ATP Challenger 2019, week 3 : Meraviglioso Gianluca Mager, vince il primo Challenger a Koblenz
Koblenz, Germania CH 80 (46.600 Euro + H, Hard): G Mager (ITA) b. R. Ortega-Olmedo (Spa) 2-6 7-6 6-2
Alla fine Gianluca Mager si inginocchia a terra, ringrazia il pubblico, ringrazia Iddio, ringrazia chissà chi ma deve ringraziare proprio sè stesso per tutte le difficoltà che ha dovuto superare in carriera e nella vita. Gianluca Mager ha vinto il suo primo torneo Challenger della carriera e non sono solo i 6mila euro lordi circa che si porta a casa e gli 80 punti ATP pesantissimi a farlo esultare quanto finalmente la consapevolezza di avere il livello anche per entrare in top 100.
E’ una vittoria che ripaga il sanremese di tante sofferenze e tanti momenti di dubbio e lo porterà al best ranking alla soglia della posizione numero 200 del mondo. In finale Gianluca Mager è arrivato mostrando subito di essere in buona condizione battendo al primo turno in due set il tedesco Peter Heller, un brutto cliente che lo scorso anno ha vinto ben 6 tornei Futures, numero 3 al mondo nella classifica World tennis Tour che rappresenta il ranking dei tornei ITF professionistici. Nel secondo turno Mager ha battuto il britannico Ward, uno che è stato top 100 nel 2015. Gli ottavi di finale si presentavano proibitivi, opposto come era all’ostico Filip Horansky, uno slovacco temibilissimo su questi campi indoor: bravissimo qui Mager a servire molto bene nei momenti decisivi del match, e a resistere nei momenti difficili quando serviva aspettare che il momento difficile passasse: c’è stato un punto molto importante nel secondo set, allorchè Mager dopo un punto durissimo con numerosi scambi in cui Mager ha solo difeso, ha finito anche per perdere il punto. In quel momento andava a servire sul 40-30 a suo favore in un game decisivo e metteva una prima fortissima al corpo dell’avversario chiudendo così a suo favore. Avesse avuto un momento di sconforto e non avesse chiuso forse staremmo parlando di un torneo diverso per il sanremese. Arrivano così i quarti di finale dove a mio parere era l’azzurro il vero favorito contro Vatutin, tds3 e dove ha tenuto fede al mio pronostico approfittando anche del ritiro dell’avversario quando era comunque in vantaggio di un set e un break. In semifinale il capolavoro dell’azzurro: battuto l’olandese Tallon Griekspoor, vincitore lo scorso anno del torneo Challenger di Tampere e veleggia intorno alla posizione numero 200 del mondo a soli 22 anni. L’incontro è stato davvero particolare e certifica la grande crescita tecnica, tattica, atletica e mentale di Gianluca Mager capace di vincere il primo set 6-3 giocando un turno finale di battuta perfetto con 3 vincenti e un errore provocato al suo avversario. Poi secondo parziale a favore dell’olandese e nel terzo set ottovolante di emozioni: Mager andava avanti 5-1 e sembrava fatta ma non trovava più dopo quello che viene definito Arousal, cioè quella condizione che è caratterizzata da un maggiore stato attentivo-cognitivo di vigilanza e di pronta reazione agli stimoli esterni. In sostanza ha perso un po’ la bussola e ha rischiato di compromettere il proseguo del torneo. Sul 5-4 in suo favore, dopo aver ceduto uno dei 2 break a suo vantaggio, andava a servire per il match: nel primo 15 errore di Mager e palla in corridoio con la paura che viene scacciata da una prima di servizio potente che Griekspoor ribatte lunga. Ancora un errore di diritto in palleggio di Mager e 15-30. Sembra evidente che ora è Tallon Griekspoor che inizialmente mosso dalla disperazione, sta riuscendo a dominare il gioco, tanto che l’azzurro si trova a palleggiare due metri dalla linea di fondo mentre prima comandava allegramente. Poi ancora una buona prima e un attacco di diritto inside-in che è stato il marchio di fabbrica di questo torneo per Mager. 30 pari e Il cielo si rasserena ma serve un altro po’ di garra. Ancora prima di servizio e l’olandese la butta lunga di pochi millimetri: match point Mager. Ancora uno scambio drammatico di 18 colpi e la spregiudicatezza di chi non ha più nulla da perdere, cioè Griekspoor ha la meglio. Ed ecco che siamo 40 pari. Servizio ad uscire e attacco rischioso di diritto incrociato con la palla che si stava alzando, rubando il tempo all’avversario, quasi un colpo alla Agassi per Mager. Altro Match point e Mager si carica. Sa di aver rischiato e sa che ha fatto bene. Ci vuole aggressività, serve voler vincere in questi casi. Si prende i secondi necessari per recuperare, e per considerare le varie opzioni. Servire al massimo cercando l’ace o al 70% prendendosi comunque il vantaggio nello scambio? Si mette a servire più centrale del solito, probabilmente per provare l’ace proprio al centro, Grekspoor non legge il servizio, è stanco e provato anche lui, risponde male e Mager lancia un urlo liberatorio. Felice, finalmente un’altra finale Challenger dopo quella di Milano lo scorso anno.
