ITF WTT Femminile 2019, Week 10: Daria Snigur vince in Egitto, Ucraina invincibile armata del futuro? Il ritorno di Masarova
W25+H Irapuato, Messico (25k+H, Hard): [3] A. Sharma (Aus) b. [2] V. Cepede Royg (Par) 6-7 6-4 6-3
Nel più importante torneo della settimana l’australiana Astra Sharma conquista il titolo nel 25mila dollari più ospitalità di Irapuato in Messico. Per la ventitreenne aussie, settimo titolo e best ranking vicinissimo arrivando al numero 163 WTA. Per la paraguayana Cepede Royg importante finale, che dà ossigeno ad una classifica che stava scendendo paurosamente, visto che l’ex top 80 sudamericana è scesa intorno alla posizione 170 WTA. Martina Trevisan, unica azzurra nel main draw, ha superato un turno, poi è stata costretta al ritiro nel terzo set contro l’indiana Thandi. Dell’indiana ho parlato qualche settimana fa in occasione del Grand Slam Development Fund, insomma i denari sborsati dall’ITF per le giovani promesse provenienti da Paesi meno ricchi. 25mila dollari per l’indiana (qui l’articolo) che si allena nell’Accademia di Sania Mirza, che se la coccola e la considera una delle più forti tenniste ventenni di prospettiva. “Renatona” Voracova ha fatto finale in coppia con Cepede Royg nel doppio sconfitte dal duo composto da Sharma/Hourigan: parlo della Voracova perché avendola conosciuta posso dire che è un vero esempio, a 35 anni, continua a girare il circuito di doppio con ottimi risultati (è 80 WTA nella specialità) e si allena con grandissima voglia.
Kharmal Kaur Thandi
W25 Mildura, Australia (25K, Grass): [6] N. Bains (Aus) b. [7] K. McPhee (Aus) 6-4 6-7 6-2
Sull’erba di Mildura va a vincere l’australiana di origine indiana Naikhta Bains, al secondo successo pro in carriera, battendo in finale la più reclamizzata in patria McPhee. In realtà nel ranking la Bains è davanti e si conquista anche il best ranking al numero 284 WTA. La svizzera Lulu Sun, 17 anni, continua a stupire e fa semifinale, dopo i due successi consecutivi ottenuti le settimane scorse qui in Australia. L’unica azzurra in tabelone, proveniente dalle qualificazioni è stata la coraggiosa Verena Meliss che si è difesa egregiamente sull’erba pur eliminata al primo turno del main draw dalla slovacca Mihalikova.
W25 Yokohama, Giappone (25K, Hard): G. Minnen (Bel) b. E. Ruse (Rou) 6-4 6-1
Best ranking al numero 243 WTA e trionfo numero 8 a livello ITF PRO per la simpatica e carina Greet Minnen, che conquista il 25mila dollari di Yokohama, il suo trofeo più importante in carriera. Da quando a Wimbledon 2018 fa ha finalmente fatto coming out, dichiarando al mondo la sua omosessualità e il suo rapporto d’amore con la Van Uytvanck, un’altra tennista belga più in alto in classifica, ha rotto il ghiaccio e comincia a vincere più spesso. Io credo che non sia casuale: si può solo immaginare il peso di una esistenza fatta nascondendo le proprie emozioni, oltretutto in uno sport che già mette a dura prova i ragazzi sul piano delle esperienze emotive e esistenziali. Nell’ambiente ristretto del tennis si sapeva già, sia chiaro, ma i suoi genitori, e il mondo esterno non sapevano, e aver portato alla luce la verità l’ha resa libera. Sono felice per lei e la tifo molto. In finale la Minnen ha sconfitto la romena Ruse, una tennista che da Junior è stata numero 7 al mondo, poi si è un po’ persa e ora a 21 anni pare ritrovarsi sul piano dei risultati. Non c’erano italiane in tabellone.
W15 Nanchang, Cina (15K, Terra Indoor): Y. Zhang (Chi) b. [4] D. Kim (Kor) 3-6 6-2 7-5
Sorpresissima a Nanchang: la cinese Ying Zhang, un solo torneo vinto finora a 22 anni, mette tutte in fila, trova una settimana perfetta e vince il suo secondo torneo della carriera, battendo in finale la coreana Dabin Kim. Nessuna azzurra è volata in Cina.
