ITF WTT Femminile 2019, Week 7: la crescita di Cori Gauff. Camilla Scala migliore delle azzurre, quarti per Jasmine Paolini in Slovacchia

W60, Shrewsbury, Gran Bretagna (60K, Indoor Hard):
[2] V. Diatchenko (Rus) b. [1] Y. Wickmayer (Bel) 5-7 6-1 6-4
Vitalia Diatchenko vince il secondo torneo consecutivo dopo quello della settimana scorsa a Grenoble e rientra così prepotentemente in top 100. Anche in questa occasione le ha portato fortuna incontrare al primo turno una azzurra, Martina Di Giuseppe, battuta in due set. In realtà la ragazza di Sochi, 28 anni, non ha particamente mai faticato, fino alla finale, dove aveva la rediviva belga Wickmayer, sconfitta poi in tre set in rimonta. Per la Diatchenko importante rientro nelle migliori 100 tenniste del mondo, sia perché la top 100 rappresenta una soglia psicologica, sia perché ora può sperare di entrare nei tabelloni degli Slam che consentono entrate sicure. Wickmayer, dal canto suo, ex numero 12 del mondo ed uscita dai radar nella seconda metà del 2018, ferma da agosto fino a fine anno, sta provando a risalire e si consola con la vittoria nel doppio. Fuori al primo turno anche Anastasia Grymalska ad opera della britannica Lumsden.
W25 Trnava, Slovacchia (25K, Indoor Hard): I. Shinikova (Bul) b. D. Allertova 6-1 6-3
La 27enne Isabella Shinikova, vince il 21esimo titolo ITF della sua carriera, ai danni della ceca Allertova. Ricordo la Shinikova a Caserta ormai parecchi anni fa, e credevo che avrebbe avuto una carriera più scintillante, mi piaceva parecchio. Probabilmente qualche limite a livello emotivo in campo, sebbene sia una ragazza molto determinata e col fuoco dentro. Come mi piace dire sempre “il tennis è liquido”, oggi sei 220 del mondo a 27 anni, come la Shinikova, nulla esclude che tu possa ancora puntare molto in alto. Jasmine Paolini raggiunge i quarti di finale, rientra in top 200 WTA, e riprende un po’ di fiducia. Fuori al primo turno Angelica Moratelli, in tabellone grazie ai posti riservati alla classifica ITF. La semifinalista Anna Zaja, tedesca, conquista il best ranking (189 WTA) grazie alla semifinale, e lo stesso fanno la 2000 ucraina Katarina Zavatska (171 WTA) e la ceca Zarycka.
W25 Surprise, AZ, Usa (25K, Hard): [3] S. Karatantcheva (Bul) b. [JE] C. Gauff (Usa) 5-7 6-3 6-1
Signore e Signori il futuro del tennis, Cori Gauff. Statunitense, nera, solo 14 anni (15 a marzo) e già in finale in un 25mila dollari. Fallisce l’appuntamento col primo titolo da professionista Cori Gauff, battuta solo in finale dall’ex bambina prodigio Sesil Karatantcheva ora 29enne, alle prese con acciacchi che non gli hanno permesso una carriera ancora migliore del best ranking al numero 35 WTA, datato ormai molti anni fa. La Gauff si consola con la vittoria nel doppio in coppia con la neozelandese Paige Hourican. La statunitense si allena adesso in Florida, pur originaria di Delray Beach, con uno staff direttamente gestito dal papà Corey che è stato un ottimo giocatore di basket. Qualità atletiche mostruose, potenza legata ad elasticità paurose, una predestinata. Ha sponsor che le consentono di allenarsi con serenità della famiglia, ad altissimi livelli. A detta di chi l’ha direttamente conosciuta è una ottima professionista già ora, molto seria, e allo stesso tempo con poche pressioni nonostante attenzioni enormi da parte della stampa, della USTA, e aspettative clamorose dle pubblico, corso numeroso per applaudirla in Arizona. A differenza delle sorelle Williams la sua appartenenza alla comunità afroamericana è meno sbandierata, essendo in fondo figlia della classe medio alta. Il fuoco tennistico non manca, le potenzialità sono da numero uno del mondo, cosa che già è stata nel percorso Junior (ora è numero 2). Ci sarà il best ranking per Cori Gauff, che avvicina la top 500 WTA. Non c’erano azzurre in tabellone.
W15 Port Pirie, Australia (Hard): [2] L. Sun (Svi) b. [1] J. Elie (Usa) 6-2 6-3
Percorso netto per la mancina svizzera di origini asiatiche Lulu Sun che va a trionfare nel torneo australiano di Port Pirie, senza perdere un set e dando una dimostrazione di forza entusiasmante. Ragazza dotata di testa, cuore e velocità di palla, diciassettenne, Lulu Sun ha vinto il suo primo titolo da professionista e ora salirà anche nella classifica dei grandi, ricordandoci che attualmente è numero 21 tra le juniores. Battuta la favorita statunitense Jennifer Elie, che aveva lasciato alle avversarie 6 giochi in 4 partite! Finale dominata dalla svizzera, ma quante ragazze ha la confederazione elvetica in rampa di lancio? Non c’era azzurre in tabellone.

