ATP Challenger 2019, Week 12: Un meraviglioso Lorenzo Giustino fa finale in Cina e sfiora il best ranking
Zhanhjiagang, Cina (CH Tour 80, Hard): [10] M. Polmans (Aus) b. [6] L. Giustino (ITA) 6-4 4-6 7-6
Solo un paio di stagioni fa Lorenzo Giustino appariva come un classico giocatore da terra battuta, forse per il suo stile, forse per la sua lunga formazione in Spagna che suggeriva un gioco tipico da “rosso”. Sono bastati pochi mesi col nuovo Coach Gianluca Carbone (qui una sua intervista) per poter rendersi conto di avere la possibilità di fare assai bene anche sul veloce. E così lavoro dopo lavoro, giorno dopo giorno, con la costanza e l’applicazione, Lorenzo e il suo coach hanno creato i presupposti affinchè i risultati giungessero cospicui anche su superfici diverse dalla terra. E la sua classifica che ristagnava intorno alla duecentesima posizione del ranking ATP ha cominciato a volare. Ora Giustino ha 27 anni, è il momento di provare a fare ancora di più, entrando nei 100 che è una soglia psicologica ma anche molto importante sul piano pratico perché consente una sicurezza di 160mila euro l’anno dati dalla certezza di entrare nei main draw degli Slam. Un primo turno in uno Slam regala circa 40 euro lordi, e ora stanno aumentando anchw qualcosina, per cui diventa decisamente importante starci dentro. Come più volte ha raccontato Coach Carbone, il primo step è stato quello di far rendere conto a Lorenzo di poter migliorare ancora moltissimo il suo gioco e di renderlo consapevole delle proprie qualità e competenze. Poi a livello tecnico è iniziato un lavoro che prosegue nel tempo e che sta portando il tennista campano a superare i propri limiti: Coach Carbone è un grandissimo studioso, laureato all’ISEF con il massimo dei voti, e soprattutto uno che è andato dal grandissimo Luis Bruguera (il papà di Sergi e colui che in Spagna ha letteralmente formato una sfilza di allenatori creando un “metodo”) a scavare nei segreti degli spagnoli. Così poi ha potuto sintetizzare il tutto, aggiungendoci di suo, lavorando di fino, mettendoci la creatività italica dentro il rigido sistema spagnolo fatto di semplicità, poche cose ma chiare, e tanta ripetizione dei gesti. Nel libro “Il gioco della consapevolezza” Coach Carbone lo spiega benissimo, illustra come è arrivato a certe conclusioni ed è una pubblicazione che io consiglio a tutti i giovani o meno giovani allenatori di agonisti di qualsivoglia livello. In questo torneo cinese Giustino era dotato della tds numero 6 e quindi aveva un bye al primo turno. Al secondo turno ha battuto in due set l’americano di origini asiatiche Nguyen. Ancora in due set nel terzo turno Lorenzo ha sconfitto il forte australiano Max Purcell per superare ai quarti il coreano Sonwoo Kwon, vera impresa perché l’asiatico è in grandissima ascesa, avanti nel ranking e tds numero 3. Per altro Kwon pur sconfitto raggiunge il suo best ranking al numero 163 ATP. Poi un po’ di buona sorte per Lorenzo che va direttamente in finale per il ritiro dello sfortunato Victor Galovic, che io considero italiano pur se di passaporto croato. Si arriva così alla finale contro Marc Polmans, il tennista col cappello da legionario, come quello che aveva Ivan Lendl. Come ho scritto spesso (qui il suo profilo) a me Polmans piace davvero tanto, lotta ogni quindici come se da quel punto dipendesse la sua stessa vita, è solido, sa fare tutto, gioca bene a rete, si muove velocemente sul campo e su tutte le superfici. Ma Giustino la gioca ad armi pari, combattendo tutto il match e arrendendosi solo al tie break del terzo set. Ora l’azzurro guadagna 22 posizioni nel ranking ed è ad un passo dal suo miglior risultato in carriera. Non ha quasi nulla da difendere per un mese e mezzo (le vittorie a Pula lo scorso anno nei 25mila gli valgono poco e può rimpiazzarle) e quindi la stagione su terra diventa decisiva per tentare l’aggancio alla top 100, o almeno un avvicinamento. Polmans da parte sua conquista ben 38 posti e si riporta vicino la top 150. Benissimo ancora Stefano Napolitano, che si è fermato nei quarti di finale, ma sta dando continuità ai risultati dopo l’ottima finale della scorsa settimana.
Gregoire Barrere
Lille, Francia (CH Tour 80, Indoor Hard): [3] G. Barrere (Fra) b. [2] Y. Maden (Ger) 6-2 4-6 6-4
Gregoire Barrere (qui un suo profilo), 25 anni, bissa il successo dello scorso anno a Lille dimostrando di essere quello che mi aspettavo: uno che a tennis gioca divinamente, ha un timing sulla palla pazzesco e un fisico ottimo per il tennis anche se un po’ delicato, stando agli infortuni che ogni tanto le fermano. Il francese diventa ora il numero 118 ATP, suo best ranking. In finale ha superato l’ottimo Yannik Maden (qui un suo profilo), su cui, dico la verità, non credevo fino in fondo qualche anno fa. Il fatto è che come molti che hanno dato importanza agli studi, ha finito per maturare un po’ più tardi e infatti adesso ha 28 anni ed è nel miglior momento della sua carriera con la posizione raggiunta in questa settimana al numero 104 ATP.
Tutti e tre gli azzurri si sono fermati al secondo turno, ma certamente i commenti sono differenti per ognuno di loro. Bene Viola che conferma i progressi, avendo superato Bonzi al primo turno, per poi essere eliminato da De Greef. Benissimo Bonadio che dimostra di possedere il livello Challenger pur entrando col ranking ITF, battendo all’esordio l’ungherese Balazs, seppur al rientro dopo l’ennesimo infortunio, per poi essere eliminato da Bachinger che su queste superfici è più a suo agio. Ancora decisamente poco fortunato Steto Travaglia che si è dovuto ritirare per un problema al gomito del braccio destro che speriamo non gli condizioni il tour sul rosso che comincia tra poco con molti Challenger anche in Italia.
Alessandro Zijno