Giancarlo Palumbo: ” A Tirrenia il concetto chiave è continuità”
Lo scorso novembre 2017 mi recai a Tirrenia per un bel reportage che divise il pubblico tra chi elogiava la Federazione per le sue scelte nel settore tecnico, e chi invece sosteneva che il percorso fosse meno virtuoso. A fine 2017 nel maschile avevamo (esclusi gli ormai affermati Fognini, Seppi e Lorenzi) Cecchinato fuori dalla top 100, Berrettini numero 136 che ancora si agitava nei Challenger, Moroni numero 700 del mondo che girava i Futures, Sonego fuori dalla top 200, Quinzi addirittura numero 329, Baldi 360, solo per citarne alcuni. Oggi le cose sono cambiate notevolmente in meglio come risultati con Cecchinato esploso al Roland Garros e non solo, Berrettini che mira alla top 50 e gira ATP, Moroni con un salto miracoloso di 500 posizioni, Quinzi in lenta ma costante salita, Sonego entrato tra i migliori 100 giocatori del mondo e con vista nel main draw degli Aus Open e Baldi che sembra ritrovato a grandissimi livelli. Ho fatto solo degli esempi, non me ne vogliano moltissimi altri atleti che stanno migliorando le loro performance e la loro classifica. Il fatto incontrovertibile è che IL TENNIS ITALIANO E’ IN SALUTE, almeno sul versante maschile. E, lo vedremo in seguito, altri giovanissimi si stanno affacciando. Quali sono i meriti diretti del Centro di Tirrenia e della FIT in generale? Innanzitutto la programmazione. Questi frutti raccolti nel 2018 non sono altro che il risultato della semina degli anni precedenti, sapientemente e pazientemente svolta da Giancarlo Palumbo e i suoi, a cominciare da Umberto Rianna che a parere mio rappresenta un valore assoluto che numerose altre Federazioni ci invidiano. Le strutture sono degne di un Centro Tecnico di valore, assolvono alla grande al loro compito, tanto che gli stessi giocatori, anche quelli affermati (come di recente Lorenzi o Camila Giorgi e in passato Schiavone) lo utilizzano come base d’allenamento. Per i più giovani è non solo un luogo dove trovare tutto ciò che serve, ma dove crescere come ragazzi, dove confrontarsi con il Tennis di altissimo livello, con allenatori dotati di un bagaglio di esperienza e conoscenze importanti e animati da passione genuina per il loro lavoro e per i ragazzi stessi. E’ il caso di Gabrio Castrichella di cui ho potuto saggiare dal vivo in numerose circostanze durante i tornei, le capacità tecniche e le competenze di intelligenza emotiva al servizio dei suoi ragazzi.
Arrivo un sabato mattina, con Francesco Forti che si allena in terra outdoor con Martina Trevisan sotto gli occhi del suo Coach Claudio Galoppini. L’allenamento è intenso. Intanto sugli altri campi, veloci e al coperto, ci sono gli Under 12 e 14 toscani in un raduno programmato. E’ per me una giornata piacevole, all’insegna del tennis vissuto con entusiasmo e passione, e incontro Giancarlo Palumbo che mi accoglie con simpatia e disponibilità: “Le cose stanno andando bene, siamo soddisfatti, nel maschile direi benissimo come risultati, nel femminile c’è molto da lavorare e stiamo creando le basi affinchè tra pochi anni ci sia lo stesso movimento che vendiamo tra i ragazzi. E’ molto importante che i Centri Tecnici abbiano una identità chiara e riconoscibile, e questo è un lavoro che stiamo ultimando con il prossimo passo che sarà fare di Foligno e Formia i punti di riferimento per il settore delle ragazze. Vogliamo dare una organizzazione strutturale ben definita come abbiamo fatto con i maschi dove l’organigramma è lo stesso da un po’. Filippo Volandri è il responsabile Tecnico maschile, Rianna per gli Over 18, io stesso per gli Under 18 e Dell’Edera per gli Under 16, Il rientro di Stefano Barsacchi, arricchito dall’esperienza internazionale, è qualcosa di cui vado fiero e può fare la differenza ancora una volta in positivo.”
Chiediamo a Giancarlo Palumbo perché allora a volte l’opinione pubblica critica l’operato dei Centri Federali, e se si può far qualcosa per migliorare la comunicazione:” Non c’è distonia tra Centro federale e Club o Accademie, assolutamente. La virtù sta nel riuscire a collaborare, ognuno con i propri compiti da assolvere. Quale è il nostro come Tirrenia? Quello di dare il meglio. Dare anche uno stimolo agli altri per migliorarsi e migliorare anche noi di conseguenza, una sorta di competizione propositiva. Abbiamo un budget e dobbiamo utilizzarlo nel modo più funzionale. Ora c’è uno dei Coach più importanti del panorama italiano, Claudio Galoppini storico allenatore di Lorenzi, che segue qui dentro Forti e Iannaccone. Poi per creare continuità nei prospetti migliori abbiamo un continuo via vai di tecnici dalla periferia: Petrazzuolo con Pellegrino, Fantone è venuto con altri due ragazzi, tutto questo per dar modo ai più giovani di crescere in ogni aspetto. I Club in molti casi stanno facendo bene il loro lavoro e quando c’è sinergia i risultati arrivano.”
