Nicolas Kicker, Federico Coria e Patricio Heras sospesi, ombre sulle indagini della Tennis Integrity Unit

Patricio Heras

I Fatti.
Nicolas Kicker è un tennista argentino di 25 anni, attualmente è numero 84 del mondo e questa sospensione in attesa della definitiva condanna lo ha tagliato fuori dal main draw del Roland Garros dove era dentro per diritto. I fatti che gli vengono contestati sono principalmente 2. Il primo si riferisce al Challenger di Padova del giugno 2015 per il match di primo turno contro il coreano Duckee Lee, dove perse 6-1 6-2. Il secondo a Barranquilla, in Colombia, dove perse sempre al primo turno dall’ecuadoriano Lapentti in 3 set. In entrambi i casi l’accusa è di match fixing, cioè di aver alterato deliberatamente il risultato prima del match stesso. Andremo ad analizzare la questione specifica più tardi. L’argentino è stato protagonista dei Challenger italiani dove abbiamo avuto occasione di incontrarlo in diverse occasioni, conoscendo un ragazzo che ama il tennis, nato nella periferia piccolo borghese di Buenos Aires, con un papà Maestro e direttore del Kicker Klub Haus, un circolo nella cittadina di Merlo a pochi chilometri dalla capitale. Le origini della famiglia sono austriache, e fino all’anno passato in cui è entrato nella top 100, il tennis era un sogno che non gli permetteva di mantenere un figlio, Bastian, nato pochi anni prima. A Wimbledon nel 2017 è andato con sole tre racchette. Al termine delle partite incriminate in molti lo insultarono pesantemente sul suo profilo twitter ma non immaginava che la vicenda si sarebbe spinta così lontano.
Federico Coria, anche lui curiosamente argentino, numero 335 ATP, invece ha delle accuse meno pesanti: secondo l’indagine della TIU non avrebbe segnalato e denunciato il tentativo di corruzione ricevuto nel 2015 durante il Futures di Sassuolo: in pratica sarebbe stato avvicinato da un non meglio specificato corruttore che gli avrebbe chiesto di alterare varie partite anche future, dietro compenso economico. Coria avrebbe rifiutato ma non comunicato alla Tiu il tentativo di corruzione. Patricio Heras è un altro tennista argentino, 29enne, sospeso in attesa della sentenza finale dal 27 Luglio 2018, anche lui come Kicker per aver alterato un risultato, e pur non avendo specificato quale, resta palese che ci si riferisca all’incontro perso al primo turno contro il connazionale Facundo Mena sempre a Barranquilla . Attualmente Heras è numero 302 ATP. Anche lui come gli altri argentini aveva palesemente espresso il proprio risentimento nei confronti della ITF per i prize money scarsi, come si evince dal suo post su twitter.