Rosa Vicens Mas
W15 Tabarka, Tunisia (15K, Terra): [2] R. Vicens Mas (Esp) b. [4] D. Lodikova (Rus) 6-4 6-4
La diciottenne terribile Rosa Vicens Mas, accusata a volte di avere un atteggiamento eccessivamente aggressivo, ma dotata comunque di grande personalità in campo, sconfigge in finale la russa Lodikova e festeggia il suo primo torneo professionistico. La Vicens Mas ha preferito cominciare fin da subito con i tornei dei “grandi” eliminando quasi totalmente la carriera giovanile. E’ una lottatrice, gioca bene su terra in particolar modo, non sembra un crack ma una buona carriera gliela vedo. Almeno se continuerà a lavorare bene come sta facendo. Fuori Corinna Dentoni al secondo turno, e Giulia Crescenzi al primo.
Daria Snigur qualche anno fa
W15 Sharm El Sheikh, Egitto (15K, Hard): [JR] D. Snigur (Ukr) b. O. Orpana (Fin) 3-6 6-3 6-4
L’Ucraina si candida a dominare il tennis femminile del futuro, almeno quanto il Canada quello maschile. Dopo Lopatetska, Yastremska, Kostyuk, Zavatska, Kostenko, Dema, ora è il turno di Daria Snigur, una 2002, che si allena a Kiev alla International Tennis Academy con Larisa Savchenko , ex Coach della Kutznetsova. Si fa fatica a contarle le ragazze ucraine pronte a macinare Slam, è letteralmente incredibile questo movimento in una nazione comunque non ricca e con grandissime difficoltà sociali. Forse Snigur fra tutte queste campionesse mi sembra la meno attrezzata a livello atletico, ma è un punto di vista mio e può senza dubbio migliorare. Nata con un DNA meno caratterizzato da velocità, rapidità negli spostamenti, Daria compensa il tutto con un timing sulla palla davvero unico, e con una lettura delle situazioni che la rende competitiva ai massimi livelli anche con ragazze che si muovono meglio in campo. Snigur è andata a vincere il suo secondo titolo in carriera a soli 16 anni, dopo aver fatto finale agli Aus Open Juniores ed entrando già in top 100 ITF ranking!!! (è 29 tra le Junior). Battuta in finale la finlandese Oona Orpana, anche lei in rampa di lancio a soli 18 anni. La Orpana nei quarti ha eliminato la nostra migliore competitor in Egitto, Federica Bilardo che ha lottato contro la finnica perdendo 6-7 2-6 e non demeritando affatto. Federica c’è, ha solo 19 anni e sta finalmente trovando continuità di rendimento. Cristiana Ferrando fuori al secondo turno: c’è da dire che era al rientro e al primo torneo stagionale. La Lucky Loser Linda Cagnazzo aveva perso al primo turno nel derby con la Bilardo. Da segnalare due giocatrici, entrambe austriache: da una parte il ritorno gradito sulle scene di Tamira Paszek, 28 anni ed ex numero 26 del mondo, allenata per lungo periodo da Larri Passos ma ferma da 3 anni, che ha conquistato i quarti di finale, partendo dalle quali perché non ha più nessun ranking. Dall’altra anche lei 28enne, la mitica Melanie Klaffner che continua a girare il circuito sperando di ritrovare quei risultati che qualche anno fa l’anno portata ad un passo dalla top 100 WTA. Ho un ricordo di lei un po’ particolare: gli chiesi di palleggiare un po’ con me, forse era Caserta, forse un altro torneo, e mi disse di no, ci rimasi male e la guardai in cagnesco. Qualche tempo dopo ci rivedemmo a Roma e fu lei a farsi perdonare regalandomi una quindicina di minuti di palleggio, alla fine mi disse qualcosa in mezzo tedesco e mezzo italiano che non capii affatto e se ne andò. Klaffner ha fatto semifinali qui a Sharm.