Quali riconosci come successi in questo 2018?
“Innanzitutto il lavoro di Michelangelo Dell’Edera è stato strabiliante, con una organizzazione e attenzione capillare in tutta Italia anche per il settore Under16. Direi poi la generale buona organizzazione Tecnico-Strategica sul territorio, ci ha fatto raccogliere buoni frutti. Abbiamo avuto 12 ragazzi negli US Open, siamo stati la quarta nazione con il maggiore numero di partecipanti e non è frutto del caso. Poi è iniziato qualcosa di particolarmente interessante nell’Under 16 sperando di crescere ancora. Musetti ad esempio può davvero rappresentare qualcosa di importante per il futuro del tennis italiano: è un ragazzo che ha attitudini all’impegno, il suo segreto è la dedizione al lavoro, la disciplina ed è sempre alla ricerca del miglioramento. Musetti è uno che vuol fare sempre qualcosa per diventare più forte. Campione lo diventi se provi a fare sempre qualcosa in più degli altri, lui ha senz’altro qualità, questo è certo. E’ seguito sempre da Simone Tartarini e frequenta costantemente le strutture circa 3 volte a settimana e studia all’interno con Rossi e Cocciaretto. Musetti e Cocciaretto saranno i prossimi a venire fuori, almeno così si spera. Il sistema e le sinergie aiuteranno questi ragazzi per gli step formativi. Pensiamo a Berrettini a 16 anni e quello che è ora. Tutto va visto in ottica futura, quindi almeno quadriennale.”
Intanto Elisabetta Cocciaretto ha vinto il suo primo titolo da professionista sulla terra di Nules, in Spagna, senza perdere un set.
Disciplina dedizione al lavoro e fare qualcosa più degli altri sempre alla ricerca del migkioramento
E qualche delusione?
“Ciò che è necessario evidenziare è che LE SCELTE NON SONO MAI DEFINITIVE. Per ovviare ad errori proveremo a dare ancora più peso nelle decisioni agli aspetti umani dei ragazzi, preferendo chi ha già ha motivazioni mature e endogene. Si tratterà di valutare in maniera ancora ancora più approfondita le aspettative e l’emotività del ragazzo, ed anche il suo background culturale-sportivo e familiare. Alla fine della fiera chi “arriva lontano” sono quei ragazzi che hanno una famiglia legata al progetto, che sposa convintamente il percorso e non pone ostacoli di alcuna natura. Si tratta di andare avanti insieme senza invadere ognuno lo spazio dell’altro, tra famiglia e tecnici. In più vogliamo che i ragazzi in crescita proseguano a lavorare con i loro Maestri storici in continuità di progetto tecnico-atletico-emotivo.”
Francesco Forti e Federico Iannaccone, come stanno procedendo?
“Francesco è ambizioso, intelligente dentro e fuori dal campo, crede in quello che fa. E’ lui il primo a stimolare l’allenatore. Sta provando a fare il passaggio difficile tra Junior e Pro, con incoraggianti risultati al momento. Anche Federico sta crescendo, è disponibile, esegue i compiti di coach Galoppini, fa il suo. Tatticamente, come so che ti ha detto anche Galoppini, deve diventare più intraprendente, ma sono sicuro che se cresce fuori dal campo trovando più sicurezza nei suoi mezzi, riporterà anche in performance la nuova consapevolezza. Serve un po’ di voglia di rischiare in più.”
Tra i giovanissimi?
“Maggioli e Andaloro, Under 18, sono dei prospetti interessanti, si stanno formando attraverso il percorso federale, e si spera di portarli ad alti livelli. La maturità e le motivazioni per provare a fare il grande salto sembrano possederle.”
Parliamo di Pellegrino? Ci si aspettava di più forse? Il ragazzo appare davvero nato per competere nello sport.
“Con i punti ATP nuovi del transition tour Andrea sarà più avanti in classifica. La scelta è stata ambiziosa e mirata alla crescita del ragazzo. A volte i risultati sono immediati, altre volte ci si mette un po’ più di tempo. Noi in Andrea ci abbiamo sempre creduto e ci crediamo alla grande. C’è stata una crescita esponenziale intorno ai 18/19 anni, ha un fisico incredibile, tecnicamente è all’altezza della situazione, almeno al livello Challenger, rafforzando i punti forti ora si tratta di lavorare ancora più duramente sui propri limiti. La partita si giocherà sulla capacità di resistere alla frustrazione di eventuali insuccessi duraturi nella ricerca di cambiare ciò che non funziona. Ha solo 21 anni, l’età è dalla sua. Con Petrazzuolo stanno mettendo a punto un bel programma e staremo a vedere.”
