Samuel Brosset, il campo da tennis è come un ring
Le prende e le dà di santa ragione, Samuel Brosset, 21enne tennista francese di belle speranze che abbiamo conosciuto lo scorso novembre a Milano in occasione del Symposium GPTCA. Brosset, proveniente da Chartres, nella Loira, è stato numero 748 ATP prima che le nuove classifiche gli togliessero tutti i punti conquistati e li trasferissero nel nuovo ranking ITF, dove è numero 396 del mondo. Mancino con rovescio bimane, il ragazzo si è messo in evidenza lo scorso anno conquistando un Futures in Belgio e sinceramente sono rimasto molto colpito dal suo modo di intendere il tennis dentro e fuori dal campo. Parlando con Samuel ti cambia il punto di osservazione delle cose tennistiche: lo conosci e ti rendi subito conto che è un personaggio particolare. Può sembrare sbruffone, invece ha una forte personalità che lo induce ad essere un po’ fuori dalle righe. Vedendolo palleggiare ti rendi conto che la palla viaggia parecchio, soprattutto col diritto, e serve molto forte pur non essendo un gigante. Durante il corso Level B GPTCA, organizzato dal Board capitanato da Toni Nadal e Dirk Hordorff , con Alberto Castellani, Pat Remondegui, Marco Panichi, Vincenzo Santopadre, come docenti o relatori, Samuel Brosset si è prestato ad esercitazioni per spiegare a noi allievi determinati concetti inerenti l’allenamento: qui mi sono reso conto della forza di questo ragazzo, sia a livello muscolare, sia tecnico. E’ un cavallo di razza, e sapeva anche comunicare molto bene in campo attraverso il tennis. Uno showman, lo osservi e la velocità del braccio racchetta ti resta impressa.
In performance l’ho visto solo attraverso qualche filmato in internet, e ovviamente questo fa tutta la differenza del mondo per poter valutare le skills e le chance del francese ma i risultati stanno arrivando. Fuori dal campo poi è una furia, ha mille interessi, uno su tutti il pugilato: ormai moltissimi professionisti o agonisti di buon livello utilizzano il ring e la nobile arte per allenare sia il footwork, sia la reattività, sia altre componenti non solo fisiche. Anche l’aspetto mentale, l’attitudine alla lotta, la gestione delle paure, il contatto fisico portano i tennisti ad amare il pugilato e ad avvantaggiarsi di un allenamento ispirato a quello dei pugili. Ma non credo che esista un solo tennista che volesse davvero fare a pugni con Samuel che davvero potrebbe salire sul ring e fare un reale combattimento. Se i guantoni ne raccontano e ne sublimano la parte aggressiva, la musica invece ci mostra un Samuel Brosset dedito all’arte e alla creatività che ne fanno un ragazzo poliedrico. Il concetto di ritmo è alla base del tennis e di moltissimi altri sport e il francesino ce l’ha nel sangue, e da appassionato dj si diletta pure nella musica.
Rimane tempo per allenare diritto e rovescio? Visto che è anche un monello con la faccia da schiaffi, pardon da pugni, che piace alle ragazze? Forse, e ripeto forse, è quello il punto su cui deve lavorare, come ci confermava Alberto Castellani a novembre 2018: “il tennista ha tutte le qualità, però il “frego” (così spesso Alberto chiama i ragazzi) deve decidere cosa vuole fare da grande, ora è qui e si allena con me, c’è molto da crescere ancora, staremo a vedere.” Io alloggiavo presso il Centro Pavesi ed era una figata incrociare i nostri sguardi e sorriderci senza motivo con Samuel che forse era anche divertito nel vedere l’impegno che noi allenatori mettevamo nella ricerca del miglioramento. Al Centro Pavesi si allenano le attraenti ragazze del Club Italia del Volley, che inseguono il sogno di diventare delle supercampionesse e la mattina a colazione ci trovavamo tutti lì, con il tennista francese in prima fila intento a mangiarsi qualcosa e probabilmente a capire chi fosse la pallavolista più carina in una scelta oggettivamente piuttosto difficile visto l’ottimo livello delle ragazze.
Samuel Brosset è nato il 14 gennaio 1998, ha esordito nel tennis professionistico perdendo da Gregoire Jacq (332 ATP) nel giugno del 2017 al Challenger di Blois nelle quali, e vincendo il primo torneo al suo esordio in un tabellone principale in Belgio la stagione successiva. Praticamente a 20 anni questo ragazzo si è manifestato al mondo tennistico, uscito fuori praticamente dal nulla visto che non ha esperienza Juniores di altissimo livello. Ha praticamente giocato fino all’anno scorso i tornei francesi equivalenti ai nostri Open, facendosi una buona classifica federale transalpina e stop.
LO STAFF
Samuel Brosset: “Il mio trainer ufficiale è Fabien Robert, fratello di Stephane, ex top 50 ATP e ancora nel circuito a 38 anni suonati. Il preparatore atletico è Clement Lambert, presso l’ATG Tours nella Loira.”
Gli Obiettivi:
“Mi sono accorto di non poter vivere senza tennis, questo sport e la competizione sono la mia vita, e sto ragionando come un professionista che cura il suo corpo e la sua mente a 360 gradi. Il sogno è quello di tutti i ragazzi che si affacciano a questo mondo, cioè intanto vincere adesso per poter competere nei Challenger e poi nei tornei di alto livello. Ho iniziato a giocare a 9 anni e all’inizio era davvero solo un divertimento”
Che giocatore sei?
“Servo bene, sia piatto sia in kick con la palla che salta parecchio (chiedere a Clarissa Gai che ci si è allenata in Turchia ndr), e il mio colpo preferito è il diritto con cui sono sempre aggressivo. Fisicamente devo stare bene per avere buone sensazioni anche sui colpi, e credo che con gli allenamenti duri che sto facendo troverò sempre migliore confidenza nei tornei.”
Samuel Brosset al Cairo
Io vi dico che questo ragazzo ha quel mix giusto di follia, tecnica, naturali doti fisiche per poter ambire a diventare un buon giocatore. Nemmeno in Francia se ne parla così tanto, secondo me sbagliando perché, come dice Castellani è un bel “frego”.
Alessandro Zijno