W15 Monastir, Tunisia (15K, Hard): M. Lesniak (Pol) b. [1] A. Lazaro Garcia (Esp) 2-6 6-0 6-0
Di Marta Lesniak avevo parlato la settimana scorsa in riferimento alla mia amica Anna Korzeniak, polacca anche lei: la Lesniak ha una storia particolare, a soli 15 anni era già in top 500 WTA, è una che ha battuto la Azarenka, la Urszula Radwanska, ma che poi a 18 anni ha improvvisamente smesso. I motivi non sono noti pubblicamente e non sarò io a rivelarli. E’ rientrata nel 2017 inizialmente per gioco, ora ci sta credendo di più ed è un esempio per la Hedrzak, una ragazzina polacca di belle speranze. Ora per la Lesniak si aprono nuove porte, la classifica ITF sta salendo e la vita di una sportiva comincia a 30 anni, è valso per tante campionesse perché non anche per lei? Tra le azzurre supera un turno Dalila Spiteri, mentre va subito fuori la Burnett per mano della indomita Bulgaru, che non avrà colpi di chiusura, ma che non molla un centimetro. Perdere da ragazze come la Bulgaru, ci sta sempre, ricordiamocelo. Fuori Giulia Crescenzi nelle quali.

Federica Sacco
W15 Sharm El Sheikh, Egitto (15K, Hard): [5] A. Morgina (Rus) b. [4] L. Pigossi (Bra) 6-3 6-2
Anna Morgina, russa di 27 anni, conquista il dodicesimo trofeo ITF della sua carriera, tutti a Sharm! Si può dire che sia la sua seconda patria l’Egitto, ci avrà comprato un appartamento là, il post è bello, e praticamente la sua programmazione è incentrata su questi tornei di Sharm! La Morgina ha vinto anche il doppio in coppia con la finalista del singolare, la brasiliana Laura Pigossi, ottima tennista e pure cantante di livello. In doppio poi la Morgina ha vinto per ben 30 volte un torneo in Egitto, è indubbio che conosca quei campi meglio di chiunque altro. La russa è stata al massimo numero 300 circa a livello WTA, ma ora salirà in top 30 come ranking ITF e entrerà anche nei 25mila$, dove tuttavia in singolare non ha avuto mai molta fortuna.
Federica Sacco, classe 2002, unica azzurra in tabellone, ha fatto una ottima figura: in tabellone grazie al ranking Juniores, ha lottato come una leonessa contro la più esperta Rinaldo Persson, svedese di 21 anni, arrendendosi solo 4-6 al terzo set. Sono esperienze importanti queste per la ragazza di Posillipo, ancora giovanissima, per mettere tutti i pezzi del puzzle nel modo giusto. Io credo che un giusto mix di tornei PRO e tornei Juniores sia il percorso giusto per queste giovani atlete.

Camilla Scala
W15 Antalya, Turchia (15K, Terra): [7] M. Chernyshova (Ukr) b. [8-JR] Y. Naito (Jap) 7-6 2-6 6-2
Maryna Chernyshova, 19 anni, ucraina, conquista il settimo torneo della sua carriera lanciatissima, battendo in finale la giapponesina Yuki Naito, che la scorsa settimana si era già messa in evidenza vincendo il torneo turco. La Chernyshova ha un gioco interessante a mio parere, anche a volte troppo tattico ma positivo, è poco appariscente ma di punti ne fa tanti. In semifinale aveva superato la migliore azzurra della settimana, Camilla Scala. Per l’azzurra, nativa di Imola, best ranking al numero 400 WTA, si tratta di una iniezione d fiducia importante. Mi è sempre piaciuta la sua voglia di lottare in campo, ha buone attitudini sulla terra, è stato in passato sfortunata per un problema agli occhi che ne hanno ritardato la sua ascesa, ed ora pare pronta ad un lancio. Dove può arrivare non si può dire, ed è lei, Camilla che deve crederci fino in fondo. Quarti di finale per Gaia Sanesi, un po’ in involuzione come risultati; subito eliminate Verena Hofer e Monica Cappelletti.

W15 Shymkent, Kazakhstan (15k, Indoor Hard): [JR] K. Rakhimova (Rus) b. [JR] A. Tikhonova (Rus) 6-2 6-3
Due Juniores in finale è sempre “tanta roba”, interessante per le prospettive. Delle due a me piace di più la Tikhonova, con più frecce al suo arco, di un anno più grande della sua avversaria (18 contro 17), che però è stata sconfitta in finale da Kamilla Rakhimova, da Ekaterinburg, russa come la sua rivale proveniente da Mosca. Il fatto che così tante Juniores arrivino alle fasi conclusive dei tornei ITF delle “grandi” lascia pensare che almeno a livello dei 15mila$ la scelta dell’ITF di riservare dei posti in tabellone sia corretta. Le migliori Junior in effetti sono già a livello di top 400-500 del mondo WTA, questo bisogna ammetterlo. La questione si complica se ampliamo il discorso sull’importanza di sentirsi professioniste anche per quelle ragazze che in effetti fanno la vita da professioniste. C’è un valore aggiunto in alcune ragazze che non si estrinseca o manifesta nei risultati, e va visto in una ottica molto più vasta. Non è turismo tennistico quello di alcune ragazze che girano i tornei a 28 anni con risultati non eccezionali: è crescita culturale propria e di gruppo. Sono esperienze, tennistiche, sportive, umane e culturali che si riportano poi nella vita di tutti i giorni, creando in futuro coach migliori, medici migliori, mamme migliori. Ricordiamocelo sempre, anche quando si commentano risultati mediocri o nulli. Non c’erano comunque azzurre in tabellone qui a Shimkent.
Alessandro Zijno