Elena Pivetta, tennista e manager dello sport: “Amo le sfide”
“Ho sempre sognato di diventare professionista, ma posso dare molto al tennis anche come imprenditrice”. I desideri e gli stimoli di una ragazza mai considerata dalla Federazione.
Elena Pivetta, classe 1996, nata a Pavia ma cresciuta anche tennisticamente a Cremona, è stata, e per alcuni versi lo è ancora, uno dei prospetti più interessanti del panorama italico, non solo dal punto di vista del campo. Ragazza eclettica, dotata di un’ottima intelligenza, studente di economia alla Bocconi, e con un fisico esplosivo, Elena si avvicina al tennis grazie al papà appassionato e presto mette in mostra le sue doti. Il resto lo leggerete nell’intervista che ci ha gentilmente concesso la giovane Elena, incontrata al corso PTR a Palazzolo sull’Oglio, dove ha ovviamente fatto un figurone.
Buongiorno Elena, come hai cominciato a giocare a tennis?
Mio papà Giorgio è un appassionato, però io a 4-5 anni ho praticato anche danza e sono rimasta traumatizzata (ride ndr) : il tutù non faceva per me, a 6 anni ho cominciato a giocare a tennis una volta a settimana mentre praticavo anche nuoto agonistico. Aver fatto vari sport da piccolina probabilmente mi ha aiutato anche nel tennis… e poi sono sempre stata una forza della natura.
E poi?
Poi a 12 anni circa non ho avuto più dubbi su quale sarebbe stato il mio sport d’elezione: il tennis. Mi si è presentato il grande dubbio su quale sport scegliere, anche perché in tutto questo io studiavo anche pianoforte. Anche grazie ai maestri Cavalli e Pifferi– a cui devo molto, per ragioni diverse – della Canottieri Baldesio a Cremona ho scelto di seguire la mia passione per il tennis. I miei genitori non mi hanno mai pressato per lo sport, magari più per lo studio, ma per il resto mi han sempre fatto fare le mie scelte, anche se sono genitori molto presenti nella mia vita.
È vero che qualcuno ti aveva predetto un futuro da tennista professionista?
Sì, è vero. Ad un certo punto mi sono trasferita alla Canottieri Bissolati da Sergio Gelmini e i tecnici dello staff mi hanno detto che se mi fossi allenata 6/7 ore al giorno, mettendo il tennis al primo posto, avrei potuto raggiungere ottimi risultati.
Qui ci viene in mente una breve riflessione: ma la Federazione in tutto questo? Elena non è stata mai seguita da un centro federale, non è mai stata contattata né stimolata… Basta vedere il fisico di questa ragazza, le sue doti naturali negli spostamenti e nell’equilibrio, le sue spiccate doti intellettive e tecniche. A tale proposito…
Elena che tennista sei?
Ho un ottimo servizio, che mi han sempre detto essere un colpo naturale, tanto che il mio schema preferito è servizio centrale o in kick e diritto lungolinea. Poi il mio rovescio è tutto da raccontare.
Raccontiamo allora Elena…
Il bello è che fino a 12 anni non avevo il rovescio… Da sola mi sono messa ad allenarlo ed ho acquisito il colpo a due mani che vedi.
Noi al corso abbiamo potuto ammirare il rovescio bimane di Elena e il timing è davvero eccezionale, da top player e peculiare è il rientro velocissimo dal colpo grazie alla forza del quadricipite destro, che le regala un perfetto equilibrio e la possibilità di essere già pronta per lo spostamento successivo.
Osservandoti giocare ci si chiede come mai tu non sia cresciuta di classifica.
Ora sono soltanto 3.4, gioco per la Canottieri Bissolati, ma proverò a diventare almeno 2.8, però dovendo studiare, purtroppo mi alleno poco…
Finora cosa ti ha limitato nel tennis?
I miei limiti tennistici sono derivati principalmente da tre fattori che ho curato poco: l’aspetto tattico, gioco a volte senza una tattica precisa (un po’ alla Giorgi ndr); l’aspetto mentale, anche se adesso in campo sono molto più serena; l’esperienza, avrei dovuto giocare più tornei per avere più abitudine ad incontri tirati e di livello.