La Tiu. Tennis Integrity Unit.
L’unità anti corruzione di cui si è dotato il tennis nasce nel 2008 e attualmente, dopo 10 anni, ha un budget annuale di circa 5 milioni di dollari. Ci lavorano a tempo pieno 17 persone, sotto la direzione di Nigel Willerton, a Londra, con gli uffici situati proprio dentro il megacentro di Roehampton, che è anche il Centro Tecnico Federale inglese. Ma come funzionano le indagini? Possono partire da una denuncia (in genere di bookmakers che si ritengono truffati o da scommettitori frustrati da qualche rovescio economico) oppure d’ufficio in casi particolari. La TIu muove quei 5 milioni di dollari, che finiscono nelle tasche non solo dei 17 dipendenti ma anche in quelle dei fornitori di servizi terzi, come i “service” che monitorano l’andamento dei mercati del betting, sia quelli tradizionali sia gli exchange in cui sono gli scommettitori stessi a fare le quote e a giocare gli uni contro gli altri. E’ chiaro che per garantirsi l’esistenza devono trovare ogni tanto qualche mela marcia, altrimenti il mondo del tennis, ITF, ATP, non potrebbe giustificare questa spesa. Nel corso del tempo la TIU si è palesemente distinta per la cattura di pesci piccoli, e anche questa volta tutto sommato non ha fatto diversamente sebbene Kicker sia numero 84, perché probabilmente è il top 100 meno famoso del mondo. Torniamo al funzionamento delle indagini: c’è da premettere che al momento di diventare professionisti tutti i tennisti del mondo, i coach e chiunque entri in questo universo firma una carta “capestro” per cui non può rifiutarsi di accettare di essere indagato, processato e persino condannato semplicemente per “forti indizi”, con l’onere della prova a suo carico! La TIu può sequestrare e controllare autonomamente cellulari, chat, computer; ha il diritto di interrogare terze persone e il convincimento del giudice può essere formato anche da dati forniti da non meglio specificati “service”, come quelli menzionati prima che monitorano i flussi di giocate su ogni singolo match. E’ palese a tutti che questo sbilanciamento di potere tra accusa e difesa squilibri completamente il concetto di giustizia, parola che davvero è difficile accostare a questi casi. Nel corso della storia ci sono state squalifiche assolutamente assurde: la più famosa è quella dell’austriaco Koellerer, sanzionato per match fixing ufficialmente ma più ragionevolmente per il suo comportamento poco accettato nell’ortodossia dell’ipocrita mondo tennistico, sul modello della condanna a Fabrizio Corona in Italia da parte della giustizia ordinaria.
Nicolas Kicker Vs Giovanni Lapentti. Il match in discussione.
E’ possibile reperire l’intero video del match su livestream. Invito chi stia leggendo qui a vedere il video e invito a una riflessione successiva alla visione del match. Per intero. L’indagine della TIU nasce, secondo voci di corridoio, da segnalazioni nella stessa giornata dell’incontro da parte di Betfair, il più famoso exchange al mondo, e di alcuni scommettitori della piattaforma, ovviamente i perdenti.

Queste erano le quote prima dell’incontro. Come si può vedere più o meno Kicker è dato favorito con una quota di circa 1,50. Giocando 10 euro su di lui se ne vincevano 5 netti. Inizia il match e l’argentino, dopo aver recuperato un break vola sul 5-2 in suo favore nel primo set. Attenzione ora, perché questa che leggete adesso è, secondo l’accusa, la pistola fumante che lo inchioderebbe.

Come si può notare, nonostante quasi un set di vantaggio, le quote su betfair si sono invertite. In soldoni ci sono moltissimi scommettitori che pensano che Lapentti possa vincere un match che sta perdendo. Sono i bookmakers ad aver periziato male l’avvenimento, c’è qualcosa di marcio dietro, oppure più semplicemente vedendo il match molti esperti hanno notato che pur vincendo Kicker non sembrava centratissimo? Secondo l’accusa qualcuno sapeva che Kicker avrebbe perso con certezza, e ha scommesso contro l’argentino. Ma perché allora non scommettere PRIMA del match? Quando la quota di Lapentti era assai più appetitosa? I bookmakers non hanno tolto il match dal palinsesto per cui non c’erano stati flussi anomali prepartita. Oltretutto se è vero che sul 5-2 il mercato va in maniera apparentemente inspiegabile verso la vittoria di Lapentti, c’è da dire che la quota risale, seguendo la logica sul 6-2 1-0, fino a 1,69 come si può vedere dal grafico seguente.

Questo di fatto potrebbe già scagionare l’argentino, perché se usiamo la discesa della quota come indizio di colpevolezza, dobbiamo per lo stesso criterio usare la salita della quota per motivare una sua innocenza. Infatti per quale motivo i “compratori” della quota di Lapentti avrebbero dovuto evitare di comprare ancora sapendo già l’esito del match?
Ora vediamo la prossima immagine.


