ITF WTT Femminile 2019, Week 11: Ancora trionfi per le giovanissime Tauson e Lopatetska. Lucia Bronzetti crescita continua
WTA 125 Guadalajara, Messico (125K, Hard): V. Kudermetova (Rus) b. M. Bouzkova (Cze) 6-2 6-0
Diamo una occhiata anche al torneo WTA 125 di Guadalajara dove era impegnata la nostra Sara Errani. Il torneo è stato dominato dalla russa ventunenne Veronika Kudermetova, ora al suo best ranking al numero 81 WTA. L’azzurra invece ha fatto secondo turno: dopo aver battuto la romena Begu in due set, Sara è stata sconfitta dalla padrona di casa Renata Zarazua. Ottimismo comunque per la Errani e qualche posizione in classifica guadagnata. Degni di interesse i quarti di finale raggiunti dalla serba Olga Danilovic, già top 100 qualche mese fa e ora di nuovo in rampa di lancio.
Clara Tauson
W60 Shenzhen, Cina (60K, Hard): [JE] C. Tauson (Den) b. [6] F. Liu (Chn) 6-4 6-3
Incredibile e sconvolgente la potenza di Clara Tauson che dopo Monastir due settimane fa, va a prendersi il torneo ITF più importante della settimana che si è svolto a Shenzhen, in Cina. Dominante in tutti i sensi, fin dai primi turni la danesina. Già al secondo turno aveva di fronte l’ex top 50 Jana Cepelova, che presto torna in top 100 di sicuro vista la sua forza, e l’ha battuta giocando un tennis formidabile, fatto di accelerazioni ma anche di intelligenza tattica. Sinceramente non gli si vedono punti deboli, soprattutto in prospettiva: il lavoro del papà Soren con il coach Lars Christensen sta pagando già ora e a livello WTA appare già pronta. Il dubbio è il solito quando si parla di una bimba di 16 anni: reggerà a questi ritmi per quanto tempo? E quale sarà la sua soglia di soddisfazione, che, una volta raggiunta, fa la differenza tra una campionessa e una fuoriclasse? Campionessa già lo possiamo affermare, almeno per quel che si vede. Nessuna italiana era presente in tabellone.
W25+H Kazan, Russia (25K+H, Indoor Hard): [5] E. Rybakina (Kaz) b. U. Radvanska (Pol) 6-2 6-3
Ancora Rybakina, altra teenager fantastica, aiutata per altro economicamente anche dalla Federazione Internazionale (qui l’articolo), a fare la voce grossa andando a conquistare il trofeo nel torneo di Kazan, battendo in finale Urszula, la sorella di Aga Radwanska. Per noi gioia infinita per una semifinale di altissimo livello ottenuta da Lucia Bronzetti, che partita dalle qualificazioni ha messo in riga nel main draw gente come Vale Ivakhnenko top 200, la Gasanova che è in rampa di lancio, e Ekaterina Makarova che non è la Makarova supercampionessa ma una omonima fortissima addirittura numero 15 delle classifiche ITF. Per Lucia Bronzetti torneo davvero da ricordare, sperando che abbia trovato quella maturità per poter fare il salto che molti osservatori considerano vicino. Ventenne, romagnola, ormai dentro la top 500 WTA, Lucia è una creatura del fenomenale Coach Pat Remondegui, un vulcano di idee. Gli allenamenti di Remondegui si caratterizzano per una intensità davvero importante, condita ovviamente da tanti dettagli che ne fanno un coach completo. Poi si sa, la vita a volte divide, e le strade di Lucia e Pat sono andate su versanti diversi. Lucia Bronzetti si è accasata ad Anzio alla Piccari & Knapp Tennis Team e ora lavora duramente nell’Academy del litorale laziale, spesso allenandosi insieme a Deborah Chiesa. E’ una ragazza, Lucia, che viene da una famiglia della classe lavoratrice, è una abituata a soffrire, che forse come molte nostre atlete solo ora sta sviluppando una consapevolezza come donna e come tennista, adesso che vive da sola e che dovrà far fronte a maggiori responsabilità anche sul piano della prestazione sportiva. Fuori Stefania Rubini al primo turno.
W25 Sao Paulo, Brasile (25K, Terra): [Q] L. Chirico (Usa) b. [4] D. Kovinic (Mne) 6-0 6-2
Doppio: P. Goncalves/L. Stefani (Bra) b. [WC] M. Di Giuseppe (ITA)/M. Pedretti (Bra) 6-7 6-0 10-8
Finale di grande livello a Sao Paulo, su una terra piuttosto lenta, tra la statunitense Chirico e la montenegrina Danka Kovinic: Chirico aveva avuto un 2018 iniziato con un infortunio e poi proseguito peggio con difficoltà di varia natura ed era scesa oltre la trecentesima posizione del ranking; Kovinic un po’ con la stessa traiettoria. Entrambe ex top 100, terraiole quanto basta per iscriversi in un 25mila in Brasile, lottatrici ma molto diverse in fondo. Stavolta ha vinto l’italoamericana, piuttosto nettamente. Nel doppio peccato per Martina Di Giuseppe che in coppia con la Pedretti (brasileira) ha raggiunto la finale, poi persa al supertiebreak. Bene finalmente Jasmine Paolini che ha fatto quarti di finale, mentre Grymalska si è fermata al secondo turno. Fuori all’esordio Martina Di Giuseppe e Jessica Pieri.