W15 Antalya, Turchia (15K, Terra): [3] M. Chernyshova (Ukr) b. [2] E. Molinaro (Lux) 6-4 6-4
Doppio: V. Dema (Ukr)/E. Milovanovic (Srb) b. E. Chiesa/V. Losciale (ITA) 6-4 6-3
Ed anche in Turchia è ancora festa ucraina con la meno reclamizzata del lotto delle baby fenomeno, Maryna Chernyshova, 19 anni, numero 37 ITF e numero 571 WTA, che trova il secondo successo del 2019 sempre su terra turca. Lei tra le ucraine è quella che forse gioca meglio proprio sulla terra rossa per caratteristiche e questo potrebbe essere anche un limite visto che la maggior parte dei punti WTA si conquista sul cemento o sul veloce in genere. Comunque ottavo titolo per Maryna, che in finale ha superato un ostacolo per nulla semplice, la lussemburghese di chiare origini italiane Eleonora Molinaro mentre nei quarti aveva avuto la meglio sull’altra ucraina giovanissima molto forte, Victoriia Dema. Tra le azzurre Enola Chiesa ha fatto secondo turno ma soprattutto in coppia con Valentina Losciale (eliminata all’esordio nel singolare) ha raggiunto la finale nel torneo di doppio. Francesca Bullani subito fuori con la Chernyshova, e curiosamente le due si incontreranno anche nel prossimo torneo sempre ad Antalya.
Masarova a destra e Simion a sinistra
W15 Amiens, Francia (15K, Terra Indoor): [7] R. Masarova (Esp) b. [8] O.G. Simion (Rou) 6-0 6-3
Doppio: M. Bougrat/ E. Dartron (Fra) b. [4] A. Moratelli (ITA)/A. Popescu (Gbr) 6-3 6-2
La spagnola di crescita svizzera e di papà slovacco Rebeka Masarova vince il 15mila di Amiens su terra al coperto, e conquista così il suo secondo titolo in carriera irrompendo in top 100 ITF. L’ex numero 2 del mondo da Junior, che sembrava poter spiccare il volo presto è ancora un po’ indietro sul piano dei risultati da Pro, almeno negli ultimi due anni. Nel 2016 ha vinto il Roland Garros Junior, e addirittura sconfitto in un torneo WTA la Jankovic, la Kontaveit e la tedesca Annika Beck. A gennaio 2017 finale agli Aus Open Junior battuta dalla Kostiuk 6-4 al terzo e poi pian piano si è arenata. Ora è 636 WTA, un po’ deludente per lei che nel 2018 ha poi cambiato nazionalità giocando per la Spagna, visto che la mamma e sua allenatrice, Maria Victoria Vieites è spagnola. Per questo la Federazione elvetica ha chiesto i danni prima alla famiglia della diciannovenne campionessa, estendendo la denuncia anche a lei quando è diventata maggiorenne e questo trambusto potrebbe non averle giovato sul piano delle prestazioni oltre ad un infortunio che l’ha tenuta fuori per un po’ di tempo all’inizio del 2018. In realtà la Masarova si è allenata per ben 6 anni in Spagna da ragazzina (all’Accademia di Arantxa Sanchez a Barcellona) per poi tornare in Svizzera, quindi non è ben chiara la vicenda: è alta 185 centimetri, si muove abbastanza bene ma non benissimo anche vista la sua altezza, e spara bordate molto potenti. Brava Angelica Moratelli a fare quarti nel singolare, battuta proprio dalla Masarova, e a raggiungere la finale nel doppio, una specialità che ama e in cui può fare molto bene. Fuori Tatiana Pieri al primo turno.
W15 Carson, CA, Usa (15K, Hard): [JR] E. Mandlik (Usa) b. [6] C. Branstine (Can) 6-2 2-6 6-4
Primo successo in assoluto a livello PRO per la diciassettenne statunitense Elizabeth Mandlik che in tabellone grazie al ranking juniores (numero 20 al mondo) mette tutte in riga e stravolge i pronostici. Finalista dell’Eddie Herr lo scorso anno, Elizabeth sa giocare bene anche su terra battuta, e si prospetta come una outsider di futuro interesse. E’ ancora presto per capire che tipo di carriera potrà fare, per gli americani è ancora più difficile perché c’è da considerare che il College è spesso prioritario o comunque parallelo alla formazione tennistica. Non c’erano ragazze italiane in tabellone.
Alessandro Zijno