, Federico Gaio e Raul Brancaccio sono stati eliminati all’esordio. Ci sono da fare tre diverse considerazioni su questi tre forti azzurri. Jimbo dopo il super torneo al Garden ha accusato un problema alla schiena e si è ritirato. Federico Gaio sta continuando il percorso di nuova crescita e sviluppo insieme a Daniele Silvestre con cui girerà il circuito nelle prossime settimane, anche a Parigi ed è uscito qui a Lisbona per mano del padrone di casa Gastao Elias, un cliente onestamente difficile. Per Brancaccio è un momento così così sul piano dei risultati: lui era abituato al livello Futures e si è affacciato con coraggio nei Challenger, pagandone un po’ lo scotto; tuttavia è tutta esperienza che verrà utile in seguito. Anche per Riccardo Bonadio si potrebbe fare lo stesso, discorso, anche se appare più pronto: anche lui comunque, in tabellone grazie alla nuova classifica ITF, eliminazione al primo turno.
Alessandro Zijno