Più vediamo giocare e parliamo con questa ragazza con il corpo fatto per fare sport agonistico e gli occhi dolci e profondi allo stesso tempo, più ci viene voglia di capire come il tennis italiano professionistico si sia forse lasciato sfuggire un talento simile, almeno per il momento; a questo punto il discorso si sposta su come Elena Pivetta intenda dare un contributo al tennis o allo sport in generale fuori dal campo, e su come intenda realizzarsi come persona e come donna.
Entriamo nel mondo della Bocconi, una delle più prestigiose Università italiane.
Studio Economia, materia molto stimolante ma anche assai impegnativa, lezioni in lingua inglese… che parlo bene… Sono a buon punto con gli esami, ma sono felice soprattutto perché sto inseguendo il mio sogno…
E quale sarebbe?
Quello di unire tennis o sport in generale ad un’attività economica: un’idea potrebbe essere quella di gestire una accademia di tennis oppure una catena di resort dove il tennis abbia uno spazio importante e sia seguito in modo professionale. Nell’ambito del turismo d’élite ci sono parecchie realtà in Florida ad esempio, dove le richieste per le attività sportive di livello, con coach professionisti, sono già una realtà.
Sei appassionata di Stati Uniti vedo….
Vero, sono stata tre volte a New York ed è la mia città ideale, è dinamica e frenetica come me. Le città piccole mi stanno strette, a me occorrono canali di sfogo per la mia energia e li trovo meravigliosamente in città come New York. Poi la multi-culturalità che ritengo una risorsa per l’umanità intera, i grattacieli imponenti e tutta l’adrenalina che solo chi c’è stato può capire… Comunque viaggiare mi piace molto, ovunque, tanto che se mi capiterà l’occasione di fare il maestro di tennis anche all’estero durante gli studi la sfrutterò… Nel frattempo sto facendo uno stage in una azienda e sono felice di questa opportunità.
Elena, chi sono i tuoi miti?
Mah, qualcuno mi ha detto che somiglio alla Sharapova e sono contenta perché è una tennista che mi piace molto, ma chi mi prende a livello empatico è Rafa Nadal. Rafa ha toccato le mie corde emotive, poi sul piano tecnico come si fa a non stimare Roger o Djokovic… mi piace anche Kyrgios dei nuovi talenti.
Cosa pensi del doping nel tennis, esiste?
Beh, a vedere i carichi di allenamento di alcuni campioni il dubbio viene… poi si vedono ragazzine che a 14 anni hanno già una muscolatura imponente, immagino che qualche aiutino ci sia. Questo è un grave problema per lo sport in generale che va affrontato e risolto prestissimo.
Abbiamo detto che gli obiettivi professionali sono legati al marketing sportivo e turistico e gli obiettivi tennistici sono di implementare le competenze e anche salire di classifica, ma la Elena donna? Sei fidanzata? E ti vedi mamma in futuro?
Sentimentalmente adesso sono libera. Mi vedo comunque in futuro come mamma, ma come mamma in carriera, nella vita ho sempre lottato da sola e sono molto decisa. Sono un po’ diffidente e ho una scorza dura ma dentro sono dolce. Con me zerbini e catapulte non funzionano, per conquistarmi ci vuole qualcuno che con pazienza cerchi di capirmi.
L’amicizia esiste?
Esiste, ma nel mio caso molte amicizie si sono rivelate superficiali, ma qualche eccezione c’è. La mia esperienza mi ha portato ad apprezzare molto l’amicizia dei maschi, a volte le donne sono un po’ invidiose.
Lasciamo Elena con un in bocca al lupo grandissimo, ringraziandola della disponibilità e con la certezza assoluta che lo sport italiano ha forse perso irrimediabilmente (visto che ha già 20 anni) un talento sul campo (anche se io scommetterei qualsiasi cifra su questa ragazza) ma sta formandosi un futuro manager sportivo che potrà forse dare un bel contributo anche nel panorama italico. Forza Elena.
Alessandro Zijno
-Articolo uscito nel mese di Luglio 2016 su Ubitennis.com-