In finale l’azzurro aveva Ortega Olmedo, un tennista spagnolo con un rovescio fastidioso che alterna in top e in back. Il primo set sembra voler suggerire una giornata difficile per Mager, forse imballato dalla tensione che a volte gioca brutti scherzi. Nel secondo set lo spagnolo va a servire per il match e da quel momento Mager tira fuori dal cilindro alcuni colpi incredibili, comincia a sparare vincenti e si conquista il tie break. Nel tie Mager ha una marcia in più, va subito 5-1 ma poi si inceppa. Vince il tie sul filo di lana, approfittando di un doppio fallo dell’avversario e poi vola nel terzo set con lo spagnolo down e lui invece in trance agonistica. Che bella vittoria! Anche frutto di tanta serenità ritrovata tornando a casa ad allenarsi con Matteo Civarolo ed uno staff importante composto anche da Marco Bruzzone, Valentine Confalonieri e il preparatore atletico Diego Silva, uno dei più importanti del panorama internazionale.
Raul Brancaccio accede al secondo turno, si prende 450 Euro lordi e 3 punti, battendo al primo turno il qualificato tedesco Wessels, un buono scalpo sul veloce indoor. Consideriamo che Brancaccio è cresciuto su terra battuta in Spagna e solo da questa stagione sta realmente entrando nei Challenger grazie al ranking WTT. Nel secondo turno Brancaccio ha retto bene fino al terzo set contro il fortissimo norvegese Casper Ruud e ha rischiato anche di vincere. Il campano è una delle vittime del nuovo ranking ATP che non tiene conto dei Futures (o solo in minima parte) ed è precipitato al numero 488 ATP dal 274 che era. Nel Ranking WTT invece è addirittura al numero 5 grazie a 4 tornei vinti nel 2018 tutti su terra battuta tra Italia e Spagna. Discorso simile per Riccardo Bonadio, anche lui vittima del nuovo ranking, che tuttavia entra in main draw come Lucky Loser e poi vince anche il primo turno nel torneo tedesco battendo nel derby Bobby Marcora che in teoria si dovrebbe trovare meglio di Bonadio su una superficie tanto veloce. Bonadio poi non ha avuto scampo contr la tds2, Yannick Maden, padrone di casa e più a suo agio sul velocissimo di Koblenz. Andrea Arnaboldi era investito della tds 4 e quindi secondo il nuovo format a 48 giocatori dei Challenger aveva un bye al primo turno, però poi è uscito subito battuto da Pavel Kotov, sorprendente russo che si è spinto fino alla semifinale. Arnaboldi prende il prize money ma zero punti anche se sale di due posizioni nel ranking live al numero 176 ATP.
Nella settimana entrante tantissimi azzurri impegnati nei tornei Challenger. Ci saranno Newport che è un categoria 125 in cui saranno presenti Lorenzi e Marcora; poi Rennes che è un categoria 90 ma ha un cut off altissimo al numero 203 con Caruso, Baldi, Travaglia, Arnaboldi, Donati e Brancaccio (dentro per il ranking WTT in cui è settimo). Napolitano, Gaio, Giustino e Moroni sono rimasti in Australia dopo lo Slam e saranno al via a Burnie, categoria 80, con Alessandro Bega che dovrebbe entrare in quali con il ranking WTT in cui è 35esimo). Un altro Ch 80 è quello dell’Uruguay a Punta del Este con un cut off bassissimo, addirittura al numero 443 ATP originalmente ora precipitato oltre al numero 600 ATP visto che entrerà anche Gonzalo Lama numero 632 a causa di tantissime cancellazioni. Per i colori azzurri presenti Basso, Quinzi, Ornago e Giannessi.
Alessandro Zijno