Presa da bet365 sul 4-2 per Lapentti nel secondo set. Questo cosa significa? Può significare, usando lo stesso criterio di sopra, che Bet365 o conosce già il risultato o segue il mercato adattandosi a Betfair che vede in picchiata l’ecuadoriano. E se anche gli scommettitori avessero seguito questa bolla speculativa? Cioè non conoscessero affatto il risultato ma fossero saliti su un carro che appariva vincente?
Veniamo all’andamento del match vero e proprio, valutandolo da un punto di vista tecnico.
Il primo set Lapentti appare contratto, fa molti unforced, 4 doppi falli, e Kicker domina gli scambi come ama fare. Ad un certo punto però l’ecuadoriano cambia un po’ strategia, e prova a comandare di più, forzando e allungando la traiettoria. Appare evidente che sul risultato di 1 pari nel secondo set Kicker si innervosisca e perda un po’ di consistenza, sia dalla parte sinistra che da quella destra. Si arriva così al terzo e decisivo set dove vi invito a guardare il punto giocato sulla palla del 4-2 per Kicker, che rappresenterebbe un break forse decisivo: l’argentino attacca con un diritto che appare vincente, perché mai avrebbe dovuto attaccare così bene se avesse voluto perdere di proposito il punto, cosa che avviene solo perché poi Lapentti recupera bene e Kicker sbaglia una palla corta che tatticamente era corretta. Sul 5 pari in effetti Kicker compie degli errori così marchiani che appaiono in contrasto con la capacità tecnica di un professionista di sbagliare un colpo per 20 cm: parliamo di ragazzi che con la racchetta sanno fare ogni cosa, per cui quegli errori sono secondo noi da attribuire ad una “uscita emotiva ed agonistica” dal match, qualcosa che accade a tutti i tennisti del mondo almeno una volta. Tra l’altro alcuni punti prova a giocarli ma viene frustrato da ottima consistenza di Lapentti. Un altro dato a favore della tesi della difesa è fornito dal ritiro di Kicker nel match di doppio che avrebbe dovuto giocare successivamente, per un infortunio CERTIFICATO dal medico dell’ITF (lower back injury): se parliamo di un profilo criminale come scritto da qualcuno riferendosi a Kicker, perché mai l’argentino non avrebbe messo a reddito anche il match di doppio a quel punto? Sembra più plausibile un infortunio patito ad un certo punto del match.
Le altre accuse su Kicker.
Un altro match, di cui non si trovano immagini, è sotto inchiesta, e risale sempre al 2015 a Padova contro il coreano Duckee Lee perso in due set velocissimi. Anche in questo caso sono le segnalazioni dei bookmakers a far aprire le indagini, col sospetto fondato che più che l’etica sportiva si cerchi di difendere gli interessi specifici di alcuni provider di betting. Kicker non collabora, la Tiu lo sanziona anche per questo motivo, e nell’udienza del 20 Marzo 2018 a Miami lo definisce colpevole. La domanda è una: bastano degli indizi così flebili? E c’è una reale indipendenza dell’organismo investigativo? Non dimentichiamoci che tantissimi bookmakers sponsorizzano tornei anche di altissimo livello, il che lascia un po’ pensare. Ciò che di sicuro ha penalizzato l’argentino è stata anche la sua difesa su vari siti da cui risulterebbe una sua critica alle istituzioni internazionali, sia per quanto riguarda la divisione dei prize money, sia per lo svolgimento delle varie indagini. Pur sapendo che era sotto investigazione ha continuato a giocare, anche serenamente visto che al momento dei match in questione era fuori dai top 150, mentre ora è numero 84 ATP. Se fosse stato colpevole e convinto di essere condannato come avrebbe potuto mantenere la serenità e vincere tante partite? Sembrerebbe che l’argentino rischi addirittura la radiazione.
Federico Coria invece cosa avrebbe dovuto fare? E’ stato sanzionato per non aver denunciato un tentativo di corruzione, ma chi ne avrebbe il coraggio? E il rischio che avrebbe corso, vale solo uno sconto di pena? Parliamo di criminalità organizzata pronta a punire più duramente della giustizia sportiva un eventuale sgarbo.
Conclusione: non sappiamo se Kicker sia colpevole o meno, ciò che però sappiamo di certo è che alcune partite sono quantomeno sospette, che i tennisti oltre la posizione 150 ATP non riescono a mantenersi, e che al contrario il betting vive di ottima salute, e che esistono molte persone che studiano i flussi del mercato delle scommesse senza però garanzia di essere al di sopra delle parti. Restano forti dubbi su queste indagini e su molte altre, che finiscono per rovinare carriere senza però trovare soluzioni al problema del match fixing.
Alessandro Zijno