Dalla Valle?
“Enrico Dalla Valle è al suo best ranking, al numero 631. In doppio è ancora più avanti. Si allena con Navarra, e anche lui come Andrea Pellegrino ha bisogno di trovare il coraggio per superare i propri limiti, lavorando duro con il suo Coach. E’ un ragazzo che si porta appresso qualche insicurezza di base, ed ha molto talento. Anche fisicamente è un potenziale treno. Gli è mancata la continuità per motivi anche indipendenti dalla sua volontà, ora il proseguo con Navarra non può che portare ulteriori buoni frutti. ”
Poi c’è Balzerani.
“E’ molto motivato, quest’anno ha vinto il suo primo torneo da Pro, si allena con profitto agli ordini di Castrichella, e sta trovando pian piano identità di gioco. Negli ultimi mesi ha anche una stabilità migliore, e mi riferisco all’aspetto emotivo in campo e fuori, e i risultati sono arrivati anche se è lontanissimo dal suo massimo potenziale. Il 2019 sarà una stagione importante.”
“Per tutti e tre i ragazzi” continua Palumbo “la parola chiave sarà continuità. Continuità nell’impegno massimale, essere professionisti H24 per 365 giorni l’anno, credere in quel che si fa, e tenere duro negli inevitabili momenti negativi.” Resilienza, aggiungo io.
Si lavorerà duro, a giudicare dai risultati, del versante femminile. Finito un ciclo che sono tuttavia addolcite da un gruppo di ragazzine in crescita. In realtà ci eravamo abituati forse troppo bene negli ultimi anni con le Vinci, le Pennetta, la stessa Errani, la mitica Schiavone, frutto di vari percorsi, e anche degli Dei che hanno messo dentro di loro un nettare prezioso al di là dei meriti di loro stesse e dei rispettivi staff. Per questo si sta riaprendo Formia, con ancora più attenzione e risorse per le ragazze. Le donne devono avere il loro spazio, Foligno e Formia saranno dedicati al settore femminile. Contromosse immediate quindi alle difficoltà sopraggiunte dal ritiro delle campionesse di cui sopra. Il ricambio è tardato ad arrivare, con una Martina Trevisan frenata da tanti aspetti, non ultimo gli infortuni frequenti, e uno sviluppo delle nostre in età più tarda rispetto alle coetanee. Tipico è l’esempio di Martina Di Giuseppe che solo ora alla soglia dei 28 anni appare avere la giusta maturità sportiva per fare la professionista. Al momento il nostro talento più in vista è la meravigliosa Camila Giorgi, che personalmente mi affascina per un gioco tanto utopistico quanto comunque redditizio, poi ci sono tantissime ragazzine terribili in arrivo come Elisabetta Cocciaretto e Federica Rossi. In attesa del definitivo sviluppo di Melania Delai che è di ottobre 2002 e sta facendo già cose importanti tra le grandi. Insomma non c’è da vantarsi ora, ma nemmeno da fasciarsi la testa.
Giancarlo Palumbo la commenta così:” La Cocciaretto ha una ambizione smisurata, base per poter emergere. A soli 17 anni, è tra le prime del mondo nella sua età, è grintosissima e sempre attiva. Un bel prospetto e un fertile terreno su cui lavorare. Federica Rossi ha un gran braccio, un talento nell’accezione comune del termine. E’ un po’ più timida e il suo carattere introverso a volte non le fa esprimere tutto il suo potenziale. Nel doppio comunque è già molto avanti, lo gioca divinamente. Per entrambe abbiamo scelto di far provare loro sia tornei Junior, quelli più importanti che regalano emozioni forti e abitudine a certi contesti, sia tornei WTA, 15mila e 25 mila$ dove confrontarsi con ragazze più grandi e con un gioco diverso. L’ideale è l’alternanza, per trovare ognuna d loro i propri equilibri, e, anche qui, la propria identità. Chi dice che bisogna cominciare già a 16 anni solo con tornei tra le “grandi” e abbandonare attività Juniores, secondo me potrebbe sbagliare. Occorre alternare, questo sì. Prendi la Blinkova, ha 20 anni, è diventata top 100 adesso e ha fatto tutti i tornei Junior fino a 18 anni suonati giocando almeno un centinaio di partite, poi è ovvio se hai qualità e sei matura provi il salto. Ma è un periodo, quello del passaggio da Junior a Pro, che ormai sappiamo che può essere problematico e va saputo gestire attentamente, più sul piano emotivo/mentale che su quello tecnico. Un valore aggiunto poi sono Martina Trevisan e Lucrezia Stefanini che allenandosi presso la struttura di Tirrenia, saranno un esempio per le più piccole e faranno da chioccia, pur essendo entrambi ancora giovanissime.”
Alessandro Zijno