Egor Gerasimov, il bielorusso dal servizio bomba

Egor Gerasimov, bielorusso, 26 anni, 156 ATP
Sviluppo Potenziale: 90% (possibilità di crescita in classifica legate alla tenuta fisica)

Visto un paio di anni fa ai Challenger indoor italici, a Brescia, Bergamo e Andria Egor Gerasimov mi fece una gran bella impressione perché accompagnava ad una velocità di palla del servizio e del diritto anche una copertura del campo quasi perfetta, considerando la sua elevata altezza di 197 centimetri. Tuttavia, sia per problemi fisici, sia per una endemica incapacità al momento di vincere partite, non è cresciuto quanto si sperava in classifica e credo che la mia previsione che sarebbe presto entrato nei top 100 cada nel vuoto. Penso che il suo range medio sia questa posizione intorno alla 150 ATP con ovviamente qualche colpo d’ala quando il fisico lo possa supportare. Non ha tantissimo da scartare ad inizio anno, fino a marzo proprio nulla, per cui qualche posizione potrà recuperarla per raggiungere il best ranking piazzato al numero 121 ATP.
La Scheda
Come detto Egor Gerasimov è alto 197 cm con un peso intorno agli 85 chili, anche se il suo coach Voltchkov ha pregato il fitness trainer Vadim Sashurih di mettere ancora qualcosa di massa per sfruttare meglio servizio e diritto che sono il suo marchio di fabbrica. Devo dire che a me nelle partite che ho visto è sembrato davvero buono sui fondamentali con aperture non troppo ampie e grande facilità di arrivare sulla palla in perfetto equilibrio. Mi colpì la perfezione del primo passo incrociato per invertire la corsa sulla baseline e l’ultimo passo invece lungo per recuperare palle particolarmente lontane. Insomma qualcosa che non ti aspetti da un lungagnone come lui, fatto così bene poi. La mano non è delicatissima, ma il servizio è davvero da giocatore finito e sulle superfici veloci tipo “ghiaccio” sembra davvero ingiocabile. Da migliorare le risposta e senza dubbio la gestione dei match, perché quando il servizio lo abbandona appare perduto sul piano psicologico. Egor è destrimane con rovescio a due mani, che a me non dispiace per niente.


Le Dichiarazioni
“In Bielorussia il tennis è uno sport molto popolare e grazie soprattutto al movimento femminile sta esplodendo nei mass media. Ma noi siamo un popolo ancora povero e non bastano le vittorie di Sabalenka oggi come di Azarenka ieri per far sì che la Federazione possa aiutare tutti. Per me è faticoso sul piano economico girare il mondo, devo fare tanti sacrifici e devo ringraziare anche i miei manager (che sono due italiani ndr) che mi trovano squadre in Europa per guadagnare qualcosa al di fuori dei prize money dei Challenger che sono ancora minimi. Speriamo che grazie a questo nuovo format a 48 giocatori si possa incassare qualcosa di più. Ringrazio anche il mio storico coach Vlad Voltchkov che mi supporta sempre. Ho 2 sorelle, Alena e Katya, e Alena ha anche provato a diventare una giocatrice professionista. Il mio obiettivo nel 2019 è riuscire a crescere ancora di livello, essere più costante nelle prestazioni e stare a posto fisicamente. Il mio idolo è Novak Djokovic per la sua capacità di giocare punto su punto in tutti i match. Sono ancora giovane e sono ambizioso, senza fare proclami credo di poter entrare in top 100, prima o poi. Adoro l’Italia, è un Paese meraviglioso con un clima bellissimo, e la gente è sempre affettuosa e accogliente. Mi piacerebbe viverci. E poi è uno dei pochi paesi dove anche nei tornei Challenger o Futures c’è un sacco di gente a vedere la partite!”
La Storia
Egor Gerasimov nasce a Minsk l’11 novembre 1992 e comincia a giocare a tennis intorno ai 6 anni di età. Il papà Alexei è un appassionato e indirizza anche le sorelle a giocare. E’ Egor però a sembrare un predestinato: alto, con capacità coordinative fuori dalla media, e con grande capacità di concentrazione in campo. In più mettiamoci la voglia di allenarsi che non gli è mai mancata fin da bambino. Sembra un mix vincente, ma non basta per emergere a livello Junior. Il nostro Tommaso Lago, ex tennista professionista ora ritiratosi dalla scena internazionale, lo affrontò nel 2010 a Prato e mi ha rivelato che il servizio era già un fattore assoluto ma non aveva quella maturità che i diciottenni davvero fenomeni già dimostrano. E in effetti questa sorta di limite se lo sta portando ancora appresso. Da 5 anni circa ormai, tra alti e bassi, vive intorno alla posizione numero 200 del mondo e rischia di rimanerci se non prova a variare qualcosina nel suo gioco e nel suo atteggiamento. E’ un ragazzo tranquillo in campo, forse fin troppo. Nel 2013 vince i suoi primi Futures in Bielorussia, in carriera poi diventeranno 3. Di Challenger finora ne ha vinti ben 5, tutti sul veloce. Non gioca quasi mai il doppio per non sforzare il corpo, ma anche per non rimanere giorni in più nei circoli, provando ad ottimizzare spese e fatiche. Anche se chi è in tabellone in doppio nei Challenger ha ancora diritto all’ospitalità, stare fuori casa comporta comunque un dispendio di energie economiche e fisiche. Almeno questo è ciò che Egor mi confidò in occasione del torneo di Andria. Ha chiuso il 2018 con buone prestazioni, un quarto di finale nel 250 di Mosca con due scalpi eccellenti come Dzumhur e Paire. Le ultime notizie lo davano un po’ acciaccato ma nelle quali dell’Australian Open pare proprio che ci sarà, e vedremo come andrà a finire.
Alessandro Zijno