W25 Nishi-Tama, Giappone (25K, Hard): D. Lopatetska (Ukr) b. G. Taylor (Gbr) 7-6 2-6 6-3
Dasha Lopatetska ormai è una sana e piacevole abitudine di questo sito. Vince tanto, oserei dire, troppo. Potrebbe essere una predestinata, in carriera ha 30 vittorie e 3 sconfitte e in questo 2019 ha 16 vittorie e 1 sconfitta. L’ho soprannominata “La Pitonessa”, sa come stritolare tatticamente e psicologicamente la sua avversaria. Se fossi il suo coach mi chiederei tuttavia: “tutta questa sbornia di risultati, tutta questa cattiveria agonistica, la rabbia dentro e fuori dal campo è figlia di una motivazione matura o no?. Finchè va tutto bene perché sei oggettivamente più forte, ok, ma poi? quando non basterà più quello che fai? Quando non sarà più sufficiente allenarti come una pazza? Perché c’è qualcuna che semplicemente è più forte di te e di tanto? perché magari ha 30 anni e bazzica sto mondo di matti da 20, ha più esperienza, più skills, più tante cose, e magari scopri che si allena pure meno di te? Cosa farai Dasha? sarai disposta a lavorare su te stessa? Saprai mantenere la rotta? Come reagirai quando mamma e papà saranno tristi perché per 6 tornei vai fuori al primo turno? Sarai capace di avere la schiena dritta e non mettere in discussione i metodi di lavoro, il coach e tutto il resto?”. Sta di fatto che intanto Dasha vince il terzo 25mila della stagione e vola in classifica. La troveremo presto più in alto, e secondo me entrerà nelle quali dei prossimi Australian Open di sicuro, forse anche negli Slam precedenti. In semifinale la Pitonessa aveva battuto la nostra Giulia Gatto Monticone, sempre allenata da Tommaso Iozzo, ormai ad un passo dalla top 200 WTA che merita sia come impegno sia come livello di gioco. Si rivede Rebecca Marino, la canadese di origini italiane vittima di una brutta depressione, che si è spinta fino ai quarti di finale.
W15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): M. Helgo (Nor) b. [7] D. Lodikova (Rus) 6-1 3-6 7-5
La norvegese Malene Helgo, 19 anni, vince il suo terzo titolo a livello ITF, sconfiggendo in finale la favorita russa Lodikova tds numero 7. Sulla terra tunisina di Tabarka, semifinale per Martina Spigarelli, secondo turno per Crescenzi, Hofer e Dentoni.
Cristiana Ferrando
W15 Sharm El Sheikh, Egitto (15K, Hard): A. Kubareva (Blr) b. [1] C. Ferrando (ITA) 7-5 6-4
Corona egiziana sfiorata per Cristiana Ferrando, 23 anni, ligure (nipote di Linda Ferrando che sconfisse Monica Seles) che dopo un ottimo torneo ha perso solo nell’atto conclusivo contro la diciottenne bielorussa Anna Kubareva al primo titolo in assoluto a livello professionistico. La Ferrando si è comunque ben comportata anche sul piano prestazionale: da incorniciare il successo in semi contro l’austriaca fortissima al rientro Tamira Paszek, sconfitta in tre set dopo una lunga battaglia. Coppola, Bilardo e Prati fuori al primo turno.
W15 Antalya, Turchia (15K, Terra): V. Dema (Ukr) b. [4] M. Chernyshova (Ukr) 4-6 6-2 6-1
Un mio amico che segue da vicino il tennis in Ucraina mi ha raccontato che diverse volte si erano incontrate queste due ragazze che sono divise da un anno di differenza a favore della Chernyshova che ha 19 anni. Aveva quasi sempre vinto la Chernyshova, più tattica e più solida. Ora la Dema, una sorta di ninja con la racchetta, ha messo le cose in chiaro. Sembra oggettivamente più adatta al tennis moderno fatto di ragazze sparatutto con “ingegno”. Terzo successo da Pro per la Dema. Fuori al secondo turno Gaia Sanesi e al primo Francesca Bullani.
W15 Gonesse, Francia (15K, Terra Indoor): [6] E. Molinaro (Lux) b. R. Masarova (Esp) 6-2 2-6 6-4
La Masarova fallisce il tentativo di doppietta in terra di Francia dopo il successo nel torneo precedente di Amiens. Stoppata stavolta in finale dalla tds6 Eleonora Molinaro, lussemburghese di passaporto tennistico ma di chiare origini italiane. Per la bella diciottenne Molinaro terzo successo in carriera. Fuori al secondo turno la Moratelli e la Burnett, subito eliminata Tatiana Pieri.
W15 Cancun, Messico (15K, Hard): L. Brouleau (Fra) b. [1] M. Osorio Serrano (Col) 3-6 6-4 5-1 rit.
Senza azzurre in tabellone il successo è andato alla francesina mancina ventireenne Lou Brouleau, che conquista l’ottavo titolo in carriera, il secondo stagionale.
W15 Arcadia, CA, Usa (15K, Hard): [1] H. Chang (Usa) b. [JR] E. Mandlik (Usa) 7-5 6-1
Di Elizabeth Mandlik avevamo parlato la scorsa settimana (qui) per il suo sorprendente successo al torneo 15mila di Carson, ed è andata vicina a ripetersi la giovanissima top 20 della classifica Juniores (infatti era in tabellone grazie agli inviti riservati ai migliori giovani). Ora parliamo della vincitrice del torneo, Hanna Chang. Ha 21 anni la statunitense di origini cinesi, vince un torneo l’anno dal 2016, eppure non sembra al momento possedere il livello per competere in categorie superiori. E’ una che il suo lo fa, e vince le partite che deve vincere. Non è poco.
Alessandro Zijno